„Quando ho scoperto che la paura, sul Court Centrale, non era diversa da quella che provavo durante un incubo, o in mare durante una tempesta, ho imparato a venire a patti, con la paura. E quando ho capito che essere felici solo perché si vince, e tristi solo perché si perde, è davvero infantile, ho fatto un piccolo progresso, non solo sul campo. Della mia vittoria al Roland Garros non mi è rimasta soltanto la gioia più ovvia, quella che segue un successo, ma l'istantanea, fulminea coscienza di un percorso vitale, da quando nelle strade sterrate di Yaoundè, nel Camerun, giocavo con una racchetta ricavata da un asse in legno, a piedi nudi. Un percorso che mi aveva condotto a abbandonare la mia negritudine, ai privilegi del bianco: solo perché vincevo, solo quando vincevo. In realtà, non ero negro o bianco. Ero soltanto umano.“ — Yannick Noah