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Cambio Racchetta? No grazie!!!

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di Lorenzo Cazzaniga

Se il calciomercato è diventata una tale ossessione da far nascere trasmissioni tv tra le più seguite del panorama sportivo italiano, il tennismercato è ciò che di più stantio si può trovare. I presidenti delle squadre di football si lamentano che gli uomini-bandiera appartengono al passato, nel tennis invece, i brand di racchetta non possono lamentarsi delle fedeltà dei loro atleti. La tabella che trovate qui sotto, testimonia che ci sono stati pochissimi cambi di racchetta nel corso degli ultimi anni, che ben 9 degli attuali top 20 ATP e 11 delle top 20 WTA, non hanno mai cambiato marchio nel corso della loro carriera professionistica (o almeno non nell’ultimo decennio) e che solo due giocatori (Novak Djokovic e Gael Monfils) e una giocatrice (Caroline Wozniacki) hanno operato più di un cambio, anche se nel caso del serbo e della danese si è trattato di un ritorno di fiamma.

Ma andiamo con ordine nella nostra ricerca. L’inizio della nuova stagione serve anche a scoprire le carte. Le settimane di pausa invernale sono le uniche dove un professionista si presta a testare nuovi attrezzi e quindi, trovato l’accordo, è in Australia che si evidenziano le nuove acquisizioni. Ebbene, il colpo di mercato lo ha messo a segno Babolat, che ha firmato Dominic Thiem, austriaco, classe 1993, uno dei giovani più interessanti del circuito, strappato a Head. In più, utilizza un telaio della linea Strike, lanciata l’anno scorso e a corto di testimonial quanto a caccia di credibilità. Thiem è giocatore dal futuro (prossimo) piuttosto interessante e gioca un gran bel tennis, elemento fondamentale nella scelta del testimonial di un attrezzo (almeno quanto lo può essere il bell’aspetto nella firma di un contratto di abbigliamento).
In campo femminile, dobbiamo scendere fino alla posizione numero 38, quella occupata da Heather Watson (era 49esima prima di vincere il torneo di Hobart, la scorsa settimana). Anche lei è approdata nella famiglia Babolat. 
In entrambi i casi, si tratta di due passaggi interessanti ma che certamente non spostano gli equilibri di mercato, perché tutti i top 20 dei ranking maschile e femminile sono rimasti col brand di racchette che avevano nel 2014. ma perché non ci sono movimenti significativi? E’ sempre e solo una questione di soldi?
“I soldi sono un fattore - spiega Jean-Christophe Verborg, Sports Marketing Director di Babolat, che gestisce anche gli atleti di punta del brand francese - ma non l’unico. La racchetta è una sorta di prolungamento del braccio e quindi difficilmente un top player cambia un attrezzo col quale gioca da diversi anni e col quale ha raggiunto traguardi importanti. Anche noi cerchiamo di fidelizzare il più possibile i nostri atleti, in maniera da tenerli legati il più a lungo possibile, aggiungendo un servizio di assistenza di primissimo livello. anche questo conta, eccome”.

A differenza di quanto accade nel settore abbigliamento dove è il compenso a fare la differenza (ad una nuova girocollo ci si abitua prima che ad un nuovo telaio, e non a caso nel corso delle ultime stagioni hanno cambiato brand campioni come Djokovic, Murray e Berdych), con la racchetta bisogna trovare un corretto equilibrio tra soldi e prodotto. “Ricordo appena Andreas Seppi ha cominciato a utilizzare i nostri attrezzi - dice Mauro Monesi di Pro Kennex -:nel primo torneo, a Sydney, vinse contro Hewitt e Blake. Poi perse al primo turno a Melbourne e rimise tutto in discussione. Non immaginate quanti piccoli dettagli abbiamo dovuto modificare. Però alla fine abbiamo creato un attrezzo come lui desiderava e ora sono nove anni che è nel nostro team. Però, nonostante tutto, ora che sono convinto farebbe un ulteriore salto di qualità cambiando modello, è complicato convincerlo perché le abitudini vincenti sono difficili da modificare”.

