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Giocare "ultradifensivo" può essere considerato spotivamente scorretto?

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Promemoria primo messaggio :

Per "ultradifensivo" non intendo semplicemente fare il pallettaro (nella categoria ci sono anche quelli ma non solo), ma chi gioca sempre una palla senza peso in totale sicurezza abbastanza profonda e due metri sopra la rete (quindi non facilmente attaccabile), non rischiando mai assolutamente niente e vincendo una partita facendo zero vincenti e con 200 errori dell'avversario.

Vorrei sapere che ne pensate.

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zuck ha scritto:


Esempio: preferisci vincere contro un 13enne con padre che gli urla contro di tutto (true story) o perdere con categoria superiore giocando bene?

Mi è successo: e mi è piaciuto.
Non tanto vincere, quanto dire al padre urlante: "Sei una emerita TESTA DI CAXXO"!
(verità sacrosanta)






Faccio una metafora (ops): a me pare che quelli che pensano solo a vincere siano come quelli che pensano solo a sopravvivere, ci sono invece persone che preferiscono una fine gloriosa e prematura a una vita lunghissima e insulsa.

Mi sa che ho esagerato con la metafora...


Come metafora... piuttosto "spinta" Razz

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zuck ha scritto:
Cerco di spiegarmi meglio:
è chiaro che vincere è meglio di perdere, migliorare è meglio di peggiorare e divertirsi è meglio di annoiarsi ma i tre obiettivi (divertimento, miglioramento e vittoria) non vanno valutati in sé e per sé ma in competizione fra loro:

Esempio: preferisci vincere contro un 13enne con padre che gli urla contro di tutto (true story) o perdere con categoria superiore giocando bene?

Io sceglierei la seconda, ma può darsi che qualcuno sceglierebbe la prima opzione.

Come dice Sonny, dipende dal TASK che ti proponi quando scendi in campo: per Sonny è vincere (ma anche lui, a dispetto del duro che è, ogni tanto ha soddisfazione anche nel perdere), per me no.

Faccio una metafora (ops): a me pare che quelli che pensano solo a vincere siano come quelli che pensano solo a sopravvivere, ci sono invece persone che preferiscono una fine gloriosa e prematura a una vita lunghissima e insulsa.

Mi sa che ho esagerato con la metafora...


Zuck non ti capisco. Perchè non divertirsi giocando a tennis per migliorare e vincere le partite ? Io sinceramente non vedo nessun TRADE OFF (ossia contraddizione o correlazione inversa, meglio) tra le tre cose. Intanto ritiro fuori il detto del mio primo (ormai vecchio ma neanche tanto) maestro : IN  CAMPO BISOGNA SOFFRIRE. Ce lo faceva scrivere su un foglio in stampatello (come ho scritto io) e portare dietro in torneo con l'ordine di tirarlo fuori ad ogni cambio campo e in ogni momento in cui il gioco si faceva duro. Ma non intendeva una sofferenza cosmica (ah ah ah  Very Happy) di leopardiana memoria come la intendevo io a 12 ma una "sana sofferenza" di chi ha di fronte un'avversario che è li in campo a cercare di fare la stessa cosa nostra: VINCERE ! 

E' proprio il rapporto SANO con quella sofferenza che crea la tensione dinamica che ci permette di confrontarci con sano agonismo e di buttare tutto sul piatto per cercare di dare il meglio ed uscire soddisfatti e sicuri di aver dato il massimo. Se hai vinto giocando bene rispetto agli obbiettivi (realistici) che ti eri prefissato benone 10 punti, hai raggiunto il tuo scopo primario (best). Se hai vinto ma senza giocare al meglio (second best) va bene ma.....capire cosa potevi fare meglio e perchè non lo hai fatto. Se hai perso giocando bene perchè il tuo avversario era superiore bene....bravo lui. Cosa posso imparare da questo match ? Cosa posso fare la prossima volta che lo incontro per fare più punti e provare a batterlo ???? Se hai perso con uno che realisticamente   valutavi alla tua portata....campanello d'allarme. In cosa non ha funzionato il mio gioco ???? Giornata storta...ci può stare. Errata interpretazione tattica del match ? Può essere. Bravo lui a giocare sui miei punti deboli ? Ok, come posso integrare le mie carenze ? E via discorrendo. Dimmi tu se questo non è miglioramento ???? Divertirsi giocando a tennis secondo me sta prorpio nel trovare appagamento in questo processo di lavoro attento e scrupoloso per cercare di migliorarsi sempre più in ogni aspetto e vincere più partite potendo sfidare avversari sempre più quotati e via discorerndo......

