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Partita VS Torneo

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MARIO966
albs77
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Promemoria primo messaggio :

Prendendo spunto dall'altro topic che esamina la differenza tra allenamento o palleggio e partita a punti, ho voluto introdurre la discussione sullo step sucessivo, ovvero la differenza tra la partita e la partecipazione ad un torneo ufficiale.

Potrebbero a prima vista sembrare la stessa cosa: sono entrambe partite,a volte si disputano con le medesime regole, a volte no, ma comunque conta sempre il 15.
Eppure..... per me, esiste un baratro di differenza.

In torneo rendo indicativamente il 60% del mio potenziale, e si manifesta qualcosa che in partita non provo quasi mai : la paura di perdere, o meglio la preoccupazione di non sbagliare.

Discutiamo qui di come vi sentite psicologicamente in TORNEO: magari ne vengono fuori degli spunti interessanti.

A voi la parola.

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si, spalama ho capito il tuo pensiero ma personalmente la stai vedendo in un modo già oltre allo stato prettamente emotivo di chi ha paura di sbagliare.

te giustamente dici che prima di rivolgersi alla mente per far si che si giochi il più possibile in uno stato mentale di grazia, in questo sport bisogna imparare a far bene le cose semplici, i fondamentali, bisogna prima zappare tanta terra e masticare tanta merda prima di tolgiersi delle soddisfazioni....ok, ma secondo te uno che entra in campo con la paura di sbagliare sta pensando a fare i colpi " in the zone" , o a pregare che qualcuno lassù gli levi la paura e gli permetta di esprimersi come sà che lo puo fare ( nel bene o nel male tatticamente che sia)?

il tuo discorso per me è uno step di chi ha già un carattere forte, di chi in allenamento si mette a fare i play of the week e che in partita si mette a fare i play of the week non rendendosi conto che i suoi errori non forzati sono il triplo dell'avversario che invece fa le cose semplici...palla lunga...soffre..etc..allora sì che lì c'è un problema ma non di certo di carattere emotivo.

la teoria è bella sì...ma Baggio col suo Zen non ha di certo fatto quello che Maicosuel ha fatto davanti a centinaia di udinesi che sognavano la champions...chi si è fatto prendere dall'emotività dei due?

ps: il tuo avatar è na figata Laughing

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Penso di aver ingenerato confusione nel post, involontariamente.

Io non ho paura di sbagliare (mica ci campo con il tennis), però voglio vincere.
E per farlo faccio tutti e 7 i punti (ok, adesso non ho la salute, ma tant'è, non posso controllare tutto).

Per me il problema del torneo - in realtà del tennis in genere - è essere in palla. Se non lo sono, vado bene per un bel allenamento intenso, quello mi viene sempre, perché la tecnica c'è.

Ma nel torneo c'è un problema: l'errore. Ho come un aumento Esponenziale degli errori, che diventano orrori. E non è tensione, stress, paura. È mancanza di uno stato mentale che mi consenta di fare quello che so.

Sembra tanto una papippa mentale, ma penso che sia dovuta a non essere navigato come Sonny, per esempio.

La domanda è: siccome perdere in modo osceno mi fa male - sia mentale che tennistico.- che fare? Stringo i denti e avanzo o c'è il "trucco", la.via da seguire?
Perché di continuare a perdere sentendomi dire che è perché sbaglio... Che ho i colpi... Che corro... Sì, intanto perdo!

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sixers85 ha scritto:
albs77 ha scritto:

Nessuno ha detto che la tecnica non è migliorabile, ma che il proprio bagaglio tecnico non si modifica in torneo.


beh scrivendo, cito:
La tenica non può migliorare o peggiorare.
Resta quella.

sembra una sentenza dal modo in cui è espressa. 

È ovvio che quando affermo che "la tecnica è quella e non può migliorare" mi riferisco a QUELLO SPECIFICO torneo: la mia tecnica sarà la stessa che ho prima di cominciare il torneo stesso: né più, né meno!

Poi, evidentemente, posso migliorare la tecnica, ci mancherebbe!

Ma, quando gioco in torneo, essa sarà esattamente quella che ho raggiunto.
Non un'oncia di più, non un'oncia di meno.

È il rendimento, non la tecnica, che cambia in torneo.

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non credo che migliorare la tecnica faccia eliminare la paura di perdere. la paura è un fatto emotivo non tecnico.
poi si parla della resa del giocatore che se è del 60% resta quella anche con tecnica migliore.
quindi se si vuole arrivare a dare sempre il 100% è necessario lavorare su se stessi riducendo la paura di sbagliare e lo stress negativo o qualsiasi cosa sia che disturba la tranquillità mentale.
un buon modo è sicuramente giocare molti tornei ma non funziona con tutti, ho un amico che da anni fa tornei e sempre prima della partita è agitatissimo.

la consapevolezza di avere un problema di gestione stress partita l'ho avuta in torneo la settimana scorsa e ora che l'ho capito lavorerò con impegno sul miglioramento dell'aspetto mentale. peccato che nel mio circolo nessun maestro parli di questo.