Ovvio perché per quanto un brand possa pagare i servizi di un top player, non si arriva a quanto questi può incassare dal prize money dei tornei. Quindi nessuno vuole rischiare di compromettere il rendimento agonistico, nemmeno per un contratto economicamente migliore. Quando a inizio secolo, Marat Safindecise di lasciare Head per un contratto faraonico che gli offrirono dalla Dunlop, si ritrovò in uno stanzino del Foro Italico col suo manager ad applicare un calco adesivo del brand britannico sulla sua Prestige. Dopo pochi mesi, Dunlop decise che vedere il proprio top testimonial giocare con un telaio pittato di nero era addirittura controproducente ed entrambi optarono per tornare sui propri passi (post scriptum: fino ad una quindicina di anni fa, accadeva che un brand fosse disposto a dare una passata di vernice sull’attrezzo di un concorrente, pur di strappargli un giocatore. Ora paintjob di questo tipo non esistono più, benché i giocatori pro utilizzino spesso telai leggermente diversi e certamente customizzati in peso e bilanciamento, al punto che tutti i brand evidenziano come “il prodotto venduto nei negozi potrebbe differire da quello utilizzato dai testimonial”. Un accorgimento che hanno adottata dopo aver perso diverse cause per pubblicità ingannevole).

Chi l’ha fatto e ci ha guadagnato parecchio è la nostra Sara Errani, la quale, provata casualmente Excalibur, come ha ribattezzato la sua Pure Drive, ha deciso perfino di pagare una multa e lasciare la sua vecchia Wilson. Ed è proprio a questa decisione che concede molti dei meriti per averla trascinata in finale a Roma e Roland Garros e a giocare due Masters WTA. E quest’anno l’ha raggiunta la sua inseparabile Chici, alias Roberta Vinci che ha lasciato la Head Extreme per la Babolat Pure Drive (anche se di lunghezza tradizionale e non longbody come Sarita). Certo, Robertina non è più una top 20 (attualmente è fuori dalle prime 40 giocatrici) ma rimpolpa un cast italiano di Babolat piuttosto interessante, che comprende anche il n.1 azzurro, Fabio Fognini“Gioco con la Pure Drive da quando ero un ragazzino e non mi ci vedo con nessun’altra racchetta”. 

Ma dunque, come fanno i marketing director delle varie aziende a rinnovare il loro parco testimonial? Bisogna puntare solo ed esclusivamente sui giovani e trattenerli fino a fine carriera? “Non stiamo fermi ad aspettare - dice ancora Verborg -: se un giocatore ci interessa epensiamo di avere un prodotto adatto al suo gioco ci facciamo avanti. Però è chiaro che con i giovanissimi è più facile, quindi dotarsi di un buon servizio di scouting è fondamentale”. Un discorso che conoscono fin troppo bene a Lione. A seconda dei narratori, ci si ricorda di Luca Appino, piemontese e predecessore di Verborg in Babolat, che una quindicina di anni fa si trovò davanti ad una scelta difficile: firmare uno dei due ragazzini più promettenti dell’epoca, Rafael Nadal o Richard Gasquet. Quest’ultimo prometteva meglio, ma Appino scelse il maiorchino, di fatto cambiando le sorti future dell’azienda francese. Colpo di gennaio? Colpo di fortuna? Qualcuno insinua che a suggerire la scelta fu Carlos Moya, primo grande testimonial delle racchette Babolat e mentore di Rafa. Comunque sia, è il caso più eclatante di come una scelta possa determinare le fortune di un brand. 

Una scelta di cui Babolat avrebbe grande bisogno adesso. Sfogliando i nomi dei top 20, si scopre che Head ha quattro Masters, Wilson ben otto rappresentanti, mentre Babolat si aggrappa al ginocchio di Nadal, agli umori di Jo-Wilfried Tsonga e al nostra Fabio Fognini: un solo top 10, tre soli top 20, con la speranza che il giovane Thanasi Kokkinakis arrivi presto al top. Tuttavia, è indubbio che in questo momento è Head a potersi vantare del miglior parco giocatori, con il numero 1 del mondo Novak Djokovic a guidare il team, composto anche da Andy Murray, Marin Cilic e Tomas Berdych.

