Ricordate con quale racchette avete colpito le prime palle su un campo da tennis e che fine ha fatto?
Insieme a tutto il primo necessario per iniziare a giocare, i miei genitori mi comprarono una Snauwaert Jan Kodes in offerta.
La racchetta, infatti, presentava una falla, una sorta di crepa sana, così la definì il negoziante, lungo l'asse longitudinale del fusto, proprio in corrispondenza della decalcomania del nome del campione cecoslovacco, ma bella compatta e senza apparente aria di divisione tra le due parti del legno diviso.
Me la ricordo bellissima e, forse, non solo per nostalgia, la racchetta nell'immagine seguente è effettivamente accattivante, con un bell'azzurro a fare contrasto con il legno naturale della restante parte del telaio e l'oro del nome di Jan Kodes.
Inoltre, stranamente, quella crepa me la faceva diventare una sorta di cimelio di guerra, infatti a molti dicevo che si era prodotta solo dopo un mio deciso colpo!
Usandola sin dalle prima sbracciate, la collego alle tante steccate che mi regalava, probabilmente indice della forse poca adeguatezza per l'iniziazione di un adolescente, ma ai tempi non si era molto sofisticati e quello che non strozzava, si diceva, ingrassava .
Che fine ha fatto?
Crescendo le steccate diminuirono e durante una decisa vole sotto rete, la racchetta si aprì letteralmente a metà , un po' troppo tardi per tornare dal negoziante.
Fosse ora, sicuramente provvederei per un intervento di incollaggio e restauro, almeno per tenermela quale trofeo da parete, ma si sa, da ragazzi la testa ragiona diversamente e, probabilmente, alla fine di quella giornata tennistica la racchetta non ritorno neanche a casa gettata nel fondo di qualche cestino del circolo di tennis .
Peccato ...
Insieme a tutto il primo necessario per iniziare a giocare, i miei genitori mi comprarono una Snauwaert Jan Kodes in offerta.
La racchetta, infatti, presentava una falla, una sorta di crepa sana, così la definì il negoziante, lungo l'asse longitudinale del fusto, proprio in corrispondenza della decalcomania del nome del campione cecoslovacco, ma bella compatta e senza apparente aria di divisione tra le due parti del legno diviso.
Me la ricordo bellissima e, forse, non solo per nostalgia, la racchetta nell'immagine seguente è effettivamente accattivante, con un bell'azzurro a fare contrasto con il legno naturale della restante parte del telaio e l'oro del nome di Jan Kodes.
Inoltre, stranamente, quella crepa me la faceva diventare una sorta di cimelio di guerra, infatti a molti dicevo che si era prodotta solo dopo un mio deciso colpo!
Usandola sin dalle prima sbracciate, la collego alle tante steccate che mi regalava, probabilmente indice della forse poca adeguatezza per l'iniziazione di un adolescente, ma ai tempi non si era molto sofisticati e quello che non strozzava, si diceva, ingrassava .
Che fine ha fatto?
Crescendo le steccate diminuirono e durante una decisa vole sotto rete, la racchetta si aprì letteralmente a metà , un po' troppo tardi per tornare dal negoziante.
Fosse ora, sicuramente provvederei per un intervento di incollaggio e restauro, almeno per tenermela quale trofeo da parete, ma si sa, da ragazzi la testa ragiona diversamente e, probabilmente, alla fine di quella giornata tennistica la racchetta non ritorno neanche a casa gettata nel fondo di qualche cestino del circolo di tennis .
Peccato ...