La sfida di Hantuchova e PistolesiTENNIS – A quasi 29 anni, Daniela Hantuchova vuole dare una svolta alla sua carriera. Per riuscirci ha scelto Claudio Pistolesi. Brutti voti in arrivo sulla rivista della FIT? “La conosco da una vita, apprezzo la sua voglia di crescere e migliorarsi”. L’accordo prevede tre tornei di prova (Australian Open compreso), poi si farà il punto della situazione. “Le prime settimane di allenamento sono andate molto bene. E nel tennis femminile c'è più spazio per sorprese”. Nel frattempo il coach romano continua a lavorare presso la Scheck Pro Base di Monaco di Baviera, dove forma i nuovi coach e in cui è arrivato un giovane tennista italiano
“Bratislava è una città che mi porta fortuna”. Claudio Pistolesi risponde dalla capitale slovacca, dove ha vinto per tre volte il torneo challenger in qualità di coach. “Nel 2005 con Sanguinetti, nel 2007 con Bolelli e nel 2009 con Berrer”. Oltre a portargli bene, la Slovacchia sembra essere nel suo destino. A inizio novembre si trovava al challenger di Ortisei al seguito di Marius Copil, quando è stato contattato dalla bella Daniela Hantuchova. “Le ho risposto esattamente come feci con Soderling: il rapporto umano tra noi è solido, anche perché la conosco da una vita, ma non è scontato che il rapporto coach-giocatrice funzioni. Dunque un periodo di prova è obbligatorio”. Accordo trovato: tre tornei a gennaio, poi si vedrà. La collaborazione con la Hantuchova è partita in silenzio, quasi in gran segreto, ormai 3 settimane fa. Le prime due si sono svolte a Monaco di Baviera, presso la Scheck Pro Base, l’Accademia dove Pistolesi lavora ormai da qualche tempo per un impegno di 20 settimane l’anno. Un’accademia il cui motto è “Quality or Nothing”, in cui Pistolesi segue Marius Copil e Peter Gojowczyk, ma in cui transitano giocatori come Petzschner, Youzhny, Haas e anche la campionessa del Roland Garros Na Li. Gli impegni di Pistolesi non hanno scoraggiato Daniela Hantuchova, 29 anni il prossimo aprile e numero 24 WTA (ma è stata anche numero 5). L’esperienza e i risultati ottenuti dal coach romano, sia a livello maschile che femminile, l’hanno convinta a cercare una svolta. Lei stessa ha detto che potrebbe essere la persona giusta per mettere assieme alcuni tasselli del suo gioco.
Un obiettivo alla volta
“Conosco Daniela da tempo – continua Pistolesi – Quando allenavo Anna Smashnova, nel 2002 la affrontò a Berlino e Linz. Furono due match tiratissimi, combattuti, ne vinsero uno a testa. Poi siamo sempre stati in ottimi rapporti, soprattutto nel periodo in cui lei e Bolelli condividevano il preparatore atletico Marco Panichi. Dirò di più: una volta, a Dubai, la allenai per davvero, anche se solo per una settimana”. A quasi 29 anni, la Hantuchova ha voglia di riprovarci. Il suo palmares è di tutto rispetto: quattro titoli WTA (due sono arrivati a Indian Wells), un curioso Career Slam in doppio misto e un best ranking al numero 5 WTA. Nei tornei del Grande Slam, il suo miglior risultato (ma anche il più grande rimpianto) è la semifinale all’Australian Open 2008, persa contro Ana Ivanovic dopo essere stata in vantaggio 6-0 2-0. Nel 2011 ha avuto una discreta stagione, culminata con la vittoria a Pattaya City (in finale sulla Errani) e la vittoria su Caroline Wozniacki al Roland Garros. C’è stato qualche piccolo problema fisico “Ma per fortuna non ha avuto grossi infortuni in carriera, quindi è piuttosto integra”. In questi casi ci si domanda quali siano gli obiettivi. “Siamo ancora nella fase di studio. Di certo c’è la speranza di fare meglio rispetto alla stagione precedente, se possibile meglio rispetto a tutto il resto della carriera. Ma visto che si parla di una che è stata numero 5 del mondo…qui si spara alto! Ora comunque è un po’ presto, gli obiettivi si devono porre in modo graduale. Di sicuro c’è il desiderio di affinare la capacità di vincere le partite, di essere più continua. Sul piano tecnico, come ha detto lei, di sicuro può migliorare il gioco di volo. Ma è ancora presto, preferisco non sbilanciarmi. Non l’ho mai vista giocare in partita con l’occhio del coach. In queste settimane sta giocando diversi match di allenamento, ma in torneo è un’altra cosa. La prima cosa che deve fare un allenatore è prendere più informazioni possibili sul professionista che va ad allenare”.