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io, al contrario di quell'allenatore, penso che la massima aspirazione per un giocatore professionista di tennis sia quella di vincere divertendosi. solo i soldi non basterebbero a far da contrappeso a tutti i sacrifici e le batoste, se non ci fosse anche un pò di divertimento incosciente. poi quel divertimento si può concretizzare in modi diversi, anche al di fuori di un contesto partita, vedi ad esempio federer che tira le palline dentro un automobile col tetto aperto o i vari tornei esibizione con tanto di audio e imitazioni. partire dal presupposto che si debba per forza giocare sempre lo stesso noiosissimo colpo per vincere e ottenere il meglio è qualcosa che farebbe somigliare troppo il tennis ad un lavoro in fabbrica. e per fortuna ancora non lo è, nonostante i livelli di stress fisico e mentale siano altissimi a certi livelli. poi, ripeto per l'ennesima volta, in un contesto amatoriale, subentra anche il carattere di ognuno e non è affatto vero che non esiste nessuno che non pensa solo a vincere. poi, senza che nessuno scomodi la filosofia, resto sempre del parere che questa smania di vincere e di sostenere sempre che è naturale, è la croce e delizia del genere umano. avete idea di quante cose sarebbero più belle se non ci fosse tutta questa competizione dove il fine giustifica sempre i mezzi ? la nostra fame di vincere è molto spesso una valvola di sfogo, non un traguardo che va a premiare determinati meriti raggiunti. si vuole vincere per orgoglio, per vanità, per egocentrismo, molto meno frequentemente per vedere premiato il nostro gioco e la nostra passione

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Vander che i giocatori professionisti si diventando a giocare è assolutamente vero infatti lo ripetono spesso e quando smettono anche di divertirsi di solito si ritirano anche perché senza divertimento è molto difficile tirarare avanti.....per quanto riguarda il discorso filosofico sulla vittoria...parliamo di un argomento complesso...ma nel tennis agonistico la vittoria  fa parte del gioco ed è l'essenza stessa del gioco. Come la sconfitta....due risvolti della medaglia...bisogna solo imparare a vivere bene entrambe le cose. E a gestire la grossa pressione di uno sport individuale agonistico difficile come il tennis. Ecco cosa significa soffrire in campo. Bisogna imparare a fare amica quella tremenda pressione che si crea tra un punto e l'altro, prima di servire, durante i cambi di campo. Imparare a farsela amica, addomeaticarla e sfruttarla a proprio vantaggio.

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si, paolo, quel concetto era ben chiaro e lo condivido. io mi riferivo a tutti quelli che sostengono che per vincere bisogna passare attraverso la noia del gioco. può essere una cosa proficua e con un senso ben mirato se si parla di giocatori che hanno traguardi importanti da raggiungere o mantenere, non la trovo invece essenziale per chi non ha quei traguardi, dove si può vincere anche senza passare attraverso la noia. per noia intendo la ripetitività meccanica di colpi sempre uguali, con l'unico scopo di sbagliare il meno possibile senza mai prendere iniziative che vadano oltre quello schema e quel tipo di colpi. il tennis, proprio perchè complesso, offre un'infinita varietà di colpi e di tattiche, da variare anche in base all'avversario di turno e alle proprie condizioni fisiche e mentali, che spesso a livelli bassi sono incostanti.

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Altro concerto "filosofico" applicato alla "scienza tennistica"...e questo è un buon argomento. In effetti se ne discute di questo concetto anche tra gli addetti ai lavori....i maestri e i coach...mi ricordo di averne parlato con un coach mio amico un annetto fa. È un coach di buon livello e ha allenato a livello atp specialmente donne. Voleva dare un'occhiata a mio figlio così per amicizia. Nell'altro campo si allenava una ragazzina che conosco di un anno più grande che è anche una delle migliori in Italia...la osservava e io gli ho chiesto cosa ne pensasse....e lui mi chiese : com'è ? E io in che senso ? E lui: si di carattere la ragazzina....io : ma ordinata precisa volenterosa...e lui si....ma tu cosa ne pensi ? gli chiedo...ma risponde è rigida inquadrata....incasellata...tutti così li allenano...a colpire la palla e non a giocare a tennis !!!

