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Imprenditorialità in Italia

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5 partecipanti

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Ma possibile che tutte queste strutture non riescano ad attirare potenziali imprenditori? Non si riesce ad avere un profitto nel gestire un circolo di tennis? Vedendo la pubblicità del Tennis Club Ambrosiano su Eurosport in diretta US Open direi che il profitto lo si può avere eccome...
Tra l'altro a Laigueglia non ci sono altri campi ed occorre andare ad Alassio che ha prezzi tutt'altro che abbordabili (una lezione con maestra l'ho pagata 45 o 50 €) o ad Andora (che da quel che ho saputo gestiva i campi). Forse il problema di quei campi è che non hanno una struttura intorno in cui metterci ristorante/bar/club house.

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gabr179 ha scritto:
Ma possibile che tutte queste strutture non riescano ad attirare potenziali imprenditori? Non si riesce ad avere un profitto nel gestire un circolo di tennis? Vedendo la pubblicità del Tennis Club Ambrosiano su Eurosport in diretta US Open direi che il profitto lo si può avere eccome...
Tra l'altro a Laigueglia non ci sono altri campi ed occorre andare ad Alassio che ha prezzi tutt'altro che abbordabili (una lezione con maestra l'ho pagata 45 o 50 €) o ad Andora (che da quel che ho saputo gestiva i campi). Forse il problema di quei campi è che non hanno una struttura intorno in cui metterci ristorante/bar/club house.

Vedi gabr179, noi tutti, e mi ci metto anch'io, ci lamentiamo per la mancanza di coraggio ed iniziativa dell'imprenditoria nazionale, ma, poi, senza neanche rifletterci più di tanto, nel senso, senza alcuna malizia o dietrologia di merito, in un comune pour parler commentiamo come se fosse esagerato il compenso per un'ora di lezione con il maestro.
Quante volte per scegliere dove andare a giocare si opta per il club dove i campi costano qualche euro in meno senza valutare appieno le differenze sostanziali nel servizi offerti?
Quante volte si è assistito a processi mediatici verso quello o quell'altro imprenditore e quante imprese messe nel mirino della critica populistica e generalizzata o, addirittura, quanto il mercato nella sua essenza commerciale è stata considerato, nella dialettica di basso cabotaggio, quasi un male sociale?
Ripeto, la mia non vuole essere una critica, mi ci metto anch'io tra coloro, ma solo una considerazione come negli ultimi anni, 15/20 (?), si è consolidata nella convinzione comune di molti italiani una sorta di tarlo, di pregiudizio che vede un po' con il fumo negli occhi tutti coloro che rappresentano, in qualche modo, la così detta imprenditorialità, insomma tutti coloro che non sono alle dipendenze di qualcuno. Il fatto è che fare impresa in Italia è tutt'altro che semplice e non sempre così redditizio, figuriamoci se riconosciuto come valore sociale!
Ci sono una complessità esagerata e, spesso, strumentalmente onerosa, quasi fosse una sorta di punizione da pagare alla collettività, di adempimenti burocratici che non portano, tra l'altro, beneficio a nessuno, finte tutele, inutili garantismi dei quali non si comprendono neanche i beneficiari, un mare infinito di oneri fiscali che pesano notevolmente nel bilancio economico dell'attività, tasse dirette ed indirette, costo del personale elevato in quanto anche i compensi erogati sono, a sua volta, caricati di una fiscalità esagerata e la probabile attribuzione, nella convinzione comune, di persona poco onesta e sicuramente trufaldina; risultato, molti di coloro che potrebbero investire ci pensano non una, non due, ma anche tre volte, optando per forme di investimento finanziario meno complicato da gestire e, spesso, anche più redditizio o, se proprio devono fare impresa la fanno in qualche paese meno strutturato dove gli oneri accessori e gli adempimenti burocratici sono meno asillanti e, spesso, chi fa impresa è anche portato in palmo di mano riconoscendogli il valore sociale che l'impresa rappresenta per un sistema paese! 
Stiamo assistendo, purtroppo, alla fuga di molti imprenditori ed imprese, quest'ultime spesso sostituite da realtà finanziarie di altri paesi, e non solo per la globalizzazione.
Mi sembra un po' come il marito che per far dispetto alla moglie se lo taglia; tanto si è fatto per colpevolizzare l'imprenditoria che si è trasformata in un oggetto del desiderio.
Non proprio un successone Sad .

