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accantonato per un attimo il lavoro squisitamente tecnico a lezione con il maestro sto facendo un lavoro utile in vista dei vari tornei che riguarda la lettura delle varie situazione e l'adeguamento tattico da intraprendere.

mi spiego: durante un palleggio mi vengono proposte palle molto diverse e a seconda del tipo di palla (profonda, corta, in back, in top angolata eccc) e del tipo in situazione in cui mi trovo (in recupero, in ritardo, ben piazzata, in avnza,ento ecccc) devo scegliere come comportarmi ovvero decidere se assumere un atteggiamento meramente difensivo 8possibilimente con palla profonda alta e arretrata) oppure offensivo (magarui ribaltando la situazione da difensiva a offensiva)

è un lavoro che mi sta servendo molto in partita perchè ho notato che in partita la testa non è in grado di concentrarsi su troppi aspetti (se si pensa troppo al braccio, non si può pensare anche alle gambe, alle direzioni, a cosa fa l'avversario)

per cui capire cosa fare in termini puramente di atteggiamento (difendo???spingo??'') è fondamentale e aiuta anche la concentrazione

in questo caso entra in gioco anche una cosa fondamentale che vet mi aveva detto ovvero che è necessario conoscere se stessi!!!!

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Direi che la risposta e' quasi banale: difendi quando l'avversario ti gioca lungo (giocando lungo a tua volta e possibilmente muovendolo) e spingi quando l'avversario ti accorcia.

Anche quando spingi nn farlo mai al 100% ma lasciati sempre un margine, altrimenti saranno piu i punti che regalerai che quelli che farai.

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si adolfo in linea di massima è come dici tu ma poi sul campo le situazioni possono essere molto più complesse nel senso che a volte una palla può essere corta ma non da spingere e viceversa si può ricevere una palla profonda sulla quale ci si può meramente appoggiare o addirittura spingere.

io ad esmpio devo imparare a capire come comportarmi su palle angolate sul mio dritto perchè in tal caso devo veder che palla è, come ci sti arrivando, dove si trova il mio avversario.

e soprattutto devo imparae a conoscermi nel senso che devo capire quali sono le mie capacità reali in situazioni diverse.

in altri post si è parlato della capacità di leggere il colpo dell'avversario e di sapere coprire il campo.

ecco credo che questi due aspetti (più che tante discorsi sulla tattica che in quarta cat lasciano il tempo che trovano)siano obiettivi da conseguire

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in questo caso entra in gioco anche una cosa fondamentale che vet mi aveva detto ovvero che è necessario conoscere se stessi!!!!


ecco sì, questo secondo me è più che giusto!

perché penso che ognuno abbia le proprie caratteristiche; ad esempio un uomo del mio circolo quando è in difesa alza un po' e allunga la traiettoria del colpo per riposizionarsi. Un altro ancora in difesa riesce a giocare un back insidiosissimo!io per esempio quando sono più in difficoltà e vedo che non cambio il punto in offensivo da difensivo provo una palla corta...boh il tennis è bello perchè vario Smile

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Me lo sono chiesto spesso anche io: quando attacco e quando difendo?

Per prima cosa penso che dovresti "decidere" quale sia il tuo colpo, cosa che appunto ti aiuta a conoscerti: tiri missili di dritto incrociato o adori scendere a rete? palle corte o rovesci lungolinea in controtempo?

Una volta trovato il tuo colpo preferito e/o la tua zona del campo preferita , io ci costruirei un gioco attorno.

A questo punto tutte le situazioni in cui mi risulti possibile usare il mio colpo preferito diìventanto occasioni di attacco, viceversa quando mi spingono fuori dal mio gioco,e magari battono dalla parte in cui mi sento meno sicuro, mi metto in difensiva e cerco di spostare la partita dove per me è più congeniale.

Certamente non sempre si può fare, a volte trovi quelli che non ti fanno giocare.

