In un recente articolo abbiamo parlato di un documentario prodotto da Netflix incentrato sulle figure di Guillermo Vilas e del suo biografo, il giornalista Eduardo Puppo e sulla loro ossessiva sete di giustizia sportiva dal titolo “Vilas: tutto o niente”.
Come è noto ai più, il giornalista è convinto che il suo idolo-amico-feticcio sia stato vittima da parte dell’ATP della seguente colossale ingiustizia: il mancato riconoscimento della supremazia di Vilas nel ranking mondiale per sette settimane comprese tra settembre e ottobre 1975 e l’inizio del 1976. Allo scopo di cambiare il corso della storia, Puppo ha vanamente sottoposto all’attenzione dell’ATP una straordinaria mole di documenti; per conoscerne più approfonditamente i contenuti, rimandiamo i lettori interessati a un articolo che Ubitennis pubblicò nel 2015.
All’articolo citato aggiungiamo che nel 2017 l’ATP ha respinto per la terza volta il ricorso presentato dai legali di Vilas, il quale con ogni probabilità dovrà accontentarsi della corona di miglior tennista del 1977 che gli assegnò l’influente rivista World Tennis Magazine e della solidarietà di alcuni colleghi, primo fra tutti Bjorn Borg che nel documentario afferma schiettamente che l’argentino quell’anno fu il migliore.
Secondo autorevoli fonti giornalistiche, il campione argentino ha in corso da alcuni anni una malattia neuro-degenerativa che ne limita le facoltà cognitive ed è quindi probabile che ormai questa querelle lo interessi assai poco. Facciamo però l’ipotesi che l’indomabile Puppo riesca a produrre una nuova e inconfutabile prova a sostegno della sua tesi e che l’ATP cessi di agire come la Spectre e riconosca ufficialmente che in quelle sette settimane Vilas fu davvero il leader della classifica. Che conseguenze ci sarebbero?
In tale ipotetico caso Vilas diverrebbe:
Questa decisione avrebbe conseguenze anche nei confronti della persona che in quelle sette settimane ufficialmente occupava la prima posizione: Jimmy Connors. Il numero di settimane trascorse in cima al ranking dallo statunitense scenderebbe infatti da 268 a 261; il suo quinto posto assoluto per totale di settimane in vetta rimarrebbe intonso. In sostanza non una conseguenza di grande impatto per Jimbo, ma crediamo che la sua proverbiale mitezza verrebbe comunque messa a dura prova qualora ciò capitasse.
Jimmy Connors nel documentario viene mostrato attraverso alcune immagini di repertorio. Tra queste la finale del Master 1977 in cui superò Borg e dello US Open dello stesso anno, in cui venne sconfitto da Vilas (probabilmente non per caso di questo incontro viene mostrato uno scambio spettacolare vinto dall’argentino che vale la visione). Pur non venendo intervistato il suo nome viene citato più volte durante il programma; l’ultima è quella su cui ci vogliamo soffermare. Puppo e Vilas sono al Monte Carlo Country Club, il circolo sportivo dove dal 1897 si disputa il Master.
Il regista li riprende su un campo da tennis mentre sono impegnati in un palleggio e poi di fronte a una targa che commemora la vittoria di Vilas del 1982; pochi istanti dopo Puppo concentra la sua attenzione sulla targa di fianco la legge ed esclama: “Guillermo Vilas e Jimmy Connos, 1981. Questa è la finale sospesa”. Vilas di rimando: “Sì”. Se qualcuno è interessato a sapere perché quella finale fu sospesa, lo scoprirà proseguendo la lettura perché da questo momento comincia una “storia di tennis” incentrata su quella vicenda.
Nel 1981 il Monte Carlo Open era giunto alla 75° edizione. Bjorn Borg era la prima testa di serie; Connors e Vilas erano rispettivamente la seconda e la terza.
Borg perse al primo turno contro Victor Pecci che a sua volta fu sconfitto da Adriano Panatta; Vilas superò facilmente il primo e il secondo turno, faticò molto al terzo turno contro Tomas Smid contro il quale vinse solo al tie break del terzo set e poi in semifinale si sbarazzò facilmente di Panatta con un duplice 6-2.
