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Ha senso per uno come me prendere lezioni?

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chiaralt
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KevinKline
aangri
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Ciao a tutti, martedì scorso ho iniziato un mini-percorso di lezioni di tennis (6 in un mese) per cercare di migliorare ma credo che, al di là di ricevere consigli da un bravo maestro e dal piacere di palleggiare con lui, io non ne avrò nessun giovamento.
Cerco di sintetizzare una presentazione tennistica: ho 48 anni, sono un autodidatta, ho colpi arrangiati tranne un back di rovescio abbastanza naturale e sicuro e un movimento di servizio corretto. Il dritto è completamente arrangiato, le voleè dignitose ma non impostate come dio comanda (però in partita raccolgo abbastanza soddisfazioni). Ho una buona sensibilità di tocco e un'ottima attitudine alle partite dove rendo molto bene (buona tattica e concentrazione). Metto ultimo il lato peggiore: fisicamente sono lento e in sovrappeso, quindi non sono in grado di scambiare a lungo e tendo a variare tantissimo il gioco piazzando molto (non ho un colpo risolutore).

Il maestro giustamente vuole che colpisca la palla con aperture ampie, il risultato è che colpisco male, magari miglioro alla fine della lezione ma in partita torno a tutti i miei pregi e difetti. Quindi mi sto convincendo che o faccio una scelta radicale e mi butto in un programma fitto di re-impostazione (col dubbio di buttare via soldi visto che a 48 anni come autodidatta non ho margini ampi di cambiamento) con molte lezioni e pazienza, o rimango nel mio brodo con l'obiettivo di migliorare fisicamente (perdere peso e aumentare resistenza). Verso i 30 anni ho attraversato il mio miglior periodo di forma atletica: ero perfettamente in linea e allenato: a tennis non vincevo quasi niente perchè snaturavo il mio gioco speculativo cercando corsa e regolarità e in questo campo non sono nessuno nemmeno se avessi il fisico di Nadal. Secondo il maestro posso valere un 4.3, con questi ho giocato quasi alla pari, ma non credo che riuscirò mai a batterli.

Grazie per i consigli

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Ha SEMPRE senso prendere lezioni, purchè tu abbia voglia di imparare e di mettere in pratica.
Se poi riesci a curare anche l'aspetto fisico allora puoi veramente ambire a fare il salto di qualità e di classifica.

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Secondo me i soldi spesi per le lezioni sono (quasi) sempre spesi bene.

Anche io ho iniziato come autodidatta tra gli anni 80/90, e purtroppo ho preso le prime lezioni non prima del 2000. Ho fatto male ad aspettare tanto.

Poi l'anno scorso ho ripreso con un bravo istruttore 3.2 e mi sento nettamente migliorato, appena inizia la stagione estiva (non vorrei pagare anche il pallone) continuo.

Secondo me non è vero che dopo anni e anni hai ormai cristallizato i tuoi errori e non puo più migliorare.

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chiaro che male non fa, intendevo che per smuovere uno stile di gioco autodidatta cristallizzato da anni e anni ci vorrebbe un clinic da nick bollettieri, altro che qualche lezione! Il senso di quello che volevo dire è che ho sviluppato un gioco adattato alle mie scarse risorse atletiche e che alla fine i miei pregi sono, alzandosi di livello, i miei principali limiti e quindi per migliorare dovrei resettare quasi tutto.

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Quello che dici è sensato, ma non credo che sia troppo tardi per imparare a giocare con una tecnica corretta. Vero, gli errori che ti porti dietro per l'impostazione autodidatta saranno un po' più difficili da correggere ma si può fare. Innanzitutto visto che il back ti esce naturale concentrati solo sul dritto, 6 lezioni al mese per tre mesi consecutivi ti daranno ottimi risultati se il maestro è valido. Lavora con il maestro solo sul dritto (è il colpo fondamentale) e quando giochi partite fregatene del risultato, pensa soltanto a fare quello che impari con il maestro, vedrai che farai grandi miglioramenti.