E li non so assolutamente cosa fare: probabilmente servirebbe il piano B.
Ma io è già tanto se ho un piano A, al momento Very Happy

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leggendo lo zen e l'arte di giocare a tennis c'è un passaggio che fa un riferimento ad un esercizio che, secondo me, aiuta sia la regolarità sia indirettamente la ricerca della situazione ideale.

L'esercizio è il semaforo, il verde ,giallo, rosso.
Verde attacco, giallo gioco normale pensando solo a non sbagliare, rosso difendo.

Se uno vuole usare quell'esercizio, per forza di cosa dovrà decidere quando la situazione è verde e quando è rossa.
Senza indicazioni dall'esterno, comunque riusciresti a deciderlo in modo autonomo.

Quella volta che l'ho usato, mi sono accorto che per me rosse erano le palle scomodo in genere, quelle sulle quali non riesco a mettere bene gli appoggi.

Per dire: un top alto che mi rimbalza vicino è rosso per me, anche se non devo fare un passo per colpire e l'ho visto per tempo.
Invece un dritto in corsa dove ci arrivo diventa un occasione ghiotta per spingere ,visto che il mio colpo è il dritto incrociato e farlo in corsa non mi pesa, anzi, mi aiuta a stringere l'angolo ancora di più.

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l'esercizio che in vista dei tornei mi è stato fatto fare più volte è utile.

l'obiettivo è entrare in campo e pensare ad una sola cosa:difendo/spingo a seconda di quello che arriva.

l'ho applicato in partita ed è utile anche perchè aiuta a concentrarsi (un pò come dire guardo la palla e non oenso ad altro)

però manca ancora una cosa: devo capire esattamente quali sono le mie caratteristiche perchè spesso la lettura della palla e il conseguente modo di approcciare non sono chiari.

ritengo però che questo lavoro rappresenti uno step successivo rispetto a quanto fatto in precedenza.prima mi preoccupavo di come fare il dritto o il rovescio, ora vado oltre e mi pongo il problema di come approcciare ogni singola palla.un passo in avanti dunque

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Io ti posso dire che ho scoperto cose di me che non pensavo minimamente.

Una volta credevo che la rete fosse completamente off limits,la detestavo, mi dava insicurezza, oggi invece la vedo come un ottima opportunità per chiudere il punto, a patto di aver fatto un buon attacco.

Non vuol dire che ci vado spesso, ma preferisco andarci se c'è da fare punto piuttosto che aspettare la palla e far recuperare l'avversario.

Ho visto che prima di ogni cosa bisogna liberarsi delle proprie paure: via la paura di colpire al volo, via la paura dello smash, via la paura di andare sotto rete, via la paura di spingere quando la situazione lo concede.

Sono tutte situazioni in cui la statistica è dalla tua parte.
Sono occasioni ghiottissime, ma spesso si tende a restare sulla linea di fondo per paura di esporsi, meglio rifugiarsi in zona telone a remare.

In questi ultimi due mesi con il maestro sto provando invece a liberare un pò di aggressività, un pò di atteggiamento da condor in golosa attesa della sua presa.

Palla corta? via dentro a spingere.
Palla morbida sul dritto? cannonata ad incrociare
Palla alta e lenta? scatto in avanti per fare la volee o lo smash se tanto alta.
Insomma, un pò più di aggressività.

Certo, all'inizio si sbaglia tanto e si va lungo, ma poi si prendono le misure e soprattutto la cosa diventa liberatoria.


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...semino zizzania...

...il problema non è tanto cosa decidi tu ma è cosa ti fa tirare l'avversario.
Il colpo che arriva è figlio del tuo colpo precedente.
Se l'avversario gioca un colpo difensivo (in linea di massima) è perché tu hai creato le condizioni affinché ciò avvenisse.
Se hai creato pressione...vai avanti con la pressione: se vuoi esser cortese, POI, gli offrirai una Coca Cola al bar...

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kingkongy ha scritto:
...semino zizzania...

