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I 50 anni di John, l’ex genio ribelle che studia da Obama



di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]





Buon compleanno a John McEnroe che oggi compie 50 anni! Quanto tempo è
passato da quando i giornali riportavano le sue intemperanze sul campo
e gli organizzatori tremavano all'idea che venisse squalificato. Quanti
suoi eccessi sono stati motivo di divertimento nel Grande Circo del
tennis. Il «Super Bratt» così lo chiamava la stampa inglese,
appellativo che tradurrei in Monellaccio, regalava sempre una storia
che potevamo raccontare. E oggi, a distanza di anni, nel cuore degli
appassionati rimane vivo il ricordo della sua genialità tennistica e
delle furibonde risse sui campi.







Parlando di lui nessuno sprecherebbe tempo ad
elencare i 7 titoli vinti nel Grande Slam (più 8 in doppio in coppia
con Peter Fleming), tutti ricorderebbero il campione geniale di
un’epoca che dal gioco classico era passata alla monotona regolarità
imposta da Borg. Eppure «Super Mac», che il pettine non lo usava mai,
si esprimeva davvero a modo suo compensando l'aspetto poco atletico con
il coraggio di un matto che si lanciava in avanti contro i micidiali
passanti dell'illustre rivale.


John aveva grande intuito nel gioco di volo
anche se a rete invece di piegare le gambe compensava il gesto facendo
un piccolo salto in avanti. Poca apertura e spinta straordinaria! Cose
che nessun maestro osò mai insegnare e che nessun tennista dopo di lui
riuscì a mettere in pratica. «Quando nasce un campione nascono mille
cloni!» sosteneva Hoad. Credo di non sbagliare affermando che nessuno è
mai stato capace di imitare McEnroe!


Nato a Wiesbaden appunto il 16 febbraio 1959,
figlio di un avvocato, John ha sempre ammonito suo padre: «Non
impicciarti nelle negoziazioni dei miei affari. Ricordati! Sei solo un
padre». Fallito il primo matrimonio con Tatum O'Neal, figlia del
protagonista di Love Story, donna capricciosa che gli diede tre figli
(Kevin, Sean, Emily) John si è rifatto una famiglia sposando Patty
Smyth, cantante country dalla quale ha avuto due bambine. Eppure se
qualcuno gli chiede quanti figli ha, lui risponde «sei!», perché la
seconda moglie gli ha portato in dote un maschietto e i figli lui li
considera tutti uguali. Gli amici storici di McEnroe sono stati Vitas
Gerulaitis, morto tragicamente anni fa, Fleming e Rennert. Ma chi gli è
rimasto sempre vicino è Sergio Palmieri, che per lui ha organizzato
persino una serie di concerti in giro per il mondo: «John suona bene la
chitarra però ha la mania di cantare. Io gli dico che non è capace e
lui diventa pazzo!», spiega ridendo Palmieri. Mentre John ribadisce:
«Tu non capisci niente! Io ho una voce particolare!». Quando sua moglie
Patty ha avuto la nomination all'Oscar per la colonna sonora di un
film, McEnroe si è infilato nell'orchestra con la sua chitarra e c'è
voluta una rissa per cacciarlo. A quel punto, furibondo come sui campi
da tennis, voleva ritirare anche la moglie dal palco.


Nella storia del tennis sono rimaste celebri
alcune sue frasi, come: «Sei la vergogna del genere umano!», urlato a
un giudice di Wimbledon. O come la domanda minacciosa che rivolgeva a
chi osava chiamare fuori una sua palla: «Vuoi ripetere, prego?». Se la
risposta era «Out», lui cominciava a strillare con il mitico «You
cannot be serious», ovvero «Non ci posso credere!». Al cambio di campo
in un torneo indoor prese a racchettate una brocca d'acqua e i
bicchieri di cristallo. A fine carriera, per evitare grane, gli
organizzatori cercarono di assecondarlo concedendogli un arbitro di
colore che lui amava: si chiamava Jason. Alla prima palla vicina alla
riga, McEnroe lo ammoniva: «I'm watching you Jason!», facendogli capire
che lo stava osservando. Un episodio lo ricorda bene anche Pietrangeli,
giudice arbitro di Stati Uniti-Argentina, in coppa Davis a Buenos
Aires: «C'era un tifo d'inferno - racconta Nicola -, McEnroe,
impazzito, continuava a litigare! Persi la pazienza. Mi alzai e gli
dissi: “Ancora una parola e ti squalifico”. Il padre di McEnroe, seduto
accanto a Palmieri, commentò: “Mio Dio.. adesso Nicola lo caccia!” Per
fortuna non accadde». McEnroe, che è un grande democratico, amico di
Jenkins, estimatore di Obama, secondo Sergio potrebbe diventare un uomo
politico di rottura importante. E in fondo questo sarebbe il giusto
destino di un ex ragazzo ribelle.

