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Riuscire a non pensare... come?

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Theo_84
Matteo1970
7 partecipanti

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Ciao a tutti.

Mi trovo nella necessità di introdurre il "non pensare" nel mio gioco.

Mi spiego meglio... quando sono in partita, o mi alleno in partitella, mi rendo conto di pensare troppo a determinate cose e a tralasciare le cose basilari.
Esempio, penso a dove è il mio avversario, e tralascio la correzione della posizione dei piedi sul rovescio. O peggio( ed è quanto più evidente e più frequente), approcio la rete e mi arriva da giocare la voleè, ed inizio a cercare di guardare l'avversario  contemporaneamente penso a dove mettere la voleè e penso all'errore della voleè di 3 punti fa.... e così mi ritrovo con a giocare un colpo tecnicamnte mozzo dell'intenzione, della dinamica e del timing.

Premetto che è difficilissimo per me non pensarci. Arrivo dal Beach Volley, e prima di ogni colpo (tranne difesa e ricezione) ci sono 2/3 fasi di controllo dell'avversario, di ascolto della chiamata del partner, di controllo posizione del muro, etcc... insomma, un gioco dove il senso della vista periferica è connesso al pensiero ed all'elaborazione delle situazioni praticamente continuo dal "post ricezione" a decimo di secondo prima dell'impatto d'attacco. Quindi per me è una violenza non farlo.

Ci sono metodi per imparare o allenare questo distacco?

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Preparati a venire subissato dai suggerimenti di chi, probabilmente, non ha idea di cosa significhi davvero patire cronicamente l'eccesso di pensiero  Laughing  ("guarda la palla", "canticchia qualcosa", "sposta le corde con le dita" e altre ovvietà che s-centrano completamente il problema).
 
Io che invece so cosa significa, ti dico che sì, esistono metodi per allenare la capacità di limitare il pensiero, o meglio di "staccarsene" e lasciare che esista senza dargli corda e mantenere un'attenzione consapevole. Ma è una cosa faticosa, lunga, che richiede un impegno quotidiano, e che riguarda te e non il tennis (e non solo "te nel tennis"), quindi va coltivata indipendentemente dallo sport. L'abitudine di una mente a lasciarsi intrappolare dal pensiero è radicata e non si risolve con pochi trucchi. Si va dalla meditazione, per esempio con tecniche "mindfulness" (che non ha scopo rilassante bensì di allenare la consapevolezza e identificare il pensiero come attività costante e involontaria della mente, per esempio dedicando attenzione al respiro, o concentrandosi su una parte del proprio corpo per sviluppare l'attenzione propriocettiva, che a lungo andare ti permette di "vedere" il pensiero come una qualsiasi attività del tuo corpo a cui puoi scegliere di dare attenzione o meno), alle tecniche di spostamento dell'attenzione e di riduzione dell'ansia che si usano anche nelle terapie brevi strategiche in psicoterapia. Tutta roba che aiuta a mettere in secondo piano l'attività di pensiero, quando serve, e assumere un punto di vista e d'azione più "freddo". Ci vuole tempo ma è un semplice allenamento della mente, come tutti gli allenamenti, dopo un po' qualche frutto si vede. Il mio consiglio è di procurarti qualche libro (serio) e approfondire un po' questo tipo di cose. Tutto il resto, mezzucci ed espedienti, non funzioneranno o funzioneranno bene che vada solo al primo paio di tentativi sull'onda dell'autoconvinzione generata dall'entusiasmo.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
per esempio dedicando attenzione al respiro


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Tutta roba che aiuta a mettere in secondo piano l'attività di pensiero


In un corso multimediale un mental coach spiega di dedicare 10 minuti al giorno alla "Respirazione Diaframmatica" per raggiungere lo scopo di giocare d'istinto in partita.

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Theo_84 ha scritto:
Preparati a venire subissato dai suggerimenti di chi, probabilmente, non ha idea di cosa significhi davvero patire cronicamente l'eccesso di pensiero  Laughing  ("guarda la palla", "canticchia qualcosa", "sposta le corde con le dita" e altre ovvietà che s-centrano completamente il problema).
 