Già, perché movimenti nelle prime posizioni del ranking non si vedono da un po’. L’ultimo vero, assoluto colpo di mercato l’ha messo a segno Yonex nel 2009, quando decise di scommettere sui progressi di Stan Wawrinka e lo strappò a Head. Una Head probabilmente sazia dagli ingaggi di Djokovic e Berdych (arrivato quasi per caso da Dunlop). Wilson, che resta il brand numero uno al mondo grazie al mercato americano, si può accontentare del testimonial più invitante, Roger Federer (che ha la pecca di utilizzare una racchetta adatta a pochi eletti) e i tre giocatori che sembrano i più indicati a diventare protagonisti nei prossimi Slam: Kei Nishikori, Milos Raonic e Grigor Dimitrov.

Gli altri marchi devono invece sperare nella crescita di giovani promesse: Head ha puntato su Stefan Kozlov e Alexander Zverev, Yonex su Nick Kirgyos e Borna Coric, Babolat sul già citato Kokkinakis. Staremo a vedere quale scout avrà pescato meglio.

Certo, non si tratta di un cambio di brand ma solo di modello, ma l’aver convinto Rafa Nadal a passare alla versione Play dell’AeroPro Drive (quella col chip che consente di scaricare i dati tecnici della propria prestazione) è sicuramente un “colpo” importante, perché offre una spinta notevole ad un prodotto di nicchia, tecnologico quanto costoso, che aveva bisogna di poter contare sull’appoggio di un top testimonial. E chi meglio di Nadal?

In campo femminile, gli ultimi colpi di mercato li ha messi a segno Babolat, firmando l’anno scorso Caroline Wozniacki, quello prima Eugenie Bouchard e quello prima ancora Sara Errani. Tuttavia, è sempre Head quella che ha compiuto lo sforza maggiore strappando a Prince la giocatrice più famosa, Maria Sharapova che nel 2011, reduce da un infortunio alla spalla, trovo nella Head Instinct il telaio più adatto.

Per il resto, pochi cambiamenti in senso generale, ancor meno che tra gli uomini. In realtà, ci sarebbe una Flavia Pennetta che avrebbe operato più cambi, volessimo considerare una brevissima parentesi in Fischer nel 2004. In realtà il suo unico, vero cambio di rotta è avvenuto nel 2006, col passaggio da Head a Wilson.

Cambiare racchetta è spesso un vezzo a cui ricorrono i giocatori di club, per cercare di migliorare (o anche solo cambiare) il proprio gioco e perché è bello, di tanto in tanto, provare qualcosa di nuovo. La ricerca di attrezzi sempre più performanti è continua e il classico Quarta Categoria deve approfittarne. Ma il fuoriclasse, per una volta fatica più del dilettante perché certi automatismi sono difficili da risettare. Quindi abituiamoci a vedere calciatori cambiare maglia ad ogni stagione e tennisti tenersi la loro racchetta per una vita.


Direi molto interessante..... non credete??? Very Happy Very Happy Very Happy

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a me il finale sembra una presa per il c... e lo si evince da una parte stessa del discorso, quella dove si parla dei cambiamenti fatti dalla pro kennex sulla racchetta di seppi. credo che a nessun giocatore che cerca nei cambiamenti la miglior resa possibile interessi se la racchetta ideale sia una babolat o una wilson o una volkl eccetera, l'importante è che abbia i materiali giusti e le caratteristiche giuste per il suo gioco e la sua tecnica. quindi dire che tutti questi giocatori non hanno mai cambiato marchio è solo perchè quel marchio gli ha messo a disposizione vari tipi di racchette nel corso degli anni, senza contare i vari casi di paint-job.

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ma tu credi alle favole ? pensi davvero che Nadal possa utilizzare la versione play di Aero Pro Drive ? e che gli altri giocatori giochino con il nuovo modello
che le aziende propongono mediamente ogni 2\3 anni ?

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Ma avete capito la provocazione? Siete veramente convinti che bastano pochi grammi di piombo qua e là per giocare meglio? Oppure cosa serve? Grazie

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vaglielo a dire a federer, che nonostante sia federer ha dovuto sperimentare per svariati mesi prima di scegliere la nuova racchetta, progettata appositamente per lui dagli ingegneri della wilson. più il livello sale e meno le racchette fanno la differenza, quindi è un discorso totalmente privo di senso

