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Paradosso nei Tornei di 4a Categoria

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Promemoria primo messaggio :

Salve a tutti ragazzi,
sono nuovo del forum come iscritto, anche se lo visionavo da diverso tempo. study

Ho aperto questo post per domandarvi cosa ne pensate riguardo una caratteristica dei tornei di quarta cat.
Premetto che sono stato un paio di anni fermo per problemi fisici e ho ripreso i tornei solo quest'anno, come NC, mi alleno di consueto con giocatori di categoria più alta (4.2 - 4.1) a dei ritmi abbastanza veloci...

Ok basta parlare e arriviamo al sodo... Evil or Very Mad Non è paradossale che in partita mi è capitato di perdere contro dei giocatori che tecnicamente e tennisticamente non sanno neanche cos'è un affiancamento nel dritto e nel rovescio e non sanno neanche cos'è una eastern o una continental... Shocked E giocano tutte affettate da spadaccino ad una velocità di 2 km/h???

E' paradossale che una persona si allena a dei ritmi e ad un livello che cerca di essere tecnicamente professionistico, e poi arriva a perdere di fronte a certe persone? confused

Se fai il suo gioco lo avvantaggi, se spingi le sue palle rischi di commettere piu errori non forzati che punti. confused

Odio i pallettari da circolo! Sad

Scusate lo sfogo Very Happy
Grazie per i vostri commenti Paradosso nei Tornei di 4a Categoria - Pagina 4 622327

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tennistamatoriale23 ha scritto:
nano per carità, almeno io non intendo i lobboni arrotati e profondi....mi riferisco alle semplici palle alte e piatte che finiscono vicino alla linea di fondo....

se i tuoi avversari ti giocano palle alte e piatte che finiscono vicino alla linea di fondo con costanza... gli stringi la mano e gli fai i complimenti... perchè vuol dire che giocano praticamente dei pallonetti che rimbalzano negli ultimi 50cm del campo... e allora tanto di cappello!!! Very Happy 
il livello non è poi così basso come sembra, fidati!!! Razz 

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tennistamatoriale23 ha scritto:
albs tu parli di impostare a parità di livello la migliore tattica/strategia,ok il discorso può andare......ma se poi non si riesce a gestire un lobbone e si spara sul telone o a rete di quale tattica dobbiamo parlare.....manca la tecnica a mio avviso!
Non essere troppo generalista.
Fatto salvo per i livelli di eccellenza, e non è vero nemmeno questo, tutti convivono con gravi, e sottolineo gravi, mancanze tecniche, se viste con l'occhio di chi sa giocare meglio di lui.

Quello che te giudichi magari con troppo sufficienza, è fantascienza per un principiante.
Esattamente come il 4.1 di turno che magari si vanta di vincere la coppa di latta del torneo del club, è pura spazzatura per uno che naviga in terza alta, che a sua volta è lo zero più assoluto per uno che lotta per la vetta della seconda categoria, che è poco più di un pulcino bagnato per uno fa challenger, e via così.

Quindi, bisogna essere un pò meno sboroni (non riferito a te ma in generale) e un pò più pragmatici e un pò meno pretenziosi con se stessi.

Ad un 4.4 non gli si può chiedere di essere consistente, perchè se lo fosse davvero non sarebbe un 4.4!!!
E' talmente evidente il cortocircuito logico che spesso non capisco certe uscite.
IN quel momento non ha gli strumenti per farlo, quindi deve arrangiarsi con quello che ha.

Allora o decidiamo che i tornei si fanno solo dalla seconda categoria in su, oppure bisogna cominciare a cambiare approcio ed ad abassare un pò la cresta.

Detto questo, molte volte sembra di parlare con i classici che non conoscono il concetto di errore forzato,ben diverso da errore gratuito, che di solito sono quelli che quando perdono se ne escono con mille scuse dal campo "oggi non ero in palla, non la sentivo sulle corde, avevo la giornata storta...."