Io che invece so cosa significa, ti dico che sì, esistono metodi per allenare la capacità di limitare il pensiero, o meglio di "staccarsene" e lasciare che esista senza dargli corda e mantenere un'attenzione consapevole. Ma è una cosa faticosa, lunga, che richiede un impegno quotidiano, e che riguarda te e non il tennis (e non solo "te nel tennis"), quindi va coltivata indipendentemente dallo sport. L'abitudine di una mente a lasciarsi intrappolare dal pensiero è radicata e non si risolve con pochi trucchi. Si va dalla meditazione, per esempio con tecniche "mindfulness" (che non ha scopo rilassante bensì di allenare la consapevolezza e identificare il pensiero come attività costante e involontaria della mente, per esempio dedicando attenzione al respiro, o concentrandosi su una parte del proprio corpo per sviluppare l'attenzione propriocettiva, che a lungo andare ti permette di "vedere" il pensiero come una qualsiasi attività del tuo corpo a cui puoi scegliere di dare attenzione o meno), alle tecniche di spostamento dell'attenzione e di riduzione dell'ansia che si usano anche nelle terapie brevi strategiche in psicoterapia. Tutta roba che aiuta a mettere in secondo piano l'attività di pensiero, quando serve, e assumere un punto di vista e d'azione più "freddo". Ci vuole tempo ma è un semplice allenamento della mente, come tutti gli allenamenti, dopo un po' qualche frutto si vede. Il mio consiglio è di procurarti qualche libro (serio) e approfondire un po' questo tipo di cose. Tutto il resto, mezzucci ed espedienti, non funzioneranno o funzioneranno bene che vada solo al primo paio di tentativi sull'onda dell'autoconvinzione generata dall'entusiasmo.



Il mio problema non è "il non pensare nei momenti statici", in quei momenti è bene che io pensi, avendo una grande esperienza sortiva ho un sistema mentale proattivo che definisce gli schemi e le tattiche, quello mi piace.
Il mio problema è nel "durante lo swing" ... io in quei millesimi di secondo inizio a guardare l'avversario, cambiare 7 volte idea sul dove indirizzare la palla, e per di più finisco con lo scegliere la cosa più difficile, aumentando a dismisura le percentuali di errore...

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Matteo1970 ha scritto:
Theo_84 ha scritto:
Preparati a venire subissato dai suggerimenti di chi, probabilmente, non ha idea di cosa significhi davvero patire cronicamente l'eccesso di pensiero  Laughing  ("guarda la palla", "canticchia qualcosa", "sposta le corde con le dita" e altre ovvietà che s-centrano completamente il problema).
 
Io che invece so cosa significa, ti dico che sì, esistono metodi per allenare la capacità di limitare il pensiero, o meglio di "staccarsene" e lasciare che esista senza dargli corda e mantenere un'attenzione consapevole. Ma è una cosa faticosa, lunga, che richiede un impegno quotidiano, e che riguarda te e non il tennis (e non solo "te nel tennis"), quindi va coltivata indipendentemente dallo sport. L'abitudine di una mente a lasciarsi intrappolare dal pensiero è radicata e non si risolve con pochi trucchi. Si va dalla meditazione, per esempio con tecniche "mindfulness" (che non ha scopo rilassante bensì di allenare la consapevolezza e identificare il pensiero come attività costante e involontaria della mente, per esempio dedicando attenzione al respiro, o concentrandosi su una parte del proprio corpo per sviluppare l'attenzione propriocettiva, che a lungo andare ti permette di "vedere" il pensiero come una qualsiasi attività del tuo corpo a cui puoi scegliere di dare attenzione o meno), alle tecniche di spostamento dell'attenzione e di riduzione dell'ansia che si usano anche nelle terapie brevi strategiche in psicoterapia. Tutta roba che aiuta a mettere in secondo piano l'attività di pensiero, quando serve, e assumere un punto di vista e d'azione più "freddo". Ci vuole tempo ma è un semplice allenamento della mente, come tutti gli allenamenti, dopo un po' qualche frutto si vede. Il mio consiglio è di procurarti qualche libro (serio) e approfondire un po' questo tipo di cose. Tutto il resto, mezzucci ed espedienti, non funzioneranno o funzioneranno bene che vada solo al primo paio di tentativi sull'onda dell'autoconvinzione generata dall'entusiasmo.



