Cito un'excursus dalle pagine iniziali de "Il gioco degli specchi", l'ultimo romanzo pubblicato sul commissario Montalbano.
Da tempo Montalbano si era fatto priciso concetto supra a un finomino mistirioso, ma prifiriva non dirlo a nisciuno. Stavota sì, l'avrebbiro pigliato per pazzo. Il finomino era questo: com'è che le pratiche aumentavano nottitempo? Come si spiegava che lassava la sira la pila àvuta un metro e la matina seguenti l'attrovava di un metro e deci senza che nova posta gli fusse arrivata? La spiegazioni non poteva essiri che una sula. Quanno l'ufficio ristava allo scuro e diserto, le pratiche, senza essiri vedute da nisciuno, si sparpagliavano càmmara càmmara, si spogliavano delle carpette, dei raccoglitori, dei faldoni e s'abbunnavano a orge sfrenate, a copulazioni illimitate, ad ammuchiate irrefrenabili. Epperciò all'indomani a matino i frutti nati dalla notte peccaminosa aumentavano il volume e l'altezza della pila.
Da tempo Montalbano si era fatto priciso concetto supra a un finomino mistirioso, ma prifiriva non dirlo a nisciuno. Stavota sì, l'avrebbiro pigliato per pazzo. Il finomino era questo: com'è che le pratiche aumentavano nottitempo? Come si spiegava che lassava la sira la pila àvuta un metro e la matina seguenti l'attrovava di un metro e deci senza che nova posta gli fusse arrivata? La spiegazioni non poteva essiri che una sula. Quanno l'ufficio ristava allo scuro e diserto, le pratiche, senza essiri vedute da nisciuno, si sparpagliavano càmmara càmmara, si spogliavano delle carpette, dei raccoglitori, dei faldoni e s'abbunnavano a orge sfrenate, a copulazioni illimitate, ad ammuchiate irrefrenabili. Epperciò all'indomani a matino i frutti nati dalla notte peccaminosa aumentavano il volume e l'altezza della pila.