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Tennis a lungo termine

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Matteo1970
Fede_Ramone
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wetton76
Andrea Malagoli
coccodrillo
Dany84
11 partecipanti

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Promemoria primo messaggio :

Buongiorno, premetto che non so se questa sia la sezione giusta, però volevo esporvi un mio problema.

gioco a tennis da poco più di un anno facendo circa 2 ore a settimana con maestro e se capita con qualche amico, non molto ma neanche pochissimo. Non ho mai giocato tornei ufficiali, solo "partitelle" e tabelloni da circolo ma comunque sempre con spirito di competizione.

Il mio stile di gioco è sicuramente prontato all' attacco (PROVO a fare vincenti e a prendermi la rete, gioco piatto ). Da un tre mesi ho cambiato maestro perché credo che quello che poteva insegnarmi me lo ha insegnato. Questo nuovo maestro prova a cambiare drasticamente il mio gioco con ragionamenti/allenamenti che trovo un po' troppo "freddi" o da "catena di montaggio"... non so come spiegare quindi vi faccio un breve riassunto:

Alla prima lezione abbiamo fatto una lezione abbastanza "classica": un paio di cesti di palleggio-spiegato (piegati guarda la palla, sei frontale etc), colpi al volo, servizio ed in fine un palleggio a punti. A fine lezione mi dice che gioco troppo agressivo e che dovrei essere più paziente per poter essere maggiormente competitivo sulla terra.

Dalla lezione dopo è cambiato praticamente tutto:

Entro nel telone e c' è una rete da pallavolo dietro alla rete da tennis (non proprio da pallavolo ma minimo era alta il doppio della rete normale), sono abbastanza stupito e il maestro mi spiega che il percorso sarà di diventare più difensivi.

Io gioco con un' impugnatura abbastanza standard, una semi-W né tendente all' eastern né alla western e il maestro me la fa ruotare leggermente (niente di che ma giusto per farvi capire) per dare maggiori rotazioni. Durante il palleggio-guidato,sempre con la rete da pallavolo che verrà tolta solo per fare i servizi alla fine, me le mette TUTTE sul rovescio perché "è il colpo più difensivo e tu sei mancino, quindi sulla loro linea di attacco ideale con il dritto). Finito il palleggio mette un cono sulla linea di fondo all' altezza della "righettina" che separa i servizi e mi dice di mirare lì, non vi dico neanche il motivo che già avete capito.

Giocando in questo modo anche fuori dall' ora di lezione, con amici i risultati sono sicuramente migliorati (quando provo a giocare come mi direbbe lui), ma io non mi sento un tennista migliore. Non avrei ottenuto lo stesso maggiori risultati se questo maestro mi avesse fatto diventare un ATTACCANTE MIGLIORE?

Io capisco benissimo che sulla terra un gioco difensivo rende di più, ma è proprio questo il punto, se nonostante io giocassi il mio gioco aggressivo senza farmi influenzare riuscissi ad ottenere risultati soddisfacenti, vorebbe dire che sono diventato un tennista migliore.

Il concetto è complicato da spiegare anche perché io stesso sono confuso, mi viene in mente Bruce Lee che diceva più o meno così "se metti l' acqua in una tazza diventa una tazza e se la metti in una bottiglia diventa una bottiglia" che applicato al tennis si potrebbe "tradurre in se giochi su terra spinna e se giochi sul duro picchia". Question

Immaginatevi un ragazzo che lascia la scuola con il diploma di terza media e si mette a lavorare, all' inizio sicuramente avrà più denaro e libertà di un suo coetaneo che continua gli studi, ma probabilmente quando quest' ultimo finirà l' università potrà ambire a di più di quello che si è messo subito a lavorare. Ora non voglio assolutamente aprire un dialogo sullo studio il lavoro ed il denaro, ma molto semplicemente vedo il gioco che mi sta insegnando il mio nuovo maestro come un investimento di breve durata, sono consapevole che imparare ad essere un buon attaccante sia un processo lungo e sono ancor più consapevole che contro un difensore -su terra- sarà come giocare a scacchi con un pedone di svantaggio (senza nulla togliere al gioco difensivo, però è un dato oggettivo che su terra e a bassi livelli come quelli che sono i miei il difensore è avvantaggiato), ma è proprio questo pedone di svantaggio che devo usare come "monito": "loro partono avvantaggiati quindi devo lavorare duramente per essere tecnicamente migliore".

