Secondo me stiamo un po' esagerando a fare i criticoni, perché trasferire la teoria (con calcoli non facilmente comprensibili) alla pratica quotidiana PERSONALE e individuale...beh, facilissimo non è.
La presa in giro, però, è intoccabile, sacra!
Però, se grattate un po' e ci ragionate con calma, il quesito iniziale non è per nulla banale.
E' ovvio che è un'iperbole di condizioni assurde ma ha un rapporto strettissimo con quello che sentiamo (o crediamo di sentire).
Appena si tolgono delle condizioni limite (i limiti servirebbero per semplificare...hehheheh) è tutto molto intrigante.
Vi semplifico la supercazzola così:
"Al di là delle tue macro-sensazioni, esiste un campo dove si può migliorare il proprio fitting usando la fisica?"
Risposta: sì.
"Esiste il modo di spingere al massimo le prestazioni TEORICHE dei telai?"
Risposta: ekkekakkio, sì!
"La polarizzazione porta più vantaggi della stabilità?"
Risposta: sì. La stabilità la ottieni più dalla distribuzione delle masse piuttosto che dalla massa complessiva.
"Ha senso parlare di molto lineare?"
Risposta: No, anzi, al contrario, con gli swing attuali si può parlare solo di accelerazioni...
"Quindi vale la velocità pura di contatto?"
Risposta: Ovviamente c'è un compromesso tra massa massima e accelerazione massima. Ovvero non esiste il sasso lento e non esiste il granello di polvere velocissimo.
"Conviene customizzare con più attenzione alla testa?"
Risposta: pericolosamente sì. Ovvero un'estrema polarizzazione e puntare alla massima accelerazione significa togliere peso al telaio (son 15 anni che i pesi delle
racchette sono in calo). Questo non fa bene alle articolazioni e costringe a swing "strappati" (con inversione di piani).
Insomma ce n'è di ciccia sulla griglia....