No.
La realtà è che la maggior parte delle volte si perde non per proprio demerito (vedi mancanze tecniche), visto che tecnicamente gli avversari si equivalgono, ma per merito dell' avversario che ti fa giocare colpi ad alto rischio per il proprio livello di gioco, ed è una differenza fondamentale.

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albs77 ha scritto:
tennistamatoriale23 ha scritto:
albs tu parli di impostare a parità di livello la migliore tattica/strategia,ok il discorso può andare......ma se poi non si riesce a gestire un lobbone e si spara sul telone o a rete di quale tattica dobbiamo parlare.....manca la tecnica a mio avviso!
Non essere troppo generalista.
Fatto salvo per i livelli di eccellenza, e non è vero nemmeno questo, tutti convivono con gravi, e sottolineo gravi, mancanze tecniche, se viste con l'occhio di chi sa giocare meglio di lui.

Quello che te giudichi magari con troppo sufficienza, è fantascienza per un principiante.
Esattamente come il 4.1 di turno che magari si vanta di vincere la coppa di latta del torneo del club, è pura spazzatura per uno che naviga in terza alta, che a sua volta è lo zero più assoluto per uno che lotta per la vetta della seconda categoria, che è poco più di un pulcino bagnato per uno fa challenger, e via così.

Quindi, bisogna essere un pò meno sboroni (non riferito a te ma in generale) e un pò più pragmatici e un pò meno pretenziosi con se stessi.

Ad un 4.4 non gli si può chiedere di essere consistente, perchè se lo fosse davvero non sarebbe un 4.4!!!
E' talmente evidente il cortocircuito logico che spesso non capisco certe uscite.
IN quel momento non ha gli strumenti per farlo, quindi deve arrangiarsi con quello che ha.

Allora o decidiamo che i tornei si fanno solo dalla seconda categoria in su, oppure bisogna cominciare a cambiare approcio ed ad abassare un pò la cresta.

Detto questo, molte volte sembra di parlare con i classici che non conoscono il concetto di errore forzato,ben diverso da errore gratuito, che di solito sono quelli che quando perdono se ne escono con mille scuse dal campo "oggi non ero in palla, non la sentivo sulle corde, avevo la giornata storta...."

No.
La realtà è che la maggior parte delle volte si perde non per proprio demerito (vedi mancanze tecniche), visto che tecnicamente gli avversari si equivalgono, ma per merito dell' avversario che ti fa giocare colpi ad alto rischio per il proprio livello di gioco, ed è una differenza fondamentale.

Faccio un esempio che forse si capisce meglio: se prendiamo due squadre di calcio amatoriali che più o meno si equivalgono e dici ad una delle due che può giocare solo con tocchi di prima e che non può tirare in porta se non in rovesciata,e questa viene brasata via, non si può farne un problema di tecnica.

Sono squadre amatoriali, non la nazionale del brasile.

Ecco nel tennis spesso noi scarsoni cerchiamo di fare colpi che non sappiamo gestire con un buon margine di errore, e quindi l'errore è tattico.

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albs77 ha scritto:
kingkongy ha scritto:
Non sono pessime idee...sono pessime idee quando non si ha la tecnica per eseguire i colpi corretti in situazioni di gioco parecchio "standard".
Quindi è una questione tecnica...non tattica. 
Smile
Non potrei essere meno d'accordo Smile 
Quella che tu chiami "questione tecnica" per me si chiama semplicemente livello di gioco.
I livelli di gioco sono molti, ed ad ognuno di questi corrisponde una certa capacità tecnica, che si traduce in una certa percentuale di riuscita di un colpo nelle varie condizioni.

Come le cinture per le arti marziali.

Ma quando si entra nel campo, Il livello tecnico , a differenza della tattica e strategia, diventa una costante nell'equazione che porta al risultato finale.

L' unica cosa che in partita puoi modificare, è la tattica, mentre il tuo livello di gioco resta quello.
Quello che sai fare sai fare, quello che non sai fare non sai fare.

Ora, quello che ti chiami questione tecnica si verifica, secondo me, solo nel momento in cui la disparità di livello di gioco dei due tennisti è troppo marcata: in quel caso il tecnicamente inferiore soccomberà ,qualunque cosa faccia.