Il mio problema non è "il non pensare nei momenti statici", in quei momenti è bene che io pensi, avendo una grande esperienza sortiva ho un sistema mentale proattivo che definisce gli schemi e le tattiche, quello mi piace.
Il mio problema è nel "durante lo swing" ... io in quei millesimi di secondo inizio a guardare l'avversario, cambiare 7 volte idea sul dove indirizzare la palla, e per di più finisco con lo scegliere la cosa più difficile, aumentando a dismisura le percentuali di errore...


Sì, il discorso non cambia, il succo è imparare a gestire l'attenzione al pensiero per decidere quando vuoi dare corda ai pensieri e quando no (in altre parole, smettere di "subire" il pensiero e decidere tu cosa farne e quando).

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In allenamento si impara a guardare la palla e a mettere a terra gli appoggi giusti. In partita si pensa a come giocare la palla e dove. Se lavori bene in allenamento, allora in partita non dovrai pensare agli appoggi, ma piano piano verranno automatici.
Poi è chiaro che se in partita tiri un dritto, con l'appoggio sbagliato e il finale sotto al ginocchio, devi essere in grado di capire cosa hai sbagliato e devi dirti cosa dovevi fare correttamente, ma a bocce ferme, non mentre giochi il punto.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
In allenamento si impara a guardare la palla e a mettere a terra gli appoggi giusti. In partita si pensa a come giocare la palla e dove. Se lavori bene in allenamento, allora in partita non dovrai pensare agli appoggi, ma piano piano verranno automatici.

esatto

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Ok, semplifichiamo, come non pensare a che tipo di colpo fare poco prima di farlo?

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Ok, semplifichiamo, come non pensare a che tipo di colpo fare poco prima di farlo?

pensa solo a colpire la pallina, se inizi a pensare entri nel labirinto del minotauro ma senza il filo di Arianna!

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Matteo1970 ha scritto:
Ok, semplifichiamo, come non pensare a che tipo di colpo fare poco prima di farlo?


Il "che tipo di colpo giocare" dipende dal piano di gioco, sempre se ne hai uno. E una volta che hai un piano di gioco, non è che le possibilità siano infinite. Poi in generale puoi seguire delle regole che sono abbastanza chiare a basso livello: spingi negli spazi la palla comoda, alza la parabola (magari al centro) su quelli scomodi. Già se fai così fai fuori un bel po' di gene.

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spingi negli spazi la palla comoda, alza la parabola (magari al centro) su quelli scomodi. Già se fai così fai fuori un bel po' di gene.

what's else! Ottimo!

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Cosa fare, quando e perché non è il problema di cui in oggetto. Il problema è non pensare mentre stai colpendo. Es. sai che devi giocare il rovescio incrociato, ma mentre stai per farlo il tuo cervello pensa e cambi idea e giochi la palla corta... non vi è mai capitato? Proprio prima di colpire... è quel pensiero che devo bloccare.

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Uno delle caratteristiche del tennis odierno è che i giocatori giocano per schemi; cioè ai giocatori viene insegnato come comportarsi in ogni circostanza di gioco.
Ti arriva una palla così? Fai così.
Ti arriva una palla in ques'altro modo? Devi fare questo.

Non conosco il beach volley, ma nel tennis ai giocatori non si insgena a pensare ma a giocare scendo regole da segure pedissequamente; è il metodo del tennis percentuale.

Ciò detto, ha ragione ratplayer quando dice che della tecnica ci si preoccupa solo in allenamento; io aggiungo che anche in allenamento si pensa a un dettaglio tecnico per volta.

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Matteo1970 ha scritto:
Cosa fare, quando e perché non è il problema di cui in oggetto. Il problema è non pensare mentre stai colpendo. Es. sai che devi giocare il rovescio incrociato, ma mentre stai per farlo il tuo cervello pensa e cambi idea e giochi la palla corta... non vi è mai capitato? Proprio prima di colpire... è quel pensiero che devo bloccare.


