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Condivido con tutti questa lettera che ho scritto alle persone che mi sono state vicino durante la mia riabilitazione in seguito ad un grave infortunio.
Vorrei lanciare un piccolo messaggio di motivazione per tutti coloro che come si sono trovati o si trovano in questa difficile situazione. 
Buona lettura :-)
 


Vedo di nuovo il campo, 5 mesi dopo. 
Quando si dice che la vita è tutta una questione di attimi... Basta un attimo, per rendersi conto che il filo che tiene insieme la nostra felicità è molto più sottile di quanto ci possiamo immaginare. 
Un giorno voli in alto e va tutto troppo bene. Il giorno dopo un “crack”, il ginocchio che si gira. Dentro di te sai già che questa volta è successo qualcosa di brutto. 
Bastano 2 secondi. 
In quegli attimi, l’equilibrio che ti eri costruito con tutte le tue forze si smonta lentamente in tanti piccoli pezzettini. E bastano solamente 2 maledetti secondi. 
Il percorso di recupero è lungo, incerto e doloroso. Troppo doloroso. Fa sì tanto male fisicamente, ma fa così male mentalmente che arriva anche a toglierti il sorriso che hai sempre avuto. 
Ci sono giorni in cui ti senti bene e altri in cui stai male per davvero e non fai altro che domandarti perché proprio a te. 
La cosa che più ti tormenta è la paura che non tornerai mai più come prima. Che ciò che di più ami fare, rimarrà solo un bel ricordo.
Forse solo chi ci è passato può capire...
Però, dopo tutto, oggi sono qui a parlarne con il sorriso e con una forza mentale che mai prima d’ora avevo avuto. 
Alla fine dei conti, se faccio un bilancio di tutto, posso dire di essere stato solamente molto molto fortunato. 
Perché ho capito il vero valore delle piccole (ma grandi) cose che diamo per scontate e ho capito di essere circondato da persone fantastiche che mi hanno aiutato a superare tutto questo. 
Per questo voglio dire grazie a tutti.

Grazie alla mia famiglia e a tutti i miei amici, che mi sono stati vicini anche quando il mio umore era sotto terra. Immagino che non sia stato facile sopportarmi... Siete stati stupendi. 

Grazie al dottore che mi ha operato, dandomi così la possibilità di iniziare il mio percorso di riabilitazione e tornare a fare ciò che amo. Non hai ricucito solo il mio ginocchio, ma hai ricucito anche i miei sogni. 

Grazie a tutte le persone che ho conosciuto durante la riabilitazione, che hanno reso un po’ più semplice affrontare tutto ciò. Non vi dimenticherò mai. 

Un grandissimo grazie ai fisioterapisti che mi hanno seguito e che mi hanno rimesso in piedi. Per la professionalità, ma soprattutto per il bellissimo rapporto di amicizia e di fiducia che si è creato, grazie al quale ho ricevuto le consapevolezze di cui avevo bisogno per sentirmi sicuro che ce l’avrei fatta a superare tutto quanto. 
Vi sarò grato per tutta la vita e non dimenticherò mai quello che avete fatto per me. 

Per finire un piccolo grazie lo dico anche a me stesso, che nonostante tutto ho creduto in me e ho avuto la forza di non mollare mai e di dare sempre tutto quello che avevo, per poter tornare e fare ciò che di più amo e per continuare a sognare come fanno i bimbi. 


Mi piacerebbe tanto che le mie parole spingano voi che le leggete a dare sempre il vostro 110% per tutto ciò che amate e che ciò che amate non lo trascuriate mai. 
Che siate grati a tutte le cose belle che potete avere e che potete fare. Che crediate sempre nei vostri sogni e diate tutto quello che avete per vederli realizzati. 
Perché vi assicuro che basta poco perché tutto finisca. Come nello sport, così anche nella vita. 
Basta veramente poco. 
Molto meno di quanto possiate immaginare. 
2 secondi. 

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Credo che i commenti siano tanti ma molti sarebbero superflui, ha detto tutto. Questa è la vita, godiamoci ogni attimo.

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Più che altro, aggiungo io, visti anche certi topic allucinanti che si leggono su questo forum, cerchiamo di praticare il tennis con un po' più di accortezza e limitandoci a un numero di ore e a un carico di allenamento compatibile con età e grado di forma.
Nel tennis non c'è la mischia e non si rischia di finire al pronto soccorso perché l'avversario ci è venuto addosso e ci ha spaccato il setto nasale, ma la cosa bella del calcio o del rugby (per il fisico, dico) è che allenamenti e partite hanno durata prestabilita, e non se ne gioca ogni giorno una di un'ora. Alcuni tennisti, obiettivamente, giocano troppo e sottovalutano i rischi. 
Gli infortuni, poi, esistono (come certamente è avvenuto nel tuo caso)

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Ottimo intervento, ti ringrazio! Sono d’accordo con te. 
Magari, involontariamente, il messaggio è rivolto più ad atleti “giovani” che praticano agonismo ad alto livello e sognano di fare un salto qualitativo importante, ma che per un infortunio di entità grave si lasciano andare e questo sogno lo depositano in un cassetto. 
Ne ho conosciuti tanti... Più nel calcio che nel tennis, ma il discorso vale per qualsiasi sport.
Come dici tu, noi abbiamo la fortuna che non essendo il nostro uno sport di contatto, nell’infortunio grave ci incappiamo per un sovraccarico eccessivo (fratture da stress, lavoro continuato sotto infiltrazioni, ecc...) o per una grande dose di sfortuna (come nel mio caso, che mi si è bloccata la gamba in scivolata e ho girato sul ginocchio rompendo quasi tutto quello che c’era da rompere). 
Poi è chiaro che un atleta di livello medio-alto, se un giorno vuole diventare qualcuno, si deve prendere dei rischi. Fa parte del gioco e lo sappiamo... Abbiamo anche la fortuna di avere specialisti che ci seguono e in pochi mesi ci rimettono in campo (anche qui con tutti i rischi del caso)... 
La cosa importante è imparare da ciò che ci capita e non dare mai per scontato nulla di quello che abbiamo. 
A tutti i livelli vale regola che dici tu... 
Giocare con testa e in base a quello che il proprio corpo si può permettere... 
E aggiungo, soprattutto, dare sempre il proprio massimo in campo e uscirci col sorriso. 
Perché non si sa mai cosa può succedere. Discorso che rimando anche alla vita in generale.

Grazie ancora per il tuo intervento.
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