Se a vostro figlio insegnaste a giocare un tennis bello pulito e morbido, e alla prima partita contro un altro bambino si mettesse a tirare solo pallonetti e pallettine (non è questo comunque che mi insegna il mio maestro, è solo  mettere in evidenza l' investimento a breve termine di certi stili di gioco) e vincesse, e così via fino alla finale, saresti veramente fieri di lui? Io non credo.

Forse non sono stato molto chiaro, anche perché io stesso le idee confuse e tanti pensieri che fanno a botte, però vorrei ribadire solamente che non disprezzo assolutamente chi gioca in difesa, ma semplicemente non è la mia natura.

Qual è la vostra opinione?

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Dany84, a mio avviso, la risposta è si, anhe un gioco difensivo può portare grandi risulati a lungo termine.

Questo è uno sport strano, dove l'"attitudine", il "talento" e "la mente " sono fondamentali.

E' mi aopinione che McEnroe fosse stato impostato solo per il gioco difensivo, pur sapendolo fare, non avrebbe raggiunto determianti livelli, come il contrario per esempio Wilander, fosse stato impostato sul s&v non avrebbe ottenuto i risultati che ha ottenuto, il tutto a parità di tecnica e fisico.
Semplicemente perchè la loro attitudine, il loro talento, la loro "testa" sono neti e cresciuti per fare il gioco che hanno fatto.

Se la tua attitudine e il tuo talento sono epr il gioco di difesa, i migiori risultati a lungo termine verranno con questo gioco, diversamente potrebbero venire con un gioco d'attacco.

Diverso è un discorso di iter di crescita. Sicuramente il consolidare determinati meccanismi di difesa possono essere seguiti da un processo di definizione attacco tatticamente valido (non come faccio io che mi butto a rete all'urlo "avanti Savoia!" )

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Ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link],
senza scomodare i professionisti... o le varie correnti stilistiche o utilitaristiche del Tennis (... Attacco tutta la vita ... "Banzai"),

...ma con il tuo maestro ci parli? io forse saro' fortunato ma con il mio ci parlo e insieme a lui definisco obbiettivi e strade per raggiungerli...

faccio un esempio, io sono 190 per 95kg e ho 43 anni, sono fortunatamente abbastanza veloce ma non ho il fisico per fare il furetto che corre a destra e sinistra a fondo campo, assodato che finche' ho la forza tecnica per imporre il mio gioco tutto bene, ma se ne trovo uno che inizia a prendere il pallino devo costruirmi per potermi difendere e creare una transizione che mi porti nella condizione di tornare a prendere il controllo e mi ri-equilibri la situazione.

io lavoro principalmente su questi aspetti perche' li abbiamo identificati e definiti obbiettivi...
certo ci prendiamo degli spazi anche per lavorare con me in spinta... ma li con scopi tattici non per "recuperare" qualcosa che so fare meno bene.

Sono un attaccante... ma se non sai fare altro, quando in campo scende uno che e' piu' bravo di te a tenere il campo tu cosa fai, vai a fare la doccia? ...
non credo!

Crescere e' un percorso e se comprendere il precorso ti e' di aiuto chiedi al tuo insegnate e confrontati con lui sulla velocita' e su come vuoi raggiungere i tuoi obbiettivi...

buon tennis

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penso che il maestro stia cercando di insegnarti a giocare a tennis:
Regolarità, profondità, precisione

A tirare forte con percentuali basse é più facile...
...ma sicuramente meno redditizio

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Matteo1970 ha scritto:
Dany84, a mio avviso, la risposta è si, anhe un gioco difensivo può portare grandi risulati a lungo termine.

Questo è uno sport strano, dove l'"attitudine", il "talento" e "la mente " sono fondamentali.

E' mi aopinione che McEnroe fosse stato impostato solo per il gioco difensivo, pur sapendolo fare, non avrebbe raggiunto determianti livelli, come il contrario per esempio Wilander, fosse stato impostato sul s&v non avrebbe ottenuto i risultati che ha ottenuto, il tutto a parità di tecnica e fisico.
Semplicemente perchè la loro attitudine, il loro talento, la loro "testa" sono neti e cresciuti per fare il gioco che hanno fatto.

