spalama ha scritto: Quello che dico e' che dovete farvi una solida base su cui riporre molta fiducia, cose semplici da applicare, e pensare solo ad applicare quelle cose, e cercate di convivere con lo stress che puo' essere anche un fattore positivo.
Questo basta ad eliminare molti problemi emotivi ed a farvi rendere di piu'.
Concentratevi solo su quello che serve, pragmatismo.
Al nostro livello non serve altro, il resto sono solo pippe mentali che non fanno altro che alimentare la nostra emotivita'.
Il resto verra' da se, un bel giorno vi romperete le palle di prendere sonore legnate e troverete in voi la forza per reagire ed invertire la tendenza, ma senza il bagaglio di lavoro alle spalle non vai da nessuna parte, non e' con la forza della mente che farai viaggiare la pallina dove vuoi e come vuoi.
Nessuno di voi ha detto: beh io quelle cose che hai scritto le faccio tutte eppure non riesco ad esprimermi.
Giocare in torneo, a qualsiasi livello, richiede una preparazione differente, non basta quello che fate normalmente per giocare con i vostri amici.
Avete idea di quanto si allenino e si preparino Federer e Nadal?
Pensate che ne abbiano davvero bisogno al loro livello?
Eppure lo fanno sempre e costantemente, aggiungono esperienza, costruiscono fiducia, mettono benzina nel motore sia fisico che mentale, rimangono concentrati sulla pallina e quello che devono fare, sono sempre a posto con l'attrezzatura, hanno sempre l'acqua ed i loro integratori a portata di mano, e sono sereni perche' hanno fatto tutto quello che potevano.
Poi in campo si vince e si perde, e dipende da tanti fattori, bisogna accettarlo, ed il piu' delle volte si perde perche' l'altro e' stato piu' forte tecnicamente e tatticamente, non perche' io gioco come federer in allenamento pero' in partita gioco come un principiante, perche' se giochi come un principiante quando conta allora sei un principiante nello sport da torneo. Fattene una ragione.
Hai ancora tanta strada di fronte a te, tanta adrenalina da far scorrere nelle vene.
Non la senti?
Prova a darti due botte sui reni come faceva Connors per scatenarla.
Quoto Spalama sul discorso di porre basi solide, però non stiamo risolvendo il problema della resa.
Tu stai praticamente dicendo: se rendi al 50% in torneo, allenati e preparati in modo che quel 50% sia il 100% che oggi vorresti.
Si ok, però la consapevolezza di rendere al 50% non può essere vista come scotto da pagare.
No, bisogna trovare una soluzione per raggiungere almeno l'80%.
Ognuno ha le sue paure, e su quelle deve lavorare.
Ma prima, e qua si Spalama ha certamente ragione, deve avere un bagaglio tecnico
decente che ti permetta di esprimerti e che ti permetta di giocare un tennis da torneo.
Se il tuo servizio è traballante, non è colpa della tensione se in torneo fai ventordici doppi falli.
Quindi Quanto detto da Spalama è la bibbia:
in torneo si gioca il tennis da torneo, che non è il tennis champagne, ma un tennis percentuale dove i rischi li deve prendere solo l'avversario.
Questo dovrebbe anche in qualche modo abbassare la tensione, quindi è doppiamente valido.
Ma per lavorare sull' efficacia secondo me bisogna cominciare ad abbassare la valenza delle cose.
Il peso della vittoria e sconfitta deve essere superato o quantomeno reso secondario.
Si deve
giocare per vincere, e per farlo il proprio obiettivo deve diventare quello di essere soddisfatti del proprio gioco da torneo, del proprio tennis noioso e sicuro che però fa vincere le partite.
Di solito invece succede l'esatto contrario: si gioca per mostrare le proprie abilità, e l'obiettivo diventa vincere.
E' questo approcio che io credo generi il grosso dell'ansia e ci porta alla sconfitta.
Nella testa ormai ricolma di pensieri negativi rimbomba il desiderio di vittoria che muta in un attimo in paura della sconfitta, e ti viene il fiato corto.
Cosa che rende il nostro tennis già poco solido e troppo pretenzioso in un tennis completamente disastroso, fatto di braccini corti, gambe di legno, o tiri sui teloni che sono quasi degli sfoghi di nervi.