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poi scusa ma cosa c'entra il custom col fatto che quasi tutti i pro rimangono fedeli ad un marchio ?  il piombo lo usava pure sampras e anche tanto. starace si è trovato malissimo passando dalla fischer alla pacific. sara errani, rimanendo in casa babolat, ha trovato il paradiso con una racchetta più lunga. tutte cose che non hanno nulla a che vedere con le eventuali pretese assurde di un amatore che sta cercando l'attrezzo per lui migliore. poi che lo faccia per patologia o per scrupolo ponderato sono due discorsi completamente diversi, in quanto il primo non lo devi nemmeno prendere in considerazione. e potrebbe provare pure tutti i modelli solo della wilson, perchè ci sono vari marchi che soddisfano tutte le esigenze, quindi il discorso del marchio è molto relativo

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che poi la stessa errani stava prima con la wilson. se guardi le donne mi sembra di vedere che ci sono più cambiamenti a livello di marchio-sponsor. comunque, in buona sostanza, volevo semplicemente dire che quell'articolo è molto superficiale, in quanto non tiene conto della realtà, che è molto più articolata. basti pensare a del potro che si era ridotto con pochi pezzi di telaio. ossia ogni giocatore fa storia a sè, federer si sveglia una mattina e sono tutti ai suoi piedi, un altro può litigare con lo sponsor, un altro non gliene frega niente oppure fatica a trovare sponsor e via dicendo. tutto questo non può coincidere con un'unica versione delle cose e soprattutto non può essere tradotto in qualcosa che si identifica nell'essere fedeli facendo il paragone col calcio, perchè sappiamo tutti che nessuno si separerebbe volentieri da una racchetta con cui si trova benissimo, in quanto, nel caso dei top, andrebbe anche a eventuale discapito sul rendimento e la carriera. nel caso del calcio, invece, un giocatore sà già prima quanto guadagnerà e quindi ci sono meno rischi economici nella sua scelta.

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buona giornata
delpo ridotto a tre telai, personalmente la considero una barzelletta che altro non era che battage pubblicitario.
buona domenica

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In effetti erano quattro, solo che il quarto gliel'ho fregato io... Very Happy

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mattiaajduetre ha scritto:
buona giornata
delpo ridotto a tre telai, personalmente la considero una barzelletta che altro non era che battage pubblicitario.
buona domenica

può anche darsi, è un mondo da noi talmente distante che non possiamo conoscerlo nei dettagli e quando ci sono di mezzo i soldi può succedere di tutto. buona giornata

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Come al solito: ma cambiare serve o serve migliorare la tecnica per noi comuni mortali? 
@VANDERGRAF pratica non filosofia! 
Ho lanciato la provocazione per capire quanti pensano di giocare bene con un solo telaio e quanti invece riescono a giocare con qualunque attrezzo. 
Ho un amico che fa buchi con una prince EXO3 BLU 110 di qualche anno fa con Alu Power 1,25 a 26 kg il tutto con un peso totale di 295 gr. Un altro dice che sente la palla con telai di 380 gr! Allora?

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Domenico carissimo,
ora ho capito: allora, io ho giocato vent'anni con la stessa racchetta e il buon Mario potrebbe scrivere pagine sulle " tribolate " che fece per me e per trovarmele: mi dava fastidio anche se cambiavano il pj ... ( sicuramente mie fisime )
ora che non gioco più, parecchi telai mi sembra possano essere ok.
sicuramente trovo che yonex sia il top

buon tennis

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Ho lanciato la provocazione per capire quanti pensano di giocare bene con un solo telaio e quanti invece riescono a giocare


Per me, non esiste NESSUNA racchetta al mondo che possa migliorare la tecnica.

Non esistono racchette che ci facciano "giocare bene"... ma ce ne sono moltissime che ci fanno "giocare male"!

Personalmente, riesco a giocare decentemente (al mio basso livello, ovviamente) con qualsiasi racchetta.

Comprese le racchette di legno anni '70, con ovale da 65'.

E chi dice che, con tali racchette, non si può toppare, non ha idea di quello che dice.

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P. S. farei ulteriore distinguo tra noi e i giocatori veri:
per le donne è più facile cambiare perché giocano un tennis più similare tra loro e usano praticamente un paio di tipologie di telaio...
per i maschi gli swiches credo siano davvero limitatissimi: prendiamo Nole ad esempio che praticamente usa la stessa racchetta fin da ragazzino pittata tecni o Head con solo un brevissimo passaggio per la Pro di W.
poi so che ultimamente dovrebbe avere uno stampo diverso...
buona domenica

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Sì, djoker dovrebbe aver messo punte di graphene, si dic. Mi ricordo che Kk disse che così avrebbe avuto una bestiaccia nervosetta.