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ok dago, ma bisogna guardare anche altre cose, non solo quelle. parlando solo di tennis bisogna anche dire che ci sono persone totalmente "distanti" da questo sport che si improvvisano gestori di un circolo. alla base di ogni attività a fin di lucro ci deve essere anche la passione. quanti campi da tennis vengono "rovinati" per essere usati anche per il calcetto ? ti faccio un esempio: a roma esiste un circolo esteticamente meraviglioso dove si allenò la nazionale italiana di calcio per i mondiali in italia; ho provato a giocarci due volte a tennis, risultato: la prima volta, a causa di un leggero vento, si alzava così tanta polvere dal campo che non riuscivo nemmeno a vedere la palla; la seconda mi hanno assegnato un campo che aveva una pozza d'acqua che si sarebbe asciugata dopo almeno mezzora dall'inizio dell'ora di gioco e se non ci fosse stato il campo accanto libero non avrei potuto giocare. al prezzo di 15 euro per 50 minuti, nemmeno un'ora intera. in corrispondenza di questi avvenimenti il gestore del circolo, o chi era in segreteria per gestirlo, mi proponeva un abbonamento comprensivo di palestra e altri servizi. un colpo alla botte e uno al cerchio, generalizzare non è mai un bene.

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VANDERGRAF ha scritto:
ok dago, ma bisogna guardare anche altre cose, non solo quelle. parlando solo di tennis bisogna anche dire che ci sono persone totalmente "distanti" da questo sport che si improvvisano gestori di un circolo. alla base di ogni attività a fin di lucro ci deve essere anche la passione. quanti campi da tennis vengono "rovinati" per essere usati anche per il calcetto ? ti faccio un esempio: a roma esiste un circolo esteticamente meraviglioso dove si allenò la nazionale italiana di calcio per i mondiali in italia; ho provato a giocarci due volte a tennis, risultato: la prima volta, a causa di un leggero vento, si alzava così tanta polvere dal campo che non riuscivo nemmeno a vedere la palla; la seconda mi hanno assegnato un campo che aveva una pozza d'acqua che si sarebbe asciugata dopo almeno mezzora dall'inizio dell'ora di gioco e se non ci fosse stato il campo accanto libero non avrei potuto giocare. al prezzo di 15 euro per 50 minuti, nemmeno un'ora intera. in corrispondenza di questi avvenimenti il gestore del circolo, o chi era in segreteria per gestirlo, mi proponeva un abbonamento comprensivo di palestra e altri servizi. un colpo alla botte e uno al cerchio, generalizzare non è mai un bene.

Saranno anche considerazioni degne di nota, ma in un sano contesto commerciale, scusami la franchezza, è solo aria fritta!
Se non ci fossero un numero esageratamente inutile di balzelli burocratici e costi sostenibili per avviare un centro per la pratica del tennis, o di qualsiasi altro sport, ma ciò vale per l'impresa in generale, l'ho gia detto, c'è ne sarebbero molto di più e tu nella situazione illustrata avresti fatto la sola cosa da farsi, saresti andato in un centro concorrente dove ritenevi di trovare un servizio migliore e con il tempo quest'altro centro avrebbe chiuso se non avrebbe migliorato il servizio.
Evoluzione naturale!
Ora, invece, siccome l'offerta è, spesso, ridotta rispetto alla richiesta e chi resiste è costretto a fare i salti mortali per stare a galla inventandosi gestioni al limite della dignità, ci tocca tenerci quello che ci viene propinato, punto.
Non puoi veicolare l'impresa, cosa facciamo, autorizziamo a fare l'imprenditore solo coloro che passano un esame di etica adeguato al settore merceologico nel quale desiderano investire ... ? Già sono pochi quelli che ancora accettano la sfida ...
L'unico modello è l'incentivare a fare impresa, aviamenti più semplici, finanziamenti easy ed agevolati, costi sostenibili e nessuna demonizzazione sociale, con la concorrenza a fare da regolatore della qualità percepita dal cliente, ma l'italiano medio è stato, purtroppo, condizionato per troppo tempo a pensare che tutto ciò che odora di impresa e capitalismo sia il primo babau sociale dal quale scappare ... adesso è un po' tardi per piangerci addosso, temo Rolling Eyes .