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Leggo spesso di persone che scelgono di curare la tecnica per compensare le lacune dal punto di vista atletico. Ora posto il fatto che l'ottimo è curare entrambe, ma se proprio devi scegliere, e visto che sei autodidatta, perdi peso e mettiti in forma. Prima di tutto perché non fa solo bene al tennis ma in generale al tuo corpo. Previeni infortuni ed hai un maggior senso di benessere nella vita quotidiana.
Come seconda cosa, i progressi che fai dal punto di vista tecnico non li vedrai davvero in azione prima di molto perché sotto sforzo fisico vengono fuori tutti i difetti e glie errori che si possono fare e se arrivi male sulla palla non c'è tecnica che tenga. Terzo, anche dal punto di vista tattico, immagino che al momento hai la necessità di comandare sempre lo scambio per portare a casa il punto. Se trovi uno che mette pressione o ti metti ad alzare campanili oppure se inizia a farti fare il tergicristallo( e se sei lento non ha bisogno di tirare molto forte per fartelo fare come si deve) sei spacciato. Il tutto IMHO e tenendo presente che se puoi curare entrambi gli aspetti è 10 volte meglio.

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Vorrei dare il mio contributo da vero scimmione tecnico...
Quando accarezzo l'idea di riprendere a giocare a tennis - nel senso di giocare con una certa continuità - la prima cosa a cui penso è un maestro! Penso a quante lezioni servano per poter riprendere con un minimo di livello decente. Fantasticare non costa nulla, così mi diverto a fare un programmino tecnico su tutte le cose che devo fare... Disastro!!! Alla fine mi rendo conto di proiettare sul maestro tutte le mie aspettative. Il fatto è che so perfettamente di averne bisogno perché, se fisso un errore, dopo, rischio di non correggere più quel difetto nello swing. È un po' il mio vizio, il mio difetto che, quando sei giovane è invece un gran vantaggio, e' la capacità di cambiare in continuazione i riferimenti. Disastro apocalittico!!!
C'è bisogno dunque di un maestro anche a cinquant'anni??? Tantissimo! Margini di miglioramento? Enormi! 
Ma il consiglio migliore che ti è stato dato riguarda la rimessa in sesto del fisico.... Entusiasmo frega e il tennis non perdona! 
Giovani o vecchi alla fine il tennis è sempre lo stesso:: non è un Modus operandi ma un modus Vivendi...

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Grazie, è chiaro che dimagrire sarebbe la prima cosa ma non è affatto facile: è forse una delle attività più complesse perchè sappiamo bene che l'alimentazione è correlata in modo a volte contorto con la psiche. La scarsa resistenza e mobilità, però, comporta una quasi inconscia attitudine a scegliere strategie avanzate che mi permettono di rendere al 110%. L'ottimo sarebbe di mantenerle anche in uno stato decente di forma atletica ma non è per nulla automatico, anzi. D'altronde non è possibile avere un approccio di allenamento professionale con 2-3 ore alla settimana di tennis (non di lezione, magari!)

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ciao... mi permetto, abbiamo la stessa età... ho capito bene che hai anche tu il problema del peso?... io in più ho 40 anni di bici e solo 3 di racchetta (gli ultimi)... ho scelto di giocare regolarmente con il maestro per imparare la tecnica, in modo esattamente contrario a te non ho alcuna abilità da sfoggiare in partita, dove sono un disastro, chiaramente non è che con 3 anni di tecnica posso andare distante... quindi ricorda bene, con il maestro impari/migliori la tecnica, mentre l'abilità no, devi giocare partite... andare da un maestro a 50 anni ? vedendo i miei coetanei affrontare la stessa questione mi viene da suggerire che dipende dalla propria individuale propensione a mettersi in gioco: andare dal maestro non può essere una questione da aprire e chiudere in quell'ora che passi con lui, è una questione mentale, devi ripassare mentalmente più volte cosa ti ha detto in altri momenti della giornata, pensare e ripensare ai colpi, guardare i colpi degli altri e metterli a confronto visivo con le istruzioni ricevute, provare a memorizzare il "film" del colpo nella tua testa e rivederlo... alcuni lo fanno e migliorano, altri no, non sono interessati, ma non per questo non migliorano: semplicemente migliorano con altri strumenti, cioè giocando e divertendosi o prendendo dalla propria carica agonistica... ho anche osservato che trovare un maestro capace di affrontare un allievo 50 enne è veramente difficile, e che in ottica di efficienza (ovvero rapporto risultati/costi) l'ideale è alternare maestro e partite, se hai due ore alla settimana fai una+una, se ne hai solo una va anche bene una lezione ogni 15 gg.