Se la tua attitudine e il tuo talento sono epr il gioco di difesa, i migiori risultati a lungo termine verranno con questo gioco, diversamente potrebbero venire con un gioco d'attacco.

Diverso è un discorso di iter di crescita. Sicuramente il consolidare determinati meccanismi di difesa possono essere seguiti da un processo di definizione attacco tatticamente valido (non come faccio io che mi butto a rete all'urlo "avanti Savoia!" )


Io penso che nel tennis l' attitudine aiuti ma le cose più importanti sono la tecnica (comprendendo anche la tattica) e il fisico, entrambe cose migliorabili con l' allenamento. La testa sinceramente credo che conti praticamente niente, in particolar modo al mio livello (dentro il rettangolo di gioco intendo, per un tennis a 360° è sicuramente importante per rimanere motivati).

Questo vuol dire che anche se mi viene più naturale un gioco offensivo, non vuol dire che comunque non possa diventare un bravo difensore, ma se le energie che mettessi per diventare questa tipologia di giocatore le mettessi "coltivare" la mia natura PENSO che avrei dei margini di miglioramento più grande.

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DinosauroS&V ha scritto:
Ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link],
senza scomodare i professionisti... o le varie correnti stilistiche o utilitaristiche del Tennis (... Attacco tutta la vita ... "Banzai"),

...ma con il tuo maestro ci parli? io forse saro' fortunato ma con il mio ci parlo e insieme a lui definisco obbiettivi e strade per raggiungerli...

Si ci parlo, soprattutto all' inizio, mi ha detto che questo è il modo migliore di giocare sulla terra, che ha avuto tanti altri allievi che erano un po' come me e che sono crescuti molto in questo modo. Se gli dicessi "da oggi facciamo solo tweener e sop volley" non replicherebbe e mi accontenterebbe, proprio per questo prima di dirgli "STOP" voglio essere sicuro, perché lui è uno che vive di tennis quindi sicuramente ne sa più di me.

io lavoro principalmente su questi aspetti perche' li abbiamo identificati e definiti obbiettivi...
certo ci prendiamo degli spazi anche per lavorare con me in spinta... ma li con scopi tattici non per "recuperare" qualcosa che so fare meno bene.

Sono un attaccante... ma se non sai fare altro, quando in campo scende uno che e' piu' bravo di te a tenere il campo tu cosa fai, vai a fare la doccia? ...
non credo!
Intanto non sto dicendo che non voglio fare altro che attaccare, però vorrei imparare un gioco che sia più propenso all' attività che alla passività, niente di eclatante.
Per quanto riguarda il trovarmi davanti uno più bravo di me... il punto è: ma quanto bravo potrà essere l' altro dall' altra parte? se perdo (ma anche vinco, i risultati sono abbastanza bilanciati) è semplicemente perché tecnicamente non sono ancora bravo, MA NON LO SAREI NEMMENO SE GIOCASSI PIU' DIFENSIVO e vincerei sicuramente di più (come ho anche avuto modo di provare), è un dato di fatto che giocare passivi richiede meno tecnica rispetto ad un gioco più propositivo, (sicuramente richiederà più fisico un gioco difensivo ma per quello non c' è bisogno di un maestro, almeno a livelli bassi) quindi, dato che in ogni caso devo migliorare il mio gioco quello che vorrei capire è: NON E' MEGLIO IMPARARE A GIOCARE CON UN METODO PIU' IMPRONTATO AD UN GIOCO ATTIVO?

Crescere e' un percorso e se comprendere il precorso ti e' di aiuto chiedi al tuo insegnate e confrontati con lui sulla velocita' e su come vuoi raggiungere i tuoi obbiettivi...