E' precisamente un problema più vasto del tennis, che non inizia e non si esaurisce nel tennis. Devi un po' (ri-)allenare la testa a non dare automaticamente ascolto a qualsiasi pensiero venga in mente, che in un gioco dai tempi così rapidi come il tennis può essere deleterio (perché anche solo a notare l'alternativa della palla corta e valutarla perdi tempo prezioso e finisci col colpire male e tardi). Spesso si tende a vedere troppo il particolare - ho un problema sul campo, sarà un problema tennistico da risolvere con mezzi tennistici - senza rendersi conto del quadro generale, ripeto... qualsiasi trucco prettamente tennistico sarà del tutto futile perché è proprio una questione di tuoi automatismi mentali generali da sistemare (so che detto così sembra brutto Laughing)

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Io molte volte mi affido al "Mantra" riportato in un famoso libro Zen dedicato al tennis.
Mi aiuta tantissimo sia a concentrarmi sulla palla ed al suo impatto nelle corde, sia di conseguenza a liberare la mente.
In particolare: ripeti a voce la parola "Palla" ogni qualvolta la palla rimbalza nel campo (sia tuo che quello avversario), e la parola "Su" ogni qualvolta colpite la pallina.
Così facendo la mentre si concentra moltissimo solo su rimbalzo e impatto, escludendo il resto, e come vantaggio si ha, oltre che avere l'impressione che la palla viaggi meno velocemente, migliore impatto sulle corde ed occhi sempre fissi sulla palla.

Provare per credere!!! Sono sicuro che funzionerà con tutti!!
Comprova ne siano le urla metodiche dei campioni in campo (ognuno ha il suo Mantra), vedi la Sharapova...

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Alessandro ha scritto:
Io molte volte mi affido al "Mantra" riportato in un famoso libro Zen dedicato al tennis.
Mi aiuta tantissimo sia a concentrarmi sulla palla ed al suo impatto nelle corde, sia di conseguenza a liberare la mente.
In particolare: ripeti a voce la parola "Palla" ogni qualvolta la palla rimbalza nel campo (sia tuo che quello avversario), e la parola "Su" ogni qualvolta colpite la pallina.
Così facendo la mentre si concentra moltissimo solo su rimbalzo e impatto, escludendo il resto, e come vantaggio si ha, oltre che avere l'impressione che la palla viaggi meno velocemente, migliore impatto sulle corde ed occhi sempre fissi sulla palla.

Provare per credere!!! Sono sicuro che funzionerà con tutti!!
Comprova ne siano le urla metodiche dei campioni in campo (ognuno ha il suo Mantra), vedi la Sharapova...

NOOOO ... VADE RETRO AGAM BERNARDNI  Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad Evil or Very Mad.
Dopo la lettura del suo libro e la messa in atto delle sue dottrine non sono più riuscito a giocare come sapevo per sei mesi.
Non fa decisamente per me Very Happy   
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:Cosa fare, quando e perché non è il problema di cui in oggetto. Il problema è non pensare mentre stai colpendo. Es. sai che devi giocare il rovescio incrociato, ma mentre stai per farlo il tuo cervello pensa e cambi idea e giochi la palla corta... non vi è mai capitato? Proprio prima di colpire... è quel pensiero che devo bloccare.



Matteo, io ci ho rinunciato, non credo si possa evitare veramente che la mente elabori i suoi pensieri, ma puoi limitare le opzioni da considerare in quei pochi attimi di tempo tra l'arrivo della palla ed il suo colpirla.
Come?
Limitando il più possibile l'improvvisazione durante la partita.
Quindi, in risposta al servizio o quando servi, decidi prima cosa intendi fare (sulla base del tuo piano di gioco o sulla base dei colpi che ti riescono meglio o, infine, in funzione di tuoi schemi abituali preconfezionati - questi li devi avere e se non li hai, createli sfruttando i tuoi colpi migliori) e lascia l'improvvisazione come opzione solo nel caso il tuo piano non si sia attivato con il tuo primo colpo (per esempio, volevi eseguire un lungolinea di diritto, ma in risposta al servizio ti ha tirato sul rovescio, ecc.).  
Datti come regola da seguire in maniera ferrea il non cambiare mai la prima decisione presa su come e dove colpire, nel caso ti accorgessi che la direzione coincide con il lato dove si sta spostando l'avversario, concentrati solo a rendere il colpo molto efficace con la sua profondità.
Momento di confusione e non sai più cosa fare, gioca una volta di qua e una volta di la, nel lato apposto del campo rispetto al tuo avversario, senza esagerare, non devi prendere l'angolino, molti sono agevolati a mettergli la palla lontano dal corpo semplificando la ricerca del giusto posizionamento rispetto alla palla, ma solo una volta sul diritto ed una volta sul rovescio alternandoli meccanicamente e senza cercare contropiedi.
Insomma, limita le opzioni, prodotte in numero industriale dal cervello di alcuni giocatori,  solitamente quelli più creativi, con maggiori opzioni virtuali che sono  sempre alla ricerca della strategia che sorprenda senza dubbi l'avversario di turno.
A volte un colpo scontato, ma molto efficace, con profondità, con ottimo spin, con perfetto taglio in back o slice, è di per se già sufficiente.
Se sei predisposto al gioco fantasioso e non ripetitivo, capiterà ancora di incartarti cambiando all'ultimo secondo la direzione della pallina vedendo con la coda dell'occhio il buco lasciato libero dal tuo avversario, per te è fisiologico farlo, ma succederà molto meno bounce .

