Ciao! Sto attraversando anche io una strana crisi, non è certo la prima ma diversa da quelle che ho avuto in precedenza.
A differenza di altri utenti che hanno risposto, io come sport so fare SOLO il
tennis e l'ho sempre saputo fare molto bene, dal terzo o quarto anno di corso quando ero un bimbetto in poi. Da un bel po' di anni - circa 10 - non faccio tornei (ne ho fatto solo uno a squadre nel 2017 ma solo un paio di giornate per mancanza di tempo, ho battuto facilmente un 4.1 e sono salito a 4.5 per questa vittoria ma penso di valere di più come classifica). L'estate scorsa ho giocato con una ragazza 3.1 che doveva prepararsi a un torneo e l'ho battuta 6-0 al primo set giocando neanche troppo intensamente, non riusciva a rispondere neanche a un mio servizio. (nel secondo set sono stato più clemente) Dieci anni fa giocavo esattamente allo stesso modo (con la differenza unica che andavo verso i 20 e ora vado verso i 30) e perdevo spessissimo e malamente da ragazzi 4.4, per non parlare dei 4.2 o 4.1 e una mia cara amica era 4.2 e vinceva tornei su tornei di fila nella sua categoria e al mio servizio rispondeva eccome.
Ho dedotto (ma è evidente a tutti, penso) che il livello delle classifiche FIT si sia abbassato notevolmente e che ormai a
tennis agonistico giochi chiunque.
Un bene? Certo, sicuramente anche dovuto al boom che il nostro sport ha avuto in seguito agli exploit dei nostri Pro.
Il problema è che è aumentata di molto la competitività, che cambia l'atteggiamento dei giocatori, e che, secondo me, a volte si perde lo spirito dello sport dilettantistico, che è divertimento e gioco, perché non solo tutti (anche quelli che non sanno giocare) vogliono fare agonismo, ma a volte si atteggiano quasi come professionisti.
Ai tempi il maestro diceva agli allievi, piccini o grandi, "Sì, sei pronto" oppure "No, non sei pronto" (per fare tornei). Oggi si fanno la tessera FIT online e vanno a giocare dieci primi turni, alla fine uno lo battono e salgono di classifica, tutti contenti.
Ho visto cambiare l'atteggiamento dei giocatori nei circoli: una volta c'erano quelli che dopo la lunga giornata di lavoro venivano lì per scherzare e palleggiare e fare anche un po' di match, ma sempre con la gioia di farlo. Oppure c'era il papà che insegnava a giocare al figlioletto coi pantaloncini bianchi e la magliettina normale. Oggi i figlioletti, a 10 anni, hanno già la bandana di Nadal e la aero pro drive in mano, urlano come dei matti e dicono parolacce a ogni errore. Idem gli adulti. Io alcuni sono arrivato a farli vincere, da tanto che prendono male la sconfitta. Mi fa soffrire da matti vederli così e soprattutto odio vedere questo clima teso per quella che alla fine è una stupida partitella di allenamento fra due amici o due conoscenti.
Vengo al dunque: a me il
tennis è sempre piaciuto tantissimo, mi è piaciuto di più nei periodi in cui ho avuto anche colleghi simpatici, ma in generale ogni volta che andavo a giocare stavo bene e mi piaceva colpire la palla. Avrei giocato anche contro il muro, se ne avessi avuto uno.
Da qualche settimana questo "fuoco" non esiste più, non mi interessa come colpisco la palla, non mi dà piacevoli sensazioni, niente. Palleggio come se stessi lavando i piatti o sbucciando le patate, per dire.
E la cosa strana è che ho ripreso regolarmente solo da poco tempo, ho avuto uno stop invernale piuttosto lungo. Quindi non sono "sazio" di
tennis.
Non vorrei fare tornei, non sono stimolato a cercare nuovi compagni (mi alleno con due soliti) e la colpa non è nemmeno loro, nel senso che sì, in passato mi è piaciuto poco l'ambiente del
tennis, ma adesso è ok ed è proprio il
tennis a scocciarmi.
E questo mi fa soffrire perché vedo anche che si riflette sul gioco, e quasi ho l'impressione che lo faccia un po "deteriorare". Che non aiuta certo.
Boh, spero di ritrovare questa motivazione a breve, dato che si avvicina l'estate. E sennò vado a correre.
Per adesso cerco di star tranquillo e non ci penso, sicuramente arriveranno tempo migliori o scoprirò qualcosa di nuovo.
In generale, non bisogna mai avere paura dei periodi di "crisi", né dei cambiamenti. Non sappiamo a cosa portano, magari a nuove consapevolezze che poi ci fanno avere ancora più stimoli o ci fanno vivere situazioni nuove più avanti.
In bocca al lupo