Matteo1970 ha scritto: La Woodie dovrò reincordarla a settembre, nel viaggio si è smollata, partono dei missili incontrollabili...
Grazie, ho cercato di unire i consigli tecnici ricevuti qui specie per quanto riguarda la caduta della testa della racchetta sotto la palla, l'uso del polso e dell'avanbraccio, a quelli che mi ha dato l'istruttore.
E' particolare come il cambio di un movimento crei delle sensazioni fisiche particolari, e ricercandole si riesca a fissare il movimento...
Per la posizione dei piedi, sullo spostamento laterale sul dritto finisco sempre in open, me ne sono accorto, e se sono largo tendo a non scaricare mai sul sinistro perchè credo mi venga naturale un riappoggio sul destro per caricare il cambio di direzione... mentre se taglio il campo per colpire (sempre di diritto) vado in closed... mah.... per ora mi concentro sullo swing...
Closed o open, non dovrebbe influenzare più di tanto il corretto caricamento del peso, anche se trovo che una closed agevoli maggiormente un corretto caricamento sulla gamba sinistra. Probabilmente, quando sei spinto sull'angolo estremo della tua dx, nel tentativo di recuperare timing, rimani un po' indietro, forse arrivi con un po' di ritardo e tendi a rimanere incollato sul pavimento con il piede di arrivo, il dx appunto, non riuscendo ad invertire il bilanciamento verso il sinistro al momento di colpire. Il maestro che dice? Sul rovescio, invece, mi sembri decisamente più convinto, con un posizionamente sempre ben organizzato e buona apertura con finale molto pronunciato.
Comunque, proprio ieri ho visto qualche spezzone di partita tra Checchinato e Mayer, be non si può certo dire che quest'ultimo sia un esempio di ortodossia del tennis, gioca tutto strano, con bilanciamenti al limite dell'impossibile, uso della racchetta personalissimo, eppure è arrivato dov'è arrivato giocando un tennis, tra l'altro, originale e anche spettacolare. Quindi, alla fine quello che conta è il risultato, tenere la palla in campo e mettere in difficoltà il tuo avversario