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Amico mio la paura non te la leva nessuno da lassu', te la leva solo la consapevolezza del lavoro che hai fatto per arrivare a giocare la partita di torneo.

Non esistono trucchi, esistono solo tante sportellate in faccia alle quali devi reagire.

Il problema e' l'errore?

Non e' un problema di stato mentale, e' un problema di fiducia nel tuo gioco, e' un problema che ha una base tecnica.

L'errore va accettato, fa parte del gioco.

Come eliminarlo?

Invece di farti un'ora di pippe mentali di speranza prima del match ed un'ora di pippe mentali disperate dopo il match, fatti due ore di cesti con un buon maestro, mettiti a lavorare e gioca duemila rovesci incrociati e duemila dritti incrociati, alti un metro sopra la rete e che rimbalzino un metro prima della linea di fondo.

Costruisciti un tennis di base molto solido e gioca quello in torneo, elimina i fronzoli, mettiti in modalita' torneo e gioca.

Io faccio cosi'.

Serve tirare forte il servizio? No, ed allora non lo tiro, sbaglio meno, mi stanco meno, gioco un bel kickone ed inizio.
Non ho Agassi che risponde al servizio di la'.

Serve tirare il rovescio lungolinea a tutto braccio?
No perche' non ho Nadal di fronte.
Allora lo gestisco, lo tiro solo se serve, gioco sempre incrociato, male che tiro ho tirato sul rovescio dell'avversario ed e' gia' qualcosa.

Serve spararacchiare di dritto a tutto campo?
Solo quando il mio avversario accorcia il colpo.
Quando non serve lo tengo ad una velocita' media ma sicura.

Serve rischiare i colpi?
Solo quando l'avversario mi da una palla facile, mai quando mi mette in difficolta'.

Serve andare a rete?
Solo su una palla comoda da attaccare, altrimenti ma ndo vai che nemmeno Federer ci va tanto...

Non e' utilitarismo o mediocrita', e' realismo, e' consapevolezza del livello di gioco a cui si gioca nella nostra categoria.

Poi se quello di la' ti prende a pallate, gli dai la mano e riparti con il prossimo match del prossimo torneo.

A questo gioco di base poi, sempre con il lavoro sul campo, puoi aggiungere col tempo delle varianti.

Ma c'e' troppa gente che gioca lo strettino di rovescio in top in corsa e poi non regge quattro palleggi di fila dritto per dritto al centro del campo.

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Grazie spalamaXD
Sembra un riassunto di Brad Gilbert (è Un complimento :-).

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Grande Spalama quoto tutto!cheers

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Adesso provo a spiegarmi: quando gioco, SOPRAVVALUTO il mio avversario, QUINDI sono portato a dare TROPPO.

Esempio stupido: palla dentro.il campo, che normalmente mi sta dentro bene, profonda e pesante per rotazioni, ma in controllo, non forte a mille. Bene, ora mi esce sempre da 2 settimane, perché PENSO di avere, che ne so, Djokovic do là, che tanto mi tira il mega passante.

Insomma, penso di aver individuato il perché del mio on off eccessivo.

Nel breve periodo in cui giocavo bene, anche magari perdendo, almeno mantenevo gli scambi.

Ps. Poi faccio sempre i complimenti, perché l'importante è vincere in torneo è chi vincè merita.i complimenti sempre, anche se.ha.vinto perché ho sbagliano io

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Simonb ha scritto:
Penso di aver ingenerato confusione nel post, involontariamente.

Io non ho paura di sbagliare (mica ci campo con il tennis), però voglio vincere.
E per farlo faccio tutti e 7 i punti (ok, adesso non ho la salute, ma tant'è, non posso controllare tutto).

Per me il problema del torneo - in realtà del tennis in genere - è essere in palla. Se non lo sono, vado bene per un bel allenamento intenso, quello mi viene sempre, perché la tecnica c'è.

Ma nel torneo c'è un problema: l'errore. Ho come un aumento Esponenziale degli errori, che diventano orrori. E non è tensione, stress, paura. È mancanza di uno stato mentale che mi consenta di fare quello che so.

Sembra tanto una papippa mentale, ma penso che sia dovuta a non essere navigato come Sonny, per esempio.

La domanda è: siccome perdere in modo osceno mi fa male - sia mentale che tennistico.- che fare? Stringo i denti e avanzo o c'è il "trucco", la.via da seguire?
Perché di continuare a perdere sentendomi dire che è perché sbaglio... Che ho i colpi... Che corro... Sì,  intanto perdo!


anche usare racchette piu' facili potrebbe essere un primo passo!