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anche questo fa parte della selezione naturale, il tennis è cambiato e i talenti sopraffini sono diminuiti per lasciar spazio a chi fa del ritmo la sua arma vincente. negli anni 80 c'erano becker, connors, edberg, mcenroe, noah, cash, leconte e via dicendo, forse un'epoca irripetibile. il talento può far paura perchè spesso convive con la sregolatezza, allora si preferisce una soluzione più faticosa ma più affidabile, sostenere con la condizione fisica e mentale un gioco fatto di ritmo regolare e ossessivo. spesso chi gioca solo di talento si ritrova oltre i primi venti in classifica, prima mi sembra che ci fosse più spazio per tutti.

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o forse è solo un discorso nostalgico e ci troveremo tra vent'anni a parlare uguale dei campioni di oggi. in fondo quello che vediamo acquista un sapore diverso anche in base alle nostre predisposizioni, per chi oggi ha 40 anni o più e ha cominciato a seguire il tennis dalla fine degli anni 70, ci sono delle partite che rimarrano epiche e una varietà di campioni memorabile, non si parlava di fab 4 anche se già allora c'era chi monopolizzava le grandi vittorie, ma nel giro di 10/15 anni si vedevano talmente tanti talenti che lo spettacolo era veramente molto ben assortito.

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Passano i mesi, gli anni... e nel forum si leggono sempre le stesse cose (ovviamente in buona fede...).

Posto che, anche a me, piaceva moltissimo il tennis anni '80, con la sua varietà di gioco e di stili...

La palla VIAGGIAVA LA META' DI ORA.

Quindi era più facile esprimere un gioco "di tocco", "di talento" e godere la visione di partite bellissime ed avvincenti.

Salvo RARISSIME ECCEZIONI, oggi questo NON E' PIU' POSSIBILE, per il semplice fatto che, l'enorme velocità degli scambi, del servizio ha modificato il gioco.

E non c'è possibilità di tornare indietro (se non, quella utopica, di modificare e depontenziare gli attrezzi).

Lo stesso lo si può vedere nel calcio: i "Funamboli" (alla Beccalossi) non possono più effettuare le loro giocate estrose: il gioco ha ritmi impressionanti (e dopati) il fattore fisico è preponderante.

Tornando al tennis: se c'è qualcuno che crede che i "robot spara-palle" di oggi non abbiano talento... IMHO, di tennis ne capisce veramente poco.

E, in conclusione, ribadisco che preferivo il tennis degli anni '80: ma non si può tornare indietro.

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una curiosità: ma che significa sto IMHO che ogni tanto leggo dappertutto ?

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VANDERGRAF ha scritto:
una curiosità: ma che significa sto IMHO che ogni tanto leggo dappertutto ?



In My Humble Opinion (a mio modesto parere)

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Sonny Liston ha scritto:
Passano i mesi, gli anni... e nel forum si leggono sempre le stesse cose (ovviamente in buona fede...).

Posto che, anche a me, piaceva moltissimo il tennis anni '80, con la sua varietà di gioco e di stili...

La palla VIAGGIAVA LA META' DI ORA.

Quindi era più facile esprimere un gioco "di tocco", "di talento" e godere la visione di partite bellissime ed avvincenti.

Salvo RARISSIME ECCEZIONI, oggi questo NON E' PIU' POSSIBILE, per il semplice fatto che, l'enorme velocità degli scambi, del servizio ha modificato il gioco.

E non c'è possibilità di tornare indietro (se non, quella utopica, di modificare e depontenziare gli attrezzi).

Lo stesso lo si può vedere nel calcio: i "Funamboli" (alla Beccalossi) non possono più effettuare le loro giocate estrose: il gioco ha ritmi impressionanti (e dopati) il fattore fisico è preponderante.

Tornando al tennis: se c'è qualcuno che crede che i "robot spara-palle" di oggi non abbiano talento... IMHO, di tennis ne capisce veramente poco.

