Una stagione da incorniciare per Gianluigi Quinzi , siglata dal “The Player of the year”, prestigioso riconoscimento attribuito dall’European Tennis Association (vinto tra gli altri da Gasquet nel 1999 e da Djokovic nel 2001), arrivato quasi contemporaneamente alla sua prima vittoria in un match nel circuito professionistico, nelle qualificazioni di un future messicano. Quinzi ha mantenuto per tutto l’anno la prima posizione nei due rankings internazionali Tennis Europe Tour under 14 (Tennis Europe Ranking 2010 e Race to Master 2010). Marchigiano di Porto San Giorgio, Gianluigi è nato il primo febbraio 1996. E' mancino, ma solo con la racchetta, poiché è destro in tutto quello che fa al di fuori del tennis. Ha un gioco offensivo e la capacità di adattarsi a tutte le superfici: il suo colpo migliore è il rovescio bimane, ma ha anche un ottimo servizio e non disdegna di andare a rete quando gli si presenta l’occasione. Lo scorso luglio ha conquistato il titolo ai Campionati Europei Junior Under 14 a Pilzen, nella Repubblica Ceca, battendo in finale in un derby tricolore Filippo Baldi. Sempre quest’anno si è imposto a Parigi al BNP Paribas, uno dei tornei under 14 più importanti al mondo. Il giovane marchigiano si allena attualmente con Eduardo Medica (fa parte del team di Eduardo Infantino) ma è stato anche alla famosa Academy di Nick Bollettieri in Florida.
E’ stato molto importante per me essere nominato giocatore dell’anno” - ha detto Gianluigi in un’intervista su ”Tennis Europe Magazine” -: ”un grande onore ed una bella spinta a migliorare ancora il livello del mio gioco. Ma ripaga anche me e la mia famiglia per i sacrifici fatti per raggiungere tutto questo. Sono il primo giocatore italiano ad aver ottenuto questo riconoscimento ed è davvero fantastico. I miei progetti per il futuro sono lavorare duramente ogni giorno con umiltà ed energia”. Quello appena trascorso potrebbe essere stato l’ultimo anno di Quinzi nel Tennis Europe Junior Tour. ”Credo però che giocherò ancora la Junior Davis Cup la prossima estate” - precisa -: ”lo scorso agosto a Prostejov l’Italia si è fermata in finale. Era uno dei miei obiettivi per la stagione: ho vinto cinque match ed ho chiuso il torneo imbattuto. La prossima volta voglio vincerla”.
A cavallo tra settembre ed ottobre, Gianluigi ha vinto quattro titoli junior in altrettante settimane consecutive, trionfando in Honduras, a Porto Rico, a Santo Domingo e nelle Antille Olandesi. Poi la decisione, presa con Eduardo Medica ed Eduardo Infantino, di provare il salto nel circuito professionistico. Primo match tra i pro e prima vittoria (60 60 al messicano Antonio Reynoso) per il 14enne di Porto San Giorgio nelle qualificazioni del 15mila dollari di Durango (cemento), in Messico: l’azzurrino è così entrato nel main draw dove poi ha perso al primo turno dal messicano Cesar Ramirez, numero 519 Atp. ”Avevo vinto 39 match di fila da giugno in avanti: statisticamente doveva accadere che perdessi! Lui poi è un buon giocatore, ha battuto gente forte come il bulgaro Dimitrov e gioca la Davis per il suo Paese. Un po’ troppo per me”.
Viaggiare in giro per il mondo ed allenarsi con costanza crea qualche difficoltà con lo studio. ”In Italia è complicato conciliare le due cose: negli Stati Uniti è più semplice combinare sport ed istruzione. Ad ogni modo io ho risolto il problema studiando on-line per metà dell’anno scolastico e per il resto frequentando una fantastica scuola italiana, probabilmente l’unica che può davvero capire la situazione, nella mia cittadina. Per il momento va bene così”.
L’idolo dichiarato è Rafa Nadal per la grinta che sa esprimere in campo: ”Il fatto che sia mancino come me non c’entra” - sottolinea Quinzi - ”lo ammiro perché combatte su ogni punto dall’inizio alla fine. Si deve vincere l’ultimo punto per riuscire a battermi”. A Gianluigi non piace perdere, anche se si tratta delle qualificazioni del suo primo torneo challenger in carriera, come è accaduto la scorsa settimana a Cancun, in Messico. ”Mi sentivo frustrato per aver perso contro il francese Michon. Accetto le sconfitte, ma non mi viene facile”. Infine un consiglio per chi vuole seguire la sua strada: ”Non dare troppa importanza ai primi risultati ma concentrarsi solo sul migliorare il proprio gioco. E poi dare zero importanza alla gente che dice che i risultati non significano nulla: lo sono ma solo se vengono valutati nel modo giusto, prendendo in considerazione anche la tecnica, la forma fisica e la personalità. In poche parole se vinci tutto a 12 o 14 anni questo non significa che diventerai sicuramente un top-player. Però è abbastanza vero il contrario, cioè che la maggior parte dei grandi giocatori di oggi hanno vinto molto da ragazzini”.