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Cambio Racchetta? No grazie!!!

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di Lorenzo Cazzaniga

Se il calciomercato è diventata una tale ossessione da far nascere trasmissioni tv tra le più seguite del panorama sportivo italiano, il tennismercato è ciò che di più stantio si può trovare. I presidenti delle squadre di football si lamentano che gli uomini-bandiera appartengono al passato, nel tennis invece, i brand di racchetta non possono lamentarsi delle fedeltà dei loro atleti. La tabella che trovate qui sotto, testimonia che ci sono stati pochissimi cambi di racchetta nel corso degli ultimi anni, che ben 9 degli attuali top 20 ATP e 11 delle top 20 WTA, non hanno mai cambiato marchio nel corso della loro carriera professionistica (o almeno non nell’ultimo decennio) e che solo due giocatori (Novak Djokovic e Gael Monfils) e una giocatrice (Caroline Wozniacki) hanno operato più di un cambio, anche se nel caso del serbo e della danese si è trattato di un ritorno di fiamma.

Ma andiamo con ordine nella nostra ricerca. L’inizio della nuova stagione serve anche a scoprire le carte. Le settimane di pausa invernale sono le uniche dove un professionista si presta a testare nuovi attrezzi e quindi, trovato l’accordo, è in Australia che si evidenziano le nuove acquisizioni. Ebbene, il colpo di mercato lo ha messo a segno Babolat, che ha firmato Dominic Thiem, austriaco, classe 1993, uno dei giovani più interessanti del circuito, strappato a Head. In più, utilizza un telaio della linea Strike, lanciata l’anno scorso e a corto di testimonial quanto a caccia di credibilità. Thiem è giocatore dal futuro (prossimo) piuttosto interessante e gioca un gran bel tennis, elemento fondamentale nella scelta del testimonial di un attrezzo (almeno quanto lo può essere il bell’aspetto nella firma di un contratto di abbigliamento).
In campo femminile, dobbiamo scendere fino alla posizione numero 38, quella occupata da Heather Watson (era 49esima prima di vincere il torneo di Hobart, la scorsa settimana). Anche lei è approdata nella famiglia Babolat. 
In entrambi i casi, si tratta di due passaggi interessanti ma che certamente non spostano gli equilibri di mercato, perché tutti i top 20 dei ranking maschile e femminile sono rimasti col brand di racchette che avevano nel 2014. ma perché non ci sono movimenti significativi? E’ sempre e solo una questione di soldi?
“I soldi sono un fattore - spiega Jean-Christophe Verborg, Sports Marketing Director di Babolat, che gestisce anche gli atleti di punta del brand francese - ma non l’unico. La racchetta è una sorta di prolungamento del braccio e quindi difficilmente un top player cambia un attrezzo col quale gioca da diversi anni e col quale ha raggiunto traguardi importanti. Anche noi cerchiamo di fidelizzare il più possibile i nostri atleti, in maniera da tenerli legati il più a lungo possibile, aggiungendo un servizio di assistenza di primissimo livello. anche questo conta, eccome”.

A differenza di quanto accade nel settore abbigliamento dove è il compenso a fare la differenza (ad una nuova girocollo ci si abitua prima che ad un nuovo telaio, e non a caso nel corso delle ultime stagioni hanno cambiato brand campioni come Djokovic, Murray e Berdych), con la racchetta bisogna trovare un corretto equilibrio tra soldi e prodotto. “Ricordo appena Andreas Seppi ha cominciato a utilizzare i nostri attrezzi - dice Mauro Monesi di Pro Kennex -:nel primo torneo, a Sydney, vinse contro Hewitt e Blake. Poi perse al primo turno a Melbourne e rimise tutto in discussione. Non immaginate quanti piccoli dettagli abbiamo dovuto modificare. Però alla fine abbiamo creato un attrezzo come lui desiderava e ora sono nove anni che è nel nostro team. Però, nonostante tutto, ora che sono convinto farebbe un ulteriore salto di qualità cambiando modello, è complicato convincerlo perché le abitudini vincenti sono difficili da modificare”.