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Quello non è un problema, l'ho appurato non solo con mie prove, ma anche con pareri altrui nella pratica. Non sbaglio perché la racchetta mi limita la velocità di braccio. Non è nemmeno in discussione la tecnica di esecuzione, ma solo i piedi (quelli si lavora sempre per migliorarli, sempre;-)).

Inoltre, già il passare dalla ps90 alle yonex prima 89, poi 97, per convergere ora sulla rf97 (che è in fase test: devo vedere se mi piace) è comunque una semplificazione, almeno per potenza e grandezza piatto corde (spesso troppa potenza, infatti vado lungo; meno critiche al piatto corde più grande, che almeno sopperisce nei decentraggi concedendomi potenza comunque).

Ho provato telai leggeri: palla troppo arretrata, ho uno swing e lo tengo.

so che il problema è quello che ha delineato in modo eccellente spalama, perché lo sentivo, ma non lo capivo e sapevo esprimere ;-)

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spalama ha scritto:
Amico mio la paura non te la leva nessuno da lassu', te la leva solo la consapevolezza del lavoro che hai fatto per arrivare a giocare la partita di torneo.

Non esistono trucchi, esistono solo tante sportellate in faccia alle quali devi reagire.

Il problema e' l'errore?

Non e' un problema di stato mentale, e' un problema di fiducia nel tuo gioco, e' un problema che ha una base tecnica.

L'errore va accettato, fa parte del gioco.

Come eliminarlo?

Invece di farti un'ora di pippe mentali di speranza prima del match ed un'ora di pippe mentali disperate dopo il match, fatti due ore di cesti con un buon maestro, mettiti a lavorare e gioca duemila rovesci incrociati e duemila dritti incrociati, alti un metro sopra la rete e che rimbalzino un metro prima della linea di fondo.

Costruisciti un tennis di base molto solido e gioca quello in torneo, elimina i fronzoli, mettiti in modalita' torneo e gioca.

Io faccio cosi'.

Serve tirare forte il servizio? No, ed allora non lo tiro, sbaglio meno, mi stanco meno, gioco un bel kickone ed inizio.
Non ho Agassi che risponde al servizio di la'.

Serve tirare il rovescio lungolinea a tutto braccio?
No perche' non ho Nadal di fronte.
Allora lo gestisco, lo tiro solo se serve, gioco sempre incrociato, male che tiro ho tirato sul rovescio dell'avversario ed e' gia' qualcosa.

Serve spararacchiare di dritto a tutto campo?
Solo quando il mio avversario accorcia il colpo.
Quando non serve lo tengo ad una velocita' media ma sicura.

Serve rischiare i colpi?
Solo quando l'avversario mi da una palla facile, mai quando mi mette in difficolta'.

Serve andare a rete?
Solo su una palla comoda da attaccare, altrimenti ma ndo vai che nemmeno Federer ci va tanto...

Non e' utilitarismo o mediocrita', e' realismo, e' consapevolezza del livello di gioco a cui si gioca nella nostra categoria.

Poi se quello di la' ti prende a pallate, gli dai la mano e riparti con il prossimo match del prossimo torneo.

A questo gioco di base poi, sempre con il lavoro sul campo, puoi aggiungere col tempo delle varianti.

Ma c'e' troppa gente che gioca lo strettino di rovescio in top in corsa e poi non regge quattro palleggi di fila dritto per dritto al centro del campo.

quello che dici è verissimo ma stiamo parlando di due cose differenti.
puoi avere una tecnica molto buona e comunque soffrire di tensione e stress durante le partite di torneo che non ti fanno rendere al 100%.
qualunque sia il tuo livello se non riesci a dare il 100% è solo per una questione mentale.
capita di giocare con l'amico e di batterlo sistematicamente in partitelle e poi in torneo perderci, eppure tecnicamente sei superiore ma non riesci a esprimerti per la paura di perdere. questo è solo un aspetto mentale che tutti dobbiamo affrontare. c'è chi è fortunato e non sente alcuna pressione e chi invece la sente.
ho visto maestri di tennis giocare col braccino in torneo e la tecnica sicuramente non mancava.

