Questo mio Post prende spunto da un breve scambio di battute tra me Stefano e Paolo avvenuto qui:
http://passionetennis.forumattivo.it/news-comunicazioni-e-faq-sull-utilizzo-del-sito-f136/tutorial-ii-parte-per-inserire-le-foto-nella-firma-t844-15.htmParto proprio infatti nella mia valutazione dal tennista Stefan Edberg che, nonostante sia stato un grandissimo campione, neppure nei suoi momenti migliori è parso imbattibile.
Quando penso ai campioni assoluti mi vengono in mente Pete Sampras, per me la massima espressione del tennis che ho vissuto da spettatore, un campione che quando giocava al massimo batteva chiunque, anche se il suo avversario giocava al meglio, e Rod Laver, campione che ho conosciuto solo tramite filmati d'epoca e che quindi non ho mai avuto il privilegio di vedere dal vivo, ma che mi ha comunque lasciato l'impressione di campione assoluto proprio come ha fatto Pete.
Per campione assoluto io intendo un tennista che quando gioca al massimo delle sue possibilità è imbattibile da chiunque altro.
Da questa mia definizione di “Campione Assoluto” parto per spiegare ciò che per me è stato Stefan Edberg.
Sicuramente non rientra nella mia definizione appunto, ma le emozioni che mi ha regalato lui (enormi) non sono minimamente paragonabili a quelle che mi hanno regalato questi altri 2 tennisti che ho citato.
Stefan per me è stato prima di tutto un esempio di comportamento sul campo, sempre educato e misurato, corretto, mai sopra le righe ed estremamente sportivo.
Era un uomo, non un “cyborg”, con i suoi limiti e le sue debolezze che in campo non tentava di nascondere e che mi davano grandi emozioni.
Non lo conoscevo bene, proprio perché lui ha sempre tenuto un basso profilo e, in quel periodo, tutti i bambini come me erano tifosi di Boris Becker, molto più personaggio e già vincitore a Wimbledon per ben 2 volte.
Lo “conobbi” per la prima volta infatti durante la finale di Wimbledon del 1988 contro il mio idolo di allora, Boris appunto, e, via via che la partita continuava, mi sono accorto che “soffrivo” per questo tennista che sembrava quasi timido sul campo e con mille paure, che non aveva timore di manifestare in modo così palese, ma con cui conviveva grazie ad un grande carattere e una forza interiore rara.
Piano piano mi appassionai a lui ed ai suoi modi fino a diventare un suo tifoso.
Da lì in poi non mi persi più una sua partita, tante vittorie ma anche tante sconfitte brucianti e tanti tennsti come “nemesi”, ne ricordo alcuni: Ivanisevic, Agassi, Courier, Stich, Chang.
Quest'ultimo, mi ricordo ancora la partita come fosse oggi, gli tolse quello che secondo me gli sarebbe stato dovuto, quell'immortalità tennistica che uno come lui si meritava, per me tifoso, più di ogni altro, proprio in quanto uomo. Ma si sa, proprio per gli uomini, la perfezione non esiste.
Da quando ha lasciato il tennis ho smesso di fare il tifo e di “soffrire” quando guardo una partita di tennis.
Mi emoziono, certo, difronte a match combattuti, ma la vera “sofferenza” ad ogni punto non so se la proverò più (e devo dire che un po' mi manca).
Mi piacerebbe sapere se anche a voi è successo di emozionarvi per un uomo (che di “lavoro” faceva il tennista) come a me è successo per Stefan senza che fosse un “mostro”, ma solo una persona prima che un campione.
Ciao.