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scusate se sono prolisso, ma Clerici è sempre Clerici


Ve lo rocordate quando disse: "se fossi un po' più gay mi farei accarezzare dalle volè di mcenroe"
ciao



Tennis



Un tocco in più:
il gioco divenne arte




McEnroe,
i 50 anni del divino e terribile genio del tennis. Prima di lui non
s'era mai visto nulla del genere. E forse non si rivedrà mai più
di GIANNI CLERICI












buon compleanno john mcenroe Stor_15065555_57310
John McEnroe









"Keep an eye on my boy". "Date un'occhiata al mio ragazzo, che viene
per la prima volta in Europa".
A parlar così, dopo un doppietto amichevole
in quel di Dallas, era un bel tipo roseo e pacioso, un famoso avvocato
di New York, ci dissero, a me e a Tommasi. John McEnroe, si chiamava, e
aveva un figlio tennista, pure lui John, ancora junior, che partecipava
a un torneino di esibizione, prologo alle famose finali del World
Championship Tennis, una sorta di contro-Master creato da
un'organizzazione miliardaria che aveva requisito quattro mesi di
calendario tennistico. Andammo a dargli un'occhiata per buona e
educazione, al piccolo, e dopo un game ci guardammo con gli occhi
sbarrati, e dopo due games Tommasi disse: "Glielo telefoni tu a Sergio
Tacchini che può firmare il prossimo campione del mondo?".


Detto fatto. Non è
che, in quei giorni del 1977, non ci fossero in circolazione dei buoni
tennisti. A Dallas, a giocarsela, c'era gente come Borg, Connors,
Gerulaitis e compagnia. Ma quel tipetto tutto tic, sotto i riccioloni
già mostrava le stigmate del predestinato. Aveva, soprattutto, una
manina benedetta, e, per di più, mancina: il che significa, un +15 di
handicap nei games di servizio, secondo il mio immodesto parere.
Incuriositi ancor prima che inteneriti, demmo un'occhiata al ragazzo,
al Roland Garros. La terra, capimmo subito, non era il suo habitat. E
tuttavia, in coppia con una ragazza newyorchese cresciuta a Milano,
Mary Carrillo, riuscì a vincere il misto, che era ancora una gara
seria. Ma il bello doveva venire.


Tre settimane più
tardi, a Wimbledon, Mac sarebbe uscito dalla giungla delle
qualificazioni per farsi largo sino alle semifinali: un record mai
verificatosi in cent'anni di gara. Suo all'inizio incredulo avversario
era niente meno che Bjorn Borg. Dopo il match, al solito ingrugnato,
poco disposto alla conversazione, in una parola sgradevole, Mac ebbe ad
affermare che il suo maggior torto era stato di non immaginare una
possibile vittoria. I colleghi inglesi presero a definirlo superbrat, e
cioè supermoccioso. Una viva comprensione per quel suo tanto amabile
papà mi trattenne dal soprannominarlo, in milanese, Il Bauscia, come mi
accadde di fare nel prosieguo della sua carriera: Bauscia, certo, ma
alternante al McJesus dei momenti irresistibili.