Personalmente, la penso come Sonny, ma la dico così: non ci sono racchette che ti fanno migliorare, ma racchette che sono più adatte a noi e ci consentono familiarità e semplicità di esecuzione.

L'esempio sono io, che dalla Wilson 90 faccio fatica, dopo tante prove, a fermarmi su un telaio, poiché c'è sempre qualcosa che, alla lunga, mi fa storcere il naso.

La differenza maggiore tra noi e i pro è che loro hanno una forma fisica sempre al massimo: non c'è bisogno di stravolgere l'attrezzo, quanto fare piccole modifiche a seconda delle condizioni di gioco. Inoltre, pensando a head, hanno telai leggerissimi da customizzare. È come se io comprassi racchette da 310 gr per portarle finite a 350: non ho bisogno di cambiare telaio, basta solo spostare il piombo dove serve.

E poi, anche i pro sono affetti da racchettite: Murray è passato al 16x19, Djokovic il graphene. Federer ci ha messo più do un anno. Del potro... Dimitrov ?! Wilson, Yonex e Head... Piatti, profili, pattern diversi. Si dice anche pesi in un altro thread.

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Si Sonny, nessuna racchetta ci trasforma in campioni, ma ogni stile di gioco ha una tipologia di telaio più o meno idonea........ Se uno e' più bravo , lo è punto e basta e non c'è racchetta che possa cambiare le cose , ma con l'attrezzo sbagliato e' facile rimetterci le penne con avversari di pari valore! Tutti noi ci stiamo a perdere nel primo caso e siamo sempre sportivi nel' ammettere il risultato..... Nel secondo caso invece ci fumano gli zebedeu...... O mi sbaglio?

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Io penso che ad alti livelli cambiar telaio sia una scelta ben ponderata prendendo in esame sia l'aspetto qualitativo del gioco espresso con la nuova racchetta e sia l'aspetto economico..comunque non per niente sono nati i famosi pj tranne che in alcuni casi famosi come la Errani che ne ha tratto addirittura beneficio. A livello basso dopo innumerevoli cambio telai sono giunto alla conclusione che serva a poco se non al proprio stato mentale ,come quasi una forma di effetto placebo di scarsa durata.

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[quote="GIANLUINI DICA"]Io penso che ad alti livelli cambiar telaio sia una scelta ben ponderata prendendo in esame sia l'aspetto qualitativo del gioco espresso con la nuova racchetta e sia l'aspetto economico..comunque non per niente sono nati i famosi pj tranne che in alcuni casi famosi come la Errani che ne ha tratto addirittura beneficio. A livello basso dopo innumerevoli cambio telai sono giunto alla conclusione che serva a poco se non al proprio stato mentale ,come quasi una forma di effetto placebo di scarsa durata.[/quote]


concordo
buona serata

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Come al solito: ma cambiare serve o serve migliorare la tecnica per noi comuni mortali? 
@VANDERGRAF pratica non filosofia! 
Ho lanciato la provocazione per capire quanti pensano di giocare bene con un solo telaio e quanti invece riescono a giocare con qualunque attrezzo. 
Ho un amico che fa buchi con una prince EXO3 BLU 110 di qualche anno fa con Alu Power 1,25 a 26 kg il tutto con un peso totale di 295 gr. Un altro dice che sente la palla con telai di 380 gr! Allora?

