Double AR Strings ha scritto: Carissimo Tempesta, Carissimi TEST MEN corda APOLLO
VOGLIO RINGRAZIARVI PERSONALMENTE per il lavoro fatto, la Serietà del test, l'Onestà nello scrivere le recensioni.
Avete rispettato l'accordo.
Si doveva giudicare la corda APOLLO nel BENE e nel MALE
Così avete fatto
HO DECISO di lanciare la produzione a livello industriale di questa Nuova Corda
Fine Marzo sarà disponibile alla Vendita
i Test MAN Apollo avranno diritto se interessati ad uno SCONTO DEDICATO sull'acquisto di questa corda
Volete qualche altra news Doublear????
Marzo/Aprile verrà presentata la nuova collezione 2015-2016
7 NUOVI MODELLI, tra cui naturalmente anche Apollo
Avrete da divertirvi
BUON GIOCO a Tutti
Mr Doublear
Gentilissimo Sig. Rossetti,
innanzitutto desidero scusarmi personalmente per il grande ritardo nel postare il mio feedback sulle corde Apollo che mi avete spedito.
Purtroppo una bronchite acuta (quasi-polmonite forse...) mi ha tenuto in malattia per più di 2 settimane buone, fatto che non mi ha permesso, prima di ammalarmi, di accumulare un congruo numero di ore necessario per poter fornire una valutazione il più completa possibile.
Solo ora che ho da poco ripreso ho potuto completare i test, e posso dare un giudizio sereno e sincero.
Le ore di test si sono svolte sulle seguenti superfici: 5 ore su terra rossa, 6 ore su sintetico/cemento, 2 ore su erbetta sintetica.
Considerazioni iniziali "empiriche" su forma, costruzione ed intenti di progetto "percepiti" della corda Apollo:
1) Calibro spesso (1,27/1,30 ???)
1) Sezione triangolare a facce lisce e curvilinee
2) Scelta di calibro spesso (1,27/1,30 ???) per recuperare parte della percentuale di contatto con la palla che viene persa da un profilo triangolare in confronto ad un profilo ad esempio esagonale
3) Scelta di 3 angoli con l'intento di massimizzare lo spin
4) Scelta di facce curvilinee per aumentare lo "snap-back"
5) Elevato "dwell-time" scelto per far sì che il processo di generazione dello spin abbia il tempo di completarsi (completamento dell'azione dello snap-back)
La corda è stata finora testata su 2 telai, incordata non da me, ma da incordatore Irsa certificato:
1) Miller Dynaspot Pro 95 (ovale 95, pattern 18x20, tensione 22,5 kg, 2 nodi, peso "finita" 354 gr.)
Questa racchetta è interamente graphite braided, ha le stesse dimensioni e forme di una Wilson Six-One 95, ma qualità e materiali nettamente superiori).
2) Prince Original Graphite Midplus "4 stripes" (ovale 93 abbondante, pattern 14x18, tensione 25 kg, 2 nodi, peso "finita" 359 gr.)
Si tratta del modello originale, nella versione forse migliore, quella con appunto le 4 righe verdi che percorrono l'intero telaio.
La prova sulla Miller ha dato esiti non soddisfacenti, a mio avviso per le seguenti ragioni:
La combinazione di pattern denso e calibro spesso della corda non permette la generazione completa dell'effetto di spin, infatti il dwell-time reso più contenuto dalla densità del reticolo, limita l'azione di divaricazione di quest'ultimo a seguito dell'impatto; prendendo ad esempio i lati di una singola cella del reticolo corde come area che riceve la pallina, detti lati si "aprono" poco, determinando 4 punti di tangenza troppo ravvicinati per far sì che l'attrito radente sul feltro abbia anche un consistente effetto propulsivo di leva (che determina la rotazione sia in top che in back).
Per queste ragioni lo spin risulta non accentuato come si auspicava.