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Dagoberto ha scritto:


Matteo, io ci ho rinunciato, non credo si possa evitare veramente che la mente elabori i suoi pensieri, ma puoi limitare le opzioni da considerare in quei pochi attimi di tempo tra l'arrivo della palla ed il suo colpirla.
Come?
Limitando il più possibile l'improvvisazione durante la partita.
Quindi, in risposta al servizio o quando servi, decidi prima cosa intendi fare (sulla base del tuo piano di gioco o sulla base dei colpi che ti riescono meglio o, infine, in funzione di tuoi schemi abituali preconfezionati - questi li devi avere e se non li hai, createli sfruttando i tuoi colpi migliori) e lascia l'improvvisazione come opzione solo nel caso il tuo piano non si sia attivato con il tuo primo colpo (per esempio, volevi eseguire un lungolinea di diritto, ma in risposta al servizio ti ha tirato sul rovescio, ecc.).  
Datti come regola da seguire in maniera ferrea il non cambiare mai la prima decisione presa su come e dove colpire, nel caso ti accorgessi che la direzione coincide con il lato dove si sta spostando l'avversario, concentrati solo a rendere il colpo molto efficace con la sua profondità.
Momento di confusione e non sai più cosa fare, gioca una volta di qua e una volta di la, nel lato apposto del campo rispetto al tuo avversario, senza esagerare, non devi prendere l'angolino, molti sono agevolati a mettergli la palla lontano dal corpo semplificando la ricerca del giusto posizionamento rispetto alla palla, ma solo una volta sul diritto ed una volta sul rovescio alternandoli meccanicamente e senza cercare contropiedi.
Insomma, limita le opzioni, prodotte in numero industriale dal cervello di alcuni giocatori,  solitamente quelli più creativi, con maggiori opzioni virtuali che sono  sempre alla ricerca della strategia che sorprenda senza dubbi l'avversario di turno.
A volte un colpo scontato, ma molto efficace, con profondità, con ottimo spin, con perfetto taglio in back o slice, è di per se già sufficiente.
Se sei predisposto al gioco fantasioso e non ripetitivo, capiterà ancora di incartarti cambiando all'ultimo secondo la direzione della pallina vedendo con la coda dell'occhio il buco lasciato libero dal tuo avversario, per te è fisiologico farlo, ma succederà molto meno bounce .


Ecco, qui ci avviconiamo al problema.

Che è proprio li... io creo, in base all'avversario, ai suoi punti deboli, ai miei punti forti (se...magari...), il mio schema di gioco. Il problema sta nella testolina che, poco prima dell'impatto, cambia idea...
Devo trovare il modo di non cambiarla, di violentarmi  a fare cose che non ho nelle corde (guarda la palla e non la posizione dell'avversario, ad esempio), a scegliere la meno pericolosa delle soluzioni quando la mia testa dice di scegliere la più pericolosa perchè "è la più soddisfacente".

Tenere le demì voleè lunghe negli angoli anzichè stopparle, tirare forte la voleè alta anzichè fare il contropiede a tutti i costi o mrare a una riga, tenere il palleggio invece di fare una smorzata o un attacco in controtempo..