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Spalama, tolte le prime 2 frasi il resto non c'entra proprio niente col fattore emotivo. puoi allenarti e costruire il tennis che ti pare ma se il tuo carattere è quello c'è poco da fare...nel tennis come nella vita ed è su quello che devi lavorare e reagire; la fiducia nei tuoi mezzi te la devi creare te reagendo mentalmente ed applicando i tuoi sforzi al lavoro materiale.
qui non si tratta di livello, di strettino, di maestro diritti e rovesci etc... qui si tratta di lavorare su un piano extratennistico che ti porti ad applicare gradualmente quello per cui ti alleni. puoi farti anche 200 cesti prepartita ma la partita ufficiale per uno che ha di sti problemi è un mondo a parte.

e vai tranquillo che chi gioca lo strettino di rovescio in top in corsa con scorzettina di limone e non regge 2 diritti non ha di certo problemi di emotività. Chi ha problemi di emotività non solo non ti farà mai uno strettino ma avrà difficoltà pure a farti un diritto a due all'ora al centro del campo. E te lo dice uno che ci è passato e che ci sta di nuovo combattendo. Wink

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Quello che dico e' che dovete farvi una solida base su cui riporre molta fiducia, cose semplici da applicare, e pensare solo ad applicare quelle cose, e cercate di convivere con lo stress che puo' essere anche un fattore positivo.

Questo basta ad eliminare molti problemi emotivi ed a farvi rendere di piu'.

Concentratevi solo su quello che serve, pragmatismo.

Al nostro livello non serve altro, il resto sono solo pippe mentali che non fanno altro che alimentare la nostra emotivita'.

Il resto verra' da se, un bel giorno vi romperete le palle di prendere sonore legnate e troverete in voi la forza per reagire ed invertire la tendenza, ma senza il bagaglio di lavoro alle spalle non vai da nessuna parte, non e' con la forza della mente che farai viaggiare la pallina dove vuoi e come vuoi.

Nessuno di voi ha detto: beh io quelle cose che hai scritto le faccio tutte eppure non riesco ad esprimermi.

Giocare in torneo, a qualsiasi livello, richiede una preparazione differente, non basta quello che fate normalmente per giocare con i vostri amici.

Avete idea di quanto si allenino e si preparino Federer e Nadal?

Pensate che ne abbiano davvero bisogno al loro livello?

Eppure lo fanno sempre e costantemente, aggiungono esperienza, costruiscono fiducia, mettono benzina nel motore sia fisico che mentale, rimangono concentrati sulla pallina e quello che devono fare, sono sempre a posto con l'attrezzatura, hanno sempre l'acqua ed i loro integratori a portata di mano, e sono sereni perche' hanno fatto tutto quello che potevano.

Poi in campo si vince e si perde, e dipende da tanti fattori, bisogna accettarlo, ed il piu' delle volte si perde perche' l'altro e' stato piu' forte tecnicamente e tatticamente, non perche' io gioco come federer in allenamento pero' in partita gioco come un principiante, perche' se giochi come un principiante quando conta allora sei un principiante nello sport da torneo. Fattene una ragione.

Hai ancora tanta strada di fronte a te, tanta adrenalina da far scorrere nelle vene.

Non la senti?

Prova a darti due botte sui reni come faceva Connors per scatenarla.

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spalama ha scritto:
Quello che dico e' che dovete farvi una solida base su cui riporre molta fiducia, cose semplici da applicare, e pensare solo ad applicare quelle cose, e cercate di convivere con lo stress che puo' essere anche un fattore positivo.

Questo basta ad eliminare molti problemi emotivi ed a farvi rendere di piu'.

Concentratevi solo su quello che serve, pragmatismo.

Al nostro livello non serve altro, il resto sono solo pippe mentali che non fanno altro che alimentare la nostra emotivita'.

Il resto verra' da se, un bel giorno vi romperete le palle di prendere sonore legnate e troverete in voi la forza per reagire ed invertire la tendenza, ma senza il bagaglio di lavoro alle spalle non vai da nessuna parte, non e' con la forza della mente che farai viaggiare la pallina dove vuoi e come vuoi.

Nessuno di voi ha detto: beh io quelle cose che hai scritto le faccio tutte eppure non riesco ad esprimermi.

Giocare in torneo, a qualsiasi livello, richiede una preparazione differente, non basta quello che fate normalmente per giocare con i vostri amici.

Avete idea di quanto si allenino e si preparino Federer e Nadal?

Pensate che ne abbiano davvero bisogno al loro livello?

Eppure lo fanno sempre e costantemente, aggiungono esperienza, costruiscono fiducia, mettono benzina nel motore sia fisico che mentale, rimangono concentrati sulla pallina e quello che devono fare, sono sempre a posto con l'attrezzatura, hanno sempre l'acqua ed i loro integratori a portata di mano, e sono sereni perche' hanno fatto tutto quello che potevano.

Poi in campo si vince e si perde, e dipende da tanti fattori, bisogna accettarlo, ed il piu' delle volte si perde perche' l'altro e' stato piu' forte tecnicamente e tatticamente, non perche' io gioco come federer in allenamento pero' in partita gioco come un principiante, perche' se giochi come un principiante quando conta allora sei un principiante nello sport da torneo. Fattene una ragione.