Ovvio perché per quanto un brand possa pagare i servizi di un top player, non si arriva a quanto questi può incassare dal prize money dei tornei. Quindi nessuno vuole rischiare di compromettere il rendimento agonistico, nemmeno per un contratto economicamente migliore. Quando a inizio secolo, Marat Safindecise di lasciare Head per un contratto faraonico che gli offrirono dalla Dunlop, si ritrovò in uno stanzino del Foro Italico col suo manager ad applicare un calco adesivo del brand britannico sulla sua Prestige. Dopo pochi mesi, Dunlop decise che vedere il proprio top testimonial giocare con un telaio pittato di nero era addirittura controproducente ed entrambi optarono per tornare sui propri passi (post scriptum: fino ad una quindicina di anni fa, accadeva che un brand fosse disposto a dare una passata di vernice sull’attrezzo di un concorrente, pur di strappargli un giocatore. Ora paintjob di questo tipo non esistono più, benché i giocatori pro utilizzino spesso telai leggermente diversi e certamente customizzati in peso e bilanciamento, al punto che tutti i brand evidenziano come “il prodotto venduto nei negozi potrebbe differire da quello utilizzato dai testimonial”. Un accorgimento che hanno adottata dopo aver perso diverse cause per pubblicità ingannevole).

Chi l’ha fatto e ci ha guadagnato parecchio è la nostra Sara Errani, la quale, provata casualmente Excalibur, come ha ribattezzato la sua Pure Drive, ha deciso perfino di pagare una multa e lasciare la sua vecchia Wilson. Ed è proprio a questa decisione che concede molti dei meriti per averla trascinata in finale a Roma e Roland Garros e a giocare due Masters WTA. E quest’anno l’ha raggiunta la sua inseparabile Chici, alias Roberta Vinci che ha lasciato la Head Extreme per la Babolat Pure Drive (anche se di lunghezza tradizionale e non longbody come Sarita). Certo, Robertina non è più una top 20 (attualmente è fuori dalle prime 40 giocatrici) ma rimpolpa un cast italiano di Babolat piuttosto interessante, che comprende anche il n.1 azzurro, Fabio Fognini“Gioco con la Pure Drive da quando ero un ragazzino e non mi ci vedo con nessun’altra racchetta”. 

Ma dunque, come fanno i marketing director delle varie aziende a rinnovare il loro parco testimonial? Bisogna puntare solo ed esclusivamente sui giovani e trattenerli fino a fine carriera? “Non stiamo fermi ad aspettare - dice ancora Verborg -: se un giocatore ci interessa epensiamo di avere un prodotto adatto al suo gioco ci facciamo avanti. Però è chiaro che con i giovanissimi è più facile, quindi dotarsi di un buon servizio di scouting è fondamentale”. Un discorso che conoscono fin troppo bene a Lione. A seconda dei narratori, ci si ricorda di Luca Appino, piemontese e predecessore di Verborg in Babolat, che una quindicina di anni fa si trovò davanti ad una scelta difficile: firmare uno dei due ragazzini più promettenti dell’epoca, Rafael Nadal o Richard Gasquet. Quest’ultimo prometteva meglio, ma Appino scelse il maiorchino, di fatto cambiando le sorti future dell’azienda francese. Colpo di gennaio? Colpo di fortuna? Qualcuno insinua che a suggerire la scelta fu Carlos Moya, primo grande testimonial delle racchette Babolat e mentore di Rafa. Comunque sia, è il caso più eclatante di come una scelta possa determinare le fortune di un brand. 

Una scelta di cui Babolat avrebbe grande bisogno adesso. Sfogliando i nomi dei top 20, si scopre che Head ha quattro Masters, Wilson ben otto rappresentanti, mentre Babolat si aggrappa al ginocchio di Nadal, agli umori di Jo-Wilfried Tsonga e al nostra Fabio Fognini: un solo top 10, tre soli top 20, con la speranza che il giovane Thanasi Kokkinakis arrivi presto al top. Tuttavia, è indubbio che in questo momento è Head a potersi vantare del miglior parco giocatori, con il numero 1 del mondo Novak Djokovic a guidare il team, composto anche da Andy Murray, Marin Cilic e Tomas Berdych.

Già, perché movimenti nelle prime posizioni del ranking non si vedono da un po’. L’ultimo vero, assoluto colpo di mercato l’ha messo a segno Yonex nel 2009, quando decise di scommettere sui progressi di Stan Wawrinka e lo strappò a Head. Una Head probabilmente sazia dagli ingaggi di Djokovic e Berdych (arrivato quasi per caso da Dunlop). Wilson, che resta il brand numero uno al mondo grazie al mercato americano, si può accontentare del testimonial più invitante, Roger Federer (che ha la pecca di utilizzare una racchetta adatta a pochi eletti) e i tre giocatori che sembrano i più indicati a diventare protagonisti nei prossimi Slam: Kei Nishikori, Milos Raonic e Grigor Dimitrov.