Connors arrivò alla sua prima finale monegasca senza perdere neppure un set e battendo due forti specialisti della terra rossa come Barazzutti e Noah. Il suo avversario più ostico fu il maltempo che lo costrinse a concludere domenica mattina la semifinale contro Taroczy iniziata il giorno prima. Sia per permettere a Connors di recuperare dalle fatiche della semifinale, sia a causa delle avverse condizioni metereologiche, la finale fu quindi rinviata a lunedì 20 aprile, che coincideva con il lunedì dell’Angelo.
Alla vigilia della sfida, Connors era in vantaggio 4 a 2 nei confronti diretti con Vilas. Nonostante Vilas sia universalmente riconosciuto come uno dei più grandi terraioli di tutti i tempi, a differenza di Connors che sul mattone tritato non ha mai eccelso (ma si è ben distinto sulla terra verde), il loro unico precedente su terra rossa – disputato a Indianapolis nel 1979 – si era risolto a favore dello statunitense.
L’inizio del match fu molto promettente; gli spettatori per quasi un’ora ammirarono due mancini con stili di gioco opposti suonarsele di santa ragione sino a quando – sul punteggio di 5 a 5 – le nuvole che da ore si affastellavano nei cieli del principato decisero di rovesciare sul Country Club metri cubi di acqua costringendo così gli organizzatori ad interrompere la partita. Gli organizzatori cercarono in tutti i modi di programmarne la prosecuzione in un giorno successivo, ma gli impegni di Connors lo resero impossibile. Fu così che per la seconda volta nel secolo il titolo non venne assegnato; la prima era capitata nel 1925 per difficoltà organizzative.
Guillermo Vilas dovette attendere l’anno successivo per ottenere il suo secondo e ultimo successo a Monte Carlo. Jimmy Connors sta ancora aspettando di vincere il primo. La rivalità sul campo tra i due campioni terminò con la semifinale dello US Open del 1982, vinta da Connors.
https://www.ubitennis.com/blog/2020/12/08/storie-di-tennis-la-magnifica-ossessione-di-vilas-e-la-finale-di-montecarlo-senza-un-vincitore/
Come è noto ai più, il giornalista è convinto che il suo idolo-amico-feticcio sia stato vittima da parte dell’ATP della seguente colossale ingiustizia: il mancato riconoscimento della supremazia di Vilas nel ranking mondiale per sette settimane comprese tra settembre e ottobre 1975 e l’inizio del 1976. Allo scopo di cambiare il corso della storia, Puppo ha vanamente sottoposto all’attenzione dell’ATP una straordinaria mole di documenti; per conoscerne più approfonditamente i contenuti, rimandiamo i lettori interessati a un articolo che Ubitennis pubblicò nel 2015.
All’articolo citato aggiungiamo che nel 2017 l’ATP ha respinto per la terza volta il ricorso presentato dai legali di Vilas, il quale con ogni probabilità dovrà accontentarsi della corona di miglior tennista del 1977 che gli assegnò l’influente rivista World Tennis Magazine e della solidarietà di alcuni colleghi, primo fra tutti Bjorn Borg che nel documentario afferma schiettamente che l’argentino quell’anno fu il migliore.
Secondo autorevoli fonti giornalistiche, il campione argentino ha in corso da alcuni anni una malattia neuro-degenerativa che ne limita le facoltà cognitive ed è quindi probabile che ormai questa querelle lo interessi assai poco. Facciamo però l’ipotesi che l’indomabile Puppo riesca a produrre una nuova e inconfutabile prova a sostegno della sua tesi e che l’ATP cessi di agire come la Spectre e riconosca ufficialmente che in quelle sette settimane Vilas fu davvero il leader della classifica. Che conseguenze ci sarebbero?
In tale ipotetico caso Vilas diverrebbe:
- Il ventisettesimo tennista ad avere detenuto lo scettro mondiale dall’introduzione del ranking così come lo conosciamo, ovvero dal 23 agosto 1973.
- Il quarto giocatore in ordine cronologico dopo Nastase, Newcombe e Connors ad avere ricoperto la prima posizione.
- Il ventunesimo per numero di settimane in vetta, davanti a: Muster, Rios, Kafelnikov (6), Moya (2) e Rafter (1).
- Il primo sud-americano in ordine di tempo e il terzo in assoluto insieme a Rios e Kuerten ad avere ricoperto quella posizione.