Ma credo di capire non ci siano tecniche per farsi questa violenza... perchè il problema sta non nel non sper cosa fare, ma nel bloccare il flusso di pensieri e scelte che fan si che il polso ruoti all'ultimo decimo di secondo dall'impatto e ti faccia fare una cagata. Se devo stoppare la vleè, che sia perchè l'ho deciso qundo la pallina parte dalla racchetta dell'avversario, non quando è sul mio piatto corde...

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
il succo è imparare a gestire l'attenzione al pensiero per decidere quando vuoi dare corda ai pensieri e quando no

esatto

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
il mio schema di gioco. Il problema sta nella testolina che, poco prima dell'impatto, cambia idea...
Devo trovare il modo di non cambiarla, di violentarmi  a fare cose che non ho nelle corde (guarda la palla e non la posizione dell'avversario, ad esempio), a scegliere la meno pericolosa delle soluzioni quando la mia testa dice di scegliere la più pericolosa perchè "è la più soddisfacente".

anche questo...

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Matteo1970 ha scritto:
Dagoberto ha scritto:


Matteo, io ci ho rinunciato, non credo si possa evitare veramente che la mente elabori i suoi pensieri, ma puoi limitare le opzioni da considerare in quei pochi attimi di tempo tra l'arrivo della palla ed il suo colpirla.
Come?
Limitando il più possibile l'improvvisazione durante la partita.
Quindi, in risposta al servizio o quando servi, decidi prima cosa intendi fare (sulla base del tuo piano di gioco o sulla base dei colpi che ti riescono meglio o, infine, in funzione di tuoi schemi abituali preconfezionati - questi li devi avere e se non li hai, createli sfruttando i tuoi colpi migliori) e lascia l'improvvisazione come opzione solo nel caso il tuo piano non si sia attivato con il tuo primo colpo (per esempio, volevi eseguire un lungolinea di diritto, ma in risposta al servizio ti ha tirato sul rovescio, ecc.).  
Datti come regola da seguire in maniera ferrea il non cambiare mai la prima decisione presa su come e dove colpire, nel caso ti accorgessi che la direzione coincide con il lato dove si sta spostando l'avversario, concentrati solo a rendere il colpo molto efficace con la sua profondità.
Momento di confusione e non sai più cosa fare, gioca una volta di qua e una volta di la, nel lato apposto del campo rispetto al tuo avversario, senza esagerare, non devi prendere l'angolino, molti sono agevolati a mettergli la palla lontano dal corpo semplificando la ricerca del giusto posizionamento rispetto alla palla, ma solo una volta sul diritto ed una volta sul rovescio alternandoli meccanicamente e senza cercare contropiedi.
Insomma, limita le opzioni, prodotte in numero industriale dal cervello di alcuni giocatori,  solitamente quelli più creativi, con maggiori opzioni virtuali che sono  sempre alla ricerca della strategia che sorprenda senza dubbi l'avversario di turno.
A volte un colpo scontato, ma molto efficace, con profondità, con ottimo spin, con perfetto taglio in back o slice, è di per se già sufficiente.
Se sei predisposto al gioco fantasioso e non ripetitivo, capiterà ancora di incartarti cambiando all'ultimo secondo la direzione della pallina vedendo con la coda dell'occhio il buco lasciato libero dal tuo avversario, per te è fisiologico farlo, ma succederà molto meno bounce .


... a scegliere la meno pericolosa delle soluzioni quando la mia testa dice di scegliere la più pericolosa perchè "è la più soddisfacente".

... Tenere le demì voleè lunghe negli angoli anzichè stopparle,

... tirare forte la voleè alta anzichè fare il contropiede a tutti i costi o mrare a una riga,

... tenere il palleggio invece di fare una smorzata o un attacco in controtempo..


