Promemoria primo messaggio :
Buongiorno, premetto che non so se questa sia la sezione giusta, però volevo esporvi un mio problema.
gioco a tennis da poco più di un anno facendo circa 2 ore a settimana con maestro e se capita con qualche amico, non molto ma neanche pochissimo. Non ho mai giocato tornei ufficiali, solo "partitelle" e tabelloni da circolo ma comunque sempre con spirito di competizione.
Il mio stile di gioco è sicuramente prontato all' attacco (PROVO a fare vincenti e a prendermi la rete, gioco piatto ). Da un tre mesi ho cambiato maestro perché credo che quello che poteva insegnarmi me lo ha insegnato. Questo nuovo maestro prova a cambiare drasticamente il mio gioco con ragionamenti/allenamenti che trovo un po' troppo "freddi" o da "catena di montaggio"... non so come spiegare quindi vi faccio un breve riassunto:
Alla prima lezione abbiamo fatto una lezione abbastanza "classica": un paio di cesti di palleggio-spiegato (piegati guarda la palla, sei frontale etc), colpi al volo, servizio ed in fine un palleggio a punti. A fine lezione mi dice che gioco troppo agressivo e che dovrei essere più paziente per poter essere maggiormente competitivo sulla terra.
Dalla lezione dopo è cambiato praticamente tutto:
Entro nel telone e c' è una rete da pallavolo dietro alla rete da tennis (non proprio da pallavolo ma minimo era alta il doppio della rete normale), sono abbastanza stupito e il maestro mi spiega che il percorso sarà di diventare più difensivi.
Io gioco con un' impugnatura abbastanza standard, una semi-W né tendente all' eastern né alla western e il maestro me la fa ruotare leggermente (niente di che ma giusto per farvi capire) per dare maggiori rotazioni. Durante il palleggio-guidato,sempre con la rete da pallavolo che verrà tolta solo per fare i servizi alla fine, me le mette TUTTE sul rovescio perché "è il colpo più difensivo e tu sei mancino, quindi sulla loro linea di attacco ideale con il dritto). Finito il palleggio mette un cono sulla linea di fondo all' altezza della "righettina" che separa i servizi e mi dice di mirare lì, non vi dico neanche il motivo che già avete capito.
Giocando in questo modo anche fuori dall' ora di lezione, con amici i risultati sono sicuramente migliorati (quando provo a giocare come mi direbbe lui), ma io non mi sento un tennista migliore. Non avrei ottenuto lo stesso maggiori risultati se questo maestro mi avesse fatto diventare un ATTACCANTE MIGLIORE?
Io capisco benissimo che sulla terra un gioco difensivo rende di più, ma è proprio questo il punto, se nonostante io giocassi il mio gioco aggressivo senza farmi influenzare riuscissi ad ottenere risultati soddisfacenti, vorebbe dire che sono diventato un tennista migliore.
Il concetto è complicato da spiegare anche perché io stesso sono confuso, mi viene in mente Bruce Lee che diceva più o meno così "se metti l' acqua in una tazza diventa una tazza e se la metti in una bottiglia diventa una bottiglia" che applicato al tennis si potrebbe "tradurre in se giochi su terra spinna e se giochi sul duro picchia".
Immaginatevi un ragazzo che lascia la scuola con il diploma di terza media e si mette a lavorare, all' inizio sicuramente avrà più denaro e libertà di un suo coetaneo che continua gli studi, ma probabilmente quando quest' ultimo finirà l' università potrà ambire a di più di quello che si è messo subito a lavorare. Ora non voglio assolutamente aprire un dialogo sullo studio il lavoro ed il denaro, ma molto semplicemente vedo il gioco che mi sta insegnando il mio nuovo maestro come un investimento di breve durata, sono consapevole che imparare ad essere un buon attaccante sia un processo lungo e sono ancor più consapevole che contro un difensore -su terra- sarà come giocare a scacchi con un pedone di svantaggio (senza nulla togliere al gioco difensivo, però è un dato oggettivo che su terra e a bassi livelli come quelli che sono i miei il difensore è avvantaggiato), ma è proprio questo pedone di svantaggio che devo usare come "monito": "loro partono avvantaggiati quindi devo lavorare duramente per essere tecnicamente migliore".
Se a vostro figlio insegnaste a giocare un tennis bello pulito e morbido, e alla prima partita contro un altro bambino si mettesse a tirare solo pallonetti e pallettine (non è questo comunque che mi insegna il mio maestro, è solo mettere in evidenza l' investimento a breve termine di certi stili di gioco) e vincesse, e così via fino alla finale, saresti veramente fieri di lui? Io non credo.
Forse non sono stato molto chiaro, anche perché io stesso le idee confuse e tanti pensieri che fanno a botte, però vorrei ribadire solamente che non disprezzo assolutamente chi gioca in difesa, ma semplicemente non è la mia natura.