Hai ancora tanta strada di fronte a te, tanta adrenalina da far scorrere nelle vene.

Non la senti?

Prova a darti due botte sui reni come faceva Connors per scatenarla.


Quoto Spalama sul discorso di porre basi solide, però non stiamo risolvendo il problema della resa.
Tu stai praticamente dicendo: se rendi al 50% in torneo, allenati e preparati in modo che quel 50% sia il 100% che oggi vorresti.
Si ok, però la consapevolezza di rendere al 50% non può essere vista come scotto da pagare.

No, bisogna trovare una soluzione per raggiungere almeno l'80%.

Ognuno ha le sue paure, e su quelle deve lavorare.

Ma prima, e qua si Spalama ha certamente ragione, deve avere un bagaglio tecnico decente che ti permetta di esprimerti e che ti permetta di giocare un tennis da torneo.
Se il tuo servizio è traballante, non è colpa della tensione se in torneo fai ventordici doppi falli.

Quindi Quanto detto da Spalama è la bibbia: in torneo si gioca il tennis da torneo, che non è il tennis champagne, ma un tennis percentuale dove i rischi li deve prendere solo l'avversario.
Questo dovrebbe anche in qualche modo abbassare la tensione, quindi è doppiamente valido.

Ma per lavorare sull' efficacia secondo me bisogna cominciare ad abbassare la valenza delle cose.

Il peso della vittoria e sconfitta deve essere superato o quantomeno reso secondario.

Si deve giocare per vincere, e per farlo il proprio obiettivo deve diventare quello di essere soddisfatti del proprio gioco da torneo, del proprio tennis noioso e sicuro che però fa vincere le partite.

Di solito invece succede l'esatto contrario: si gioca per mostrare le proprie abilità, e l'obiettivo diventa vincere.

E' questo approcio che io credo generi il grosso dell'ansia e ci porta alla sconfitta.

Nella testa ormai ricolma di pensieri negativi rimbomba il desiderio di vittoria che muta in un attimo in paura della sconfitta, e ti viene il fiato corto.
Cosa che rende il nostro tennis già poco solido e troppo pretenzioso in un tennis completamente disastroso, fatto di braccini corti, gambe di legno, o tiri sui teloni che sono quasi degli sfoghi di nervi.

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Accettate serenamente che si puo' perdere, accettate serenamente che il vostro avversario vi faccia dei punti, accettate un po' meno di regalare punti al vostro avversario.

Nessuno di noi e' un professionista, in campo poche cose ma fatte bene e con perserveranza.

In allenamento, per gestire la tensione, fate partite a tema, giocate i games partendo da meno trenta ad esempio.

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Il problema psicologico ce l'hanno anche i grandi campioni, la differenza tra i top ten e gli altri sta proprio nella testa.  Non credo che il numero 70 ATP deve imparare a fare il rovescio, giusto?  Ognuno di noi sa dove cercare una motivazione, una spintarella che ci aiuta a dare di piu'.  Sul come giocare in torneo poi qui le risposte possono essere molteplici.  Ho iniziato l'anno scorso a fare tornei alla tenera eta' di 38 anni per cui il mio intento non e' sicuramente quello di scalare la classifica ATP.  Detto questo, preferisco giocare e divertirmi sempre e comunque piuttosto che snaturare il mio gioco pur di vincere.  Certo tornare a casa da vincitori piuttosto che da perdenti giocando meglio e' un altro paio di maniche ma dipende dagli obiettivi che uno si prefissa.  
Buon Tennis a tutti