Ma quando lo scontro è abbastanza equilibrato, è la tattica che determina chi vince e chi perde: può essere semplice (tira sul rovescio) o un pelo più complessa (servi ad uscire spostati sul dritto ,fai l'inside out e segui a rete) ma di certo non è argomento solo per la terza categoria.

La tattica però , e su questo si che to ragione, si basa sul bagaglio tecnico, per essere messa in atto.

Bisogna essere onesti e rendersi conto di quali strumenti si dispone e trovare il miglior gioco per il proprio bagaglio tecnico.

facciamo un semplice esempio:
Sia Tizio che Caio sono 4.4 e entrambi hanno un buon dritto e un rovescio poco consistente.
Chi riesce a impsotare il gioco sul rovescio dell'avversario vince.

Quindi è una questione tattica, e spesso strategica di base: già applicare la startegia di sfruttare i propri punti forti ed evitare quelli deboli permetterebbe di aumentare di tanto la % di vittoria contro i pari livello.


Ti straquoto in tutto, e poi se come ho letto il pallonettaro di turno persiste, c'è una tattica che uso sempre contro di loro e che di solito funziona, ma ovviamente funziona solo se il pallonettaro di turno è scarso come viene presunto e quindi non riesce ad adattarsi al cambio.
Se non è scarso ma invece sagace allora gli stringi la mano e la prossima volta giochi meglio di lui

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albs e votantonio: straquoto al quadrato.

Ricordiamoci che il motivo principale del gioco tennis dovrebbe essere il divertimento.
Non è mai piacevole perdere, ma capita. La cosa importante è dare tutto ciò che hai, se poi non è abbastanza, amen. Non si hanno rimpianti e si riesce meglio a capire dove l'avversario è stato più bravo per cercare di migliorare e batterlo in futuro.

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albs77 ha scritto:
tennistamatoriale23 ha scritto:
albs tu parli di impostare a parità di livello la migliore tattica/strategia,ok il discorso può andare......ma se poi non si riesce a gestire un lobbone e si spara sul telone o a rete di quale tattica dobbiamo parlare.....manca la tecnica a mio avviso!
Non essere troppo generalista.
Fatto salvo per i livelli di eccellenza, e non è vero nemmeno questo, tutti convivono con gravi, e sottolineo gravi, mancanze tecniche, se viste con l'occhio di chi sa giocare meglio di lui.

Quello che te giudichi magari con troppo sufficienza, è fantascienza per un principiante.
Esattamente come il 4.1 di turno che magari si vanta di vincere la coppa di latta del torneo del club, è pura spazzatura per uno che naviga in terza alta, che a sua volta è lo zero più assoluto per uno che lotta per la vetta della seconda categoria, che è poco più di un pulcino bagnato per uno fa challenger, e via così.

Quindi, bisogna essere un pò meno sboroni (non riferito a te ma in generale) e un pò più pragmatici e un pò meno pretenziosi con se stessi.

Ad un 4.4 non gli si può chiedere di essere consistente, perchè se lo fosse davvero non sarebbe un 4.4!!!
E' talmente evidente il cortocircuito logico che spesso non capisco certe uscite.
IN quel momento non ha gli strumenti per farlo, quindi deve arrangiarsi con quello che ha.

Allora o decidiamo che i tornei si fanno solo dalla seconda categoria in su, oppure bisogna cominciare a cambiare approcio ed ad abassare un pò la cresta.

Detto questo, molte volte sembra di parlare con i classici che non conoscono il concetto di errore forzato,ben diverso da errore gratuito, che di solito sono quelli che quando perdono se ne escono con mille scuse dal campo "oggi non ero in palla, non la sentivo sulle corde, avevo la giornata storta...."

No.
La realtà è che la maggior parte delle volte si perde non per proprio demerito (vedi mancanze tecniche), visto che tecnicamente gli avversari si equivalgono, ma per merito dell' avversario che ti fa giocare colpi ad alto rischio per il proprio livello di gioco, ed è una differenza fondamentale.

