[quote="marcob"]
seneca85 ha scritto: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Posto qualche video dei primi 4 al monto non per fare polemica ma come spunto di discussione.
A me pare che dalle immagini emerga che la spinta data dalla rotazione del busto si esaurisca una frazione di secondo prima di impattare la palla: in quel momento la racchetta ha già raggiunto l'accelerazione massima ed è fondamentale "far passare il braccio".
Da notare che il blocco delle spalle, con conseguente passaggio del braccio, prima dell'impatto è ben evidente anche in un giocatore con un gesto estremo come Nadal.
Che poi una volta esaurito il colpo, quando la racchetta è già sopra la spalla sinistra (dx nel caso di Nadal), la spalla destra possa avanzare per rallentare più dolcemente la corsa della racchetta ci sta, ma qui non ha alcuna funzione di spinta, solo di "freno".
Allora Marco, la questione di questo famoso blocco delle spalle + blocco delle anche non credere che non sia stata dibattuta anche a livelli molto più elevati sia tra i grandi guru che tra i grandi biomeccanici.
In primis un grosso contributo in questa tematica lo hanno dato le riprese con le più moderne telecamere capaci di riprendere frames rallentati infinitesimali e posso dirti che i filmati su youtube anche se ben rallentati non permettono di cogliere aspetti biomeccanici su cui si son basati studi più scientifici.
Per questo credo che sia opportuno partire da uno studio fatto dal Dr. Martin Baroch che partendo dalla constatazione del numero sempre più frequente di infortuni all'anca tra i pro ma soprattutto tra gli junior aspiranti pro ha analizzato specificatamente l'attività delle anche e delle spalle nei colpi al rimbalzo ed anche nel servizio. E di come un uso continuato e inappropriato di queste articolazioni nel lungo possa dare gravi problemi articolari esponendo il giocatore ad un maggior rischio di infortuni gravi.
Il concetto da cui partire è che ad alti livelli si possono giocare due tipi di palle in base alla situazione in cui ci strova:
- la prima è quando il giocatore gioca la palla "plays the ball", cioè quando è lui che spinge, che ha l'inerzia del punto, ha il pallino del gioco, insomma impatta al momento giusto all'altezza ideale;
- la seconda è quando il giocatore subisce la palla o "played by the ball" quando cioè è costretto ad arrangiarsi causa qualità della palla dell'avversario, o impatta ad un'altezza non ideale, insomma quando deve cercare di rimandare la palla dall'altra parte per tenere vivo il punto.
Bene, capito questo punto fondamentale ecco cosa succede quando un pro gioca:
1. SITUAZIONE IN CUI GIOCA LA PALLA - quando ha la palla all'altezza ideale e le sta dietro con il giusto timing il giocatore pro non sta a pensare "ora faccio un bel diritto/rovescio con un bel blocco di spalle"...... no questo tipo di giocatore entra a brutto muso, l'occasione non se la fa perdere sa che quando può deve far male all'avversario, fare il punto e quindi cosa fa....... bam tira il suo miglior colpo cercando la migliore combinazione di potenza, controllo e qualità e nel far ciò, sia che gioca in open, semi o neutral, la rotazione delle spalle è totale almeno di 180°, solo così può far male perchè deve scaricare sulla palla il maggior peso che può per non offrire all'avvrsario una palla a sua volta aggredibile;
2. SITUAZIONE IN CUI SUBISCE LA PALLA - quando si trova in una situazione scomoda (palla bassa, o in ritardo, o semplicemente perché l'altro lo sta mettendo in difficoltà) il pro sa che la prima cosa che deve fare è cercare di rimandare di là la palla concedersi una chance in più, far giocare all'avversario un colpo in più, e in queste situazioni di difficoltà in cui subisce la palla non può esprimere la sua massima potenza perché nemmeno i pro sono alieni...... e di solito dato che non può spingere a tutta guarda caso la rotazione delle spalle è massimo di 90° ma anche qui nulla di voluto esce tutto naturale.
Questa la teoria andiamo alla pratica, premettendo che è meglio analizzare una serie di colpi che il singolo colpo che può dire ma fino ad un certo punto:
a)
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]Andy Murray in action, seppur in allenamento ma sottoposto ad uno bello scambio (la partita vera che conta contro un altro pro è qualcosa di simile moltiplicato x 3).
In questo video l'inglese gioca 5 diritti.
Sul primo è un po' in ritardo, la palla si è abbassata, non può spingerla perché "he is played by the ball" che fa ...... la rimanda, quanta rotazione di spalle c'è alla fine?.... 90° gradi non di più..... da cosa lo noto?...... spalle alla fine parallele alla rete...... tutto naturale, Murray non sta lì a pensare "ora le blocco" è la dinamica dell'azione ed il tipo di colpo che gliele fa bloccare.
