Pensate un po' cosa mi avete fatto fare...oggi, mentre ero al lavoro (faccio i turni), riflettevo, tra le altre cose, anche su questa discussione e sulle implicazioni correlate all'imprecare durante il gioco...ripensavo al fatto che, anche da ragazzino, avevo questa abitudine di esternare in modo molto...colorito la mia rabbia quando sbagliavo i colpi, anzi, all'epoca quella povera Triumph in legno volava spesso e volentieri a metri di distanza o contro la rete...
Be', mi chiedevo giusto il perchè di tanta rabbia quando si sbaglia o quando si gioca male, ed oggi ho avuto come una sorta di...rivelazione...magari sarà niente di particolare e molti di voi mi diranno che ho scoperto l'acqua calda, ma provo a spiegarla lo stesso.
La rabbia e la frustrazione non hanno origine dall'errore in sè.
Sono sicuro che la stragrande maggioranza di noi è in grado di comprendere ed accettare alla perfezione la possibilità che, durante il gioco, si commettatno una certa percentuale di errori.
Parlo per me, nel mio caso, il meccanismo in questione credo invece sia il seguente: io
ritengo di saper giocare ad un certo livello, di saper eseguire i colpi ad un certo livello (e quando voglio, sono calmo e concentrato, li so' eseguire),
ma è una mia convinzione personale. In verità sono molto più scarso di quello che credo di essere, il mio livello di gioco medio è molto più basso di quello di cui mi autoconvinco o di quello che riesco a percepire, nella pratica quotidiana di gioco, la mia capacità di tenere uno scambio sufficientemente a lungo o di saper rispondere in modo adeguato alle palle che mi arrivano è inferiore a quello che ritengo di essere in grado di poter o saper fare, così come la mia condizione fisico-atletica, nonostante riceva dei complimenti riguardo al fatto che riesco spesso a recuperare smorzate o palle angolate piuttosto difficili, nonostante le mie 48 primavere suonate.
certo, capita quasi sempre che, anche nelle mie partite peggiori (come in quella di due mattinate fà) riesco a piazzare qualche buon vincente da fondocampo, un paio di passanti spettacolari e che ci scappi pure qualche buona voleè a rete. Ma si stratta di percentuali molto basse, è molto più frequente che il mio passante finisca in corridoio o anche oltre, che il mio "vincente da fondo campo" si perda diversi metri oltre la linea di fondo avversaria e che l'80% di voleè a rete finiscano ...in rete, o le stecchi clamorosamente, con la pallina che mi rimbalza magari sui piedi, altro che andare a morire un metro oltre la rete in campo avversario...
Bene, in questo caso l'imprecazione, la parolaccia, il gesto di stizza, la racchetta che vola a terra, la bestemmia non esprimono la rabbia per il colpa sbagliato e il punto mancato, ma sono espressione della frustrazione per le aspettative tradite, aspettative da me stesso e da ciò che mi aspetto, che ritengo di saper e poter fare, da quello che pretendo dalle mie scarse capacità.
E' un po' come se volessi fare come il riccone con il portafogli pieno che va' nei migliori locali, spende, spande a profusione, quando io nel portafogli al massimo ho la possibilità di comprare un ventesimo di ciò che acquista lui abitualmente, e dopo aver pagato un paio di conti, mi ritrovassi al verde e mi incazzassi come una biscia perchè vorrei a tutti i costi avere i soldi di quello là.
A casa guardo Federer su Supertennis, ne studio i movimenti, le esecuzioni, registro le partite e me le guardo al rallentatore per carpire ogni singolo passo, ogni gesto del campione...poi prenoto un'ora al mio circolo, gioco con un collega, e vorrei fare come Re Roger che ho visto poco prima, e quando al posto del suo bellissimo passante lungolinea di rovescio inanello una serie di stecche clamorose o di rovesci in corridoio o fra i pini oltrefondocampo, mi infurio e mi incazzo come una vipera perchè mi sono autoconvinto di poterlo fare anch'io...che ci vuole, Roger ne fa' ad ogni scambio, ho capito come fà, l'ho guardato mille volte, perchè non posso riuscirci anch'io, almeno uno su tre?
Lo so' che molti sorrideranno a leggere questa sorta di candida confessione psicanalitica spicciola, ma credo di non allontanarmi di molto da quella che è la realtà.