Se IO non riesco a gestire una palla alta del mio avversario vuol dire che tecnicamente sono un somaro, e credimi questa cosa mi capita ancora! La tattica a mio avviso viene dopo la tecnica, perchè se avessi una tecnica decente riuscirei a gestire la palla alta con molta più tranquillità, impostando bene il colpo,piazzamenti ecc ecc!!!Ecco , solo dopo queste cose posso permettermi il lusso di pensare alla tattica! Poi se vogliamo dire che a parità di livello l'arma in più potrebbe essere una tattica adeguata alla situazione allora ok,condivido questo pensiero!

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Aspetta quello che albs sta dicendo è che ognuno ha qualcosa che sa fare meglio e qualcosa che sa fare peggio e se spesso tiriamo fuori è perché quella palla che l'avversario ci ha tirato o il colpo che ci fa giocare non lo sappiamo gestire perciò non lamentiamoci perché abbiamo giocato male ma tanto di cappello all'avversario che ha capito dove erano le nostre difficoltà e ci ha fatto fare quello che non sappiamo fare, ovviamente facendo (dis) fare tutto a noi mentre lui guardava.
Poi è ovvio che se non sai mettere più di tre palle di fila in campo o non sai gestire una palla alta se vuoi vincere devi migliorare questi aspetti del tuo gioco perché le partite si vincono mettendo palline in campo e non fuori.

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andreatennis98 ha scritto:
Aspetta quello che albs sta dicendo è che ognuno ha qualcosa che sa fare meglio e qualcosa che sa fare peggio e se spesso tiriamo fuori è perché quella palla che l'avversario ci ha tirato o il colpo che ci fa giocare non lo sappiamo gestire perciò non lamentiamoci perché abbiamo giocato male ma tanto di cappello all'avversario che ha capito dove erano le nostre difficoltà e ci ha fatto fare quello che non sappiamo fare, ovviamente facendo (dis) fare tutto a noi mentre lui guardava.
Poi è ovvio che se non sai mettere più di tre palle di fila in campo o non sai gestire una palla alta se vuoi vincere devi migliorare questi aspetti del tuo gioco perché le partite si vincono mettendo palline in campo e non fuori.
Andrea ho capito, sul fatto che c'è chi sa fare meglio o peggio una cosa non ci sono dubbi, però se non riesco a gestire una palla alta secondo te sotto quale aspetto bisogna lavorare ?!?!Tattico???Non credo, il problema è TECNICO...non credi?Onore all'avversario che ha adottato una buona tattica, ma se io non avessi avuto una carenza tecnica la sua tattica non avrebbe funzionato così bene (palla alta)!!!! Ecco, il mio discorso si basa solo su questa cosa, poi il fatto di accettare la sconfitta ecc personalmente non ho mai avuto problemi nell'ammettere la superiorità del mio avversario....sono uno che odia le scuse-metadone!!

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albs77 ha scritto:
[...]Quindi, bisogna essere un pò meno sboroni (non riferito a te ma in generale) e un pò più pragmatici e un pò meno pretenziosi con se stessi.

Ad un 4.4 non gli si può chiedere di essere consistente, perchè se lo fosse davvero non sarebbe un 4.4!!!
E' talmente evidente il cortocircuito logico che spesso non capisco certe uscite.
IN quel momento non ha gli strumenti per farlo, quindi deve arrangiarsi con quello che ha.
Non c'è nessuna contradizione logica, è un problema di contesto e anche di obbiettivi... quello che dici tu va bene se uno analizza il risultato a breve termine:
"Perchè Gino ha perso quella partita l'altro giorno?"

in questo caso, puoi rispondere correttamente come dici tu; ha impostato male tatticamente non riuscendo, sul momento, a trovare la soluzione giusta rispetto ai mezzi a disposizione e ai problemi che gli poneva l'avversario.