...il problema non è tanto cosa decidi tu ma è cosa ti fa tirare l'avversario.
Il colpo che arriva è figlio del tuo colpo precedente.


verissimo.

quando colpisco una palla profonda e forte costringendo l'avvversario alla difesa, il mio magister mi urla smpre di tutto perchè io resto ancorata alla linea di fondo anzichè mettere già i piedi dentro il campo...

questo per fare un esempio...

e comunque in generale non si può aprioristicamente decidere cosa fare(sarò aggressivio, starò sulle difensice); si può decidere a livello tattico (per quanto la tattica in quarta implichi semplicemente il principio "sbaglio poco e faccio quel che so fare") come impostare la partita ma poi ogni singola palla che arriva merita un approccio a sè

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kingkongy ha scritto:
...semino zizzania...

...il problema non è tanto cosa decidi tu ma è cosa ti fa tirare l'avversario.
Il colpo che arriva è figlio del tuo colpo precedente.
Se l'avversario gioca un colpo difensivo (in linea di massima) è perché tu hai creato le condizioni affinché ciò avvenisse.
Se hai creato pressione...vai avanti con la pressione: se vuoi esser cortese, POI, gli offrirai una Coca Cola al bar...


Non è simile a quello che sto facendo con il maestro?

Spesso, quando gli avversari si difendono alzano lobboni che sfiorano il tetto del telone.
Per continuare con la pressione, non resterebbe altro da fare che lo smash, giusto?
Oppure cercare la chiusura su palle che rimbalzano a metà campo.
Cioè metterci quel pelo di aggressività di cui parlavo prima e che spesso fa tanto terrore al momento di scegliere pale

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Giusto Marti, però, credo che le urla del maestro siano appunto per la "passività" nel leggere le situazioni.

Quando hai giocato TU profondo...ti aspetti un risultato.
Il risultato è un colpo avversario MENO performante e quindi di più facile lettura.
Lettura in che senso.
Hai tirato bene? Lo vedi in difficoltà? Cosa ti aspettavi di diverso? QUINDI???? Dovresti già esser pronta non sul SUO colpo ...ma direttamente dopo il TUO.
La sorpresa è se lui risponde una cannonata...

Questa si chiama "presenza" in campo. Fa rima con personalità, con "fare il proprio gioco". E' la pressione psicologica (prima ancora di quella tecnica) migliore che tu possa esercitare sul tuo avversario.
Il senso è: "Il campo è mio!".

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albs77 ha scritto:
kingkongy ha scritto:
...semino zizzania...

...il problema non è tanto cosa decidi tu ma è cosa ti fa tirare l'avversario.
Il colpo che arriva è figlio del tuo colpo precedente.
Se l'avversario gioca un colpo difensivo (in linea di massima) è perché tu hai creato le condizioni affinché ciò avvenisse.
Se hai creato pressione...vai avanti con la pressione: se vuoi esser cortese, POI, gli offrirai una Coca Cola al bar...


Non è simile a quello che sto facendo con il maestro?

Spesso, quando gli avversari si difendono alzano lobboni che sfiorano il tetto del telone.
Per continuare con la pressione, non resterebbe altro da fare che lo smash, giusto?
Oppure cercare la chiusura su palle che rimbalzano a metà campo.
Cioè metterci quel pelo di aggressività di cui parlavo prima e che spesso fa tanto terrore al momento di scegliere pale


Presumo proprio di sì !!!
Penso che l'intento sia quello di non creare alternative ma di stimolare "scelte preferenziali"!
Non deve generare dubbi una palla moscia...il maestro sta crecando di spiegarti che potrai sempre, tutta la vita, tirare palla moscia su palla moscia...fa parte del Libero arbitrio e qui anche il Coach Supremo non ha nulla da dire....
Però...se ti arriva una citofonata in mezzo al campo..."non è vero che ci fai un bel pensierino per attaccarla????!!!!". Anche su questo il Boss è concorde...anzi, ti manda direttamente una saetta nel popò se non lo fai!

Ultima modifica di kingkongy il Ven 12 Apr 2013 - 10:24 - modificato 1 volta.

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marti ha scritto:
kingkongy ha scritto:
...semino zizzania...