E, in conclusione, ribadisco che preferivo il tennis degli anni '80: ma non si può tornare indietro.


cheers cheers cheers

PS. I primi 100 giocatori ATP sono tutti pieni di talento ! Solo che oggi prima devi essere un grande atleta (se no dopo l'under 16 se non schianti ti fermi li)...poi un tennista di talento....Però, quello che diceva il mio amico coach, che è poi la sua filosofia di allenamento, è che ogni atleta ha le sue caratteristiche psicofisiche ed è altamente sbagliato creare dei cloni secondo un modello precostituito di giocatore che va di moda, o che viene ritenuto più funzionale (vedi Djokovic al momento) cioè adattare un giocatore che ha determinate caratteristiche fisiche ad un tipo di gioco che non gli è congeniale. Questo porta, alla lunga, effetti devastanti sul fisico. Ogni giocatore giovane ha delle caratteristiche peculiari che se ha delle potenzialità vanno tirate fuori e valorizzate e l'allenamento viene cucito addosso al giocatore sulla base di questo assunto.

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Paolo070 ha scritto:
Sonny Liston ha scritto:
Passano i mesi, gli anni... e nel forum si leggono sempre le stesse cose (ovviamente in buona fede...).

Posto che, anche a me, piaceva moltissimo il tennis anni '80, con la sua varietà di gioco e di stili...

La palla VIAGGIAVA LA META' DI ORA.

Quindi era più facile esprimere un gioco "di tocco", "di talento" e godere la visione di partite bellissime ed avvincenti.

Salvo RARISSIME ECCEZIONI, oggi questo NON E' PIU' POSSIBILE, per il semplice fatto che, l'enorme velocità degli scambi, del servizio ha modificato il gioco.

E non c'è possibilità di tornare indietro (se non, quella utopica, di modificare e depontenziare gli attrezzi).

Lo stesso lo si può vedere nel calcio: i "Funamboli" (alla Beccalossi) non possono più effettuare le loro giocate estrose: il gioco ha ritmi impressionanti (e dopati) il fattore fisico è preponderante.

Tornando al tennis: se c'è qualcuno che crede che i "robot spara-palle" di oggi non abbiano talento... IMHO, di tennis ne capisce veramente poco.

E, in conclusione, ribadisco che preferivo il tennis degli anni '80: ma non si può tornare indietro.


cheers cheers cheers

PS. I primi 100 giocatori ATP sono tutti pieni di talento ! Solo che oggi prima devi essere un grande atleta (se no dopo l'under 16 se non schianti ti fermi li)...poi un tennista di talento....Però, quello che diceva il mio amico coach, che è poi la sua filosofia di allenamento, è che ogni atleta ha le sue caratteristiche psicofisiche ed è altamente sbagliato creare dei cloni secondo un modello precostituito di giocatore che va di moda, o che viene ritenuto più funzionale (vedi Djokovic al momento) cioè adattare un giocatore che ha determinate caratteristiche fisiche ad un tipo di gioco che non gli è congeniale. Questo porta, alla lunga, effetti devastanti sul fisico. Ogni giocatore giovane ha delle caratteristiche peculiari che se ha delle potenzialità vanno tirate fuori e valorizzate e l'allenamento viene cucito addosso al giocatore sulla base di questo assunto.

Allenare e' molto semplice dipende tutto da chi ti trovi davanti........

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certo che hanno tutti talento, ci mancherebbe altro, pure il 500 del mondo ha talento. ma in genere quando si parla di talento ci si riferisce a quel giocatore che brilla talmente tanto da sembrare nettamente più talentuoso degli altri. perchè ha una marcia in più nella tecnica di alcuni colpi, come potrebbe essere gasquet nel rovescio o edberg nella volèe o mcenroe nel servizio tanto per fare alcuni esempi. e quella tecnica gli permette di fare colpi altamente spettacolari, come accade spesso per certi ricami di federer sotto rete, o talmente fluidi da essere nettamente più veloci degli stessi colpi in altri giocatori, anche qui mi viene in mente federer. sicuramente il progresso degli attrezzi ha condizionato la formazione di tanti tennisti, con vantaggi e svantaggi annessi. ma direi che oltre a quello è proprio venuta meno la quantità dei talenti, che può avere anche cadenza casuale o legata comunque a fattori di varia natura messi insieme, basti pensare alla recente pochezza statunitense. ivanisevic aveva un servizio incredibile pur non avendo gli attrezzi ultramoderni di oggi, becker faceva passanti di rara bellezza, sampras non ne parliamo. sono tutti esempi di come il talento possa vivere di vita propria, prescindendo dalle attrezzature e dalla qualità degli avversari. e chi lo possiede in quelle modalità avrà sempre un'arma in più per vincere e vincere in modo spettacolare