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Io consiglio un maestro intelligente, che ti possa correggere senza stravolgere i tuoi colpi.
In caso contrario diventa dura.

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Vengo giusto giusto dalla seconda lezione, aggiornamento. L'obiettivo iniziale era di giocare più piatto soprattutto di dritto perchè vengo da un infortunio all'indice della mano che mi ha fermato da giugno 2013 a febbraio 2014. Quando colpisco piatto di dritto non ho fastidio al dito, quando tendo a toppare e magari scentro la palla ho dolore. Dopo la prima lezione abbiamo convenuto che colpire piatto può voler dire essere molto meno efficace in partita, e quindi abbiamo lasciato perdere. Stamattina ci siamo concentrati sul rovescio perchè secondo il maestro avere un solo tipo di rovescio è limitante, abbiamo passato in teoria e in pratica i 3 rovesci: back, piatto e top. Abbiamo visto che il mio back è spurio, non compio il movimento ampio e quindi se la palla che mi arriva non è giusta di altezza e velocità tendo a fare un "taglione". Sul rovescio piatto avevo difficoltà per le palline del cesto che sono piuttosto lente e sgonfie rispetto a quelle con cui gioco, sul top è un disastro perchè mi mancano sia gli appoggi che il movimento, e se penso ad una cosa (ad esempio al movimento) non riesco a mettere bene gli appoggi e viceversa. Ovvietà, re-impostare è un lavoro lungo e impegnativo e al momento posso permettermi solo un mini-ciclo di 6 lezioni in questo mese di rientro. Quindi dalla prossima lezione ho chiesto di fare un set con un suo allievo dove giocherò il mio tennis con il maestro presente e poi passare al setaccio cosa aggiustare e cosa valorizzare.

Per gio2012: è molto diverso iniziare a 40 anni a giocare a tennis col maestro invece di re-impostarsi dopo che a 13 anni iniziai a giocare con gli amici dell'oratorio mettendo una rete tipo quelle da siepi in un campo di cemento velocissimo. A 15 ho iniziato a giocare su campi da tennis con lo stesso gruppo di amici autodidatti dove facevamo sempre e solo partite accanite. A 20 anni non ero male, se avessi iniziato lì una scuola tennis ora certamente parlerei di strategie e non di malinconici tentativi di migliorare il mio tennis arrangiato.

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Macché strategie! Anche io giocavo con un elastico da mutande a far da rete e un pezzo di mattone rosso per disegnare tutto, anche il giudice arbitro di profilo sul muro! 
Il problema sono le 6 lezioni: troppo poco per dare "indirizzi" credibili. Vecchio mio, ti devi trovare uno "impostato" da cui copiare. Insomma, uno che abbia un'idea su come fare i fondamentali e che abbia la pazienza di "farti copiare i compiti".
Poi, appena puoi, concediti il lusso di un'ora al mese: vale tutti i suoi soldi. 
La questione dito-mano-impugnatura, invece, e' una rogna perché può generare un dolore che costringe a movimenti non corretti. Speriamo e in bocca al lupo!

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chiros ha scritto:
Io consiglio un maestro intelligente, che ti possa correggere senza stravolgere i tuoi colpi.
In caso contrario diventa dura.


Quoto in pieno e vi riporto il mio percorso tennistico e io direi di essere laureata in swing sbagliati
- primo corso in montagna a 11/12 anni, una settimana di maestro in estate seguito da corso comunale per un anno con maestra anziana con forma fisica molto discutibile (in tutto l'anno avro' tirato due-tre rovesci che hanno passato la rete) e questo difetto me lo sono portato dietro per decenni
- lasciato il tennis e giocavo solo con mio padre ad agosto in montagna che si divertiva a tirare sassate che dovevo rispedire dall'altra parte (peccato che le sassate erano sempre fuori di mezzo metro, mio padre non aveva basi tecniche per correggere i miei difetti e giocando cosi' mi sono abituata solo a remare e a giocare 1 metro e mezzo dietro la riga di fondocampo)
- a 16 o 17 anni rifaccio un corso, di cui non ricordo assolutamente nulla, quindi direi che non era un granchè.
- gioco sempre con mio padre in estate, nel frattempo facendo altri sport guadagno una forma fisica invidiabile e l'agilita' di un gatto eme ne rendo conto perchè ributto tutto di la con una certa forza
- a 22 anni sempre con una buona forma fisica faccio un corso in cui il maestro è bravo e mi sta dietro, ma le compagne sono scarse, inizio a lavorare fino a tardi ed abbandono il tennis e mi disinteresso anche del tennis in TV
a questo punto il mio tennis ha un diritto e un servizio che viaggiano anche se con swing sbagliato, pero' rovescio inesistente, gioco solo back d'istinto che non mi ha mai insegnato nessuno e le volee non so nemmeno dove stiano di casa.