Si fa solo per parlare, non vorrei risultare saccente Wink .
Esprimo alcune considerazioni su alcune tue affermazioni che trovo vicine ad alcuni aspetti anche della mia di sfera emozionale che ho cercato di gestire diversamente, a volte riuscendoci e a volte no.
Sei sicuro che lo scegliere una soluzione più difficile sia effettivamente animata da pura soddisfazione o è solo ciò che vuoi credere come inconscia assoluzione per il fallimento del colpo tentato?
Voglio dire, nel fare un colpo, alla fine, vogliamo mettere in difficoltà il nostro avversario.
Certo, se riusciamo a farlo con un bel gesto tecnico, meglio, ciò ci innorgoglisce ancor più, ma, alla fine, quello che da soddisfazione è vederlo in difficoltà(ecco la naturale crudele indole competitiva che viene a galla Twisted Evil ).
Quindi, quando cerchiamo il contropiede cambiando idea all'ultimo secondo, o cerchiamo una smorzata conclusiva invece di continuare uno scambio da fondo, al di là della soddisfazione che il più bel gesto può garantirci,  siamo comunque animati principalmente dal desiderio, dalla ricerca di metterlo in difficolta, di vincere il punto  e non certo di fare un bel gesto Mad .  
Intendiamoci, non c'è nulla di male a cercare un contropiede, neanche a fare una smorzata o qualunque altro colpo maggiormente, diciamo, virtuosistico.
Il punto è: perchè decidere di eseguire un colpo di maggiore difficoltà all'ultimo momento cambiando idea?
Fondamentalmente perchè non crediamo che un nostro colpo, diciamo, normale, ordinario, sia sufficiente a mettere  in difficoltà il nostro avversario, pensiamo che sia sempre necessario fare un colpo più difficile di quello che stavamo affrontando, magari eccezzionale, quindi se nel colpire un dritto incrociato che ci vede divinamente ben posizionati rispetto alla palla ci accorgiamo che il nostro avversario ha, nel frattempo, lasciato libera l'altra parte del campo, una paura fino a quel momento nascosta repentinamente emerge introducendo il tarlo del dubbio, facendoci automaticamente girare la decisione e tentare un contropiede. 
Come poter definire questa situazione se non con MANCANZA DI FIDUCIA?
Non siamo sicuri dei nostri mezzi, diciamo, normali e ci spingiamo verso difficoltà sempre maggiori fino a raggiungere, inevitabilmente, i nostri limiti con gaudia soddisfazione del nostro avversario che si vede regalato un punto, magari nella sua testa già perso  cheers.  
Come recuperare, quindi, fiducia nei nostri mezzi, anche in quelli più ordinari?
Questo è, però, un altro tema, ancora più complesso.
Intanto si dovrebbe cercare di giocare anche colpi meno eccezionali, assaporandone la loro efficacia, magari a noi ancora sconosciuta, magari cercando di migliorarli, acquisendo in loro maggiore fiducia,  alternandoli a quelli più eccezionali che non vanno assolutamsnte abbandonati se appartengono al nostro mentale DNA tennistico, eseguendoli solo nei momenti giusti e con la giusta dose di necessaria preparazione godendone, finalmente, la loro efficacia.
Insomma, convincersi che basta vincere ed evitare di rimanere imprigionati dall'idea che, per noi, e solo per noi,  sia necessario   SEMPRE STRAVINCERE. Very Happy

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Si, il ragionamento fila, prova ne è che i "virtuosismi " noto che aumentano quanto più è forte l'avversario....

bella riflessione...

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Matteo1970 ha scritto:
... i "virtuosismi " noto che aumentano quanto più è forte l'avversario...

... o che tu ritieni di essere forte  Wink .

nelle relazioni di breve durata (a volte anche in quelle di lunga durata, per alcuni particolarmente abili nel mimetizzarsi Rolling Eyes ) conta di più quanto si è, o quanto si appare al giudizio altrui Suspect ?

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a me viene naturale in certe partite provare diverse volte la palla corta, essendo un colpo più di sensibilità che di precisione (es. metto la palla all'incrocio delle righe), percui penso che sia paradossalmente più facile e per questo motivo la provo.

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Dagoberto ha scritto:
Matteo1970 ha scritto:
... i "virtuosismi " noto che aumentano quanto più è forte l'avversario...

... o che tu ritieni di essere forte  Wink .

nelle relazioni di breve durata (a volte anche in quelle di lunga durata, per alcuni particolarmente abili nel mimetizzarsi Rolling Eyes ) conta di più quanto si è, o quanto si appare al giudizio altrui Suspect ?



Eh, qui si entra in una sfera senza assoluti... in cui la nostra mente vede i fantasmi.

Ma direi "quanto è" rapportato a me, quindi quando ha particolari capacità di recupero (velocità e solidità) superiori alla media dei miai avversari, o quanto più ha un gioco "fastidioso" rapportato a quanto a me da fastidio.

