mattiaajduetre ha scritto: Andrea0 ha scritto: Mi permetto di intervenire perché trovo molto interessante la discussione. Trovo anche interessante l’invito dell’autore del post anche se ormai è troppo tardi per partecipare alla sezione di mental training. Ho letto tutti i post e butto lì alcune considerazioni lampo in risposta ad alcune cose che ho letto.
1. Migliorarsi e lavorare sulla tecnica, per me, è una cosa bellissima anche a 50 anni. Trovo che avere la possibilità di imparare e migliorarsi sia una cosa meravigliosa che rende il tennis una pratica entusiasmante.
2. L’allenamento mentale esiste da tantissimo tempo nel tennis. Forse è lo sport che ha introdotto per primo certe pratiche. Già nei primi anni ‘80 vedevo ragazzi under 16 di livello internazionale praticare training autogeno per raggiungere la massima performance.
3. Trovare la massima concentrazione, il flusso, o flow, è una cosa importante per qualunque tennista di qualunque categoria. Penso che alcuni maestri preferiscano arrivare a potenziare l’aspetto mentale del tennis in maniera indiretta, lavorando più sulla tecnica per creare meno pressione agli allievi, mentre altri usano specifiche tecniche di mental coaching, ma in tutti i casi la concentrazione è sempre stato un aspetto fondamentale del tennis.
4. La tattica è tutta un altra storia, e le due cose non sono in contrasto. Avere un piano tattico non vuol dire entrare in un vortice nevrotico di monologhi interiori che ti fanno perdere la concentrazione e ti abbassano la fiducia nel tuo tennis.
5. È verissimo che la maggior parte dei tennisti amatori non hanno un disegno tattico, e otterrebbero più risultati se giocassero in modo più semplice.
6. Tutti possiamo modificare il nostro piano tattico, con piccole modifiche al nostro approccio alla partita. Un consigliere a bordo campo aiuta moltissimo, si vede negli incontri a squadre, e spesso un cambio di tattica è decisivo, a qualunque livello. Mi riferisco a cose come: entra un po’ di più dentro al campo, aggredisci la seconda, rallenta il gioco che giochi sovraritmo, servi più prime in campo rischiandole di meno, prendi l’iniziativa e mantieni il controllo del gioco, ecc.
buona domenica
ovviamente può intervenire e ci mancherebbe: ogni intervento costruttivo è benvenuto e quanto letto sopra è tale.
chiaramente in focus a trecentosessanta gradi ci sta tutto, cambiano le cose variando livello o destinazione, soprattutto se le forbici spaziano tra il punto di vista (o modus operandi) di un coach atp e uno che si occupa di ragazzini agonisti o pre-agonisti (ad esempio)
ripeto che basilare resta il rispetto di ogni parere o esperienza o convinzione soggettivi, ma giocoforza quando si entra in uno specifico campo, cambiano le esigenze e di conseguenza il protocollo.
buon tennis a tutti
Allora Andrea io non sono daccordo con il punto sei rispetto al tennis.
Nel senso che se non riesci a capire che al posto di tirare la botta dovresti piazzare o tenere la prima,che se al posto di spingere dovresti tenere o metterti a remare, etc etc etc e hai bisogno di qualcuno che ti consigli fuori dal campo per quello che mi riguarda non sei un giocatore vero.
E non solo dal punto di vista mentale.
Per le piu' svariate possibilita' che possono esistere.
IL gioco e' anche bello per questo,perche' le decisioni in campo le devi prendere tu,perche' la partita la devi sapere interpretare tu,paradossalmente a bassi livelli il mental coach in campo servirebbe molto, servirebbe molto a chi non sa come affrontare una partita, cioe' entra in campo e non riesce a vedere e capire cosa succede,percio' il mental coach o meglio il coach lo catechizza punto a punto o le apre gli occhi.
Non posso credere che a livello pro ma anche in seconda ed in terza si entri in campo e non si riconosca la situazione.
A livello alto il giocatore entra in campo e sa cosa deve fare,sa cosa puo fare e quando farlo,ma ci sono anche circostanze dove anche sapendo tutto si fa cosa si puo' anche a livello pro.
Guarda, da allenatore in campo non sono quasi mai intervenuto a dare soluzioni al giocatore in partita,perche' volevo che imparassero a sbrigarsela da loro, magari dopo partita si discuteva a rispetto della partita,ma non ho mai dato soluzioni a loro durante.
Perche' sapevo che non lo avrei aiutato, non sarebbe cresciuto,le avrei risolto il problema momentaneo ma non il problema alla radice.
E la prossima volta sarebbe ritornanto nel vortice del non capirci una mazza.
Ma qua parliamo di un livello di formazione tra la quarta e gli inizi della la terza perche' queste cose qua' se non le capisci e non le impari in seconda non ci arrivi.
Si puo' sbagliare tattica o prendere una decisione sbagliata in un certo momento di gioco,ma entrare in campo e non capire quando piazzare la prima,quando remare,quando spingere etc etc,non si puo.
O almeno se non lo si e' abituati a fare o non si e' ancora in grado di farlo perche' la mente e distratta da altri problemi tecnici,che niente hanno a che vedere con il discorso mentale di saper valutare cosa stia succedendo in partita,se non lo sai fare e' perche' o non sai proprio cosa fare a livello di gioco e non sai dove metterla,ma li manco in terza arrivi, o perche' come ripeto sei ancora distratto da problemi tecnici.
Poi ragazzi da fuori siamo tutti bravi,ma non vi e' mai capitato di vedere una partita di un amico del vostro livello e di dire ma come mai le gioca cosi dovrebbe fare questo e quello per vincere.
Per poi magari andare in campo con lo stesso avversario e fare le stesse cose che faceva l'amico e prendere una bella legnata come ha fatto il vostro amico.
Almeno fino a quando non ci sara' la possibilta' di fare entrare in campo l'allenatore sempre, o il mentalista,o lo psicologo, o quello che volete, io il tennis lo concepisco cosi per quello che e'.
E li a voglia poi a trovare le scuse a trovare il miglior psicologo o miglior allenatore o mentalista che sia.
Perche' per quello che mi riguarda le scuse sempre scuse rimarranno.
Mahhhh sono solo opinioni personali che ognuno tragga le conclusioni che meglio crede.
Saluti e buon tennis a tutti.