Poi conosco mio marito che anche lui aveva giocato che è un gran tifoso di Federer (e io chi è sto Federer?) e inizio a vedere le partite e mi viene voglia di giocare a 29 anni con il ricordo del mio diritto missile, ma infatti è solo un ricordo, le palle mi sembrano schizzare via e la racchetta mi sembra che pesi un chilo. Dopo un annetto passato a giocare con mio marito mi guardo dentro e mi dico... dai iscriviti al corso che ce la fai a raggiungere un bel tennis e l'ho presa come sfida personale

- a 31 anni mi presento al corso completamente fuori forma fisica con una racchetta degli anni 90 e con rovescio inesistente e diritto che chiudevo alzando il gomito credendo di dare top spin alla palla
ora sono al quinto anno di corso consecutivo per due volte alla settimana + ora di palleggio con mio marito quando ha voglia.
il rovescio mi è stato impostato da zero, il diritto è piu' che buono, ho imparato le volee e ora con il servizio mi tolgo la soddisfazione di qualche ace e sto anche pensando di tesserarmi, pero' sono dimagrita anche abbinando altri sport, cerco di curare l'alimentazione e tutti mi dicono che a livello di mobilita' sembro un'altra persona rispetto a 5 anni fa e questo fa molta differenza per posizionarsi correttamente per il colpo, perchè una cosa è arrivare con il fiato corto e tirare in qualche modo o in corsa, un altro è fermarsi e tirare con lo swing corretto.
Pero' non vi nego che alla fine del secondo anno a causa dei risltati un po' scarsi e del mal di schiena avevo pensato di smettere ma ho tenuto duro, alla fine pian piano il rovescio è migliorato e mi è sparito il mal di schiena anche con un po' di fisoterapia

Il mio consiglio è di curare per quanto possibile il peso anche solo abbinando altri sport per bruciare un po' di calorie e migliorare la propria forma fisica.
Per quanto mi riguarda finchè la salute e le finanze me lo permetteranno giochero' sempre con il maestro, ci ho messo un po' pero' mi ha tolto le mie cattive abitudini e se avessi fatto solo lezione singola serei migliorata piu' velocemente. in questo modo penso di cristallizzare lo swing corretto
se tu gia' te la giochi con i 4.3 pensa al salto di qualita' se un maestro ti correggesse...
Altra cosa secondo me importante è trovare una persona che sia disposta a palleggiare senza far partita per poter mettere in pratica quello che ti dice i maestro

spero che il post non via abbia annoiato, era solo per dire che nel tennis c'è sempre da imparare e non bisogna scoraggiarsi e credere che non si possa migliorare

buon tennis a tutti

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gio2012 ha scritto:
andare dal maestro non può essere una questione da aprire e chiudere in quell'ora che passi con lui, è una questione mentale, devi ripassare mentalmente più volte cosa ti ha detto in altri momenti della giornata, pensare e ripensare ai colpi, guardare i colpi degli altri e metterli a confronto visivo con le istruzioni ricevute, provare a memorizzare il "film" del colpo nella tua testa e rivederlo...


Uh, mamma hai fatto la mia descrizione.....

quando torno dal tennis, mentre ceno ripasso l'ora fatta a lezione e tante volte mi rendo conto che sto pensando al tennis quando sono in treno e sto tornando a casa
Quando guardo le partite degli agonisti del circolo guardo il colpo e come si muovono, leggo uin po' qua sul forum , guardo i video di tennis in internet.....insomma una vera passione, per non dire quando mio marito vede che ho internet aperto sui siti che vendono le racchette...e mi dice...ancora le racchette stai guardando, perchè vuoi comprare una racchetta???? ma noooooooo....

