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Ansia da partita

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albs77
andrea scimiterna
manuel17787
Ragus
davenrk
Mirkogian
10 partecipanti

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Ciao a tutti , dopo 2 anni di allenamenti adesso
Ho iniziato a fare tornei, tutte le partite che ho fatto perse, con avversari molto molto facili e gestibili, tutte le volte che entro in campo mi blocco cuore che batte a mille e rigidissimo ,proprio non riesco a togliermi questa sensazione, la mente dice soltanto "non vedo l'ora che finisca" in allenamento con persone anche più brave vinco gioco libero, c'è un modo per migliorare questo aspetto altrimenti è durissima entrare in campo in partite ufficiali

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lavora sull'approccio alla partita, considerala un allenamento, non è semplice, e cerca di non aspettare il torneo con troppa attesa
take it easy
se dovesse contuniare un paio di sessioni con uno psicologo sportivo non fanno mai male

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È proprio approccio giorni prima che già mi blocca

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Mirkogian ha scritto:
È proprio approccio giorni prima che già mi blocca

Classico...se poi pensi di incontrare come hai già fatto gente meno forte di te, è pure peggio...
devi lavorare sui tuoi pensieri, non c'è altra strada
poi conta molto anche l'esperienza, più fai tornei, e man mano ti abituerai
certo è che se l'approccio non migliora, psicologo sportivo

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Non caricarti di aspettative e pensa a divertiti. Gioca un punto alla volta e pensa che hai tutto il tempo. Cerca di aver un piano di gioco e non strafare, aspetta le tue opportunità.
Poi l'esperienza farà il resto.

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Io non strafaccio di solito mai, il problema che proprio non ho fiato è sono un legno sbaglio colpi facilissimi e la palla non va per nulla riappoggio solo dall'altra parte sperando in chissà cosa...

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Ai primissimi tornei è del tutto normale, c'è chi la vive in modo più tranquillo e chi meno è soggettivo.
Considera che ho lo stesso problema anche io, anche se faccio tornei da molti anni.. con la coppa a squadre ancora peggio perchè sento che la pressione aumenta visto che sto giocando non solo per me ma anche per la mia squadra.
Dicono che facendo tornei ci si abitua, sicuramente aiuta, ma non credo che sia proprio così facile.. penso che la vera svolta sia attraverso un processo di consapevolezza del proprio gioco, ma anche qui è complicato dire come arrivarci..

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Mirkogian ha scritto:
Io non strafaccio di solito mai, il problema che proprio non ho fiato è sono un legno sbaglio colpi facilissimi e la palla non va per nulla riappoggio solo dall'altra parte sperando in chissà cosa...

Ci sono tanti approcci per usare l'emotività dovuta ad un evento in modo positivo, come scritto è un processo. Si partecipa ad un torneo o una competizione perché si vuole competere, mettersi alla prova e vedere i propri limiti, che abbiamo tutti, e poi lavorare per superali. Una domanda da farsi è forse perché vuoi competere e tenere sempre a mente il motivo.

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Prova a "customizzare" Smile  le partitelle di allenamento, "obbligo" di vittoria conseguente adrenalina, giocati il pagamento dell'ora. Qualche secolo fa alle superiori qualcuno se ne uscì con "ragazzi giochiamoci la pizza" a calcio nell'ora di ginnastica, bocciai l'idea, esperienza già vissuta se si giocava per passare l'ora tutto ok, con la pizza in palio erano calci negli stinchi. Twisted Evil

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Lettura interessante.

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Lascia perdere letture di mental tennis e cose simili, qui si deve lavorare alle basi del tennis.

La pressione della gara, l'avversario che vuole vincere ad ogni costo, il campo che magari non conosci o addirittura di una superficie su cui non hai mai giocato, le palle di una marca che non hai mai provato e soprattutto nuove di zecca mentre te ti alleni con delle ciabatte vecchie, tutto questo fa parte del tennis, è il tennis.

Il tennis che pratichi in allenamento è una versione edulcorata, una simulazione, vale solo come allenamento in vista del torneo o divertimento fine a se stesso.

Quindi quando ti crogioli nelle vittorie delle partitine amichevoli sappi che stai usando il metro di misura errato.

Ritornando al discorso Ansia: l'ansia deriva dalla paura, e la paura deriva dalla consapevolezza dei tuoi limiti, spesso inconscia, e dal fatto che quando sei in torneo non sai cosa fare. In torneo infatti lo spazio mentale si riduce, l'ansia da prestazione limita la capacità di ragionare, e la maggior parte delle azioni viene presa in modo inconsapevole ed istintiva, il che significa che se quella cosa , tecnica o tattica che sia, non è totalmente automatizzata...