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Riprendo un po' questo tema che mi fa tanta simpatia.
Una pagina fa ho scritto due fattori: DNA ed età...e li ribadisco entrambi. Perché io ho 50 anni e qui non mi sembra di vedere teen ager. Stiamo parlando di un altro mondo, il "mondo degli adulti".
Io, come tanti di noi che scriviamo (e altri no), abbiamo iniziato 40 anni fa a guardare quel grande foglio bianco chiamato cartellone... Io, per esempio, ero terrorizzato dalla mancanza di informazioni: "Quando, a che ora, chi c'è, chi non c'è, l'attestato di iscrizione, le palline, l'arbitro, luci, riscaldamento???". Insomma che due balle che ero! Era un grande e importante gioco. E lo vivevo con una liturgia particolare. Era il mio modo di esorcizzare la paura perché io SONO tutt'oggi molto emotivo. Il mio maestro lo aveva capito fin da subito e il tennis mi ha aiutato in questo: quando si fa sul serio e si "entra in campo"...il resto sta fuori.
E come uno zio burbero ma buono ha lavorato su questo: i lacci delle scarpe, le racchette, le incordature, l'acqua, i cerotti ("li hai tutti i cerotti? se mi chiedi quelli a nastro te li mando a comprare in farmacia anche se giochi!"). Insomma, la preparazione, i calzini di ricambio, lo spray delle corde...era tutto il mondo del "prima", per non soffrire "durante".
Era una grande gioco e si doveva sorridere. Si diceva "giocare a tennis", "giocare in torneo", "giocare bene".
Era il mondo dei piccoli che... poi i piccoli crescevano e diventava "non mi son divertito un c...o!".
Vabbé, poi ho smesso di avere il mal di pancia e di non dormire, perché ho proprio smesso di giocare hehehehhehe
Se dobbiamo parlare di esperienza, la metà dei forumisti, probabilmente, ne ha più di me perché frequenta ininterrottamente tornei da decenni. Quello che dico, quindi, vale pochino.
Tecnicamente, però, vale / valeva il concetto del "fai quello che sai fare". La routine, l'allenamento, l'aver tirato migliaia di palle in "quella" maniera ti porta a recitare la tua poesia: la puoi decantare con entusiasmo, balbettando, tutta d'un fiato o con passione...ma le parole son quelle. Se c'è un black out...è solo questione che non l'hai letta e ripetuta abbastanza e finisci per inventarti le parole. Alcune ci stanno proprio bene e il discorso fila...spesso è un disastro.
Il rendimento a percentuali infime ha un significato sia tecnico sia di atteggiamento al "gioco". Se come dice Abra usi una racchetta difficile...il tuo cervello nascosto e bastardo lo sa benissimo e te lo fa notare. Eccome! Ti punisce e ti indebolisce in un mare di insicurezze. Se non reggi quella palla avversaria, il cervello ti punisce: panico, ansia, terrore della brutta figura. Il cervello tennistico ci osserva e fa da giudice, giuria e boia.
Come detto da altri, è sbagliato sentirsi "sotto processo". Stringi i lacci, alzi i calzettoni (o li abbassi per liturgia) e poi il mondo sta fuori al suono del "clank" del cancelletto. PUFFFFF!!! benvenuta Alice nel Paese delle Meraviglie. Ekkediavolo sorridi!
Questa è la mia esperienza e se è utile a qualcuno, beh, che la usi. Di certo non è una formula magica, perché io non son venuto bene come tennista. Però ho "giocato" a tennis. E mi son divertito.

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PiryLove ha scritto:
Il problema psicologico ce l'hanno anche i grandi campioni, la differenza tra i top ten e gli altri sta proprio nella testa.  Non credo che il numero 70 ATP deve imparare a fare il rovescio, giusto?  Ognuno di noi sa dove cercare una motivazione, una spintarella che ci aiuta a dare di piu'.  Sul come giocare in torneo poi qui le risposte possono essere molteplici.  Ho iniziato l'anno scorso a fare tornei alla tenera eta' di 38 anni per cui il mio intento non e' sicuramente quello di scalare la classifica ATP.  Detto questo, preferisco giocare e divertirmi sempre e comunque piuttosto che snaturare il mio gioco pur di vincere.  Certo tornare a casa da vincitori piuttosto che da perdenti giocando meglio e' un altro paio di maniche ma dipende dagli obiettivi che uno si prefissa.  
Buon Tennis a tutti


Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

In torneo si va per vincere, perchè la vittoria porta punti e quei punti ti servono a scalare le classifiche, o se sei particolarmente bravo, miri al montepremi , o perlomeno al prestigio sociale.

Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

Ora, se io voglio vincere, mi immagino che sia sensato fare quello che serve per vincere ed evitare invece quello che porta dei rischi inutili.
Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

Io credo che entrare in campo per giocare un tennis che non serve a vincere sia... incoerente, illogico.

E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
E' più facile accettarla se si sa di non aver dato il massimo: 

"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...

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Eh ma qui si entra in un grande vortice! 
Non esiste il gioco dell' "e se...". 
Per questo parlo di età anagrafica ed età tennistica: più vai in là con gli anni e più "pensi". E il tuo cervello ti uccide di domande. La Santa Inquisizione del tennista che non sa cosa fare.
Chiudi la porta del pallone, chiudi il cancelletto e fai giocare "l'altro", quello che mangia palline e gode come un opossum appena sente l'odore di un campo...

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albs77 ha scritto:

Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

In torneo si va per vincere, perchè la vittoria porta punti e quei punti ti servono a scalare le classifiche, o se sei particolarmente bravo, miri al montepremi , o perlomeno al prestigio sociale.

Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

Ora, se io voglio vincere, mi immagino che sia sensato fare quello che serve per vincere ed evitare invece quello che porta dei rischi inutili.
Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

Io credo che entrare in campo per giocare un tennis che non serve a vincere sia... incoerente, illogico.