Ma una volta archiviato lo score, quando il Lunedì torna ad allenarsi, la domanda deve diventare:
"Perchè Gino perde quel tipo di partita?"

adesso la risposta è completamente diversa, e deve essere affrontata diversamente proprio perchè, si spera, Gino fa agonismo non con lo scopo di rimanere 4.4 in eterno... li si prende atto del problema tecnico (gestione delle palle mosce/gioco di gambe/resistenza/quello che ti pare...) ed è solo lì che dovrebbe lavorare; dopo aver registrato questo, allora può effettivamente aggiungere nuovi schemi al suo bagaglio tattico, e non viceversa.

In teoria il ciclo dovrebbe ripetersi fintanto che uno non arriva, oggettivamente, al suo limite tecnico assoluto (posto che sia facile stabilirlo, ma diciamo che grossomodo un'idea ciascuno di noi ce l'ha...); lì allora si entra in modalità "cesello": si rende il più possibile affidabile tutto quello che si sa fare bene, e si trova uno schema di gioco che valorizzi quello e mascheri le carenze.

Poi chiaro che a parole si fa facile e sono il primo a predicare bene e razzolare male Wink, però la logica non dovrebbe essere troppo distante da questa

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Ma io infatti vi do ragione a tutti e due, perché albs parla nella situazione in cui tu sia in partita perciò dice :gioca di testa.
Mentre tu parli a partita finita, e ti dici ho sbagliato troppo quando ricevevo questa palla, vado dal maestro e gli dico: devo migliorare le mie possibilità quando vengo messo in questa situazione: perciò dici: lavora sulla tecnica.
Avete ragione entrambi.
Io devo lavorare la mia tecnica per imparare a fare sempre meglio ogni colpo.
Però devo anche sviluppare una tattica che mi permette di venirne a capo quando il mio avversario mi mette in quelle situazioni che non mi piacciono. 
Poi ovviamente la difficoltà ad affrontare quello che non si sa fare aumenta al crescere del livello di gioco del mio avversario.
Quindi con un avversario di mio pari livello dato che abbiamo le stesse capacità tecniche quello che fa la differenza è il saper affrontare ed evitare le situazioni che non ci piacciono e cercare di trovare le difficoltà dell'avversario e costringerlo ad affrontarle.
Per questo in quarta la differenza la fa la testa perché dato che bene o male tutti hanno una tecnica bassa e bene o male di pari livello quello che conta di più è la testa.
Poi ovviamente se hai i mezzi tecnici per battere anche ad occhi chiusi il tuo avversario la testa non conta ma se il tua avversario è più tosto li per vincere (con i stessi mezzi tecnici) hai bisogno di una maggiore forza mentale.
Avete entrambi ragione

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Purtroppo in torneo l'importante è vincere e andare avanti.

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ma secondo voi è corretto staccare la spina nelle partite di club per poi cercare di essere vincente nei tornei?

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@baukant
Se usi le partite di allenamento per allenare soltanto un aspetto del tuo gioco (tipo, la risposta, la discesa a rete, ecc.) allora, forse anche. Però dovendoci mettere tutta la tua concentrazione, o quantomeno provarci, perché ciò che alleni funzioni, staccare la spina credo che non funzionerebbe. Meglio altre forme di allenamento.
A mio modesto parere, e non sono di certo un riferimento, il miglior modo per allenarsi a vincere nei tornei è vincere anche nei club.

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Io andrei oltre... "Staccare la spina" e' un alibi che ci raccontiamo per nascondere la polvere sotto il tappeto. Nelle partite si gioca...in allenamento, si fa per le partite. Con gli amici...si fa cazzegging. Da soli, si ragiona e si fa lavorare il cervello.
Per me, tirare fuori i calzettoni non dalla borsa ma dal cassetto di casa...era già "attaccare la spina". A quasi 49 anni, se mi dicessero domani si gioca mi arriverebbe un cazzotto alla bocca dello stomaco. 
Ma la "vera verità" e' che ognuno di noi è un pianeta a parte e non ci son regole per il nostro cervello...