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che poi andandomi a documentare sulle racchette di ivanisevic, ho visto che usava la prestige 600, un modello uscito negli anni 80, considerata tra le migliori racchette della storia, da quanto ho letto varie volte in questo forum. quindi già negli anni 80 c'erano fior di racchette, forse pure meglio di quelle odierne come qualità costruttiva e di materiali, certo magari non erano l'ideale per generare palle arrotate pesanti, ma per chi giocava più lineare la potenza la tiravano fuori ugualmente. d'altronde pure se vediamo certi filmati di borg non è che non tirasse belle "pignatte". pure in tema di racchette, devo dire che preferisco di gran lunga gli anni 80/90, ma qui probabilmente si tratta più di un amarcord estetico e di blasone, mi tornano in mente le snauwaert, le dunlop, la yonex della navratilova, la puma di becker, la wilson, addirittura la rossignol di wilander, l'adidas di lendl, poi se la memoria non mi fa cilecca c'erano anche le coq sportif e la lacoste, insomma anche lì gran varietà e grandi innovazioni. per non parlare delle prime prince, che fecero un pò da spartiacque tra i giocatori principianti che volevano avere finalmente una racchetta come cristo comanda, tanto che potevano permettersela solo in pochi, visto il prezzo esorbitante.

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Ah, la snauwaert graphite mid! Quando ero tanto giovane da poter giocare 7 giorni alla settimana!!!

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Il gioco cambia.
I talenti necessari cambiano.
Lo spettacolo cambia.
Solo una cosa non cambia mai: il desiderio di VINCERE, il motore di tutte le cose.  Laughing

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Ma perché non si riesce a scindere divertimento e capacità di gioco? Il divertimento, essendo soggettivo per definizione, non è per tutti quanti la stessa cosa. Non sta scritto da nessuna parte che giocare bene a tennis sia divertente e giocare per vincere non lo sia. Ci sono dei giocatori che sono talmente agonisti che partono incazzati solo se perdono testa o croce per il sorteggio, che vorrebbero vincere anche a bim bum bam contro un bambino. Per loro una partita di tennis è stata soddisfacente e divertente solo se li ha visti trionfatori. Quindi entrano in campo e fanno tutto ciò che è in loro potere per vincere. Se lo fanno senza cercare di rubare punti o altro sono assolutamente sportivi, cosa che NON si può dire di coloro che credono di avere lo swing di Roger e denigrano le capacità dell'avversario che li ha appena battuti, giustificando la sconfitta con scuse imbarazzanti!

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Molto giusto Doma. Molto sensato. 
Il divertimento/soddisfazione/gratificazione e' il motore dei nostri sforzi e/o sacrifici. Ognuno agisce di conseguenza. Ricordo che c'è anche una percentuale della popolazione terrestre che gode sessualmente a farsi menare, insultare e sottomettere: c'è qualcuno sul Forum di PT che vuole fargli una ramanzina dicendo che trombare così e' "antisportivo"?

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Very Happy Very Happy Very Happy
Very Happy

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prendere il viagra è antisportivo

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cheers cheers cheers
andyvakgj ha scritto:
prendere il viagra è antisportivo

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andyvakgj ha scritto:
prendere il viagra è antisportivo

Ma le donne ne godono parecchio...

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vuoi vedere che Sonny ha problemi di prostata Very Happy

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andyvakgj ha scritto:
vuoi vedere che Sonny ha problemi di prostata Very Happy

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Al momento, dagli esami effettuati, mi risulta come quella di un 25enne!

Cmq, non non provato ancora il blue power.

Me lo ha detto un'amica: tra un natural ed un dopato non ci sta proprio partita...

In futuro, ove necessario, ricorrero' volentieri all'aiuto farmaceutico!

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Sonny Liston ha scritto:



In futuro, ove necessario, ricorrero' volentieri all'aiuto farmaceutico!


ovvio Very Happy
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