se vuoi trasformare tutte le mie esperienze dirette sul campo in filosofia, non sei il benvenuto. l'apparente filosofia deriva sempre dalla pratica, altrimenti sarebbe solo presunzione fuori tema. come ho detto più volte, non esistono regole assolute nel tennis di livello tecnico basso, come il mio. ma esistono racchette con caratteristiche più congeniali di altre, cosa affermata in un altro post, che tu stesso avevi approvato. esistono inerzie non gestibili, profili che ci tolgono spinta o sensibilità, bilanciamenti scomodi oppure no, pesi eccessivi o inconsistenti e via dicendo, tutto in relazione alle nostre capacità fisiche e tecniche, comprese quelle, anche loro probabili, di poterci far adattare a qualsiasi telaio senza percepire grosse differenze nella resa. è per questo motivo che ho valutato il discorso sul marchio e la fedeltà dei pro totalmente inattinente a quello del custom a livello amatoriale. e ho anche spiegato che sarebbe comunque un discorso poco calzante alla realtà, perchè quasi tutti i marchi più famosi producono racchette dalle caratteristiche più disparate, quindi si potrebbe facilmente rimanere fedeli ad un marchio pur cambiando tante racchette o alterandone le caratteristiche con il custom. poi, come in tutte le cose, ci sono persone che le gestiscono con parsimonia ed efficacia e altre che si fanno prendere la mano e la testa e magari non raggiungono alcun risultato utile o lo raggiungono casualmente o lo avrebbero raggiunto procedendo diversamente. più pratico di così mi sembra impossibile

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Sono graditi interventi degli esperti,  kk,  sonny, Eiffel, abracadabra78, nw-t, mr wilson, etc. Grazie
@vandergraf hai ragione la tua non è neanche filosofia, infatti.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Sono graditi interventi degli esperti,  kk,  sonny, Eiffel, abracadabra78, nw-t, mr wilson, etc. Grazie
@vandergraf hai ragione la tua non è neanche filosofia, infatti.

non mi interessa che sia qualcosa, ho fatto un ragionamento logico alla luce di quello che vedo. puoi anche non condividerlo, ma non per questo devi scendere a livello di offesa personale.

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è proprio l'articolo che hai riportato che è impostato male, già dall'inizio. se leggi l'incipit si parla di squadre di calcio che si lamentano di non avere più bandiere mentre i brand di racchette non possono lamentarsi dei tennisti sotto contratto. un calciatore "appartiene" alla squadra in cui gioca, mentre un tennista non appartiene al marchio della sua racchetta, ma semmai alla sua squadra nazionale, quella che gioca in davis. il confronto andava fatto, ad esempio, sulla marca dei scarpini di un calciatore e quella della racchetta di un tennista. cosa c'entra paragonare una squadra in cui si gioca con uno sponsor che ti affida l'attrezzo con cui giochi ?

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VANDERGRAF si parla di uomini- bandiera: Nadal- APD,Wilson -Federer,Head -Djoko,per citare solo i più famosi.....mentre nel calcio tranne in alcuni casi come un Totti per esempio sono casi ormai rari......per la cronaca Lorenzo Cazzaniga non è proprio l'ultimo arrivato in fatto di giornalismo sportivo,posso anche capire che tu non sia d'accordo però in questoarticolo non sono scritte bestialità come sembra tu voglia dimostrare.

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GIANLUINI DICA ha scritto:
VANDERGRAF si parla di uomini- bandiera: Nadal- APD,Wilson -Federer,Head -Djoko,per citare solo i più famosi.....mentre nel calcio tranne in alcuni casi come un Totti per esempio sono casi ormai rari......per la cronaca Lorenzo Cazzaniga non è proprio l'ultimo arrivato in fatto di giornalismo sportivo,posso anche capire che tu non sia d'accordo però in questoarticolo non sono scritte bestialità come sembra tu voglia dimostrare.

quello che sto cercando di dire è che si tratta di due cose completamente diverse messe a confronto. secondo te qualche tifoso si incavola se totti cambia marca di scarpini ? un tifoso svizzero di federer si incavola di più se non gioca nella squadra svizzera o se passa dalla wilson alla babolat ? nel tennis non esiste il concetto di bandiera-squadra, tranne i casi in cui ci siano tennisti che decidano volutamente di non giocare la davis o giocano per altre nazioni in seguito a scelte di cambio cittadinanza. cosa può importare a un tifoso di tennis se il suo beniamino cambia marca di racchetta ? tifo per federer, non per la wilson.  quando si parla di bandiere ci si dovrebbe riferire sempre ad un pubblico di tifosi e al patriottismo sportivo, non ad una azienda con cui firmi  un contratto commerciale a livello di sponsor e di uso attrezzature

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È un paragone,un semplice paragone tutto qui:  per svariati motivi non vedremo mai un Nadal impugnare una head,anche perché poi molti ragazzini impugnando un'apd si immedesimano nel campione,mentre per esempio un un giocatore simbolo come Del piero nn ha finito la carriera nella Juventus.
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