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a me piace provare qualcosa nelle partite di club, tipo andare più spesso a rete anche se non lo faresti normalmente o provare una prima da paura con percentuali di successo ad 1 cifra, ad ogni partita decido ed eseguo... l'altro giorno ho vinto la partita concentrandomi sullo stare a fondo e tirare palle arrotate e molto lunghe... certo il mio compare non la presa bene, per lui una partita è una partita che sia tra amici o che sia in un torneo: gioca per vincere, quindi si dimentica praticamente di quello che dice il maestro o di cosa dovrebbe fare. ognuno la vive a suo modo.

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Innanzitutto ciao a tutti,
sono iscritto da non molto e pian piano scopro sezioni via via diverse e sempre più interessanti.
In questo caso andrei un pelino Off Topic. L'OT sta nel fatto che io non sono un quarta categoria (ma sto lavorando perché una classifica, anche se a 40 anni, mi vorrei togliere lo sfizio di prenderla), ma nelle difficoltà di cui parlava ValeBert a inizio thread mi ritrovo benissimo.
Anzi, direi che più il proprio livello è basso, più questa cosa si sente.

Si organizza la partita (che sia torneo o club) con uno sconosciuto.
Si arriva al circolo, ci si comincia a scaldare a metà campo e già da lì si nota una tecnica di base, oggettivamente parlando, nettamente inferiore alla propria.
Nonostante questo, visto che l'esperienza la si è vissuta più volte nel mio caso, ci si comincia subito a dire: "pensa a capire come gioca e a sfruttare i suoi punti deboli, fai il tuo gioco, non ti illudere che non sapendo nemmeno affiancarsi sul dritto possa essere una schiappa da macinare".
Poi si comincia il match, e piano piano la partita scivola proprio nella direzione che non si voleva prendesse. Concludendosi, magari, con una nuova sconfitta.
Personalmente a un certo punto arrivo a un punto di confusione tale che non impugno nemmeno bene più di dritto, devo mettere il palmo sull'ovale e scivolare giù con la mano per ritrovare la eastern corretta.
Al contrario, la volta che si gioca con una persona che almeno tecnicamente sembra impostata molto ma molto meglio di quella con la quale si è perso, con una palla più solida e pesante ma anche più regolare, si vince, magari giocando veramente bene.

Io penso che, se si perde, l'altro è stato più forte, punto e basta.
Lo sport non è fatto di sola tecnica, e a determinare la prevalenza di uno sull'altro concorrono tantissimi altri fattori: mentale, psicologico, tattico innanzitutto e in ordine sparso.
Sta a noi lavorare maggiormente e impegnarsi per fare in modo che ciò non accada ancora.

Personalmente mi sono fatto l'idea che l'affrontare avversari di un certo tipo (che ValeBert ha efficacemente descritto) e vincere, magari facilmente, sia un'ottima cartina al tornasole per valutare i propri progressi.
Voglio dire che secondo me (per il mio livello e anche per quello un po' più elevato) una partita vinta con un avversario tecnicamente impostato peggio, ma molto MOLTO più abituato al match e "di mestiere" è più indicativa di una vinta con un avversario tecnicamente superiore ma meno abituato ai match.

Ci sono comunque dei limiti che bisogna o non avere o riuscire a superare, per poter far questo, e sono di natura tattica, tecnica, mentale.

La parte tecnica è scontata.
Per quanto riguarda la tattica, sono solo parzialmente d'accordo con chi fino ad ora ha detto che di tattica si può parlare solo da una certa categoria in su.
Per me la tattica, su ogni singolo colpo, determina la scelta iniziale, ancor prima di applicare la propria tecnica per mettere la palla lì dove si è (tatticamente) deciso di metterla.
Voi secondo me siete già molto avanti per cui alcune cose vi vengono automatiche, ma io quando sono passato da un maestro con cui facevo sostanzialmente tecnica e solo palleggio ad uno con cui si lavora in un gruppetto da 2-3 in modo diciamo un po' più serio, di cazziate me ne sono prese tante per il fatto che giocavo praticamente a caso.
Faccio un esempio: se mi giocano incrociato, lungo, palla carica di rotazione, uno del mio livello non può che tenere la diagonale e tentare di giocare a sua volta lungo e carico.
Se poi l'altro accorcia si apre un ventaglio di possibilità.
Qualsiasi altra scelta è sbagliata perché o mi spinge a giocare un colpo troppo rischioso (io tentavo di giocare basso e lungolinea ad esempio, da due metri fuori dal campo. Tutte a rete!) o lascia a lui un vantaggio maggiore.
E' chiaro, parliamo di un qualcosa veramente terra terra, che forse definire tattica è anche eccessivo.