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Senza entrare in discorsi filosofici come la "demonizzazione sociale" che ad un imprenditore non interessa minimamente se riesce a vivere onestamente del proprio lavoro, sappiamo tutti che ormai in Italia i nostri intelligentissimi governanti (sia i "vecchi" che quelli NON ELETTI DA NESSUNO) fanno di tutto per ostacolare l'Impresa Italiana con tassazioni e obblighi oltre ogni limite di decenza mentre favoriscono l'ingresso di multinazionali estere che danno lavoro magari a tante persone ma con cooperative (magari estere) e paghe da fame creando concorrenza sleale in quasi tutti i settori. Oltre a portare capitali all'estero. 
Finchè non si cambia completamente direzione, difficilmente ne verremo fuori.

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Quoto al 100% !!!

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gabr179 ha scritto:
Senza entrare in discorsi filosofici come la "demonizzazione sociale" che ad un imprenditore non interessa minimamente se riesce a vivere onestamente del proprio lavoro,...

Purtroppo, non è un tema frivolo.
La demonizzazione mediatica alimentata da svariate forze sociali, un po' per miopia filosofica, un po' per creare ad arte i presupposti per la nascita di altre forme d'impresa, diciamo modello di capitalismo alternativo, oltre che a provocare una sorta di febbre intollerante generalizzata, ha scatenato delle vere e proprie guerre alle streghe da parte di svariati apparati della pubblica amministrazione, sia nel contesto della burocrazia spicciola, facendo lievitare esponenzialmente i già tanti adempimenti necessari nella gestione ordinaria di un'impresa, affogandola in balzelli inutili,  sia nel contesto della racolta tributaria facendo esplodere il carico fiscale e scatenando cartelle di riscossione letteralmente impazzite che in molti casi hanno determinato le sventure di organizzazioni e, purtroppo, anche creato i presupposti per alcuni, non pochi,  suicidi di imprenditori spinti dalla gogna mediatica a gesti estremi ... scratch .
Poi ci meravigliamo che in giro si trovini strutture sportive abbandonate?

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mi riferivo al discorso sul nostro lamentarci del costo di un'ora di lezione e lo scegliere il circolo più economico. è un discorso scollegato dalla realtà, perchè così come hai detto, giustamente, che per fare impresa ci sono mille difficoltà, in egual modo ci sono mille difficoltà per chi vorrebbe fruire dei servizi o dei prodotti di un'impresa. non è che si va a comprare una maglietta sulla bancarella perchè vogliamo fare un dispetto al negoziante, si va a comprarla perchè facendo acquisti sempre e solo dal negoziante il nostro reddito non sarebbe sufficiente a coprire tutte le nostre necessità.  solo aumentando la capacità di spesa dell'intera comunità si possono ottenere servizi e prodotti validi e accessibili a tutti.

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VANDERGRAF ha scritto:
mi riferivo al discorso sul nostro lamentarci del costo di un'ora di lezione e lo scegliere il circolo più economico. è un discorso scollegato dalla realtà, perchè così come hai detto, giustamente, che per fare impresa ci sono mille difficoltà, in egual modo ci sono mille difficoltà per chi vorrebbe fruire dei servizi o dei prodotti di un'impresa. non è che si va a comprare una maglietta sulla bancarella perchè vogliamo fare un dispetto al negoziante, si va a comprarla perchè facendo acquisti sempre e solo dal negoziante il nostro reddito non sarebbe sufficiente a coprire tutte le nostre necessità.  solo aumentando la capacità di spesa dell'intera comunità si possono ottenere servizi e prodotti validi e accessibili a tutti.