buon tennis
Grazie Smile

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Qualunque decisione vorrai prendere, non puoi prescindere dal divertimento. Mi spiego; se stiamo parlando di tennis amatoriale, o comunque non professionistico, nel senso che non percepisci danaro per giocare, non ha senso parlare di avviarsi ad un tennis che non stimola la tua parte ludica. D'accordo che vincendo ci si diverte di più, ma entro certi limiti. Se a te piace e stimola giocare un certo tennis non è pensabile che pur di vincere a tutti i costi tu debba conformarti ad un stile di gioco che ti faccia perdere la passione! Un conto è rafforzare i fondamentali o alcuni colpi, piuttosto che altri, altro è snaturare quanto ti riesca più istintivamente all'insegna di un tennis più utilitaristico. Quindi, alla fine credo tu debba farti suggerire dalla tua indole sportiva e in tale contesto migliorare le tue caratteristiche tennistiche è un buon maestro, a mio avviso, deve essere capace di calarsi a questo livello. Troppo facile insegnare a tutti le stesse cose, proporre senza personalismi il medesimo programma con la giustificazione che sulla terra rossa si deve giocare un solo tipo di tennis, anche perché non é proprio cosí. Sul rosso si deve avere piú pazienza, saper tenere il palleggio prolungato, alcuni effetti sono più efficaci e questo vale per tutti, ma Nadal giocherá da Nadal, federer giocherá da federer con gli inevitabili distinguo. Quindi la domanda dovrebbe essere: a quale tennis mi piacerebbe saper giocare bene?

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Il punto è che un anno di gioco è troppo presto per avere uno "stile" di gioco, o anche solo preferenze o inclinazioni. Sono cose su cui potrai riflettere fra un po' di tempo quando avrai un'infarinatura dei fondamentali (so che ti sembra di avercela già adesso: prova ad allargare la tua cerchia di avversari, pescando fra giocatori non esageratamente superiori a te, e vedrai che non è cosi). Secondo me adesso pensi di preferire un gioco d'attacco semplicemente perché è più facile, più immediato, più divertente, e se giochi con giocatori molto carenti, probabilmente ti fa fare diversi punti. Ma non perché sia "il tuo stile" o perché tu ci sia portato, semplicemente perché gli avversari ti lasciano campo libero con le loro carenze. Salendo (poco) di livello, appena troverai chi sa barcamenarsi sul campo, vedrai che il tuo gioco d'attacco andrà a farsi benedire, il campo diventerà microscopico e il 90% dei tentati vincenti ti tornerà indietro (gli altri manco arriveranno), e tutto diventerà più che altro una gara a chi sbaglia di meno con qualche vincente occasionale - ovvero qualcosa che si avvicina al tennis propriamente detto. In tutto questo è il tuo maestro, che da come ne parli sembra un ottimo maestro, che sa cosa fare e farti fare, non tu, e già questo dovrebbe essere una risposta alle tue domande (per ora: col tempo, poi, vedrete insieme che tipo di personalità puoi esprimere sul campo). Come in qualsiasi cosa, prima si conosce e poi si valuta, valutare senza aver preso bene le misure di tutto e senza strumenti lascia un po' il tempo che trova...

Ci sono passato anche io che ho iniziato da poco (quasi 2 anni) e da zero, dopo pochi mesi di lezioni avevo già le idee chiarissime e mi sentivo in grado di confrontarmi "alla pari" col maestro sulla direzione da dare alle lezioni secondo la mia indole. Già scalpitavo per le tattiche di gioco a rete e per lavorare su kick e slice. Fatta una dozzina di partite con giocatori scarsi, ma meno scarsi di me, sono tornato a testa bassissima dal maestro accettando con gioia le ore di cesti, i mesi di diagonali e una pietra sopra qualsiasi discorso "tattico" e finezze varie completamente fuori luogo per il mio livello Laughing

Però è chiaro che dipende tutto da cosa vuoi tu, se il tuo obiettivo è imparare a giocare al meglio che puoi e migliorarti sempre di più, mettendo in stand-by il divertimento (che d'altra parte non può durare, perché appena trovi chi è meglio di te, non ti diverti se non sai almeno stargli dietro), allora devi mettere da parte qualsiasi inclinazione e desiderio e affidarti ciecamente a un maestro per qualche anno. Se invece vuoi solo consolidare una minima infarinatura per divertirti senza ambizioni allora ti consiglierei di parlarne con il tuo maestro, probabilmente ridimensionerà le ambizioni delle lezioni (riducendone anche la frequenza, perché chiaramente 2 ore a settimana per divertirsi a giochicchiare sono troppe).

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Dagoberto ha scritto:
Qualunque decisione vorrai prendere, non puoi prescindere dal divertimento.

Assolutamente, io sono convinto che nello sport, ma in generale in un po' tutto, chi si diverte avrà sempre una marcia in più.