Se vuoi eliminare l'ansia devi cominciare ad avere sia le risposte tecniche sia quelle tattiche: schemi al servizio, schemi alla risposta, un'infarinatura di come si gioca sulle diagonali... insomma devi automatizzare il più possibile.

Ci vuole allenamento, ma maggiori saranno le tue consapevolezze , minore sarà l'ansia in torneo.

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albs77 ha scritto:
Lascia perdere letture di mental tennis e cose simili, qui si deve lavorare alle basi del tennis.

La pressione della gara, l'avversario che vuole vincere ad ogni costo, il campo che magari non conosci o addirittura di una superficie su cui non hai mai giocato, le palle di una marca che non hai mai provato e soprattutto nuove di zecca mentre te ti alleni con delle ciabatte vecchie, tutto questo fa parte del tennis, è il tennis.

Il tennis che pratichi in allenamento è una versione edulcorata, una simulazione, vale solo come allenamento in vista del torneo o divertimento fine a se stesso.

Quindi quando ti crogioli nelle vittorie delle partitine amichevoli sappi che stai usando il metro di misura errato.

Ritornando al discorso Ansia: l'ansia deriva dalla paura, e la paura deriva dalla consapevolezza dei tuoi limiti, spesso inconscia, e dal fatto che quando sei in torneo non sai cosa fare. In torneo infatti lo spazio mentale si riduce, l'ansia da prestazione limita la capacità di ragionare, e la maggior parte delle azioni viene presa in modo inconsapevole ed istintiva, il che significa che se quella cosa , tecnica o tattica che sia, non è totalmente automatizzata...

Se vuoi eliminare l'ansia devi cominciare ad avere sia le risposte tecniche sia quelle tattiche: schemi al servizio, schemi alla risposta, un'infarinatura di come si gioca sulle diagonali... insomma devi automatizzare il più possibile.

Ci vuole allenamento, ma maggiori saranno le tue consapevolezze , minore sarà l'ansia in torneo.


tutto giusto quello che dici ma il nostro amico soffre d'ansia, molto probabilmente non solo durante le partite ma in generale nella sua vita
questa ansia quando conta la prestazione fisica e mentale, ti blocca completamente, non hai fiato, sei fermo, ti fa venire i crampi quando non li hai mai avuti prima in condizioni più dure, tutto l'allenamento fatto in preparazione si è andato completamente a farsi benedire.
l'esperienza, la tattica, conta certo, ma quando non ti muovi hai voglia a parlare di tattica ecc.....
qua di base c'è un problema psicologico, per questo suggerivo uno psicologo sportivo

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davenrk ha scritto:
albs77 ha scritto:
Lascia perdere letture di mental tennis e cose simili, qui si deve lavorare alle basi del tennis.

La pressione della gara, l'avversario che vuole vincere ad ogni costo, il campo che magari non conosci o addirittura di una superficie su cui non hai mai giocato, le palle di una marca che non hai mai provato e soprattutto nuove di zecca mentre te ti alleni con delle ciabatte vecchie, tutto questo fa parte del tennis, è il tennis.

Il tennis che pratichi in allenamento è una versione edulcorata, una simulazione, vale solo come allenamento in vista del torneo o divertimento fine a se stesso.

Quindi quando ti crogioli nelle vittorie delle partitine amichevoli sappi che stai usando il metro di misura errato.

Ritornando al discorso Ansia: l'ansia deriva dalla paura, e la paura deriva dalla consapevolezza dei tuoi limiti, spesso inconscia, e dal fatto che quando sei in torneo non sai cosa fare. In torneo infatti lo spazio mentale si riduce, l'ansia da prestazione limita la capacità di ragionare, e la maggior parte delle azioni viene presa in modo inconsapevole ed istintiva, il che significa che se quella cosa , tecnica o tattica che sia, non è totalmente automatizzata...

Se vuoi eliminare l'ansia devi cominciare ad avere sia le risposte tecniche sia quelle tattiche: schemi al servizio, schemi alla risposta, un'infarinatura di come si gioca sulle diagonali... insomma devi automatizzare il più possibile.

Ci vuole allenamento, ma maggiori saranno le tue consapevolezze , minore sarà l'ansia in torneo.


tutto giusto quello che dici ma il nostro amico soffre d'ansia, molto probabilmente non solo durante le partite ma in generale nella sua vita
questa ansia quando conta la prestazione fisica e mentale, ti blocca completamente, non hai fiato, sei fermo, ti fa venire i crampi quando non li hai mai avuti prima in condizioni più dure, tutto l'allenamento fatto in preparazione si è andato completamente a farsi benedire.
l'esperienza, la tattica, conta certo, ma quando non ti muovi hai voglia a parlare di tattica ecc.....
qua di base c'è un problema psicologico, per questo suggerivo uno psicologo sportivo


Anche io ho provato le stesse cose per molti anni e poi ho capito che l'ansia non è la causa, ma la conseguenza.