Vandegraf, è un tema talmente complicato che ci porterebbe inevitabilmente OT.
Farò solo un piccolo esempio per dimostrare come nei confronti della globalizzazione, principale fenomeno planetario che ci permette, tra le altre cose, di andare su una bancarella a comprare articoli a basso, bassissimo prezzo, ci dovremmo, tutti, sforzarci di avere un atteggiamento più lungimirante.
Anni addietro, un pallone da calcio di cuoio di buona fattura, aveva un prezzo medio sul mercato di circa 100.000 lire.
Ad un certo punto, sorpresa delle sorprese, cominciarono ad apparire, in particolare nei punti vendita della grande distribuzione, palloni di cuoio a 10.000, 15.000 lire e, con l'imminente passaggio agli euro, addirittura 5 euro; io stesso ne comprai uno che devo ancora avere da qualche parte in cantina.
Si scopri, dopo qualche tempo, che in diversi paesi dell'area asiatica, impiegavano bambini, per le loro piccole mani, per cucire i fatidici palloni. Le condizioni ed i turni di lavoro si possono immaginare; sostanzialmente erano bambini dedicati solo a questa attività, ovviamente non andavano a scuola e vivevano negli stessi capannoni destinati all'assemblaggio dei prodotti venduti nei ricchi mercati occidentali ai prezzi già detti.
Al di la dell'aspetto etico verso il quale ognuno di noi può decidere di essere più o meno sensibile, il risultato di una tale prassi, ovviamente adattata esponenzialmente anche ad altre produzioni manufatturiere, è stato che nel giro di qualche anno la maggior parte di tali produzioni è stata trasferita in questa parte del mondo, o in altri paesi considerati, per così dire, meno evoluti, perdendo innumerevoli opportunità di occupazione in molti paesi occidentali tra cui l'Italia, molto forte nel terziario negli anni 70/80/90 (nord est su tutti, ma non solo). 
Ovviamente, la perdita di occupazione in un sistema paese non può che avere una diretta conseguenza sulla ricchezza delle famiglie che, quindi, spesso sono costretti a ricorrere sempre più all'ideale bancarella, per pochezza di reddito, alimentando, ancor di più, questo circolo vizioso che sta trascinando un po' tutto il mondo occidentale in una crisi di sistema sempre più consolidata.
Poi c'è il Paese che sa tutelarsi meglio di altri limitando i danni, ed in questo, a mio avviso, l'Italia non sta certo dimostrando di essere un campione di efficienza, ma un po' tutta l'Europa e, in parte, anche gli USA, vivono ormai da anni problemi economici legati da tale dinamica sociale.
Quindi non dobbiamo più comprare dalle bancarelle?
Difficile per una famiglia non operare economie quando si fatica a sbarcare il lunario ... che dire scratch , certo lo sforzo per una maggiore attenzione a cosa ci sia dietro la formazione di un prezzo, forse, a volte bisognerebbe cercare di farlo.

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sono i governi che dovrebbero regolamentare, pensando all'etica, non i cittadini.
i cittadini fanno quello che sono costretti a fare. penso che a nessuno fa piacere dover comprare un prodotto di qualità scadente e fatto da manodopera sfruttata. se potessimo vorremmo solo il meglio per noi. ma quando possono esistere lavori malpagati e il reddito viene accentrato nelle mani di pochi eletti, la conseguenza è disastrosa. e lo stesso sfregio avviene nei confronti dell'ambiente per i vizi decennali ben noti e stranoti. se pensi che vengono venduti prodotti come sigarette, dove ci si lava la coscienza mettendo immagini di pessima salute, pur di avere entrate economiche..... cosa possiamo fare ? ben poco, purtroppo. servirebbe svincolarsi da tutto, vivere come eremiti, cambiare stile di vita e di pensiero, ma non è facile.

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Io più che obbligare le persone a spendere di più di quanto possono, cercherei di agevolare il ritorno di produzione in Italia abbassando la tassazione alle aziende che ancora producono in Italia o che potrebbero tornare a farlo. Senza lavoro nessuno spende. 
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
E SOPRATTUTTO TORNEREI ALLA LIRA con sovranità monetaria!
Questo è quello che farei!

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Se ti presenti ti voto ! Very Happy

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Ad avere le p@lle di farlo.... Mi farebbero fuori in una settimana!

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A beh, quello sicuro ! Very Happy

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gabr179 ha scritto:
Io più che obbligare le persone a spendere di più di quanto possono, cercherei di agevolare il ritorno di produzione in Italia abbassando la tassazione alle aziende che ancora producono in Italia o che potrebbero tornare a farlo. Senza lavoro nessuno spende. 
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
E SOPRATTUTTO TORNEREI ALLA LIRA con sovranità monetaria!
Questo è quello che farei!

Ci sono forze politiche che sono abbastanza vicine a questo tipo di programma, quindi non avrai problemi ad unirti a loro se hai voglia e tempo di farlo.
Per ciò che invece riguarda il tornare alla Lira ti suggerisco qualche lettura economica, forse ti daranno una visione più ampia di ciò che comporterebbe una tale scelta.
In bocca al lupo per la tua "discesa in campo"!
Un voto ce l'hai già ([Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] 66).