Tra i molti
sorprendenti aspetti delle sue affermazioni, par giusto ricordare che
quel fenomeno ancora sedeva sui banchi della Università di Stanford, a
bigiare lezioni della facoltà di Legge, ma a vincervi il titolo
nazionale Ncaa. Fu Papà John a decidere l'abbandono della carriera
forense a vantaggio di quella tennistica.
Si era così giunti al 1979, e Superbrat
prese a vincere, dal Master spostato a gennaio, alle finali Wct di
Dallas, allo U. S. Open, secondo anno di recite sul nuovo palcoscenico
di Flushing Meadows. A Dallas, quelle sue parabole da battitore di
baseball, quei suoi divini schiaffi volanti da metà campo, avrebbero
colpito la coppia sin lì dominante, sia Connors che Borg, l'uno
schiumante veleno, l'altro addirittura attonito. Fu allora che, grazie
ad una intelligenza che filtrava ben oltre il rettangolo di gioco,
Arthur Ashe ebbe ad affermare: "Borg e Connors vi prendono a colpi
d'ascia, Mac vi lavora con uno stiletto, e in pochi minuti buttate
sangue da cento ferite". Per due anni Mac rimase nella scia di un Borg
sempre più inquieto, soprattutto dopo il mitico tiebreak del quarto set
della finale di Wimbledon 1980, quel 18 a 16 per Mac, quel tiebreak di
34 minuti per che divenne una specie di Enfants du Paradis del gioco,
proposto e riproposto da tutte le televisioni del mondo. E, nel 1981,
la regolarità di un pur grande Borg non bastò più.


L'uomo John, che
domani raggiunge i suoi cinquant'anni, non fu, purtroppo, all'altezza
dello straordinario tennista. Una guerriglia continua con la buona
educazione e il rispetto del prossimo lo spinsero ad alcuni record
negativi. Nel corso di un match del 1985 contro lo jugoslavo
Zivojinovic sputò in viso al giudice arbitro di Wimbledon una di quelle
che si chiamano four letters words, una parolaccia, e la BBC la diffuse
in tutto il mondo. Per la prima volta lo All England Club espulse un
vincitore dal privilegiato elenco dei suoi soci onorari. E si potrebbe
continuare, addirittura con la cacciata dal campo allo Australian Open
del '90, durante una partita con lo svedese Pernfors, per accennare
soltanto di passata a vicende matrimoniali sado nei riguardi della
prima moglie, l'attrice Tatum O'Neal, ora sostituita con Patty Smith.


Ma non sembra
giusto occuparsi dei detriti intimi di un genio, di qualcuno che ha
fatto di un gioco un'arte. L'anno passato, nel vederlo sul vecchio
centrale del Foro Italico, mentre giocava un match veterani, mi ha
attraversato la mente, dopo un suo tocco, una pennellata di Boccioni.
Qualcosa che mai avevo ammirato, in uno dei primi dipinti futuristi. E,
insieme all'immagine, mi ha visitato un titolo dell'amato Oreste Del
Buono, per il suo libro su Gianni Rivera. Un tocco in più. Qualcosa che
mai avevamo visto, né, temo, rivedremo.



15 febbraio 2009

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McEnroe,
i 50 anni del divino e terribile genio del tennis. Prima di lui non
s'era mai visto nulla del genere. E forse non si rivedrà mai più
di GIANNI CLERICI Twisted Evil

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A mio modesto avviso McEnroe è stato per il tennis quello che Maradona è stato per il calcio.
Mai nessuno ha saputo emozionarmi ed entusiasmarmi come lui.Un vero genio dotato di uno straordinario talento. Sempre imprevedibile con i suoi colpi.

Con una potenzialità enorme, ineguagliabile, purtroppo mai espressa appieno probabimente per limiti caratteriali.

Infatti se tanti estro, fantasia,creatività,imprevedibilità fossero stati sostenuti da una preparazione atletica adeguata (come p.es. fra i tanti Borg,Connors,Lendl o, oggi,Nadal, tutti meno dotati di lui) al di sopra di John ci sarebbe stato solo il cielo.

Ed oggi , a mio umile avviso, non si dibatterebbe certo su chi sia stato il più grande tennista di sempre.

Vinse solo sette slam. Ma perse anche quattro finali tutte al quinto set (di cui due praticamente già vinte) perchè, se ci fate caso, alla distanza si appannarono lo scatto prepotente e la lucidità di gioco,specie sotto rete (dove la forza fisica e la prontezza di riflessi sono decisivi).

Come spesso avviene chi sia dotato di uno straordinario talento innato che gli renda facili,naturali gesti ardui o impensabili per chiunque, non valorizzi adeguatamente detti doni di Dio.