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Wow!Bella storia Chiara e complimenti.Vedrò di prendere ispirazione e magari tra un paio di anni mi vedrete tesserato alle qualificazioni del Foro Italico!! A parte gli scherzi, queste storie sono magistrali nel senso etimologico della parola....

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aangri ha scritto:

Per gio2012: è molto diverso iniziare a 40 anni a giocare a tennis col maestro invece di re-impostarsi dopo che a 13 anni iniziai a giocare con gli amici dell'oratorio mettendo una rete tipo quelle da siepi in un campo di cemento velocissimo. A 15 ho iniziato a giocare su campi da tennis con lo stesso gruppo di amici autodidatti dove facevamo sempre e solo partite accanite. A 20 anni non ero male, se avessi iniziato lì una scuola tennis ora certamente parlerei di strategie e non di malinconici tentativi di migliorare il mio tennis arrangiato.


certo che è diverso, goditi le abilità che hai acquisito sul campo in cemento prima e sul campo da tennis da autodidatta.Oggi se pensi di essere mentalmente pronto a migliorare la tecnica segui un buon maestro. Ricorda che c'era anche chi a 13 anni non poteva permettersi neanche una racchetta, oggi magari senza le abilità ed il fisico può farsi qualche lezione col maestro per divertirsi un po' con la tecnica.

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chiaralt ha scritto:
gio2012 ha scritto:
andare dal maestro non può essere una questione da aprire e chiudere in quell'ora che passi con lui, è una questione mentale, devi ripassare mentalmente più volte cosa ti ha detto in altri momenti della giornata, pensare e ripensare ai colpi, guardare i colpi degli altri e metterli a confronto visivo con le istruzioni ricevute, provare a memorizzare il "film" del colpo nella tua testa e rivederlo...


Uh, mamma hai fatto la mia descrizione.....

quando torno dal tennis, mentre ceno ripasso l'ora fatta a lezione e tante volte mi rendo conto che sto pensando al tennis quando sono in treno e sto tornando a casa
Quando guardo le partite degli agonisti del circolo guardo il colpo e come si muovono, leggo uin po' qua sul forum , guardo i video di tennis in internet.....insomma una vera passione, per non dire quando mio marito vede che ho internet aperto sui siti che vendono le racchette...e mi dice...ancora le racchette stai guardando, perchè vuoi comprare una racchetta???? ma noooooooo....

beh, mi auguro che il maritino giochi a tennis anche lui....

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gio2012 ha scritto:



certo che è diverso, goditi le abilità che hai acquisito sul campo in cemento prima e sul campo da tennis da autodidatta.Oggi se pensi di essere mentalmente pronto a migliorare la tecnica segui un buon maestro. Ricorda che c'era anche chi a 13 anni non poteva permettersi neanche una racchetta, oggi magari senza le abilità ed il fisico può farsi qualche lezione col maestro per divertirsi un po' con la tecnica.

Intendevo che certamente tu impari/hai già imparato/imparerai molto prima di me una corretta esecuzione dei colpi a parità di età. A 13 anni, anzi mi sbaglio a 14 come regalo di promozione di terza media, mi feci regalare una racchetta da tennis (fisher nera in alluminio, ancora tutti giocavano col legno). I miei genitori non potevano permettersi di mandare anche me a lezione di tennis (mentre mio fratello più grande si) e quindi mi arrangiai con i miei amici a giocare gratis in un campo di cemento di pallacanestro della parrocchia nei ritagli che era libero. Per le palline da tennis facevamo una colletta (eravamo 6-7 ragazzini) e le consumavamo fino al midollo. Per la rete (patetica) andammo in ferramenta e comprammo tot metri di recinzione in plastica che riuscimmo a fissare con dello spago ai corrimano esterni al campo di pallacanestro. Dopo due anni di questo andazzo, giocai a tennis con mio fratello che aveva 3 anni più di me e 3 anni di lezioni di tennis: eravamo a casa di amici dalla mattina, tutti i grandi e mio fratello giocarono tutto il giorno, a me lasciarono 30 minuti al tramonto dopo che avevo fatto il raccattapalle ininterrottamente. 
La partita scivolò svelta, e in 30 minuti il fratellone andò sotto 6-0, 6-0