“Tra le donne la questione è più aperta”
Sul piano atletico, esauritosi il rapporto professionale con Marco Panichi, attualmente la Hantuchova è seguita da Mark Wellington (“E’ molto preparato, ha lavorato con Azarenka e Sharapova”), lo stesso che in questi giorni la accompagnerà a Singapore per giocare un’esibizione. Pistolesi non andrà perché deve onorare gli impegni presi con la Scheck Pro Base e ultimare la preparazione invernale per i suoi giocatori. Ed è impegnatissimo: cura la formazione interna dei coach, si occupa di preparazione atletica, relaziona ai simposi e durante il Masters di Londra ha presentato un convegno a diversi coach. “Con Daniela ci ritroveremo in Australia. Confermo che ci sarà un periodo di prova, ma sarà piuttosto intenso. Tra Brisbane, Sydney e Australian Open la vedrò impegnata in 7 competizioni tra singolare, doppio e doppio misto. A fine gennaio faremo il punto della situazione e decideremo se andare avanti. Se ci saranno presupposti inattacabili allora andremo avanti, altrimenti non vale neanche la pena partire” Pistolesi è conosciuto soprattutto per aver seguito giocatori uomini, ma ha una certa esperienza anche nel circuito WTA. Oltre a Monica Seles ed Anna Smashnova, ha seguito Miho Saeki, Ai Sugyama e Mara Santangelo (sotto la guida Pistolesi, Mara ha giocato il suo primo Slam in tabellone). “Devo dire che è dal 2005 che non mi occupo di tennis femminile. Di sicuro si è avvicinato al maschile come tipologia di gioco: bisogna fare punti con il servizio, l’aggressività è importante. Differenze? C’è più spazio per la tattica, e l’emotività è più densa. E’ stimolante il fatto che ci sia spazio per tante giocatrici: tra gli uomini è difficile uscire dai primi quattro, mentre nel circuito WTA la questione è molto più aperta. Daniela? Sbilanciarsi non ha senso: di certo posso dire che queste prime settimane sono state molto positive”. Per informazioni più precise, dice Claudio, bisognerà aspettare un paio di mesi. Nell’attesa (e nella curiosità di vedere la Hantuchova all’opera in Australia), aumenta il rammarico di non avere a disposizione una professionalità come la sua al servizio del tennis italiano. Pistolesi è un personaggio che può piacere o non piacere, ma non v’è dubbio che ogni genitore di baby tennista gli affiderebbe volentieri il proprio figlio. I risultati parlano per lui, ma è dai tempi della separazione con Bolelli che si è allonanato dal nostro tennis. E di certo non farà marcia indietro, almeno fino a quando resterà in carica l’attuale gruppo dirigente della FIT. Un filo di speranza, tuttavia, arriva anche da “Munchen”: presso la Scheck Pro Base, infatti, si allena anche un giovane italiano. Gianluca Mager, ligure di Imperia, ha compiuto 17 anni lo scorso 1 dicembre ed è già classificato 2.4. Se sono rose fioriranno. Intanto Pistolesi proverà a far sognare la Hantuchova, poi si vedrà. Se Schiavone e Li hanno vinto il primo Slam a 30 anni di età, perché vi deve rinunciare in partenza la bella Daniela? E pazienza se sulla rivista della FIT fioccherà qualche brutto voto in pagella.
Riccardo Bisti
(Ubitennis.com)