L'ansia deriva dalla paura, non è mai la causa, ma la manifestazione psicosomatica delle tue paure.

Certo un psicologo potrebbe aiutare ad abbassare il livello di attivazione, ma bisognerebbe sapere dal nostro amico che cosa lo preoccupa. 

Perché se è ansia da prestazione generale è un conto, se mi va ansioso perché vuole vincere, ci va tanto allenamento, che ansia o meno ti serve per vincere le partite.

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sicuramente la causa è la conseguenza, per questo uno psicologo ti aiuta a capire qual è il pensiero/i che la fa scaturire

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volevo dire l'ansia è la conseguenza ovviamente

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albs77 ha scritto:
davenrk ha scritto:
albs77 ha scritto:
Lascia perdere letture di mental tennis e cose simili, qui si deve lavorare alle basi del tennis.

La pressione della gara, l'avversario che vuole vincere ad ogni costo, il campo che magari non conosci o addirittura di una superficie su cui non hai mai giocato, le palle di una marca che non hai mai provato e soprattutto nuove di zecca mentre te ti alleni con delle ciabatte vecchie, tutto questo fa parte del tennis, è il tennis.

Il tennis che pratichi in allenamento è una versione edulcorata, una simulazione, vale solo come allenamento in vista del torneo o divertimento fine a se stesso.

Quindi quando ti crogioli nelle vittorie delle partitine amichevoli sappi che stai usando il metro di misura errato.

Ritornando al discorso Ansia: l'ansia deriva dalla paura, e la paura deriva dalla consapevolezza dei tuoi limiti, spesso inconscia, e dal fatto che quando sei in torneo non sai cosa fare. In torneo infatti lo spazio mentale si riduce, l'ansia da prestazione limita la capacità di ragionare, e la maggior parte delle azioni viene presa in modo inconsapevole ed istintiva, il che significa che se quella cosa , tecnica o tattica che sia, non è totalmente automatizzata...

Se vuoi eliminare l'ansia devi cominciare ad avere sia le risposte tecniche sia quelle tattiche: schemi al servizio, schemi alla risposta, un'infarinatura di come si gioca sulle diagonali... insomma devi automatizzare il più possibile.

Ci vuole allenamento, ma maggiori saranno le tue consapevolezze , minore sarà l'ansia in torneo.


tutto giusto quello che dici ma il nostro amico soffre d'ansia, molto probabilmente non solo durante le partite ma in generale nella sua vita
questa ansia quando conta la prestazione fisica e mentale, ti blocca completamente, non hai fiato, sei fermo, ti fa venire i crampi quando non li hai mai avuti prima in condizioni più dure, tutto l'allenamento fatto in preparazione si è andato completamente a farsi benedire.
l'esperienza, la tattica, conta certo, ma quando non ti muovi hai voglia a parlare di tattica ecc.....
qua di base c'è un problema psicologico, per questo suggerivo uno psicologo sportivo


Anche io ho provato le stesse cose per molti anni e poi ho capito che l'ansia non è la causa, ma la conseguenza.

L'ansia deriva dalla paura, non è mai la causa, ma la manifestazione psicosomatica delle tue paure.

Certo un psicologo potrebbe aiutare ad abbassare il livello di attivazione, ma bisognerebbe sapere dal nostro amico che cosa lo preoccupa. 

Perché se è ansia da prestazione generale è un conto, se mi va ansioso perché vuole vincere, ci va tanto allenamento, che ansia o meno ti serve per vincere le partite.

Rispondo molto velocemente, il tennis è l'ultima cosa che mi ha fatto provare qyesta sensazione di ansia da prestazione , ma nella mia vita è sempre successo, facevo nuoto? In allenamento ero tra i migliori andavo nella pedana in gara, niente bloccato, compito in classe ? Ansia la notte prima non dormivo, ho da parlare di una cosa molto importante sul lavoro .... uguale  credo che sia proprio una parte del mio carattere, detto questo mi sforzo da morire per riuscire a superare questo grosso limite che ho nel tennis , prima o poi sarà sicuramente più tenue, il problema è che sinceramente non sò proprio perché si attivi qyesto specie di blocco,  ci rifletto prima di ogni torneo e sono tranquillo la prendi con leggerezza,  ma la mattina stessa un dramma , scatta cime una molla e sono ansioso !