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il marito è il mio sparring che ogni tanto si presta a farmi palleggiare incrociato e che non ha la smania di fare la partita, pero' non è maniaco di giocare a tennis, se non gioca una settimana per lui non è assolutamente un problema

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aangri ha scritto:
gio2012 ha scritto:



certo che è diverso, goditi le abilità che hai acquisito sul campo in cemento prima e sul campo da tennis da autodidatta.Oggi se pensi di essere mentalmente pronto a migliorare la tecnica segui un buon maestro. Ricorda che c'era anche chi a 13 anni non poteva permettersi neanche una racchetta, oggi magari senza le abilità ed il fisico può farsi qualche lezione col maestro per divertirsi un po' con la tecnica.

Intendevo che certamente tu impari/hai già imparato/imparerai molto prima di me una corretta esecuzione dei colpi a parità di età. A 13 anni, anzi mi sbaglio a 14 come regalo di promozione di terza media, mi feci regalare una racchetta da tennis (fisher nera in alluminio, ancora tutti giocavano col legno). I miei genitori non potevano permettersi di mandare anche me a lezione di tennis (mentre mio fratello più grande si) e quindi mi arrangiai con i miei amici a giocare gratis in un campo di cemento di pallacanestro della parrocchia nei ritagli che era libero. Per le palline da tennis facevamo una colletta (eravamo 6-7 ragazzini) e le consumavamo fino al midollo. Per la rete (patetica) andammo in ferramenta e comprammo tot metri di recinzione in plastica che riuscimmo a fissare con dello spago ai corrimano esterni al campo di pallacanestro. Dopo due anni di questo andazzo, giocai a tennis con mio fratello che aveva 3 anni più di me e 3 anni di lezioni di tennis: eravamo a casa di amici dalla mattina, tutti i grandi e mio fratello giocarono tutto il giorno, a me lasciarono 30 minuti al tramonto dopo che avevo fatto il raccattapalle ininterrottamente. 
La partita scivolò svelta, e in 30 minuti il fratellone andò sotto 6-0, 6-0


Capisco perfettamente quello che dici e me ne sono resa conto vedendo i principianti del corso. A ottobre non sapevano nemmeno cosa fosse una racchetta li ho visti un paio di settimane fa e devo dire che mi hanno stupito.... riescono a palleggiare al loro ritmo!!! e lo swing probabilmente è migliore del mio

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aangri.... stai esattamente descrivendo la realtà... tu con la sola abilità hai battuto il tuo fratellone infarcito di tecnica... ed oggi io posso solo godermi degli ottimi palleggi, fantastiche voleé e bellissimi servizi in allenamento, ma non se ne parla minimamente di poter giocare una partita, non c'è verso, manca l'abilità, quindi se hai già l'abilità e se sei propenso al miglioramento della tecnica (se non lo sei ricorda che fa lo stesso) allora vai di lezioni, ma non esagerare, tieniti stretta la tua abilità.

chiaralt: fantastico!

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Credo sia normale che in partita usi i colpi che ti fanno sentire più sicuro. Il maestro è indispensabile perchè ti corregge gli errori e ti dice dove puoi migliorare. Poi TU ti alleni, provi i colpi, li sbagli, li riprovi, li metabolizzi e li fai tuoi. A quel punto, se ti sarai convinto della bontà e dell'efficacia dei colpi che hai provato, comincerai ad usarli anche in partita. Ma vedrai anche che, in partita, sotto stress e in difficoltà, qualche vecchio vizietto riuscirà fuori sempre...:-) Se lo chiamano "braccetto" ci sarà un motivo.

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insistere nel coltivare passione e divertimento senza porsi preclusioni.     migliorare sarà una conseguenza!
buon tennis

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Matty basta! Sempre ragazze, adesso anche Catwoman....! Vabbe' che Batman e Robin giocano il doppio misto...ma anche la gatta di carnevale....
 Very Happy

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Very Happy  Very Happy peccato solo per il costume... impigliato nel paletto del net e strapppp!!!!  Very Happy  Very Happy  Very Happy  Very Happy
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