Secondo dritto, adesso è lui che comanda "he plays the ball" è in posizione ideale in equilibrio, ora spinge (nemmeno a tutta a dir la verità sta pur sempre in allenamento ed è centrale), ora è lui che gioca la palla, quanto ruotano le spalle?..... alla fine del movimento sono perpendicolari alla rete, la spalla destra guarda la rete, quindi non meno di 180°.... tutto ciò esce naturale, non ha pensato minimamente al momento dell'impatto di bloccare le spalle. Sarebbe impossibile fermare qualcosa (segmento busto, anche e spalle + racchetta) che sta andando ad alta velocità, stopparla e poi farla ripartire con la stessa velocità di prima, è biomeccanicamente impossibile oltre che fisicamente, una volta che ho bloccato le spalle come farebbero a compiere l'ultima parte di giro per posizionarsi perpendicolari alla rete? Dove prenderebbero l'energia per ripartire dopo questo famigerato blocco alla stessa velocità di prima? E' umanamente impossibile far partire la racchetta con le spalle e le anche che in fase di movimento a colpire accelerano fino all'impatto ed in questo momento operare un blocco, e poi "dolcemente" far fare un altro po' di giro (almeo altri 90°) alle spalle stesse...... e la fluidità dove va a finire??? Avete mai visto un pro giocare come un robot cioè meccanicamente???..... Quel che succede nella raltà è che quando il pro colpisce per far male il giro delle spalle è almeno di 180° e nel far ciò lo fa naturalmente non sta a pensare minimamente di bloccare queste famigerate spalle ed anche.
Per tornare a Murray: anche nel terzo e quarto diritto gira le spalle di 180° alla fine sono perpendicolari, sta in spinta "he play the ball".
Nel quinto la palla è bassa e lui ha indietreggiato un po'...... non è in spinta..... che fa..... la rigioca e le spalle non ruotano più di 90°, "he is played by the ball".
Infatti dallo studio del Dr. Baroch ne è uscito fuori che quando il giocatore è nella situazione di giocare la palla e può spingere se a lungo andare non lascia che il giro di spalle di 180° proceda naturalmente ma prova a bloccare le spalle e per far ciò deve bloccare le anche che stanno sotto succede che vada incontro a seri infortuni..... perché vorrebbe tirare forte ma rompe la catena cinetica e cosa succede alle articolazioni? Nel tentativo di ricercare questo famigerato blocco delle anche e delle spalle si deve oppore all'energia sprigionata dal caricamento, dall'apertura e dalla fase esplosiva del movimento a colpire.... per bloccare le spalle deve anche bloccare le anche sotto e nel far ciò l'articolazione dell'anca destra (per un destrorso) nel diritto a seguito di questo blocco va a toccare i tessuti che le stanno davanti provocando un attrito molto forte, questo movimento di impatto ed attrito moltiplicato per migliaia di volte alla fine può comprtare il famoso dolore all'anca cui molti tennisti vanno incontro soprattutto ad alto livello con conseguente bisogo di intervento cierurgico.
Non solo problemi all'anca ma anche alla spalla destra perché se blocco il tratto anche/spalle/busto al momento dll'impatto l'ultima parte del lavoro venuta meno la spinta di controrotazione chi la fa? La spalla destra che è costretta ora da sola a condurre la racchetta dall'impatto in poi e si capisce bene che un conto è che questo "sporco" lavoro lo fanno segmenti corporei più ampli (tratto busto, spalle, anche) spinti dallo lro massa x la velocità sprigionata dall'esplosione del movimento a colpire..... un conto se lo fa la spalla da sola.
Anche qui Nadal :
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]he plays the ball è in psinta giro completo, spalle alla fine perpendicolari.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]in questa serie di diritti di Nadal può farsi lo stesso discorso di cui sopra di Murray,
la particolarità di Nadal che lo rende unico perché lo fa meglio di tutti gli altri, è che lui quando "is played by the ball" chiude il movimento sempre con le spalle parallele ma grazie alla sua uncinata (con il braccio che si avvolge sopra la setta spalla che porta il colpo") riesce a giocare un colpo più ostico pur essendo in difesa o in posiizone ottimale, ciò p dovuto alla grande "abilita di mano" (proprio cosìla dfinisce Emilio Sanchez) che gli ermette d far rimbalzare la palla alta carica di top, altri ed altre provano a copiarlo ma no raggiungono la resa dello spagnolo che infatti in fase didensiva quando subisce la palla è il migliore nel ribalatare l'inerzia dello scambio.
Inoltre Nadal anche quando subisce la palla ha una capacità di rimanere sulla gamba su cui ha caricando disperdendo così poca energia o detto in gergo "rimane sul colpo"
Infatti in questa serie di diritto il colpo che spinge di più è il secondo in cui entra per far male.
Penso che il mito del famoso blocco ricercato e voluto delle spalle/anche possa essere considerato uno dei tanti miti del tennis
Per finire un altro mito è quello di "guardare l'impatto della palla con le corde".
Il momento dell'impatto è quantificabile in una frazione di secondo piccolissima nemmeno percepibile dall'occhio umano, non esiste uomo o donna che lo possa vdere nel precisio istante in cui la palla entra in contatto con le corde.
Ecco perché prima e fin dopo l'impatto i giocatori rimangono con la testa ferma, loro non guardano la palla che entra in contatto con le corde perché nessun umano riesce a cogliere questa frazione, ma sanno che l'impatto avviene nel mezzo di un prima e dopo e per questo prima e dopo l'impatto tengono lo sguardo fisso perché sanno che nel mezzo c'è l'impatto stesso.