'Sera a tutti...
Volevo condividere con voi un dettaglio (una problematica? Una caratteristica?) del mio gioco che non riesco ad affrontare con completa chiarezza.
Premetto che il mio livello di gioco è quello che è...ripreso con il tennis da un paio d'anni dopo molti di stop (ora ne ho 34, ma poi non è che a 17/18 fossi un fenomeno), me la cavo a sufficienza per giocarmela nei tornei del circolo, fortunatamente mi reggono ancora le gambe ed ho sempre avuto una certa sensibilità di mano (che mi aiuta nel gioco al volo, nei colpi in controbalzo, nei drop, etc). Non sono un grandissimo giocatore da fondo, un gran palleggiatore, ma nei primi 60/70 min di partita mi difendo a sufficienza... La palla esce il più delle volte abbastanza pesante, specie col dritto lungolinea, che nell'80% dei casi è ciò che cerco come risolutivo. Colpo più problematico il rovescio (a una mano) coperto, con poco poco top, mentre mi salva spesso il back che è uno dei miei colpi più solidi.
Ora.
Mi sono reso conto che i colpi che "mi riescono meglio" ed una altissima percentuale dei miei vincenti (tanto di dritto che di rovescio) sono quelli che eseguo non "piazzato" (magari dopo essermeli per bene costruiti), quanto piuttosto "in corsa"...quando non propriamente in recupero! Sul dritto (colpo che comunque padroneggiò meglio) la differenza è forse meno marcata, ma col rovescio è impressionante...riesco a far uscire delle vere e proprie sassate (e se incrocio trovo bellissimi angoli).
Mi chiedo: succede anche a qualcun'altro?
Io l'unica valida spiegazione che mi sono dato è che nella dinamica del colpo "in corsa" lascio andare molto di più il braccio, che finisce per eseguire il movimento più velocemente, con ampiezza e migliore chiusura... Boh...
Mi piacerebbe capire se qualcuno ha le stesse sensazioni e se è riuscito in qualche modo a trasportare questa evidente efficacia del colpo anche in situazioni diverse.
Volevo condividere con voi un dettaglio (una problematica? Una caratteristica?) del mio gioco che non riesco ad affrontare con completa chiarezza.
Premetto che il mio livello di gioco è quello che è...ripreso con il tennis da un paio d'anni dopo molti di stop (ora ne ho 34, ma poi non è che a 17/18 fossi un fenomeno), me la cavo a sufficienza per giocarmela nei tornei del circolo, fortunatamente mi reggono ancora le gambe ed ho sempre avuto una certa sensibilità di mano (che mi aiuta nel gioco al volo, nei colpi in controbalzo, nei drop, etc). Non sono un grandissimo giocatore da fondo, un gran palleggiatore, ma nei primi 60/70 min di partita mi difendo a sufficienza... La palla esce il più delle volte abbastanza pesante, specie col dritto lungolinea, che nell'80% dei casi è ciò che cerco come risolutivo. Colpo più problematico il rovescio (a una mano) coperto, con poco poco top, mentre mi salva spesso il back che è uno dei miei colpi più solidi.
Ora.
Mi sono reso conto che i colpi che "mi riescono meglio" ed una altissima percentuale dei miei vincenti (tanto di dritto che di rovescio) sono quelli che eseguo non "piazzato" (magari dopo essermeli per bene costruiti), quanto piuttosto "in corsa"...quando non propriamente in recupero! Sul dritto (colpo che comunque padroneggiò meglio) la differenza è forse meno marcata, ma col rovescio è impressionante...riesco a far uscire delle vere e proprie sassate (e se incrocio trovo bellissimi angoli).
Mi chiedo: succede anche a qualcun'altro?
Io l'unica valida spiegazione che mi sono dato è che nella dinamica del colpo "in corsa" lascio andare molto di più il braccio, che finisce per eseguire il movimento più velocemente, con ampiezza e migliore chiusura... Boh...
Mi piacerebbe capire se qualcuno ha le stesse sensazioni e se è riuscito in qualche modo a trasportare questa evidente efficacia del colpo anche in situazioni diverse.