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] : in democrazia è buona cosa anche avere pareri diversi...

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Mauro 66 ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] : in democrazia è buona cosa anche avere pareri diversi...

Ti sfido a trovare in ciò che ho scritto nel mio post qualcosa che vada contro la democrazia.

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Alex ha scritto:
gabr179 ha scritto:
Io più che obbligare le persone a spendere di più di quanto possono, cercherei di agevolare il ritorno di produzione in Italia abbassando la tassazione alle aziende che ancora producono in Italia o che potrebbero tornare a farlo. Senza lavoro nessuno spende. 
Nella mia visione utopistica imporrei dazi doganali alle merci provenienti da China, Corea, Vietnam o comunque EXTRA UE. Non darei il made in Italy a nessun prodotto che non è fatto almeno per il 70/80% in Italia (e non solo assemblato). Abbasserei l'IVA al 10/12% massimo. Manderei a casa almeno il 60% di politici, portacarte, faccendieri e rubastipendio tra Stato, Regione e Ex Provincie. I politici devono poter restare al governo per massimo 2 legislature e poi a casa! Senza vitalizi e pensioni anticipate/assicurate e con stipendi non superiori ai 4000/5000 € al mese: fare il politico non deve essere un lavoro ma una MISSIONE per il bene del Paese. Gli appalti statali devono essere affidati a chi offre il miglior rapporto qualità prezzo e non all'amico dell'amico. Chi viene riconosciuto colpevole di corruzione o concussione deve rimborsare completamente quanto tolto oltre che finire realmente in carcere. Nessun rimborso elettorale ai partiti!
E SOPRATTUTTO TORNEREI ALLA LIRA con sovranità monetaria!
Questo è quello che farei!

Ci sono forze politiche che sono abbastanza vicine a questo tipo di programma, quindi non avrai problemi ad unirti a loro se hai voglia e tempo di farlo.
Per ciò che invece riguarda il tornare alla Lira ti suggerisco qualche lettura economica, forse ti daranno una visione più ampia di ciò che comporterebbe una tale scelta.
In bocca al lupo per la tua "discesa in campo"!
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Mauro 66 ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] : in democrazia è buona cosa anche avere pareri diversi...


Se per caso ti riferivi alla frase che ho evidenziato in grassetto ti ricordo che le dittature cercano di impedire che si approfondiscano gli argomenti.
Quindi più "democratico" di così non si può. Wink

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] mi piacerebbe ascoltare la tua opinione in merito. Però penso che non piaccia nemmeno a te che l'Italia abbia perso la propria sovranità monetaria e che per avere denaro debba pagare interessi alla BCE e, di conseguenza, anche alla Banca d'Italia e quindi alle più grosse Banche italiane che ne fanno parte. Correggimi pure se sbaglio. Magari il tornare alla Lira rimane una mia idea romantica ma lo sviluppo dell'Italia è avvenuto proprio con lei seppur svalutatissima.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Se ti va di discutere della cosa seriamente sono disponibile. Apriamo un Post dedicato in Off Topic?
Naturalmente e lo specifico già qui, non ho nessuna volontà di convincere nessuno che ciò che penso sia corretto e ciò che pensi tu, o chiunque altro, sia sbagliato.
E' solo un confronto su idee diverse.
Se ti sta bene io ci sono. Wink

