Consiglio racchette

Promemoria primo messaggio :

Buongiorno a tutti!
Allora dopo un po di lezioni e partite vi riporto alcune mie sensazioni.
Primo: dopo oltre 20 anni riprendere a giocare cercare il punto sudare perdere arrabbiarsi gioire per un punto fatto o perso è semplicemente fantastici

Secondo: racchetta. Ripreso con una Wilson steam blx 100. Bene il braccio bene i colpi anche se mi manca un po di cattiveria.
Servo praticamente in slice rovescio a una mano tagliato e teso dritto invece semi-piatto (se esiste!!)
Adesso sto utilizzando una Wilson ULTRA 100 (no countervall).
Entrambe incordare com un multi filo head velocity 1.25.
La ULTRA la trovo ottima leggero fastidio al braccio ma credo solo per scarsa ancora abitudine.
Il domandone è: se volessi provarne un altra simile alla ultra cosa mi consigliereste?
Come livello il maestro mi posizionerebbe tra un 2.5/3...
Grazie mille !
Il sito è fantastico!!!!!
Walter

neuro canè

il diritto del palpa molti top 30 di oggi non ce l'hanno

Wall, meglio leggere che spiegare.

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Comunque avendolo visto al Garden a Roma anni fa ritirarsi -già quarantenne- mentre al primo turno del torneo di quali agli Internazionali stava dominando una delle tante "giovani promesse" del tempo perché la stessa gli aveva fatto un game ti posso assicurare che con un'altra testa avremmo avuto un grande per tanti e tanti anni.

Però per fare un paragone calcistico non può esser un George Best.
Lui genio e sregolatezza il Palpa non ha mai iniziato quella cavalcata e non credo sia giusto considerarlo forse il più grande per qualcosa che ha fatto solo intravedere rispetto ad un Panatta invece.

L'ha iniziata più volte ed ogni volta l'ha subito conclusa nella maniera più violenta ed autodistruttiva.
Ma se non l'hai mai visto, non puoi capire.
Colpa sua, certamente.
Ma non è lui che cerca un riconoscimento...

No certo Eiffel ed anzi non volevo mancare di rispetto verso il Palpa e se ho dato questa impressione chiedo scusa.

Non ho capito il discorso del "non è lui che cerca un riconoscimento. ."

Non ha mai chiesto che gli venisse riconosciuto alcunché.
Il libro è solo figlio della voglia di Ferrero di narrarne le gesta dopo anni, senza dietrologie o trionfalismi che lo stesso Palpacelli ritiene inutili.

Come dice lui stesso

"La verità è che quel mondo non mi è mai appartenuto. Io ero altrove, vicino ma lontanissimo, giocavo lo stesso sport ma ero da un'altra parte, con la testa e con il cuore. Se ho incrociato il passo, una volta o due, con il tennis vero, è stato poco più che un caso. Ecco perché non ho rimpianti"