Questa decisione avrebbe conseguenze anche nei confronti della persona che in quelle sette settimane ufficialmente occupava la prima posizione: Jimmy Connors. Il numero di settimane trascorse in cima al ranking dallo statunitense scenderebbe infatti da 268 a 261; il suo quinto posto assoluto per totale di settimane in vetta rimarrebbe intonso. In sostanza non una conseguenza di grande impatto per Jimbo, ma crediamo che la sua proverbiale mitezza verrebbe comunque messa a dura prova qualora ciò capitasse.
Jimmy Connors nel documentario viene mostrato attraverso alcune immagini di repertorio. Tra queste la finale del Master 1977 in cui superò Borg e dello US Open dello stesso anno, in cui venne sconfitto da Vilas (probabilmente non per caso di questo incontro viene mostrato uno scambio spettacolare vinto dall’argentino che vale la visione). Pur non venendo intervistato il suo nome viene citato più volte durante il programma; l’ultima è quella su cui ci vogliamo soffermare. Puppo e Vilas sono al Monte Carlo Country Club, il circolo sportivo dove dal 1897 si disputa il Master.
Il regista li riprende su un campo da tennis mentre sono impegnati in un palleggio e poi di fronte a una targa che commemora la vittoria di Vilas del 1982; pochi istanti dopo Puppo concentra la sua attenzione sulla targa di fianco la legge ed esclama: “Guillermo Vilas e Jimmy Connos, 1981. Questa è la finale sospesa”. Vilas di rimando: “Sì”. Se qualcuno è interessato a sapere perché quella finale fu sospesa, lo scoprirà proseguendo la lettura perché da questo momento comincia una “storia di tennis” incentrata su quella vicenda.
Nel 1981 il Monte Carlo Open era giunto alla 75° edizione. Bjorn Borg era la prima testa di serie; Connors e Vilas erano rispettivamente la seconda e la terza.
Borg perse al primo turno contro Victor Pecci che a sua volta fu sconfitto da Adriano Panatta; Vilas superò facilmente il primo e il secondo turno, faticò molto al terzo turno contro Tomas Smid contro il quale vinse solo al tie break del terzo set e poi in semifinale si sbarazzò facilmente di Panatta con un duplice 6-2.
Connors arrivò alla sua prima finale monegasca senza perdere neppure un set e battendo due forti specialisti della terra rossa come Barazzutti e Noah. Il suo avversario più ostico fu il maltempo che lo costrinse a concludere domenica mattina la semifinale contro Taroczy iniziata il giorno prima. Sia per permettere a Connors di recuperare dalle fatiche della semifinale, sia a causa delle avverse condizioni metereologiche, la finale fu quindi rinviata a lunedì 20 aprile, che coincideva con il lunedì dell’Angelo.
Alla vigilia della sfida, Connors era in vantaggio 4 a 2 nei confronti diretti con Vilas. Nonostante Vilas sia universalmente riconosciuto come uno dei più grandi terraioli di tutti i tempi, a differenza di Connors che sul mattone tritato non ha mai eccelso (ma si è ben distinto sulla terra verde), il loro unico precedente su terra rossa – disputato a Indianapolis nel 1979 – si era risolto a favore dello statunitense.
L’inizio del match fu molto promettente; gli spettatori per quasi un’ora ammirarono due mancini con stili di gioco opposti suonarsele di santa ragione sino a quando – sul punteggio di 5 a 5 – le nuvole che da ore si affastellavano nei cieli del principato decisero di rovesciare sul Country Club metri cubi di acqua costringendo così gli organizzatori ad interrompere la partita. Gli organizzatori cercarono in tutti i modi di programmarne la prosecuzione in un giorno successivo, ma gli impegni di Connors lo resero impossibile. Fu così che per la seconda volta nel secolo il titolo non venne assegnato; la prima era capitata nel 1925 per difficoltà organizzative.
Guillermo Vilas dovette attendere l’anno successivo per ottenere il suo secondo e ultimo successo a Monte Carlo. Jimmy Connors sta ancora aspettando di vincere il primo. La rivalità sul campo tra i due campioni terminò con la semifinale dello US Open del 1982, vinta da Connors.
https://www.ubitennis.com/blog/2020/12/08/storie-di-tennis-la-magnifica-ossessione-di-vilas-e-la-finale-di-montecarlo-senza-un-vincitore/