Anche il gioco di piatto ne risente, perché la palla rimane un pò troppo a lungo sul piano corde, creando imprecisioni sulla botta piatta e secca definitiva (il cosiddetto "vincente"), perché anche un colpo piatto non è mai lineare, ma descrive nell'aria un pur piccolo arco, per cui prima la palla esce dal piatto corde, meglio è (nel senso che si limita al massimo la variazione d'angolo di impatto determinata dal suddetto "arco" durante il periodo di dwell-time).
Ad esempio, secondo me le Solinco Tour Bite di calibro 1,25 (che hanno un calibro effettivo leggermente maggiore, e quindi comparabile con quello delle Apollo) a parità di tensione, hanno un dwell-time meno pronunciato, ma anche uno snap-back più veloce, e la botta piatta risulta più precisa.
Per le Apollo, quindi, meno precisione in tutti quei colpi "secchi" e perentori, come il vincente sia di diritto che di rovescio, ma anche la prima di servizio piatta, e le volee con movimento secco e breve.
In considerazione di ciò per generare uno spin completo ed una precisione soddisfacente, è necessario eseguire tutti i colpi con un completo "follow-through", costituito dall'entrare sempre bene dentro la palla, effettuare swing sempre completi fino alla parte terminale, mai "strappati", con adeguato supporto ovviamente delle gambe.
Per questo motivo questa è una corda che a mio avviso va testata NON in semplice palleggio, ma in un match vero, dove i recuperi ed i colpi strappati in extremis sono frequenti, e le problematiche emergono quindi più chiaramente.
La prova sulla Prince ha invece sortito ottimi esiti: complice il pattern veramente rado (14x18), la produzione di spin è stata questa volta molto buona.
Ho notato però che le prestazioni cambiano sensibilmente dopo poche ore, mi sembra che la corda tenda a perdere abbastanza presto in risposta dinamica.
Sembra che essa sia una "mescola" in proporzione circa 70/30 di un copoly ed un nylon tipo quello della 666: inizialmente si sente bene l'influsso del nylon, e la corda si comporta come se fosse un synthetic gut ma con spin, successivamente è come se il contributo del nylon diminuisse, e con esso diminuisca l'elasticità, lasciando la prevalenza al copoly che, per quanto sia al 70%, tende abbastanza presto a diminuire in "cattiveria", mantenendo però un impatto smorzato ed ovattato. Ovviamente le mie sulla composizione sono solo congetture, fatte per rendere meglio l'idea delle sensazioni che ho avuto.
Alla fine la corda tende a "plastificare" un pò, diventando un pò molle, ma meno elastica e poco reattiva.
Reputo pertanto questo armeggio non indicato per pattern densi, ma adatto invece a pattern radi, fino ad arrivare al limite dell'ovale 98/100 e pattern 16x19, almeno in questo calibro.
Per me tutto sommato è commercializzabile, potrebbe trovare la sua nicchia sul mercato, ma rimane a mio avviso una corda "specialistica", non polivalente, indicata ad uno stile di gioco monodimensionale, basato unicamente sulle rotazioni.
Se posso, vorrei fare alcuni appunti a questa corda: il profilo triangolare fa sì che sia impossibile realizzare un'incordatura omogenea al 100%, perché durante tale processo, l'incordatore non può far sì che tutte le facce e spigoli di essa siano allineate alla stessa maniera.
Per questo motivo non esisterà mai un'incordatura identica all'altra, anche se fosse realizzata dalla stessa mano. Perciò a me potrebbe capitare un piatto corde omogeneo in una zona, ma disomogeneno in altre; in altre parole, la pallina all'impatto potrebbe vedere una zona con gli spigoli orientati verso di essa (più spin), così come al contrario potrebbe vedere la medesima zona con le facce curvilinee rivolte verso di essa (meno spin, perché la palla scivola di più).
Per ovviare a questo problema, le case che hanno a catalogo corde triangolari (mi vengono in mente le Genesis Twisted Razor, o le X-Tennis Twister Triangle di Mezzadri...), le sottopongono ad un processo di twistatura, che rende il piatto più uniforme ed omogeneo, ed ha anche lo scopo di accrescerne un pò l'elasticità.
