Praticamente nella grande maggioranza di tutti gli sport ove esista una componente strumentale si tende a dare delle regole tali che le caratteristiche di materiale, di peso, di forma di tale strumento sia uguale per tutti . Nel calcio i palloni sono praticamente tutti uguali tanto sono risibili le tolleranze ammesse, così come nella pallavolo, nel basket, nel calcio a 5 e nel baseball, tanto per citare gli sport più diffusi. Nel tennis, lo strumento chiave è ovviamente la racchetta. Leggo che l'ovale può variare da 548 a 871 cmq, la lunghezza da 68,5 a 74 cm, il telaio penso possa essere costruito sia in marmo di Carrara che in cartapesta e le corde non hanno limiti (almeno credo). Tra una racchetta da 548 e una da 871 balla un 60% di differenza (giusto? Con i conti sono come nel tennis: una frana), insomma è come se fosse consentito giocare a calcio anche con palloni da spiaggia. Penso che sia esclusivamente un aspetto commerciale. Se la regola dice: le racchette devono avere tot lunghezza e tot cmq di ovale sicuramente i modelli di racchette non sarebbero più di 3, 4 per marca, però è anche vero che il numero di venduto dipende dal numero di praticanti che sarebbe sempre quello e la contrazione di vendite non sarebbe eccessiva. Certo per coloro affetti da sindrome da cambio racchetta compulsiva avere meno scelte sarebbe un problema ma col tempo sparirebbe anche questo. Tutti gli sport più popolari, col tempo sono cambiati assumendo nuove regole. Penso il calcio con le nuove norme sul fuorigioco, sul fallo da ultimo uomo ecc, il basket con i 4 periodi e i 3 punti da fuori, la pallavolo rivoluzionata da cima a fondo, la formula 1 che cambia al passo con i tempi. Il tennis è rimasto come i politici Italiani: immutabile. Le regole basilari sono sempre le stesse perlomeno a mia memoria (tranne sistemi di controllo più accurati nei grossi tornei). Solo gli strumenti sono cambiati e pure tanto. Chiaramente non si può tornare indietro e del resto se un prodotto tira non c'è motivo di modificarlo anche se a volte un po' "monocorde". La legge dello sport dovrebbe essere quella di mettere sullo stesso piano i contendenti e poi vinca il migliore.