Promemoria primo messaggio :
Ciao a tutti. Galoppando verso i 49 e vivendo la mia terza vita tennistica dopo due stop 1993/2011 e 2014/2018 ho realizzato che (buona) parte degli insegnamenti cardine della vecchia scuola (diciamo la SAT di metà anni 80 per avere un riferimento temporale) son da metter via senza troppi scrupoli. Non sprecherò tempo su come open/semiopen stance sul dritto abbiano pensionato la closed stance alla quale noi ragazzini 35 anni fa venivamo costretti pena 100 piegamenti sulle nocche (LOL) ma mi concentrerò piuttosto su un altro aspetto fondamentale ossia il punto d'impatto. Tornando all'era vintage di 35 anni fa uno dei comandamenti urbi et orbi era l'immancabile "colpire la palla davanti al corpo". Posso dirlo senza offendere nessuno? E' una panzana. O meglio, è una variabile che ogni giocatore deve relazionare a come si muove in campo. Faccio un esempio semplicissimo: da quando sul rovescio bimane aspetto che la palla superi la linea della mia spalla destra prima di partire con lo swing ne sbaglio 1 su 100 anzichè 1 su 5 come prima. Volete un esempio ben più celebre, blasonato e vincente del Mister Nessuno che sta scrivendo queste righe? Andre Agassi. Esattamente, carissimi tutti. Uno dice Agassi e tutti pensano a come colpiva "in anticipo" la palla. Se parliamo della traiettoria del rimbalzo siamo tutti d'accordo. Se parliamo di dove colpiva rispetto al suo corpo invece ne scopriamo delle belle. Agassi nelle interviste "tecniche" non fa mistero del fatto che il suo punto d'impatto sul rovescio a due mani era all'altezza della sua anca sinistra. Letto bene? Anca sinistra. Alla faccia del "colpire la palla davanti al corpo" eh. Lui, da fenomeno qual'era, in questo modo riusciva a nascondere perfettamente dove avrebbe tirato perchè poteva far partire una sassata lungolinea o una incrociata senza la minima differenza nella preparazione dei due colpi (anzi). Ma col piffero che "colpiva la palla davanti al corpo" sul rovescio a due mani. Considerando che Andre Agassi è stato a tutti gli effetti il padre del Tennis moderno che vediamo oggi penso che quanto dice non solo sia meritevole di estrema considerazione ma anche di riflessione sulla tecnica di ognuno di noi nessuno escluso. Il punto d'impatto è fondamentale, ma la questione è che non esistono dogmi assoluti/talebani su quale sia quello ideale. Il nocciolo è trovare quale sia quello ideale per ciascuno di noi anzi, pure meglio, per ciascuno dei nostri colpi. Perchè per alcuni di essi (voleè in primis ma non solo) "colpire davanti al corpo" funziona. Per altri (vedasi sopra) anche no.
Grazie a chi legge, un caro saluto a Vandergraf che so quanto adora i miei sproloqui
Ultima modifica di Alessandro il Ven 16 Ott 2020 - 17:29 - modificato 1 volta. (Motivazione : Formattazione del titolo)
Ciao a tutti. Galoppando verso i 49 e vivendo la mia terza vita tennistica dopo due stop 1993/2011 e 2014/2018 ho realizzato che (buona) parte degli insegnamenti cardine della vecchia scuola (diciamo la SAT di metà anni 80 per avere un riferimento temporale) son da metter via senza troppi scrupoli. Non sprecherò tempo su come open/semiopen stance sul dritto abbiano pensionato la closed stance alla quale noi ragazzini 35 anni fa venivamo costretti pena 100 piegamenti sulle nocche (LOL) ma mi concentrerò piuttosto su un altro aspetto fondamentale ossia il punto d'impatto. Tornando all'era vintage di 35 anni fa uno dei comandamenti urbi et orbi era l'immancabile "colpire la palla davanti al corpo". Posso dirlo senza offendere nessuno? E' una panzana. O meglio, è una variabile che ogni giocatore deve relazionare a come si muove in campo. Faccio un esempio semplicissimo: da quando sul rovescio bimane aspetto che la palla superi la linea della mia spalla destra prima di partire con lo swing ne sbaglio 1 su 100 anzichè 1 su 5 come prima. Volete un esempio ben più celebre, blasonato e vincente del Mister Nessuno che sta scrivendo queste righe? Andre Agassi. Esattamente, carissimi tutti. Uno dice Agassi e tutti pensano a come colpiva "in anticipo" la palla. Se parliamo della traiettoria del rimbalzo siamo tutti d'accordo. Se parliamo di dove colpiva rispetto al suo corpo invece ne scopriamo delle belle. Agassi nelle interviste "tecniche" non fa mistero del fatto che il suo punto d'impatto sul rovescio a due mani era all'altezza della sua anca sinistra. Letto bene? Anca sinistra. Alla faccia del "colpire la palla davanti al corpo" eh. Lui, da fenomeno qual'era, in questo modo riusciva a nascondere perfettamente dove avrebbe tirato perchè poteva far partire una sassata lungolinea o una incrociata senza la minima differenza nella preparazione dei due colpi (anzi). Ma col piffero che "colpiva la palla davanti al corpo" sul rovescio a due mani. Considerando che Andre Agassi è stato a tutti gli effetti il padre del Tennis moderno che vediamo oggi penso che quanto dice non solo sia meritevole di estrema considerazione ma anche di riflessione sulla tecnica di ognuno di noi nessuno escluso. Il punto d'impatto è fondamentale, ma la questione è che non esistono dogmi assoluti/talebani su quale sia quello ideale. Il nocciolo è trovare quale sia quello ideale per ciascuno di noi anzi, pure meglio, per ciascuno dei nostri colpi. Perchè per alcuni di essi (voleè in primis ma non solo) "colpire davanti al corpo" funziona. Per altri (vedasi sopra) anche no.
Grazie a chi legge, un caro saluto a Vandergraf che so quanto adora i miei sproloqui
Ultima modifica di Alessandro il Ven 16 Ott 2020 - 17:29 - modificato 1 volta. (Motivazione : Formattazione del titolo)