E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
E' più facile accettarla se si sa di non aver dato il massimo: 

"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...


Io invece la vedo diversamente...

OGNI partita che faccio, la faccio pensando di divertirmi... perchè il Tennis è la valvola di sfogo e di relax, è il mio hobby, e i tornei sono soltanto un modo per "mettersi in gioco" e applicare quello che si è imparato nelle (ecco, queste sì) noiose lezioni al cesto!!! E forse è per quello che nel pre-partita non provo nessunissima ansia, tranne nelle partite del campionato a squadre, quando so che dalla mia prestazione dipende l'andamento della squadra... ma anche lì sono stato chiaro con i miei compagni: voglio pochi drammi e poche rotture di scatole in caso di sconfitta!!! (Per la cronaca: finora ho vinto 2 match decisivi per la vittoria finale...sgrat). Dal momento che smetterò di trovare piacevole tutto quanto, dalla fatica degli allenamenti, alle sconfitte, al pre-partita, smetterò di giocare a tennis!!!! Alla fine non vivo di tennis, e una volta che so di aver dato tutto il possibile in campo ma di aver perso, sono a posto col mondo intero! Se invece so di aver sbagliato qualcosa, beh, non faccio altro che pensarci e non vedo l'ora di tornare in campo col maestro per migliorarla!!! E chissenefrega dei 25 euro spesi per l'iscrizione... alla fine se vai a mangiare una tagliata con un buon vino ne spendi non meno di 30! Neutral

Il tutto, ovviamente IMAO Cool

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b52_ste ha scritto:
albs77 ha scritto:

Ognuno è libero di fare quello che vuole per carità, ma secondo me non ha molto senso iscriversi ad un torneo per "divertirsi".
Per divertirsi si va al polenta open, così si fa un torneo in amicizia e si beve una birretta tra gli ottavi e i quarti di finale, e se perdi vuol dire che potrai mangiare il panino con la porchetta prima degli altri, tanto c'è pure il girone dei loosers.

Ma se si paga 25 euro di iscrizione ad un torneo FIT, con la quasi certezza di giocare i primi turni contro candelottieri, gente che choppa anche di servizio tra poco,gente che ruba, mancini specializzati nel servizio ad uscire, ex c1 , se non b, con la panza da birre ma che ti crepano 2 set in 20 minuti.... mi sa un pò da sadomasochismo.

In torneo si va per vincere, perchè la vittoria porta punti e quei punti ti servono a scalare le classifiche, o se sei particolarmente bravo, miri al montepremi , o perlomeno al prestigio sociale.

Non c'è da vergognarsi di questo, fa parte dell'agonismo.

Ora, se io voglio vincere, mi immagino che sia sensato fare quello che serve per vincere ed evitare invece quello che porta dei rischi inutili.
Se io dovessi camminare su un passo di montagna ghiacciato con un burrone a fianco, non mi metterei le ciabatte infradito e non camminerei sulle mani, anche se sarebbe divertente!!!

Io credo che entrare in campo per giocare un tennis che non serve a vincere sia... incoerente, illogico.

E credo che il problema sia accettare una eventuale sconfitta sapendo di aver giocato il proprio miglior tennis da torneo.
E' più facile accettarla se si sa di non aver dato il massimo: 

"eh ma se avessi avuto el gambe, eh se non avessi mangiato la parmigiana giusto 10 minuti prima, eh se non avessi avuto le corde finite da 3 mesi, eh se non mi fossi dimenticato la seconda racca a casa, eh ma se avessi giocato con la oversize invece che con la ps90, eh ma se avessi avuto il polase sport invece che solo mezzo litro di acqua...


Io invece la vedo diversamente...

OGNI partita che faccio, la faccio pensando di divertirmi... perchè il Tennis è la valvola di sfogo e di relax, è il mio hobby, e i tornei sono soltanto un modo per "mettersi in gioco" e applicare quello che si è imparato nelle (ecco, queste sì) noiose lezioni al cesto!!! E forse è per quello che nel pre-partita non provo nessunissima ansia, tranne nelle partite del campionato a squadre, quando so che dalla mia prestazione dipende l'andamento della squadra... ma anche lì sono stato chiaro con i miei compagni: voglio pochi drammi e poche rotture di scatole in caso di sconfitta!!! (Per la cronaca: finora ho vinto 2 match decisivi per la vittoria finale...sgrat). Dal momento che smetterò di trovare piacevole tutto quanto, dalla fatica degli allenamenti, alle sconfitte, al pre-partita, smetterò di giocare a tennis!!!! Alla fine non vivo di tennis, e una volta che so di aver dato tutto il possibile in campo ma di aver perso, sono a posto col mondo intero! Se invece so di aver sbagliato qualcosa, beh, non faccio altro che pensarci e non vedo l'ora di tornare in campo col maestro per migliorarla!!! E chissenefrega dei 25 euro spesi per l'iscrizione... alla fine se vai a mangiare una tagliata con un buon vino ne spendi non meno di 30! Neutral

Il tutto, ovviamente IMAO Cool


Ho provato ma non ci riesco: per me il divertimento viene innanzitutto dal giudizio che ho della persona che gioca con me.
Se gioco con una persona simpatica, cordiale, onesta, che gioca di gusto, allora mi divertirò, ma mi divertirei anche se dovessi giocarci a poker.