Gli altri marchi devono invece sperare nella crescita di giovani promesse: Head ha puntato su Stefan Kozlov e Alexander Zverev, Yonex su Nick Kirgyos e Borna Coric, Babolat sul già citato Kokkinakis. Staremo a vedere quale scout avrà pescato meglio.

Certo, non si tratta di un cambio di brand ma solo di modello, ma l’aver convinto Rafa Nadal a passare alla versione Play dell’AeroPro Drive (quella col chip che consente di scaricare i dati tecnici della propria prestazione) è sicuramente un “colpo” importante, perché offre una spinta notevole ad un prodotto di nicchia, tecnologico quanto costoso, che aveva bisogna di poter contare sull’appoggio di un top testimonial. E chi meglio di Nadal?

In campo femminile, gli ultimi colpi di mercato li ha messi a segno Babolat, firmando l’anno scorso Caroline Wozniacki, quello prima Eugenie Bouchard e quello prima ancora Sara Errani. Tuttavia, è sempre Head quella che ha compiuto lo sforza maggiore strappando a Prince la giocatrice più famosa, Maria Sharapova che nel 2011, reduce da un infortunio alla spalla, trovo nella Head Instinct il telaio più adatto.

Per il resto, pochi cambiamenti in senso generale, ancor meno che tra gli uomini. In realtà, ci sarebbe una Flavia Pennetta che avrebbe operato più cambi, volessimo considerare una brevissima parentesi in Fischer nel 2004. In realtà il suo unico, vero cambio di rotta è avvenuto nel 2006, col passaggio da Head a Wilson.

Cambiare racchetta è spesso un vezzo a cui ricorrono i giocatori di club, per cercare di migliorare (o anche solo cambiare) il proprio gioco e perché è bello, di tanto in tanto, provare qualcosa di nuovo. La ricerca di attrezzi sempre più performanti è continua e il classico Quarta Categoria deve approfittarne. Ma il fuoriclasse, per una volta fatica più del dilettante perché certi automatismi sono difficili da risettare. Quindi abituiamoci a vedere calciatori cambiare maglia ad ogni stagione e tennisti tenersi la loro racchetta per una vita.


Direi molto interessante..... non credete??? Very Happy Very Happy Very Happy

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È un paragone,un semplice paragone tutto qui:  per svariati motivi non vedremo mai un Nadal impugnare una head,anche perché poi molti ragazzini impugnando un'apd si immedesimano nel campione,mentre per esempio un un giocatore simbolo come Del piero nn ha finito la carriera nella Juventus.

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GIANLUINI DICA ha scritto:
È un paragone,un semplice paragone tutto qui:  per svariati motivi non vedremo mai un Nadal impugnare una head,anche perché poi molti ragazzini impugnando un'apd si immedesimano nel campione,mentre per esempio un un giocatore simbolo come Del piero nn ha finito la carriera nella Juventus.

quindi quando agassi passava da prince a donnay e poi a head era un cattivo esempio per i ragazzini ? eppure stiamo parlando di un personaggio che ha segnato un'epoca importante nel tennis, sia per il gioco che per l'immagine

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Ma chi ha parlato di cattivo esempio!Si parla di un fenomeno condivisibile o meno da parte di chi legge questo articolo.

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poi detto papale papale, ma sai quanto gliene frega a nadal e alla babolat dei ragazzini che si immedesimano ?  la racchetta più venduta dalla babolat è la pure drive, non quella con cui gioca nadal. ovvio che le aziende si muovano per interessi economici, ma proprio per questo parlare di bandiere è abbastanza arduo. totti gioca nella roma perchè ama giocare nella roma così come nadal ama giocare con la sua babolat, ma totti cambiando squadra tradirebbe i suoi tifosi, mentre nadal cambiando racchetta tradirebbe solo un'azienda

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tu mi stai dicendo che non vedremo mai nadal cambiare per una head, apposta ti ho risposto in quel modo. in quel caso non si tratta più di condividere una realtà, ma di ipotizzare una tendenza su presupposti che stai valutando tu personalmente, ma non io. quindi stiamo semplicemente confrontando due visioni diverse, possibili entrambi.