Poi volevo spendere due parole (non ho il dono della sintesi  Smile ) sui limiti mentali, non solo tecnici e/o tattici
Esempio classico: seconda di servizio. Io la sto ancora imparando, generalmente tento di servire lo slice sul lato pari e il kick sul dispari, ma faccio una enormità di doppi falli.
Non meno di 1 a game. Se va bene  Exclamation 
Spesso capita che proprio le persone che sembrano tecnicamente meno attrezzate giochino la seconda più o meno a scodella, tra l'altro anche in modo efficace.
Io non mi piegherò mai a giocarla in questo modo, ma questa scelta la pago. La pago serenamente, ma la pago.
Stimo chi riesce maggiormente ad adattare alla situazione non solo il suo gioco, ma anche delle scelte di fondo di questo tipo.
Io non ne sono assolutamente capace, devo provare a fare la cosa giusta almeno in via di principio, costi quel che costi.
Però poi perdo.

E ripeto, di conseguenza sono più forti loro punto e basta. Non cerco scuse. La stessa scelta di provare a tirare la seconda è per l'appunto una mia scelta.
Chi ha ragione?
Io sono sicuro che continuando a lavorare così a un certo punto il mio gioco salirà di livello fino a che le stesse persone (del tipo di cui stiamo parlando) con cui perdo ora le saprò gestire bene.

Ma poi ricapiterà la stessa situazione, in proporzione, con io che gioco meglio di ora e qualcuno che sembra tecnicamente inferiore ma molto più attrezzato di quelli che incontro al momento.

Credo, tra l'altro, che pur con tutto il rispetto che nutro per chi si è costruito un gioco di questo tipo, oltre un certo livello non si possa arrivare.
Ma credo anche, vista la mia età e il mio livello attuale, che non arriverò mai a un punto tale da incontrare solo avversari tecnicamente molto bene impostati.

Per cui non rimane a maggior ragione che rimboccarsi le maniche e lavorare.

Vi ho tediati abbastanza, ciao ciao

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è da un anno che sono nel gruppo agonisti e con loro sono cresciuto moltissimo. ho cambiato il modo di vedere il gioco e aperto gli occhi su molte cose.
appena arrivato pensavo solo al bel gesto e al vincente in ogni situazione convinto che continuando a giocare in quel modo prima o poi avrei "imparato" e avrei fatto un salto di diversi gradini sopra i miei compagni che erano superiori in tutto.
invece sono stato messo davanti ad una realtà diversa che ho cominciato ad apprezzare.
cercare di imparare una seconda di sevizio incisiva e molto carica è un'ottima cosa ma se fai troppi doppi falli non ti serve a niente perchè i colpi si imparano con la tecnica ma anche con la fiducia.
sono dell'idea che sia molto meglio imparare a buttarla dall'altra parte e piano piano migliorare il colpo senza cercare da subito un colpo non nelle nostre corde.
questo vale per tutto. da quando sono nel gruppo ho abbassato la velocità di palla a vantaggio del controllo e sto imparando a spingere solo le palle che vanno spinte, non tutte come facevo prima.
quando ad esempio il tuo avversario ti tira un toppone alto a fondo campo è inutile cercare la botta perchè ti senti più bravo tecnicamente. meglio rimandare la stessa palla caricando ancora di più aspettando che accorci per entrare e spingere con più sicurezza. insomma imparare a costruirsi il punto.
guarda anche i professionisti, a volte scambiano molto prima di chiudere perchè aspettano la palla buona.
se siamo più bravi alla fine vinceremo ma non è necessario dimostrarlo su tutti i colpi. tante volte affrontando palle morte a fondo campo ho pensato:"così non si può giocare! questo non sa manco tenere una racchetta in mano, mi rifiuto di abbassarmi a questo livello" per poi sparare sul telone. adesso ho cambiato in questo modo il mio pensiero:"okkio lucio queste sono palle difficili. sotto bene con le gambe e veloce a spazzolare la palla."
mi manca molta strada per raggiungere gli obbiettivi che mi sono fissato ma ci sto lavorando. un passettino alla volta. spero di imparare prima della pensione  Very Happy 