Inoltre, le facce curvilinee ed i soli 3 spigoli fanno sì che durante l'impatto e la forza di pressione della palla sul piatto, le verticali non riescano efficacemente a "torcersi" sulle orizzontali, ossia a ruotare sul proprio asse in fase di dwell time e divaricazione, per poi contro-ruotare in direzione opposta durante lo snap-back, perdendo l'occasione di aggiungere allo snap-back un ulteriore e sinergico elemento di spin.
Secondo me, per tutte le considerazioni fatte finora (che mi rendo conto possano sembrare un pò cervellotiche), sarebbe meglio optare, SOLO PER UN CALIBRO SPESSO COME QUESTO, per le seguenti soluzioni:
1) scegliere una sezione esagonale: gli spigoli sarebbero sufficientemente prominenti da incidere il feltro della pallina, ma, ripeto, solo con questo calibro;
2) lo spin aumenterebbe per effetto dell'aggiunta di torsione all'indietro della corda in fase di dwell-time e di "rilascio assiale" in fase di snap-back;
3) la superficie del piatto corde sarebbe perfettamente omogenea, senza più punti "lisci" e spigolosi distribuiti in modo "random", determinando in questo modo uno spin dosabile con molta più precisione, a seconda delle molteplici situazioni di gioco;
4) l'area di contatto con la palla aumenterebbe, "sostenendo" meglio la palla senza il bisogno di ricorrere ad un dwell-time elevato, permettendo così angoli di impatto racchetta/pallina più accentuati, limitando la necessità di dover entrare sempre bene dentro la palla (e spesso non si può...) per poterla "tirar sù" e non farla scivolare in rete;
5) come conseguenza del precedente punto 2) e 4), i recuperi in extremis ed in allungamento ne gioverebbero perché la palla verrebbe "uncinata" meglio;
6) ideare una versione "star", un pelo più rigida e con meno dwell-time (perché non più necessario per merito della sezione esagonale a facce NON curvilinee...);
7) per effetto della sinergia del punto 3) e del punto 6), la botta piatta e secca sarà possibile, con resa molto più gestibile e sicura, sia nei vincenti che nel servizio, che negli smash;
per effetto della sinergia dei punti 2),3),4),5),6), il gioco a rete (volee e tocchi con effetto) risulterà nettamente migliorato.
Note sul colore: secondo me il colore bianco perla saturo è molto bello ed elegante, conferisce un senso di esclusività e preziosità, e rende il prodotto molto distinguibile dalla miriade di corde nere che da qualche anno stanno spopolando, ma che a mio avviso ora hanno un pò stancato...
Note sull'incordatura: a mio avviso la corda, durante il montaggio, va trazionata lentamente, per avere un distribuzione di tensione il più omogenea possibile.
Da prestare attenzione al montaggio delle orizzontali, ed ovviamente curare la perfetta perpendicolarità tra verticali ed orizzontali.
Note sul materiale: secondo me, con qualche piccola variazione "in pasta" o nel "finissaggio termico o chimico", questo polimero della Apollo avrebbe un potenziale ENORME, e potrebbe dire veramente qualcosa di nuovo in questo settore iper-inflazionato da prodotti "cloni di cloni".
Se come ho letto la Apollo verrà commercializzata immutata a fine Marzo, credo sarà un'ottima corda "specialistica".
Tuttavia spero che continuerete a sperimentare su questa base, e se vorrete terrete in considerazione le alternative da me proposte; se le mie teorie, basate su innumerevoli esperienze pratiche avute con tante corde, risultassero avere un fondamento, ne potrebbe scaturire un prodotto polivalente ed adatto a tutti gli stili di gioco, ma con prestazioni di livello molto elevato in tutti i settori, senza compromessi significativi.
Mi scuso per la prolissità, ed ancora per il ritardo, mi è dispiaciuto veramente non poter scrivere prima le mie impressioni.
Un saluto.
Davide