30Love ha scritto: Il piede anteriore alzato è semplicemente un'esasperazione dello spostamento del peso del corpo da una gamba all'altra.
A me il servizio l'ha insegnato un ex campione italiano assoluto e giocatore professionista (mio maestro dagli 11 ai 16 anni) e non mi ha mai detto nulla sul tempo, che credo rientri un po' nel modo di giocare robotico che sembra andare per la maggiore di questi tempi...
Nel servizio bisogna considerare vari aspetti, ognuno è soggettivamente portato a un certo tipo di movimento e non ne esistono due uguali, per cui il bravo maestro o la persona stessa deve un po' capire cosa non funziona del proprio servizio e correggere.
Personalmente credo più nello sviluppare un movimento naturale, stando attenti allo spostamento del peso del corpo durante la preparazione, e ad altri eventuali piccoli accorgimenti soggettivi (ossia dove ognuno tende a fare errori, non tutti fanno gli stessi) affinché sia più replicabile ed efficace. Però sicuramente ci sarà anche una scuola diversa che prevede di giocare un po' in stile robottino e che queste caratteristiche le ricerca nella ripetizione maniacale di gesti costruiti.
Anche fra i pro sussistono queste differenze, e visti dal vivo la cosa è lampante. Ci sono battitori come Cilic, Sharapova o Djokovic (per non parlare di casi limite come la Bartoli) per esempio, che sono dei robottini e mettono il piede al millimetro sempre nello stesso punto. Ci sono altri tipo Fognini, Vinci, le sorelle Williams, che invece colpiscono la palla con molta più naturalezza e con una tecnica che appare più lenta e fluida. Non ci sono differenze nell'efficacia ma si tratta sempre di partire dal caso del giocatore particolare e da cosa riesce a far meglio, da come si sente a suo agio. Non credo nell'imposizione di qualcosa perché magari la si è letta o vista da qualche parte, per me nel tennis non funziona. E' vero che un giocatore fa quello che vuole in campo, e quindi può anche volersi far condizionare da quello che ha letto o visto, ma credo che come nella risoluzione di un difficile problema dei matematica, valga molto di più impegnarsi e trovare una via propria che non cercare scorciatoie per sentito dire da altri o imparare procedimenti automatici che non vengono nemmeno compresi.
Bueno ci sono delle cose che ho letto che condivido, tipo che ognuno deve un po trovare la miglior forma per effettuare il servizio,vedi per esempio posizione dei piedi o tipo di lancio palla.
E che ovviamente un buon maestro deve riuscire a vedere, ed aiutare, cosa sia meglio per uno a rispetto di un altro.
Ma parlando di timing discrepo totalmente.
Il servizio e' timing.
Timing per sincronizzare, il braccio che lancia palla, con la racchetta e le gambe per fermarsi in tropy pose e poi colpire.
Timing per colpire una volta arrivati in tropy pose,che poi puo' essere sincronizzato con il braccio racchetta o rallentato, ma sempre di timing si parla.
Come sempre di timing si parla quando si colpisce un rovescio o un dritto.
Il non parlare direttamente di timing con l'allievo puo' essere ininfluente, nel senso che non te ne parlo direttamente ma ti faccio capire che per colpire la palla al momento ed al posto giusto bisogna trovare il tempo.
Che ovviamente puo' variare a secondo del soggetto, ossia swing piu' lento o piu' veloce,lancio palla piu' alto o piu' basso etc etc etc.
Il discorso del metronomo lo vedo assurdo e maniacale,ma se effettivamente da dei benefici non lo escludo a priori,anche se in tanti anni di carriera vedendo anche professionisti di ottimo livello allenarsi non ne ho mai visto uno entrare in campo con il metronomo, ma ripeto se con qualcuno puo' funzionare lascio spazio anche a questo modo.