Uno degli aneddoti più curiosi giunti dal mondo del tennis negli ultimi anni riguarda il mancino croato Goran Ivanisevic. «Cavallo pazzo», come era soprannominato il campione di Wimbledon 2001, in una delle tante giornate di follia che ne hanno caratterizzato la carriera, finì per essere costretto al ritiro per aver esaurito le racchette a sua disposizione dopo avere rotto, volontariamente, diversi fusti in uno stesso match.
Ha rischiato di fare la stessa fine il diciannovenne bergamasco Lorenzo Carera, ma solo perché la dea bendata gli ha voltato le spalle, e non per colpa di un eccesso di frustrazione. Impegnato nella finale del torneo Open nazionale di
Tortona (provincia di Alessandria), il tennista orobico si è trovato nel set decisivo dell'ultimo atto, contro il tennista di casa Saul Toniolo (classificato 2.4), senza più attrezzi a disposizione per aver visto saltare, una dopo l'altra, quattro corde nella stessa giornata. Quasi un record, a questi livelli.
L'avversario, dimostrando davvero poco fair play, chiede addirittura la vittoria per ritiro prima ancora che si possa cercare qualche soluzione. Ma il pubblico non è affatto accordo. Così, dagli spalti, arriva un aiuto abbastanza insperato per Carera, una racchetta vecchia di almeno dieci anni.
Finita qui? Nemmeno per idea: sul 4-3 per Toniolo, pure l'attrezzo di riserva finisce ko, e allora è di nuovo il pubblico a impedire che la vicenda finisca prima del limite. Altra racchetta «di fortuna», se possibile peggiore di quella precedente, ma sufficiente per portare a termine altri quattro game e dunque per mettere la parola fine ad un confronto quantomeno anomalo, ma sicuramente curioso e divertente. Un confronto perso dal giocatore del Tc Bergamo, per la cronaca, col punteggio di 7-5 3-6 6-4.
IO C'ERO !!