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altrettanto normale credo che sia il fatto che babolat si impegni a far di tutto per non perdere nadal, perchè gli fa da traino commerciale. e se nadal si trova benissimo con la racchetta non vedo motivi per cambiarla. ma tutto questo cosa c'entra con l'essere una bandiera ?  evidentemente io parlo di un concetto diverso di bandiera. sono punti di vista, credo che si possano esprimere senza che qualcuno si senta offeso o debba offendere, non trovi ?

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Il problema è,te lo dico con tutta franchezza,che tu molto spesso intervieni in discussioni e le porti subito ad un livello di polemica assoluta divagando molto spesso in ragionamenti che poco ci azzeccano col filo logico del discorso. Prova a rileggerti solo il tuo primo intervento di questo argomento,secondo te lo scopo del giornalista sarebbe quello di prendere per il sedere qualcuno? Lo scopo di questo articolo è quello di far riflettere senza doversi per forza scontrarsi col parere diverso altrui: si sta parlando di cambio racchette professionisti e pippe,perché focalizzare per forza tutto il discorso su questo cavolo di paragone calcio tennis? Forse sarà anche perché purtroppo molto spesso da dietro una tastiera non si può sempre percepire il tono di colui che scrive però questa è l'impressione che dai a chi ti legge ed ecco perché è facile che uno possa anche sentirsi attaccato o offeso.
Buonanotte.

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GIANLUINI DICA ha scritto:
Il problema è,te lo dico con tutta franchezza,che tu molto spesso intervieni in discussioni e le porti subito ad un livello di polemica assoluta divagando molto spesso in ragionamenti che poco ci azzeccano col filo logico del discorso. Prova a rileggerti solo il tuo primo intervento di questo argomento,secondo te lo scopo del giornalista sarebbe quello di prendere per il sedere qualcuno? Lo scopo di questo articolo è quello di far riflettere senza doversi per forza scontrarsi col parere diverso altrui: si sta parlando di cambio racchette professionisti e pippe,perché focalizzare per forza tutto il discorso su questo cavolo di paragone calcio tennis? Forse sarà anche perché purtroppo molto spesso da dietro una tastiera non si può sempre percepire il tono di colui che scrive però questa è l'impressione che dai a chi ti legge ed ecco perché è facile che uno possa anche sentirsi attaccato o offeso.
Buonanotte.

veramente ero io quello che sono stato offeso, evidentemente non hai letto tutti i post. avrò pure questo difetto, ma stavo dando una mia valutazione, per me logica, sul contenuto di quell'articolo. che è ben diverso dal valutare un utente del forum. e il paragone calcio-tennis è uscito fuori dopo, perchè prima stavo parlando di altre cose, anche quelle scambiate per chissaccosa. quando si vuole interpretare il tono si è già fuori strada, basta attenersi al contenuto delle cose scritte, se non si condivide non è necessario approvarle o basta discuterle senza trascendere, civilmente. poi se vogliamo per forza che un determinato utente abbia torto, sempre e comunque, è un altro discorso. buonanotte

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e quando parlavo di presa per il sedere non mi riferivo al giornalista, ma al contesto dell'articolo. poi se non si può nemmeno avere un'opinione diversa da un giornalista è finito il mondo. ce ne sono tanti di giornalisti competenti che ogni tanto scrivono cose di dubbia condivisione, basta guardare nella musica, non è che se uno è giornalista non può essere messo in discussione quello che scrive. pure federer è un campione ma ogni tanto fa delle cavolate col rovescio, nessuno di noi è infallibile

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buon giorno
non sono d'accordo che a Nadal e babolat " freghi nulla " dei ragazzini o chiunque si voglia almeno " un attimo" immedesimare ...
perché si deve sempre E SOLO mercificare? sicuramente le logiche commerciali sono alla base di tutto ma voglio pensare che a Nadal importi di essere un simbolo e che " almeno tre " c.e.o's possano essere felici di vedere un loro prodotto spopolare sul mercato.
personalmente sono convinto che quando si è troppo finti, la cosa prima o poi diventi un boomerang.
buon tennis

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Penso che in quanto a soldi Nadal alla mattina si alzi dal letto e dica: " ok anche per oggi siamo a posto" Laughing