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avevo intuito correttamente allora.
ti consiglio 
1. uno psicologo. non serve sportivo. non sono soldi buttati, fidati, ma devi andarci in un periodo che non sei iper stressato
2. in vacanza dai una letta al libro "il bambino che sei stato" di Missildine, ti può cambiare la prospettiva nella vita e quindi nello sport

P.S. di solito questo problema compare tra gli altri a chi da piccolo ha avuto genitori troppo esigenti...

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Mi permetto di darti anche io un consiglio... pre psicologo.
Le reazioni che racconti sono tipiche di chi presenta un "difetto" nella liberazione dell'adrenalina.
Prima di sottoporti ad analisi, verifica con il tuo medico che non vi siano delle cause "fisiologiche" ai tuoi stati d'ansia (ti farà mettere l'holter cardio pressorio). Nei casi più semplici possono essere sufficienti un paio di compresse di valeriana per ridurre quel tantino che basta l'overdose di adrenalina che il tuo corpo è costretto a sopportare.

L'adrenalina è il nostro naturale "sostegno" nelle situazioni complicate e fa si che la naturale paura per un evento generi una reazione che ci consente di affrontare l'evento al nostro meglio. Se la quantità di adrenalina è però in eccesso, allora il risultato è opposto ed il nostro corpo si blocca a vari livelli: difficoltà a respirare, impossibilità a muoversi velocemente, confusione nei pensieri, ecc.

In ultima analisi, se non vi sono problemi fisiologici da curare con farmaci, allora un aiuto psicologico a 360 gradi sarà certamente auspicabile...
buon tennis

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taglia1964 ha scritto:
Prima di sottoporti ad analisi, verifica con il tuo medico che non vi siano delle cause "fisiologiche" ai tuoi stati d'ansia (ti farà mettere l'holter cardio pressorio). Nei casi più semplici possono essere sufficienti un paio di compresse di valeriana per ridurre quel tantino che basta l'overdose di adrenalina che il tuo corpo è costretto a sopportare.

questa mi è nuova.....cos'è l'holter cardio pressorio?

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è uno strumento che misura la frequenza cardiaca per un dato tempo (normalmente per 24 o 48 ore) rilevando tutte le anomalie (tachicardie, bradicardie, extrasistole ecc). Contemporaneamente, ogni dato lasso di tempo rileva la pressione arteriosa. 
E' possibile quindi, grazie e a questo monitoraggio, comprendere se gli stati d'ansia abbiano o meno una ridondanza sull'attività cardiaca.

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Ho capito...tentar non nuoce

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Ottimo , grazie a tutti , comunque è veramente una rottura di palle questa cosa, e pensare che ho un azienda con 20 dipendenti e senza problemi la mando avanti da 25 anni, però ci sono cose che proprio non riesco a gestire senza emozioni forti

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Interessante, facci sapere come va

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Ciao
Siamo in una situazione pressoché identica. Anche io gioco da un paio d'anni, in allenamento col maestro e con i compagni di corso me la cavo, ma nelle partite, se pur amichevoli con persone conosciute in giro, rendo al 50%.
La tensione emotiva diventa tensione fisica, quindi braccia e gambe rigide, e quindi maggiore fatica in ogni movimento. Tutto questo impegno psicofisico fa sì che io sprechi molta più energia del necessario e dopo 30 minuti di partita il calo fisico e mentale è evidente: arrivo male sulla palla, perdo completamente il timing, corro in affanno in tutte le zone del campo in balia dell'avversario, peggiorando sempre di più la situazione. Sono una persona emotiva e inoltre do troppo peso a quello che pensano gli altri: anche questo influisce.
Però partita dopo partita, noto miglioramenti, se pur molto lievi. Sono certo che se fossi tecnicamente più solido, sicuramente avvertirei meno il problema: infatti è esemplificativo che il colpo che cala più di tutti è il rovescio, sicuramente un fondamentale dove sono ancora molto incerto. Quindi credo che l'unica strada per noi sia migliorare tecnicamente, fare esperienze e magari, in partita, non pensare a vincere quanto a tenere il palleggio senza sacrificare il gesto tecnico appreso in allenamento.

Ho studiato musica e mi sono in passato esibito in piccoli concerti per pochi intimi: è un contesto non dissimile, dove l'emotività incide moltissimo sulla resa. Ma non ci sono pillole miracolose o scorciatoie. In musica, se l'emotività toglie il 50% dalla tua resa in contesti sereni, vuol dire che devi studiare di più e portare l'esecuzione "serena" ad un livello ancora superiore, in modo che nonostante il calo (che piccolo o grande ci sarà sempre) l'esecuzione risulti ancora idonea al contesto.
 
Ciao

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Brutta bestia il cercare di avere tutto sotto controllo, anche i pensieri degli altri...
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