Per fortuna adoro giocare a tennis e lo trovo divertentissimo Laughing.

Ora voglio fare una piccola marcia indietro: prima ero convinto di essere un giocatore con una natura offensiva, ora mi voglio trincerare dietro ad un credo/ritengo (per il fatto che comunque un gioco offensivo richieda maggiore tecnica e che sia più divertente, lì resto saldamente nella mia posizione).

Leggendo i contributi degli altri utenti che hanno portato la loro esperienza, mi sembra di capire che l' abitudine ad avere una natura tendente all' attacco sia abbastanza comune tra chi si avvicina da relativamente poco a questo gioco e questo mi ha portato a delle riflessioni abbastanza scomode che in parte hanno hanno avuto conferma oggi, mentre guardavo Zverev-Bautista ed in seguito Chung-Pella (ho anche guardato la Vinci e in parte la Schiavone, che ci posso fare sono un drogato Very Happy ):

1) ribadisco che non tiro il vincente su ogni palla o che ogni azione sia buona per prendere la rete però, molto semplicemente, non basta! Oggi guardando il tennis in televisione, su un sacco di punti dopo qualche scambio mi chiedevo "perché lui che è in grado non tira la frustata, cosa aspetta?" Di sicuro non gli manca la freddezza o "l' istinto del boia", a questi non manca "niente", anche perché altrimenti non sarebbero in televisione   sunny   e di sicuro non avevano paura di offendere l' avversario facendo punto, quindi l' unica conclusione che mi è venuta in mente è che quella palla era TROPPO DIFFICILE PURE PER LORO, invece per me che mi diletto al gioco del tennis da un annetto c' erano tanti vincenti con annesso pugnetto verso il mio angolo Twisted Evil . Continuo a credere di avere una natura offensiva però evidentemente la mia valutazione delle palle che mi arrivano è ancora acerba e per migliorare questo aspetto credo che dovrei fare come per i servizi e fare ciò che mi viene meno naturale finché mi verrà naturale in questo quando sentirò che la pallina che mi sta per arrivare sia quella "giusta" sicuramente il margine di errore calerà.

2)Gli avversari contro cui ho giocato di più sono i due maestri. Nella mia testa io mi dicevo/dico "perdere per perdere tanto vale provarci a vincere, e dato il divario enorme tra me e loro, l' unico modo possibile per farlo è rischiare" infatti quelle pochissime volte che ho vinto, ho vinto prendendomi un sacco di rischi. Stupidamente sono caduto nella trappola del "vincere ora>migliorare domani" senza rendermene conto fino a questo momento, anche grazie all' aiuto di questo forum Tennis a lungo termine - Pagina 2 622327

3)Questo punto è delicato e non voglio che nessuno si senta offeso ma, un tennis aggressivo è sicuramente più difficile da applicare rispetto ad un tennis regolare, ma questo solo chi gioca se ne rende conto... I vincenti sono "stronzi" e "subdoli" perché chi non ha mai preso in mano una racchetta se guardasse una qualsiasi partita ATP/WTA, vedrebbe solo quelli, di dritto di rovescio e in risposta al servizio è TUTTO un vincente unico e così è stato anche per me (ripeto che comunque ho ridimensionato molto questo aspetto), quando poi mi sono scontrato con la dura realtà, FORSE (ancora devo riflettere su questo) non mi sono voluto sporcare le mani come si suol dire, un po' quando da bambino compravi un videogame e pretendevi di giocarlo senza tutorial e, se avevi la fortuna di capirlo in 5 minuti ti divertivi e giocavi altrimenti lo etichettavi come "palloso" Very Happy .

4) Non so se nessuno di voi abbia mai giocato a poker, per farla molto semplice chi gioca poche mani vince, chi ne gioca tante o perde di brutto o è un fenomeno. Guardandolo in televisione tutti ci esaltiamo con il grandissimo bluff e magari ci convinciamo che ci esaltiamo perché se fossimo dei giocatori saremmo anche noi dei grandissimi bluffatori quando la realtà è che semplicemente un poker "spumeggiante" è semplicemente più divertente da vedere e come con il tennis all' apparenza anche più facile da applicare: basta semplicemente rilanciare la puntata del mio avversario! cheers

Poi quando proviamo anche noi a giocare e vediamo che quei bluff funzionano solo pochissime volte e che il poker è per lo più matematica, decidiamo che "non fa per noi"



Per concludere, io ora come ora credo di essere un tennista d' attacco, ma si sono insidiati tantissimi dubbi nella mia testa che per essere chiariti avrò bisogno di tempo, e soprattutto di voglia di chiarirli senza dare nulla per scontato o aver paura di fermarmi a pensare se quello fatto finora sia giusto o meno.