...il problema non è tanto cosa decidi tu ma è cosa ti fa tirare l'avversario.
Il colpo che arriva è figlio del tuo colpo precedente.


verissimo.

quando colpisco una palla profonda e forte costringendo l'avvversario alla difesa, il mio magister mi urla smpre di tutto perchè io resto ancorata alla linea di fondo anzichè mettere già i piedi dentro il campo...

questo per fare un esempio...

e comunque in generale non si può aprioristicamente decidere cosa fare(sarò aggressivio, starò sulle difensice); si può decidere a livello tattico (per quanto la tattica in quarta implichi semplicemente il principio "sbaglio poco e faccio quel che so fare") come impostare la partita ma poi ogni singola palla che arriva merita un approccio a sè


Io penso che comunque ci si può "obbligare" ad assumere un atteggiamento perlopiù difensivo o offensivo.
Dopodichè ,ovviamente, se capita l'occasione buona la si dovrebbe sfruttare, ma bisogna vedere se l'avversario lo concede.

Il mio maestro per esempio mi insegna a variare il gioco quando sono in difficoltà: una palla corta, una lunga, magari una smorzata, un bel lobbone che rimbalza a 20 cm dalla riga di fondo(soprattutto).

Lui afferma che serve a recuperare fiato e posizione in campo, e a far imbufalire gli attaccanti aggressivi che senza punti di riferimento non riescono a giocare come vorrebbero.
In questo senso la modalità difensiva diventa quasi una stance da assumere in modo arbitrario.




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kingkongy ha scritto:
Giusto Marti, però, credo che le urla del maestro siano appunto per la "passività" nel leggere le situazioni.

Quando hai giocato TU profondo...ti aspetti un risultato.
Il risultato è un colpo avversario MENO performante e quindi di più facile lettura.
Lettura in che senso.
Hai tirato bene? Lo vedi in difficoltà? Cosa ti aspettavi di diverso? QUINDI???? Dovresti già esser pronta non sul SUO colpo ...ma direttamente dopo il TUO.
La sorpresa è se lui risponde una cannonata...

Questa si chiama "presenza" in campo. Fa rima con personalità, con "fare il proprio gioco". E' la pressione psicologica (prima ancora di quella tecnica) migliore che tu possa esercitare sul tuo avversario.
Il senso è: "Il campo è mio!".


Centro pieno... esattamente quello che mi manca ^^ ma sono assolutamente "work in progress" Smile

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Stefano, vecchio bombardiere! Che combini? Ti sopporta ancora la tua dolce metà?

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io sto lavorando molto su questo punto...
purtroppo attacco e basta (per ora) anche quando l'avversario mi impallina...
non riesco (per ora) a dire ok difendo, cerco sempre il punto anche in condizioni estreme...
ma ci sto lavorando...
difendere è santa cosa! e spesso, almeno per i quarta che ho incontrato io, difendere benino vuol dire errore avversario e punto mio...

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"il campo è mio" mi piace!!!

quasi quasi me lo scrivo sulla racchetta!!!!!

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molto dipende dalla superficie su cui si gioca. sul veloce puoi metterti a fondo campo e picchiare duro portando a casa il punto.
sulla terra è tutta un'altra musica.. da fondo campo puoi spingere per poi andare a rete a chiudere.
quelle che non riesco a fare è capire velocemente quanto il mio colpo è efficace. spesso sono piantato a fondo a vedere cosa combina il mio avversario e mi accorgo tardi di averlo messo in difficoltà perdendo il tempo dell'attacco.
a volte invece mi dico "appena torna di qua la palla attacco" e parto con l'idea prima di vedere cosa arriva. in questo caso attacco e vado a rete con l'incognita di non aver attaccato bene.
al momento non ho ancora trovato un "metodo" per capire subito se il colpo da fondo è così buono da poter partire verso la rete per tempo....