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£ vs € … io la vedo così.
Siamo entrati nella moneta unica con un valore di cambio esagerato che si è rivelato ampliamente penalizzante; a voler pensare bene, si può ritenere conseguenza di ciò una sorta di pegno pagato e voluto dai paesi più evoluti per essere accettati nella comunity economica, a voler pensare male, si può ipotizzare che chi ha guidato l’ingresso dell’Italia nella moneta unica abbia venduto gli interessi nazionali per ottenere un qualche tornaconto.
Ai posteri ardua sentenza.
Risultato di ciò è stato che con l’inevitabile esplosione dei prezzi allineati con la nuova moneta al valore ideale delle vecchie lire al netto dei 3 zeri, ergo 1 € = 1.000 £, si è consolidato nel giro di un decennio scarso l’abbattimento del potere di acquisto di buona parte dei cittadini italiani, anche di coloro che contribuirono direttamente a tale speculazione.
Il meccanismo fu molto semplice.
I redditi da lavoro dipendente o assimilati, furono oggetto iniziale di un cambio esatto lire -> euro, mentre i redditi da lavoro autonomo, o molti di questi, in particolare quelli derivanti da attività commerciali, furono oggetto di speculazioni più o meno selvagge che fecero lievitare i prezzi di molti settori merceologici nel giro di un quinquennio di quasi il 100%.
Un immobile da 100.000.000 lire venne, via, via, valutato e venduta per poco meno di 100.000 euro, anzichè un più coerente valore di circa 50.000 euro (100.000.000/1936,27=51.645).
Qualcuno afferma che ciò dipese dalla mancanza di controllo, ma chi afferma ciò, forse, non si rende conto di quale mole di controllo si sarebbe dovuto organizzare, migliaia di esercizi commerciali, milioni di cittadini da tenere sotto controllo … impossibile nella realtà!
Il problema sarebbe stato evitato con un cambio più consono al valore delle lire tipo 1 vs 500 e non 1 vs quasi 2.000!
Era scontata una qualche speculazione, ma con una lievitazione addirittura del 100% dei prezzi si è messa in ginocchio tutta l’economia commerciale, perché?
Se in una prima fase il commerciante ideale se ne avvantaggiò aumentando esponenzialmente i propri guadagni, con il tempo i redditi da lavoro salariato, vero polmone dell’economia consumistica, non riuscirono a tenere più botta all’escalation dei prezzi , gli acquisti, quindi, calarono e, conseguentemente, anche i redditi delle attività commerciali si ridussero.
Inoltre, l’unico immediato vantaggio dell’ingresso nell’euro fu la possibilità di avvalersi di finanziamenti facili e ad interessi bassi e stabili, in quanto legati ai coefficienti europei, ma ciò si rivelo dopo qualche anno un boomerang.
Infatti, tutti incominciarono ad indebitarsi, invogliati dai prestiti facili, appetitosi e anche per tenere botta alla levitazione dei prezzi, ma come noto, i debiti devono essere azzerati!
Dopo i primi anni, quindi, la sempre minore capacità di reddito di tutto il sistema paese, per i motivi di cui sopra, situazione aggravata anche dall’intercorrente crisi internazionale partita dal fallimento delle banche USA, rappresentò anche un problema per il rientro dalle singole posizioni debitorie e molte famiglie, nonché imprese, si trovarono nella condizione di essere insolventi.
Quale può ritenersi, ad oggi, il bilancio complessivo, tenuto anche conto dei tanti problemi di natura gestionale e di normazione che l’Italia sta incontrando con i paesi cugini?
Insomma … non saprei proprio dire. Certo, l’idea di tornare indietro presenta molti punti interrogativi, in particolare sul fronte dei diversi interessi che si dovrebbero pagare sui finanziamenti, ma avremmo anche una lira molto vantaggiosa nelle esportazioni, permettendo prezzi di acquisto molto interessanti per i paesi aventi euro o dollari.
Insomma, tema molto complesso, ma dire di poter fare i salti mortali dalla felicità … non saprei prorpio.
Orca, ma siamo OT Very Happy

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Ok, niente discussione dedicata. Very Happy 
Primo problema: gli italiani sono spesso proprietari della abitazione in cui vivono.
Tornando alle lire avete idea di quanto poco varrebbero le case di proprietà?
Come affrontereste questa prima questione?
E qui stiamo solo grattando la superficie del problema.
Poi ci sono i temi delle banche, dei mutui, delle aziende, ecc... Wink

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Capitolo energia.
Noi la compriamo.
Se dovessimo comprarla in Lire ci costerebbe una enormità. Sarebbe un disastro sia per le famiglie che per le imprese. Sad

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] come giustamente tu dici la svalutazione è uno dei più grossi problemi che nascerebbero da un'uscita dall'euro ma per l'Italia restarci non offre grosse possibilità di uscire da questa crisi. Ho trovato in rete questo articolo di qualche anno fa che cercava di analizzare quello che potrebbe succedere all'Italia nei due casi. È del 2011 ma mi sembra attualissimo. Restare nell'Euro ci renderà probabilmente schiavi della Germania a meno che sia proprio l'Euro stesso a "fallire". Non so, non sono un economista ma la vedo dura in entrambi i casi per il nostro Paese.

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PS: chiedo ai moderatori di spostare questa discussione in in thread dedicato. Ormai è più che necessario. Grazie e mi scuso di aver creato l'OT.
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