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L'ho vista anche io Chung-Pella, fantastica  Razz

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Fede_Ramone ha scritto:
Provo a dire la mia, anche se gioco solo da tre anni e mi considero ancora un neofita.
Non bisogna confondere la solidità dei colpi con un approccio difensivo. La base di partenza deve sempre essere una eccellente solidità di palleggio a ritmo sostenuto da fondo campo. Poi a livello tattico costruisci il gioco secondo la tua attitudine (e al tuo talento), ma senza una base solida sarebbe come voler fare dei virtuosismi al piano senza conoscere la musica.
Ho avuto i tuoi stessi dubbi, e da circa un anno mi sono estremamente convinto di questo, e il mio tennis sta nettamente migliorando, anche se la strada è ancora lunga. è un percorso lungo e a volte frustrante, ma per diventare un tennista migliore secondo me essenziale.


esattamente...il tuo nuovo maestro da quello che dici ti sta semplicemente insegnando a giocare a tennis...senza nessuna offesa, ma parlare di tennis di attacco dopo un anno di tennis con due ore settimanali mi pare un pò difficile...se poi intendi gioco d'attacco sparare colpi piatti provando il vincente da tutte le parti e tenerne una in campo su 10...quello non è gioco d'attacco...prima si impara la regolarità e la solidità...poi si parte da quella base e si alza il livello di spinta...questo significa andare "all'università"...per collegarmi al tuo esempio...tu invece stai provando a fare il dottore con la terza media Smile

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ilNovakdellabassa ha scritto:
Fede_Ramone ha scritto:
Provo a dire la mia, anche se gioco solo da tre anni e mi considero ancora un neofita.
Non bisogna confondere la solidità dei colpi con un approccio difensivo. La base di partenza deve sempre essere una eccellente solidità di palleggio a ritmo sostenuto da fondo campo. Poi a livello tattico costruisci il gioco secondo la tua attitudine (e al tuo talento), ma senza una base solida sarebbe come voler fare dei virtuosismi al piano senza conoscere la musica.
Ho avuto i tuoi stessi dubbi, e da circa un anno mi sono estremamente convinto di questo, e il mio tennis sta nettamente migliorando, anche se la strada è ancora lunga. è un percorso lungo e a volte frustrante, ma per diventare un tennista migliore secondo me essenziale.


esattamente...il tuo nuovo maestro da quello che dici ti sta semplicemente insegnando a giocare a tennis...senza nessuna offesa, ma parlare di tennis di attacco dopo un anno di tennis con due ore settimanali mi pare un pò difficile...se poi intendi gioco d'attacco sparare colpi piatti provando il vincente da tutte le parti e tenerne una in campo su 10...quello non è gioco d'attacco...prima si impara la regolarità e la solidità...poi si parte da quella base e si alza il livello di spinta...questo significa andare "all'università"...per collegarmi al tuo esempio...tu invece stai provando a fare il dottore con la terza media Smile


Esattamente... pensare a "vincenti" o a "gioco d'attacco" è secondo me ancora prematuro altrimenti rischi di chiudere un punto ogni dieci perdendo consistenza e nullificando le tue lezioni.
Tendenzialmente dopo tre anni si fa ancora gioco speculare cercando di essere solidi e compatti. Consolidare è già migliorare e vedrai che automaticamente il gioco si vivacizzerà.
Di base, comunque, dovresti scegliere un maestro e affidarti a lui senza mille pippe mentali perché, secondo me, non ci son le basi dopo tre anni per essere critico sul lato tecnico didattico e tutti sti ragionamenti non fanno altro che destabilizzarti e rallentare il tuo apprendimento e, quindi, la tua crescita.

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Consiglio spassionato, che ti aiuterà a fare un pò d'ordine.. leggi "vincere sporco" ti sarà di grande aiuto
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