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lucioa ha scritto:
molto dipende dalla superficie su cui si gioca. sul veloce puoi metterti a fondo campo e picchiare duro portando a casa il punto.
sulla terra è tutta un'altra musica.. da fondo campo puoi spingere per poi andare a rete a chiudere.
quelle che non riesco a fare è capire velocemente quanto il mio colpo è efficace. spesso sono piantato a fondo a vedere cosa combina il mio avversario e mi accorgo tardi di averlo messo in difficoltà perdendo il tempo dell'attacco.
a volte invece mi dico "appena torna di qua la palla attacco" e parto con l'idea prima di vedere cosa arriva. in questo caso attacco e vado a rete con l'incognita di non aver attaccato bene.
al momento non ho ancora trovato un "metodo" per capire subito se il colpo da fondo è così buono da poter partire verso la rete per tempo....


Io mio maestro mi dice di guardare principalmente come l'avversario arriva sulla palla: se ci arriva bene mi posso aspettare una risposta "normale" e quindi l'attacco non è andato a buon fine.

Se lo vedi in difensiva o che indietreggia, oppure lo vedi in difficoltà con gli appoggi: vola a rete baby.

Dopodichè ci sono degli attacchi che funzionano a priori anche se l'avversario è pronto a riceverli perche sono solo propedeutici al colpo sucessivo. Tipo i lobboni aggressivi sul rovescio dell'avversario , belli alti e profondi: non servono a fare punto o a mettere in difficoltà l'avversario (cioè si, ma non è quello il primo obiettivo) quanto ad avere il tempo di correre a rete e prepararsi ad una facile volee o ad uno smash.

QUesto finchè l'avversario è debole di rovescio, ovviamente, per cui la % di un passante vincente è molto bassa, e poi psicologicamente sei molto in vantaggio solo per essere andato a rete.

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il mio discorso pèerò non si riferisce tanto all'avversario, ai suoi colpi più o meno forti, quanto piuttosto ad una lettura della situazione sul momento.

per esemplificare: la palla del mio avversario è bella angolata e veloce e io sono in ritardo e mi ritrovo a correre a prenderela nel corridoio;ora inutile provare a chiudere in lungolinea:sarebbe un colpo spettacolo ma quanti pro nella situazione provano a farlo?pochi pochissimi e solo se sono in fiducia; e se per caso ci provano e non gli riesce ricevano pure le occhiatacce dal proprio angolo. in questi casi meglio restituire una palla alta profonda e magari centrale (per non fornire anogli alla'vversario che magari è già con i piedi ben dentro il campo)

ora queste situazioni che a tavolino si possono analizzare in tutta tranquillità adottando anche semplici schematismi sul campo non sono poi così semplici da leggere perchè entrano in gioco diversi fattori; provo a spiegarmi:

1)non tutte le palle corte sono attaccabili, non tutte le palle profonde devono costringere alla difesa (in linea di massima sì, ma bisogna anche guardare l'effetto che hanno, se sono in bak, top..., la nostra posizione

2)non tutti siamo predisposti a un determinato gioco e qui entra in campo la conoscenza che ognuno ha di sè, di quello che ha acquisito sul campo, di quello che riesce a fare in determinate situazioni, di quello che è maggiormente capace di fare quando è sotto pressione

io sto lavorando su tutti e due i punti e devo ammettere che conoscersi tennisticamente e tutt'altro che facile, perchè sul campo siamo umorali, siamo legati inevitabilmente a fattori diversi (la condizione fisica, la fiducia)

io ad esempio credo di non aver troppa fiducia in me stessa;vedo i progressi ma vedo soprattutto i difetti e in tal senso esercitarmi sul valutare che cosa fare in situazioni diverse (difendo/spingo) potrebbe aiutarmi a conoscermi

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Il tuo discorso non fa una piega. Ovviamente ogni situazione esige una risposta adeguata. Ma io non ne farei un dramma. Fai quello che sai fare, quello che ti viene quando sei libera e incondizionata è probabilmente il massimo che in quel preciso momento riesci a dare, e meglio del massimo non c'è nulla.

Serve un pò di fiducia nei colpi, perchè come dicevi te qualche post più dietro, se sei li a pensare a come metti piedi gambe e appoggi non hai tempo per pensare alla tattica.