Se John oltre ad essere nato genio avesse avuto anche la buona volontà e l'umiltà di perfezionarsi, di diventare un atleta, avrebbe vinto, a mio avviso, molto di più.

Probabilmente sarebbe stato al vertice per diversi anni successivi al 1984. L'anno in cui espresse il meglio di sè stesso.

Infatti avrebbe acquistato in continuità. Tanto più perchè non aveva la capacità di concentrazione e la stabilità mentale di Borg.

E' indimenticabile la finale di Wimbledon del 1984 in cui il genio distrusse letteralmente Connors ,non uno qualunque.

Chi mai fino ad oggi ha giocato al mondo a Wimbledon in modo così fantastico, sicuro di sè,con tanto estro, fantasia e veemenza ?

Chi mai gli avrebbe resistito quel giorno? Forse Sampras o Federer o Borg ?
Ne dubito davvero.

Adeguatamente allenato avrebbe,molto probabilmente, dominato nel mondo,come già fece nel 1984, per diversi anni successivi. Forse fino all''avvento del giovane Sampras.

Trovo molto discutibile valutare la grandezza di un tennista e,più in generale, di uno sportivo, alla luce del numero di vittorie riportate dal medesimo.

Per cui sarebbe, necessariamente, il più grande il tennista colui che abbia vinto più slam.

Se ci riferiamo, per esempio, al calcio noteremo che Franz Beckenbauer ha vinto (tra trofei nazionali ed internazionali sia a livelllo di club che che di nazionale) molto di più di Maradona.

Ma chi mai al mondo si azzarderebbe ad affermare che Beckembauer sia stato più grande di Maradona?

Forse solo uno sfegatato tifoso del Bayern Monaco.

In verità Maradona sapeva compiere dei gesti tecnici e stilistici inarrivabili dal, pur grande, Beckenbauer.

Il quale ha vinto di più perchè era più serio, continuo e professionale di Maradona.

E queste doti pagano alla distanza.

Come pure, se passiamo all'automobilismo, chi può sostenere che Ralph Schumacher sia stato più grande del compianto Jim Clark?

Ques'ultimo vinse solo due campionati del mondo nella formula uno contro i sette di Schumacher, ma molti, specie nei paesi anglossassoni e compreso Bernie Ecclestone e Jackie Stewart, ritengono Clark superiore a Schumacher perchè capace di manovre, di una prontezza di riflessi alla partenza e di sorpassi che il tedesco non ha mai fatto nè era in grado di fare.

Lo stesso vale per McEnroe se confrontato con Laver o Federer o Sampras o altri.

Rimane, in ogni caso, ed al di là di ogni parere soggettivo, il fatto, assolutamente indiscutibile, che nè Federer nè Sampras nè Laver hanno saputo entusiasmare il pubblco come John.

Nè hanno promosso il tennis nel mondo come lui.

Nessuno ha venduto tanti bliglietti come lui.

Insuperabile anche nel rendere il tennis uno spettacolo.

Perciò gli voglio bene e gli auguro ogni bene.


Angelo Balzano.

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strabenvenuto, sei un Angelo venuto dal cielo.
Ti propongo Principe del forum.
Tu si, che te ne intendi..!!!

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Benvenuto angelo.

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benvenuto angelo, visto il tuo bell'articolo ti proporrei di postare piu spesso, perchè vedo che sei iscritto da febbraio e hai un solo messaggio e che messaggio, un bellissimo articolo su mcenroe!! Wink

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MichaelStich ha scritto:
benvenuto angelo, visto il tuo bell'articolo ti proporrei di postare piu spesso, perchè vedo che sei iscritto da febbraio e hai un solo messaggio e che messaggio, un bellissimo articolo su mcenroe!! Wink


Mi unisco anch'io Angelo all'invito.

Ciao e a presto allora. Wink

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Benvenuto,bellissimo articolo condivido con te al 100% quello che hai scritto sul grande John! buon compleanno john mcenroe 622327

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grandissimo Angelo!!
ciò che hai scritto è stupendo e non fa che aumentare sempre più il mio amore verso SuperMac!!
ogni volta che vedo un suo gesto tennistico, anche nelle esibizioni recenti, tutto si ferma intorno a me..e inizio a sudare ed emozionarmi come un bambino..non ci posso fare nulla è così Smile cheers
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