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VANDERGRAF ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Come al solito: ma cambiare serve o serve migliorare la tecnica per noi comuni mortali? 
@VANDERGRAF pratica non filosofia! 
Ho lanciato la provocazione per capire quanti pensano di giocare bene con un solo telaio e quanti invece riescono a giocare con qualunque attrezzo. 
Ho un amico che fa buchi con una prince EXO3 BLU 110 di qualche anno fa con Alu Power 1,25 a 26 kg il tutto con un peso totale di 295 gr. Un altro dice che sente la palla con telai di 380 gr! Allora?

se vuoi trasformare tutte le mie esperienze dirette sul campo in filosofia, non sei il benvenuto. l'apparente filosofia deriva sempre dalla pratica, altrimenti sarebbe solo presunzione fuori tema. come ho detto più volte, non esistono regole assolute nel tennis di livello tecnico basso, come il mio. ma esistono racchette con caratteristiche più congeniali di altre, cosa affermata in un altro post, che tu stesso avevi approvato. esistono inerzie non gestibili, profili che ci tolgono spinta o sensibilità, bilanciamenti scomodi oppure no, pesi eccessivi o inconsistenti e via dicendo, tutto in relazione alle nostre capacità fisiche e tecniche, comprese quelle, anche loro probabili, di poterci far adattare a qualsiasi telaio senza percepire grosse differenze nella resa. è per questo motivo che ho valutato il discorso sul marchio e la fedeltà dei pro totalmente inattinente a quello del custom a livello amatoriale. e ho anche spiegato che sarebbe comunque un discorso poco calzante alla realtà, perchè quasi tutti i marchi più famosi producono racchette dalle caratteristiche più disparate, quindi si potrebbe facilmente rimanere fedeli ad un marchio pur cambiando tante racchette o alterandone le caratteristiche con il custom. poi, come in tutte le cose, ci sono persone che le gestiscono con parsimonia ed efficacia e altre che si fanno prendere la mano e la testa e magari non raggiungono alcun risultato utile o lo raggiungono casualmente o lo avrebbero raggiunto procedendo diversamente. più pratico di così mi sembra impossibile


Quoto con veemenza.
Compreso il discorso pro: è infatti facile per loro rimanere fedeli ad un marchio se hai a disposizione un "sarto di racchette" che ,comunque sia, te la fa su misura. 
Per l'amatore è diverso perchè nonostante tutti i marchi producano tutte le varie tipologie di racchette, dal profilatone al superboxed, il feel è completamente diverso, senza scomodare antipatie recondite o testimonial.

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convinto anche io ...  Laughing Laughing Laughing Laughing Laughing
hola

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aggiungo, per chi abbia interesse a leggerlo, digitando su google "le racchette dei professionisti pro room e pro stock" . sono cose spiegate varie volte anche in questo forum, dallo stesso eiffel, ad esempio. ossia, come già avvenuto per altri argomenti, paragonare il pianeta dei pro a quello dei giocatori di club è una cosa a mio avviso improponibile. è per questo, oltre allo strano parallelo col calcio, che ritengo quell'articolo senza nè capo nè coda, a prescindere dalla bravura che possa avere il giornalista. da un punto di vista superficiale si possono fare tanti discorsi tutti teoricamente giusti, ma siccome un forum serve anche per sapere cosa c'è oltre e noi abbiamo avuto la fortuna di saperlo varie volte, le mie valutazioni andavano oltre. tutto qua, nulla di cui offendersi, semplicemente una prospettiva di osservazione diversa

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buon pomeriggio
beh... un appunto: sicuramente il mondo dei pro' e il nostro sono troppo distanti ma vale più per noi la rilevanza che assumerebbe poter avere telai fatti ad hoc, rispetto ad un campione.
buon tennis

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mattiaajduetre ha scritto:
buon pomeriggio
beh... un appunto: sicuramente il mondo dei pro' e il nostro sono troppo distanti ma vale più per noi la rilevanza che assumerebbe poter avere telai fatti ad hoc, rispetto ad un campione.
buon tennis

non condivido, un campione necessita del meglio per potersi esprimere in un contesto dove contano la carriera e i soldi, perchè per quanta passione possa avere, si tratta pur sempre anche di un lavoro. mentre per noi avrebbe rilevanza secondaria, in quanto se avessimo una tecnica di tutt'altro livello non saremmo più noi ma altri. se tu avessi un fratello che sta aspirando ad entrare nei primi 500 del mondo e tu fossi uno di "noi" inteso come amatori o categorie inferiori, sarebbe più importante che tuo fratello avesse la sua miglior racchetta possibile o che l'avessi tu ? senza contare che un telaio di qualità come sono mediamente quelli dei pro costerebbe sicuramente molto di più di quelli che trovi solitamente in commercio e non ci darebbe la garanzia di farci giocare meglio, anzi, essendo più specifico per agonisti di alto livello, ci complicherebbe più probabilmente la vita