Quindi l'unico consiglio , dal mio basso, è di trovare un colpo vincente, che ti gasi e che ti faccia sentire a posto quando lo tiri, che ti dia fiducia, che sai che se la tua avversaria osa giocarti li, sono dolori per lei.

Come pensiero liberatorio da torneo o da partita tirata, io penso semplicemente che essere agitati e ansiosi di segnare il punto significa perdere quasi sicuro, significa avere le gambe di legno, e quando hai le gambe di legno anche i colpi facili diventando proibitivi.

Ora siccome perdere non lo vuole nessuno, se tu ti convinci che più ti preoccupi del punto in se e di cosa dovrai fare se questo e quello e più facile è perdere,e più come reazione ti concentrerai solo sul FARE: non come, non quando, ma solo su "adesso faccio questo".

Quello che viene non importa. AL massimo lo si analizza a posteriori.

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Difendere ?

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Allora partiamo dal punto di vista che tutte le situazioni di gioco sono allenabili,il punto e' riconoscere la situazione e reagire di conseguenza.Nel caso che citi le cose da fare sono molteplici,e tutto dipende da come ci arrivo e da quanto tempo ho per riucire a giocare il colpo successivo.Nel senso che se ti buttano fuori dal campo cercando un po di angolazione le scelte da fare non sono solo in base a cosa pensi di fare,ma anche in base a come ci arrivi sulla palla e che tipo di palla devi rigiocare.Ora mi buttano fuori dal campo e posso scegliere se giocare un bel lungolinea cercando il vincentino oppure la palla alta in mezzo al campo dipende da che tipo di palla devo affrontare,e da cosa sono capace di fare.La fiducia aumenta in relazione alla capacita' che si ah per giocare un determinato tipo di colpo,ossia mi alleno per giocare un bel lungolinea e ho una percentuale alta di riuscita in allenamento quando gioco nella stessa situazione cerchero il lungo linea vincente,oppure la palla centrale alta per recuperare terreno,non e' che la palla alta mi risolva molto ma almeno in termini di tempo mi lascia respirare.Ora se non faccio un allenamento specifico su questo tipo di palle e non ho una sicurezza effettiva in quello che faccio in termini di riuscita del colpo e' normale che quando gioco evitero' come la peste il lungo linea e cerchero di giocare la palletta della salvezza.Ci sono diverse situazioni su palle a meta' campo, il tutto dipende da cosa sono allenato a fare ,da come ci arrivo e da che tipo di palla mi si propone.Piu' soluzioni ho nel mio bagaglio tecnico,e piu possibilita' ho ne rigiocare una palla.Ora superata la fase studio ed allenamento il discorso diventa personale nel senso che avendo la possibilita di giocare un approccio per scendere a rete dal lato sinistro con un rovescio slice lungolinea oppure di giocare un dritto anomalo per fare piu' pressione,la scelta e' personale e dipende un po dalle nostre caratteristiche di giocatore.nel senso che solo conoscendo le mie possibilita',tecniche e fische prendereo la scelta migliore,hai voglia a dire ok palla abbordabile alla tre quarti sul lato del rovescio,entra con il dritto inside in e spingi ,teoricamente vale come dire entra con il rovescio slice,ora se sono lento a muovermi e ho dificolta aposizionarmi per bene per giocare un dritto di questo genere,scegliero la seconda ipotesi,che sicuramente mi offrira piu spinta,pero anche un bell approccio in slice bello profondo e con la palla che si alzi poco e' una buona soluzione.Ora sei al bivio cosa scegli......

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...in genere, il tennista "testa di rapanello" seglie la cosa più difficile e sulla quale ha meno probabilità. Lo fa inconsciamente, lo fa per autoassolversi in caso di - probabile - insuccesso.
La testolina del tennista è una brutta bestia...!

Il tennista allenato, invece, sorride alla fortuna e dice: "Whow, che fortuna! Proprio il colpo che ho allenato ieri con un cesto di palline formato vasca da bagno !!!".
quando difendere quando spingere 97171 quando difendere quando spingere 97171
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