Per esempio ho incorciato la racchetta con un giocatore discreto, ma che essendo mancino ,choppando teso anche di diritto, ed avendo una seconda in kick che mi infastidisce molto più della prima slice, mi manda al manicomio poichè saltano i miei schemi abituali di gioco e il cervello va in tilt.

La cosa più assurda è che io nello sport che ho praticato sono arrivato a discreti livelli grazie a killer insinct e a economia essenziale (es, io ero un pallavolista che tendeva a portare a casa il punto con il mani e fuori , poca fatica, basso rischio, bassa usura fisica, piuttosto che con il diagonale stretto bellissimo ma dispendioso e rischioso visto che con i miei 185 cm ero un nano... )..

va a capire come passando da uno sport ad un altro cambia anche la testa....

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Matteo1970 ha scritto:
Dagoberto ha scritto:
Matteo1970 ha scritto:
... i "virtuosismi " noto che aumentano quanto più è forte l'avversario...

... o che tu ritieni di essere forte  Wink .

nelle relazioni di breve durata (a volte anche in quelle di lunga durata, per alcuni particolarmente abili nel mimetizzarsi Rolling Eyes ) conta di più quanto si è, o quanto si appare al giudizio altrui Suspect ?



Eh, qui si entra in una sfera senza assoluti... in cui la nostra mente vede i fantasmi.

Ma direi "quanto è" rapportato a me, quindi quando ha particolari capacità di recupero (velocità e solidità) superiori alla media dei miai avversari, o quanto più ha un gioco "fastidioso" rapportato a quanto a me da fastidio.

Per esempio ho incorciato la racchetta con un giocatore discreto, ma che essendo mancino ,choppando teso anche di diritto, ed avendo una seconda in kick che mi infastidisce molto più della prima slice, mi manda al manicomio poichè saltano i miei schemi abituali di gioco e il cervello va in tilt.

La cosa più assurda è che io nello sport che ho praticato sono arrivato a discreti livelli grazie a killer insinct e a economia essenziale (es, io ero un pallavolista che tendeva a portare a casa il punto con il mani e fuori , poca fatica, basso rischio, bassa usura fisica, piuttosto che con il diagonale stretto bellissimo ma dispendioso e rischioso visto che con i miei 185 cm ero un nano... )..

va a capire come passando da uno sport ad un altro cambia anche la testa....

Lo sport di squadra, qualunque esso sia, è altra cosa.
Il tennis, quale sport individuale, non offre mascheramento alcuno, non ci si può mimetizzare, non possiamo sfruttare le maggiori capacità o performance occasionali di altri compagni di squadra, non ci sono scorciatoie o possibili interpretazioni assolutorie nel giudicare la nostra prestazione, l'esito della performance è sotto gli occhi di tutti, senza ambiguità alcuna e se agli altri possiamo sperare di vendergliela con sfumature in qualche modo compensative ed attenuanti della modestia espressa, a noi stessi non riusciamo a mentire se non, al massimo, trovando false spiegazione del tipo, appunto, "non capisco perchè mi ostino a giocare colpi difficili" , per cercare di alleviare il rancore con il nostro io più profondo.
Non vorrei esagerare, ma credo che come il tennis pochi altri sport possano mettere in discussione equilibri interni del nostro ego.
L'importante è prenderla come un'opportunità anche per migliore il nostro io e non viverla, come purtroppo alcuni fanno, come un qualche cosa di insostenibile, uno specchio che mette a nudo la propria anima che si preferisce tenere, anche a noi stessi, celata.
Coloro, spesso, abbandonano il tennis perdendo anche un'occasione per poter migliorare la propria persona Smile

descriptionRiuscire a non pensare... come? EmptyRe: Riuscire a non pensare... come?

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Dagoberto ha scritto:

L'importante è prenderla come un'opportunità anche per migliore il nostro io e non viverla, come purtroppo alcuni fanno, come un qualche cosa di insostenibile, uno specchio che mette a nudo la propria anima che si preferisce tenere, anche a noi stessi, celata.


Ma che è lo "specchio" di Dorian Gray!  Very Happy

Lo dicevo io che questo è uno sport del cactus!!!
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