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buona sera
forse non è stato ben chiaro il post: ho scritto che per un pro può avere meno rilevanza la qualità del telaio perché comunque ci giocherebbe bene... questo raffrontato però con un livello terra/terra.
sono anche convinto che al nostro livello una racchetta " su misura " abbia maggiore rilevanza.
solo questo... infatti il tuo esempio non c'entra con questo,  poi se te sei convinto che un pro' abbia bisogno di un telaio pro room per giocare bene,  io resto dell'idea che una racchetta qualitativamente superiore possa fare più differenza al livello mio bassissimo.
buon tennis

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così come non confonderei tra un telaio per un pro' e un telaio costruito come un pro-room ma che sia il massimo per me.
buona serata

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Io penso che tutti , indistintamente pro e non , traggano beneficio da un telaio fatto su misura, il punto e' che un pro sa certamente dare indicazioni precise al produttore su ciò che desidera per tirar fuori il meglio dalla sua tecnica, mentre per noi amatori non è sempre facile avere le idee chiare..... Per noi infatti la colpa di un errore e' molto spesso del l'attrezzo e non di uno scorretto posizionamento delle gambe ad esempio.....magari pensiamo che avremmo bisogno di più peso in testa alla racchetta mentre basterebbe colpire con maggior anticipo la palla davanti al corpo...... Ma ci piace da morire cambiare strumento!

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mattiaajduetre ha scritto:
buona sera
forse non è stato ben chiaro il post: ho scritto che per un pro può avere meno rilevanza la qualità del telaio perché comunque ci giocherebbe bene... questo raffrontato però con un livello terra/terra.
sono anche convinto che al nostro livello una racchetta " su misura " abbia maggiore rilevanza.
solo questo... infatti il tuo esempio non c'entra con questo,  poi se te sei convinto che un pro' abbia bisogno di un telaio pro room per giocare bene,  io resto dell'idea che una racchetta qualitativamente superiore possa fare più differenza al livello mio bassissimo.
buon tennis

che la racchetta faccia mediamente meno differenza tra i pro rispetto a noi lo avevo già evidenziato anche io, ma dopo che sia noi che loro abbiamo trovato la racchetta !  poi ci sono casi eclatanti di pro che hanno cambiato racchetta e migliorato notevolmente le prestazioni, vedi sara errani, per sua stessa ammissione. volevo dire che spesso noi cambiamo racchetta più nella speranza di trovare qualcosa di meglio, che nella consapevolezza. e che non troveremo mai una racchetta che ci fa giocare bene su tutto (bene rapportato al nostro livello ovviamente) perchè siamo noi che non abbiamo la tecnica sufficiente per giocare bene su tutto e queste carenze non potranno mai essere totalmente compensate da una racchetta, ma solo dall'allenamento e dall'apprendimento.

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VANDERGRAF ha scritto:


volevo dire che spesso noi cambiamo racchetta più nella speranza di trovare qualcosa di meglio, che nella consapevolezza. e che non troveremo mai una racchetta che ci fa giocare bene su tutto (bene rapportato al nostro livello ovviamente) perchè siamo noi che non abbiamo la tecnica sufficiente per giocare bene su tutto e queste carenze non potranno mai essere totalmente compensate da una racchetta, ma solo dall'allenamento e dall'apprendimento.

OOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Allora hai capito che non c'entra la filosofia ma la pratica IN PALESTRA ED IN CAMPO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hai capito il senso provocatorio dell'articolo??? Io stesso che sono una pippa galattica ma che gioco da tanto, mi sono reso conto che ci sono dei cardini che non puoi cambiare essendo magari ho da rottamare come me o non allenato come altri!!!!
se hai problema al braccio bilanciata dietro e non rigida, se hai problemi alla spalla dev'essere leggera e non rigida, poi corde multifilo e tensioni basse, etc. Ci sono una marea di ma e di se e di forse. Non ha più senso completare la frase con: "Cambio racchetta? No grazie, devo migliorare io, non c'entra nulla la racchetta?" giusto???