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lucioa mi trovo in tutto quello che dici. Il che mi conforta anche sul tipo di percorso che ho scelto e che sto facendo.
Da quello che scrivi credo che anche i nostri tipi di allenamento (più che di lezione) siano simili anche se il tuo livello molto più alto. Io se dovessi giudicarmi sarei tra il 3.0 e il 3.5 ITR.

Per quanto riguarda il servizio ho rimarcato che quello è proprio un limite mentale che preferirei anche non avere. L'idea di base che tu proponi e che sia fondamentale la fiducia nel colpo, di qualsiasi livello (tecnico) esso sia al momento, la trovo corretta.

Era lo stesso anche con il dritto, avevo paura di spingere un po' di più e finiva che giocavo col braccino. Mi hanno convinto a spingere un po' (non dico cercare il vincente attenzione, ma intendo spingere nel senso usare sempre bene le gambe e tutta la catena, a cercare una velocità di palla decente che si senta come "propria" e non esagerare, verso l'alto ma anche verso il basso tirando a due allora per paura di sbagliare, cosa che sicuramente succede se si gioca contratti) e ad avere fiducia nel colpo, senza contrarmi, e le cose ora vanno meglio.
Per assurdo mi sta aiutando qualche problemino che sto avendo col gomito, perché l'unico modo per non accusare problemi è giocare il più fluido possibile senza strappare.

Poi subentra anche l'altro aspetto che dicevamo, ovvero decidere come e dove mettere la palla. E anche quello un minimo ci puoi arrivare ma se te lo spiegano è meglio  Very Happy 
Incrociato lungo e carico si risponde con incrociato lungo e carico e stop. Fino a che...
incrociato dell'avversario meno carico e corto: è la palla che si aspettava per cambiare.
Per chi è navigato sono cose proprio di base, lo capisco, e per molti saranno automatiche. Per me non lo erano, lo stanno diventando e spero mi aiutino.

Sto tentando di intensificare in queste settimane e a inizio Marzo voglio provare a rigiocare con le 3-4 persone della tipologia di cui si parla che mi hanno battuto (alcune anche sonoramente) quest'inverno. Vedremo....

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@bingobaldo
Ricorda che il servizio va allenato per prenderci fiducia.
Dedicagli almeno 1 ora a settimana.
In rete trovi un sacco di esercizi, sia di preparazione fisica (scioltezza, velocità della testa della racchetta), di biomeccanica, esercizi per affinare il piazzamento. La prima cosa da padroneggiare è il lancio palla. 
Se riesci a farti fare un video (anche con uno smartphone), ti farà capire se e dove commetti gli errori. Io lo ho trovato utilissimo.
Infine la cosa assolutamente più importante nel tennis: allenamento alla concentrazione.
Daje! Si suda e si gode!

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Vero!
Già fatto, e nonostante il maestro "mimasse" i miei movimenti per farmi capire i difetti è sempre utilissimo rivedersi.
Anche un po' triste Very Happy
considerando che ad esempio sui colpi normali uno ha sempre l'impressione di piegarsi molto e spingere con le gambe e poi sembra piantato a terra con i chiodi SmileSmile

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siamo in molti con lo stesso problema. Purtroppo alla fine bisogna ammettere che sono più bravi di noi.
Buon allenamento

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il paradosso è quello che con alcuni mi alleno e li batto spesso e volentieri. In torneo è esattamente l'inverso.
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