Innanzitutto ciao a tutti,
sono iscritto da non molto e pian piano scopro sezioni via via diverse e sempre più interessanti.
In questo caso andrei un pelino Off Topic. L'OT sta nel fatto che io non sono un quarta categoria (ma sto lavorando perché una classifica, anche se a 40 anni, mi vorrei togliere lo sfizio di prenderla), ma nelle difficoltà di cui parlava
ValeBert a inizio thread mi ritrovo benissimo.
Anzi, direi che più il proprio livello è basso, più questa cosa si sente.
Si organizza la partita (che sia torneo o club) con uno sconosciuto.
Si arriva al circolo, ci si comincia a scaldare a metà campo e già da lì si nota una tecnica di base, oggettivamente parlando, nettamente inferiore alla propria.
Nonostante questo, visto che l'esperienza la si è vissuta più volte nel mio caso, ci si comincia subito a dire: "pensa a capire come gioca e a sfruttare i suoi punti deboli, fai il tuo gioco, non ti illudere che non sapendo nemmeno affiancarsi sul dritto possa essere una schiappa da
macinare".
Poi si comincia il match, e piano piano la partita scivola proprio nella direzione che non si voleva prendesse. Concludendosi, magari, con una nuova sconfitta.
Personalmente a un certo punto arrivo a un punto di confusione tale che non impugno nemmeno bene più di dritto, devo mettere il palmo sull'ovale e scivolare giù con la mano per ritrovare la eastern corretta.
Al contrario, la volta che si gioca con una persona che almeno tecnicamente sembra impostata molto ma molto meglio di quella con la quale si è perso, con una palla più solida e pesante ma anche più regolare, si vince, magari giocando veramente bene.
Io penso che, se si perde, l'altro è stato più forte, punto e basta.
Lo sport non è fatto di sola tecnica, e a determinare la prevalenza di uno sull'altro concorrono tantissimi altri fattori: mentale, psicologico, tattico innanzitutto e in ordine sparso.
Sta a noi lavorare maggiormente e impegnarsi per fare in modo che ciò non accada ancora.
Personalmente mi sono fatto l'idea che l'affrontare avversari di un certo tipo (che
ValeBert ha efficacemente descritto) e vincere, magari facilmente, sia un'ottima cartina al tornasole per valutare i propri progressi.
Voglio dire che secondo me (per il mio livello e anche per quello un po' più elevato) una partita vinta con un avversario tecnicamente impostato peggio, ma molto MOLTO più abituato al match e "di mestiere" è più indicativa di una vinta con un avversario tecnicamente superiore ma meno abituato ai match.
Ci sono comunque dei limiti che bisogna o non avere o riuscire a superare, per poter far questo, e sono di natura tattica, tecnica, mentale.
La parte tecnica è scontata.
Per quanto riguarda la tattica, sono solo parzialmente d'accordo con chi fino ad ora ha detto che di tattica si può parlare solo da una certa categoria in su.
Per me la tattica, su ogni singolo colpo, determina la scelta iniziale, ancor prima di applicare la propria tecnica per mettere la palla lì dove si è (tatticamente) deciso di metterla.
Voi secondo me siete già molto avanti per cui alcune cose vi vengono automatiche, ma io quando sono passato da un maestro con cui facevo sostanzialmente tecnica e solo palleggio ad uno con cui si lavora in un gruppetto da 2-3 in modo diciamo un po' più serio, di cazziate me ne sono prese tante per il fatto che giocavo praticamente a caso.
Faccio un esempio: se mi giocano incrociato, lungo, palla carica di rotazione, uno del mio livello non può che tenere la diagonale e tentare di giocare a sua volta lungo e carico.
Se poi l'altro accorcia si apre un ventaglio di possibilità.
Qualsiasi altra scelta è sbagliata perché o mi spinge a giocare un colpo troppo rischioso (io tentavo di giocare basso e lungolinea ad esempio, da due metri fuori dal campo. Tutte a rete!) o lascia a lui un vantaggio maggiore.
E' chiaro, parliamo di un qualcosa veramente terra terra, che forse definire tattica è anche eccessivo.
Poi volevo spendere due parole (non ho il dono della sintesi
) sui limiti mentali, non solo tecnici e/o tattici
Esempio classico: seconda di servizio. Io la sto ancora imparando, generalmente tento di servire lo slice sul lato pari e il kick sul dispari, ma faccio una enormità di doppi falli.
Non meno di 1 a game. Se va bene
Spesso capita che proprio le persone che sembrano tecnicamente meno attrezzate giochino la seconda più o meno a scodella, tra l'altro anche in modo efficace.
Io non mi piegherò mai a giocarla in questo modo, ma questa scelta la pago. La pago serenamente, ma la pago.
Stimo chi riesce maggiormente ad adattare alla situazione non solo il suo gioco, ma anche delle scelte di fondo di questo tipo.
Io non ne sono assolutamente capace, devo provare a fare la cosa giusta almeno in via di principio, costi quel che costi.
Però poi perdo.
E ripeto, di conseguenza sono più forti loro punto e basta. Non cerco scuse. La stessa scelta di provare a tirare la seconda è per l'appunto una mia scelta.
Chi ha ragione?
Io sono sicuro che continuando a lavorare così a un certo punto il mio gioco salirà di livello fino a che le stesse persone (del tipo di cui stiamo parlando) con cui perdo ora le saprò gestire bene.
Ma poi ricapiterà la stessa situazione, in proporzione, con io che gioco meglio di ora e qualcuno che sembra tecnicamente inferiore ma molto più attrezzato di quelli che incontro al momento.
Credo, tra l'altro, che pur con tutto il rispetto che nutro per chi si è costruito un gioco di questo tipo, oltre un certo livello non si possa arrivare.
Ma credo anche, vista la mia età e il mio livello attuale, che non arriverò mai a un punto tale da incontrare solo avversari tecnicamente molto bene impostati.
Per cui non rimane a maggior ragione che rimboccarsi le maniche e lavorare.
Vi ho tediati abbastanza, ciao ciao