Qual è la vostra opinione?
Buongiorno, premetto che non so se questa sia la sezione giusta, però volevo esporvi un mio problema.
gioco a tennis da poco più di un anno facendo circa 2 ore a settimana con maestro e se capita con qualche amico, non molto ma neanche pochissimo. Non ho mai giocato tornei ufficiali, solo "partitelle" e tabelloni da circolo ma comunque sempre con spirito di competizione.
Il mio stile di gioco è sicuramente prontato all' attacco (PROVO a fare vincenti e a prendermi la rete, gioco piatto ). Da un tre mesi ho cambiato maestro perché credo che quello che poteva insegnarmi me lo ha insegnato. Questo nuovo maestro prova a cambiare drasticamente il mio gioco con ragionamenti/allenamenti che trovo un po' troppo "freddi" o da "catena di montaggio"... non so come spiegare quindi vi faccio un breve riassunto:
Alla prima lezione abbiamo fatto una lezione abbastanza "classica": un paio di cesti di palleggio-spiegato (piegati guarda la palla, sei frontale etc), colpi al volo, servizio ed in fine un palleggio a punti. A fine lezione mi dice che gioco troppo agressivo e che dovrei essere più paziente per poter essere maggiormente competitivo sulla terra.
Dalla lezione dopo è cambiato praticamente tutto:
Entro nel telone e c' è una rete da pallavolo dietro alla rete da tennis (non proprio da pallavolo ma minimo era alta il doppio della rete normale), sono abbastanza stupito e il maestro mi spiega che il percorso sarà di diventare più difensivi.
Io gioco con un' impugnatura abbastanza standard, una semi-W né tendente all' eastern né alla western e il maestro me la fa ruotare leggermente (niente di che ma giusto per farvi capire) per dare maggiori rotazioni. Durante il palleggio-guidato,sempre con la rete da pallavolo che verrà tolta solo per fare i servizi alla fine, me le mette TUTTE sul rovescio perché "è il colpo più difensivo e tu sei mancino, quindi sulla loro linea di attacco ideale con il dritto). Finito il palleggio mette un cono sulla linea di fondo all' altezza della "righettina" che separa i servizi e mi dice di mirare lì, non vi dico neanche il motivo che già avete capito.
Giocando in questo modo anche fuori dall' ora di lezione, con amici i risultati sono sicuramente migliorati (quando provo a giocare come mi direbbe lui), ma io non mi sento un tennista migliore. Non avrei ottenuto lo stesso maggiori risultati se questo maestro mi avesse fatto diventare un ATTACCANTE MIGLIORE?
Io capisco benissimo che sulla terra un gioco difensivo rende di più, ma è proprio questo il punto, se nonostante io giocassi il mio gioco aggressivo senza farmi influenzare riuscissi ad ottenere risultati soddisfacenti, vorebbe dire che sono diventato un tennista migliore.
Il concetto è complicato da spiegare anche perché io stesso sono confuso, mi viene in mente Bruce Lee che diceva più o meno così "se metti l' acqua in una tazza diventa una tazza e se la metti in una bottiglia diventa una bottiglia" che applicato al tennis si potrebbe "tradurre in se giochi su terra spinna e se giochi sul duro picchia".
Immaginatevi un ragazzo che lascia la scuola con il diploma di terza media e si mette a lavorare, all' inizio sicuramente avrà più denaro e libertà di un suo coetaneo che continua gli studi, ma probabilmente quando quest' ultimo finirà l' università potrà ambire a di più di quello che si è messo subito a lavorare. Ora non voglio assolutamente aprire un dialogo sullo studio il lavoro ed il denaro, ma molto semplicemente vedo il gioco che mi sta insegnando il mio nuovo maestro come un investimento di breve durata, sono consapevole che imparare ad essere un buon attaccante sia un processo lungo e sono ancor più consapevole che contro un difensore -su terra- sarà come giocare a scacchi con un pedone di svantaggio (senza nulla togliere al gioco difensivo, però è un dato oggettivo che su terra e a bassi livelli come quelli che sono i miei il difensore è avvantaggiato), ma è proprio questo pedone di svantaggio che devo usare come "monito": "loro partono avvantaggiati quindi devo lavorare duramente per essere tecnicamente migliore".
Se a vostro figlio insegnaste a giocare un tennis bello pulito e morbido, e alla prima partita contro un altro bambino si mettesse a tirare solo pallonetti e pallettine (non è questo comunque che mi insegna il mio maestro, è solo mettere in evidenza l' investimento a breve termine di certi stili di gioco) e vincesse, e così via fino alla finale, saresti veramente fieri di lui? Io non credo.
Forse non sono stato molto chiaro, anche perché io stesso le idee confuse e tanti pensieri che fanno a botte, però vorrei ribadire solamente che non disprezzo assolutamente chi gioca in difesa, ma semplicemente non è la mia natura.
Qual è la vostra opinione?