Concentrazione. Tralascio filosofie indiane, tibetane e qual'altra filosofia abbia a che fare con la nostra mente, ma parliamone in termini tennistici.
Quando sei in campo, lo fai da anni, lo fai nei tornei, lo fai nelle partite che contano non esiste piú nulla, esiste quello che hai imparato, esiste quello che hai meccanizzato, esiste il tuo avversario, la pallina, il cambio di campo e i tuoi pensieri tattici, devo giocarla lí e non lá, devo dar peso o togliere peso alla palla.
Tutti quelli che sono i motivi di emozione vanno raccolti e concentrati lí nei soli pensieri del tennis.
Del resto chi se ne frega, di cosa sia giusto o sbagliato, di chi ci stá a guardare o si fa gli affari suoi, l'importante é concentrare tutto lí, nei tuoi colpi, al resto ci penseremo dopo, quando abbiamo finito, quando devi per forza pensare a cos'hai sbagliato e cos'hai fatto di giusto, a quello che hia investito in ore ed ore di allenamento, sei ai fatto troppo carico o se il tempo che hai dedicato al tennis é sempre troppo poco.
Questo peró non ti rende indenne dalle tensioni, anche se non le senti, carichi e scarichi in quel piccolo ecosistema che é un torneo, una partita di torneo tutti gli input possibili, bei colpi che vorresti ripetere, punti importanti ben gestiti o no e ad un certo punto c'é il bilancio, tensioni positive e tensioni negative, quanto hai dato e quanto ti sei fregato. Lí in quel piccolo ecosistema non esiste il giusto e lo sbagliato, esiste il bilancio di quello che hai ben fatto e quello che hai malfatto, e se il riscontro é negativo all'eccesso la rabbia si scarica in un momento solo, in un battito d'ali, in un'istante di rabbia o di gioia nel pugnetto mostrato alla rete, alla palla all'avversario.
E allora rompiamole 'ste racchette, ma chi se ne frega, se ti vá di farlo, fallo e basta, se sia giusto sbagliato ci penserai dopo, ma lí in quel momento non avevi alternative, eri cotto, hai sbagliato quello che non dovevi, alla fortuna che ti ha sfacciatamente voltato le spalle, alla corsa che non sei riuscito a fare.
Io odio chi sputa per terra, é maleducazione, in campo sputo che é un piacere, ma lí in campo sei in un altro mondo, in un altro luogo, in un'altra emozione, se é giusto o é sbagliato ci penseremo dopo, ma se dobbiamo spaccarla quella raccheta, spacchiamola santo cielo, se lo meritava d'essere spaccata.