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ha ragione doc. !
Cambio Racchetta? No grazie!!! - Pagina 2 622327 cheers
ciao ciao

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Very Happy Very Happy Very Happy
mattiaajduetre ha scritto:
ha ragione doc. !
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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:


volevo dire che spesso noi cambiamo racchetta più nella speranza di trovare qualcosa di meglio, che nella consapevolezza. e che non troveremo mai una racchetta che ci fa giocare bene su tutto (bene rapportato al nostro livello ovviamente) perchè siamo noi che non abbiamo la tecnica sufficiente per giocare bene su tutto e queste carenze non potranno mai essere totalmente compensate da una racchetta, ma solo dall'allenamento e dall'apprendimento.

OOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Allora hai capito che non c'entra la filosofia ma la pratica IN PALESTRA ED IN CAMPO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hai capito il senso provocatorio dell'articolo??? Io stesso che sono una pippa galattica ma che gioco da tanto, mi sono reso conto che ci sono dei cardini che non puoi cambiare essendo magari ho da rottamare come me o non allenato come altri!!!!
se hai problema al braccio bilanciata dietro e non rigida, se hai problemi alla spalla dev'essere leggera e non rigida, poi corde multifilo e tensioni basse, etc. Ci sono una marea di ma e di se e di forse. Non ha più senso completare la frase con: "Cambio racchetta? No grazie, devo migliorare io, non c'entra nulla la racchetta?" giusto???

ha più senso dire la verità, la mia verità, che può essere diversa dalla tua. e la mia verità dice che, come già detto in altri post, compresi quelli di questa discussione, esistono racchette che ti fanno giocare meglio e altre peggio, a volte basta cambiare addirittura il bilanciamento di solo mezzo centimetro per trovare sensazioni nettamente diverse. questo non significa che la racchetta diventa una bacchetta magica e non esclude la necessità di migliorarsi per giocare sempre meglio. anche questo lo avevo già sostenuto in un recente post, che puoi rivedere, al quale tu stesso avevi dato piena approvazione. in questo caso specifico si stava discutendo di quell'articolo che, a mio avviso, è tutt'altro che pratico, in quanto nella parte finale non tiene conto del fatto che anche i pro ricorrono a racchette personalizzate. e, come detto anche da altri utenti, son capaci tutti a tenersi stretta una racchetta quando quella racchetta viene fatta su misura appositamente per quel giocatore. ben diverso è il caso di noi comuni mortali, che, anche per esigenze economiche, dobbiamo fare di necessità virtù e procedere in modo nettamente più disordinato e meno oculato, senza contare la differenza tra uno che si allena tutti i giorni e uno che gioca poche ore a settimana. quindi trovo del tutto "a cavolo" parlare in quel modo del custom dei giocatori di club, paragonato alla presunta fedeltà-pregio dei pro al loro marchio di racchetta

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la filosofia l'hai tirata fuori tu e non ho ancora capito in base a cosa. io quando parlo di qualcosa in modo netto è sempre perchè ho avuto verifiche pratiche dirette e l'ho anche approfondita, sia tramite persone competenti con cui parlo abitualmente, sia tramite questo forum. altrimenti non mi sbilancerei nemmeno e mi limiterei a leggere senza intervenire

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poi se vuoi un esempio ancora più pratico, visto che si parla di custom, una stessa racchetta posso provarla con svariati tipi di custom diversi tra loro, soprattutto se parto da un telaio leggero e con inerzia bassa, quindi il custom è un discorso totalmente separato dal marchio perchè si possono avere rese diverse da un'unica racchetta senza dover cambiare marchio. e se pensi che entrano in gioco anche le corde da abbinare le combinazioni possibili aumentano ancora di più. da qui la mia critica rivolta al contenuto dell'articolo. è un paragone che nasce male in partenza, perchè confronta due mondi totalmente diversi e li confronta trascurando totalmente la realtà pratica di come stanno le cose. ovvio che, crescendo il livello tecnico, avrò meno problemi nella resa in generale, ma altrettanto ovvio che crescendo gli obiettivi da raggiungere possono crescere in parallelo le esigenze e quindi il custom o il cambio di racchetta rimangono delle ipotesi da valutare nel corso del tempo, anche in relazione alle mutate potenzialità fisiche (vedi federer)
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