Ma se invece davanti mi trovo una persona maleducata, boriosa, antipatica, magari pure disonesta, non posso divertirmici insieme, perchè io la racchetta gliela spaccherei sulle gengive, altro che giocare a tennis.

Quindi a me serve una motivazione personale,indipendente dall'avversario.
E l'unica che penso possa andare bene sia quella di cercare di giocare una partita da torneo come dio comanda, con tutti i crismi e le accortezze del caso.

A breve ci sarà un rodeo.
Voglio andare e provare a mettere in pratica quanto dice Spalama, anche se sarà dura.

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dipende dalle volte.
difficile fare modelli del proprio comportamento emotivo.

ciao
andy

ps. comunque visto che mi guadagno da vivere in altro modo in genere mi diverto che sia partita singola o che sia partita di torneo. l'importante è giocare a tennis.

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andyvakgj ha scritto:
dipende dalle volte.
difficile fare modelli del proprio comportamento emotivo.

ciao
andy

ps. comunque visto che mi guadagno da vivere in altro modo in genere mi diverto che sia partita singola o che sia partita di torneo. l'importante è giocare a tennis.

L'importante è divertirsi sempre ma partita è un conto, ti alleni con persone che conosci e che sai come giocano. Torneo chi ti capita, ti capita, magari lo vedi per la prima volta e devi capire in fretta come gioca e come osteggiarlo prima che finisca la partita... a favore suo!

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appunto. il divertimento aumenta. tutte le cose nuove divertono più delle vecchie.

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Iscriversi ad un torneo significa non solo spendere dei soldi ma anche accettare il confronto con qualcuno che non conosci.

Facile giocare sempre con lo stesso avversario, amico, etc..

Più difficile è entrare in campo senza sapere chi è e come gioca l'altro.

Qual'è il trucco?

Fottitene, entra in campo e fai il tuo gioco, che si preoccupi lui di come giochi tu.

Qual'è il problema?

Che nella stragrande maggioranza dei casi non abbiamo consapevolezza del nostro tennis, non sappiamo qual'è il nostro gioco.

Se ti domando che giocatore sei?
Qual'è il tuo tennis?

Sono sicuro che moltissimi di noi non saprebbero identificarsi come giocatore ed identificare il proprio gioco.

Che vuol dire io non snaturo il mio tennis?
Qual'è il tuo tennis?
Innanzitutto è un tennis da torneo o è il tennis champagne solo estetica e colpi strappa applausi e poi te ne vai a casa con un bel 6-0 6-1 sul groppone?

Nei tornei si gioca un altro sport, è un altro tennis, lo stesso Nadal in allenamento tira molto ma molto più forte di quanto tira poi nel match, prova dei vincenti spaziali che poi in partita tira fuori solo nei momenti che gli servono, il back di rovescio in allenamento non lo gioca quasi mai, poi nel match lo usa a bisogno.

Questo perchè nel match le dinamiche sono diverse.

Se hai la presunzione di non snaturare il tuo gioco tra un allenamento ed una partita di torneo non sei nella categoria dei pipponi come tutti noi, ammesso però che così facendo i match li porti a casa.

Se poi hai un problema psicologico di gestione dello stress allora semplicemente non sei pronto per fare tornei, o meglio puoi fare i tornei sapendo che prima di ottenere dei risultati ti prenderai parecchie bastonate.

L'importante è esserne coscienti e non essere presuntuosi.

Se sei bravo a palleggiare ma non vinci una partita sei un bravo sparring partner ma non sei un bravo giocatore, fattene una ragione e lavoraci sopra cercando di imparare a fare la partita, il che significa giocare bene i punti importanti.
Per giocar ebene i punti importanti devi essere un giocatore solido, fisicamente, tecnicamente e mentalmente.

Non lavorate sulla mente se manca tutto il resto, non siete cavalieri Jedi.

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Spalama, ti chiedo un consiglio, siccome mi sembra che ne sai di tornei.

Io tendo a giocare molto in pressione, mi piace scendere a rete cercando di spostare l'avversario.

Il mio problema è questo: mentre in palleggio si tende a palleggiare dritto per dritto, anche se sulle diagonali, comunque da diagonale a diagonale
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