Riporto di seguito le mie impressioni di gioco sul POG 110 del 1978.
Ci ho lasciato le corde (che non so cosa siano) con cui la racchetta mi è stata venduta per non aver condizionamenti dalle corde moderne e da poco incordate.
La racchetta (forse causa i 10 gr in meno o forse no) l'ho sentita nel gioco al rimbalzo maneggevole non quindi una mazza ingovernabile.
Nonostante l'ampio piatto corde ho avuto la netta sensazione che sia sul dritto che sul rovescio occorre impattare più o meno al centro dell'ovale dato che se si impatta vicino al telaio (per intenderci verso ore 3 od ore 9) la velocità di uscita della palla cala nettamente e si perde vistosamente mordente e consistenza. Viceversa se si impatta verso il centro (e dato l'ampio piatto corde il centro è abbastanza generoso) la palla esce veloce e pesante senza far troppa fatica.
Secondo me richiede movimenti a colpire lineari nel senso che non occorre e non è produttivo far scendere in fase di preparazione troppo la testa della racchetta sotto il piano della palla e spiego il perché: 1) dato che l'area ottimale di impatto è quella centrale se si fa scendere eccessivamente la testa della racchetta sotto il livello della palla si rischia che poi in fase di risalita quando si riporta la testa della racchetta sullo stesso piano della palla può capitare di impattare con l'area meno performante quella appunto vicina al telaio ad ore 3 e 9 e di perdere vistosamente velocità e potenza d'uscita nonché capacità direzionale. 2) Per questo l'ideale è mantenere in fase di movimento a colpire la testa della racchetta sullo stesso piano della palla in arrivo semmai poco leggermente al di sotto ma per il resto se si impatta al centro ci pensa l'ampio ovale a dare la traiettoria e margine sulla rete.
Insomma non occorre e non servirebbe dal fondo utilizzare troppo il polso per scendere sotto la palla ma come detto ci si deve preoccupare di cercare bene la sfera e di allineare l'ovale con il volo della palla che arriva. Una volta che si è colpito partee una traiettoria pesante, con il margine giusto per far rimanere la palla in campo e che dà molta sicurezza. La palla non "sfarfalla" ma viaggia bella pesante nell'aria. Il comfort è massimo e ci si sente molto connessi con l'impatto. Per chi non lo ha provato dovrebbe prima o poi provare per l'appunto la sensazione di confidenza, direi sicurezza che offre l'impatto correttamente eseguito. Colpo dopo colpo si instaura un ottimo feeling.
Sul rovescio bimane come detto sopra ho necessitato di più tempo. Secondo me occorre bilanciare l'azione esecutiva con tutte e due le braccia. Sono partito sul rovescio bimane con le classiche mie impugnature eastern per la mano superiore sinistra (io sono destro) e continental con la mano inferiore destra. Con questo assetto la mano che svolge la maggior parte del lavoro è quella superiore sinistra (sia in fase di apertura che in fase di movimento a colpire ed impatto). Ma nel corso delle due ore ho spostato un po' verso la eastern la presa con la mano inferiore destra (leggermente verso la eastern senza arrivarci completamente per intenderci) per far entrare in azione anche il braccio destro e per avere più anticipo. E quindi anche qui se si impatta al centro con movimento abbastanza lineare esce una palla veloce e pesante con cui si trova facilmente profondità e si pressione all'avversario.
Il rovescio in back è una favola, la palla rimane bassa e parte veloce dal piatto corde.
In generale dal fondo è una racchetta che invoglia ad anticipare e a conquistare centimetri colpo dopo colpo per mettere i piedi dentro al campo. E' una racchetta con cui si mette sotto pressione l'avversario che se ha movimenti lavorati o indecisi rischia di andare fuori palla perché ha poco tempo per organizzarsi.
Nei colpi choppati bassi da dentro il campo è una goduria perché si piazza la palla dove si vuole.
Si tengono bene le diagonali, forse si può far più fatica se si incontra un giocatore che sulla diagonale del dritto riesce a imprimere un top veloce che ti porta fuori lateralmente. Ma qui il POG sfodera l'asso nella manica: il cambio lungolinea. Quando si esce dalla diagonale del dritto con un dritto lungolinea si piazza la palla negli ultimi cm del campo avversario (ovviamente sempre se si impatta bene al centro).
Al servizio richiede un buon caricamento con le gambe come del resto tutte le racchette al 100% in grafite che non regalano nulla in fatto di spinta. Tuttavia la racchette si muove con agilità e se si impatta al centro escono delle belle traiettorie. Il servizio più sicuro è quello al corpo la palla rimbalza alta ed è penetrante.
Lo schema di gioco con cui ci si diverte un mondo è da destra servizio slice ad uscire e successivo rovescio bimane incrociato sul lato aperto. Ma in generale è una racchette che invoglia a giocare colpi da dentro il campo. Si piazza bene la palla e si riesce con facilità a far fare il tergicristallo all'avversario.
Le voleé secondo me sono ottime quella alte, se si scarica bene il peso del corpo sono definitive.
Anche quelle di pura opposizione escono bene perché la racchetta ha ottima massa respingente.
In definitiva mi è sembrata una racchetta che ancora oggi potrebbe fare al caso di molti. E' un telaio che risolve molti problemi e dà molta fiducia e consistenza al proprio gioco.
Non la consiglierei a chi è abituato (soprattutto con il dritto) a fare preparazioni arzigogolate e che utilizza molto il polso.
Continuerò a giocarci magari contro avversari diversi ma direi che se interpretata bene questo POG 110 è più facile di molte racchette moderne da 300 x 100 e soprattutto più redditizio.