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Un pensiero per i morti a Parigi

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DrDivago
andyvakgj
mattiaajduetre
MAS CELLI
Eros
kingkongy
ale.lorenz
tempesta
Cesare
13 partecipanti

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Un umile minuto di raccoglimento come si fa tra gli sportivi, in onore dei morti nel vile attentato terroristico che e' costato la vita a 12 persone e il grave ferimento di altre. Tira davvero una brutta aria.

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Che disgrazia atroce,immane.
Non si capisce come l'odio prevalga sempre sulla ragione e l'integralismo, qualsiasi esso sia, annebbi la realtà delle cose.

Mi unisco a te in questa iniziativa

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Bravo Cesare, bel gesto...meglio il silenzio.
Infatti evito di aggiungere parole perché' rischio di diventare razzista, violento ed irragionevolmente guerrafondaio.
Tutte cose a me mai appartenute, ma questi eventi ti mettono una rabbia addosso incredibile....

R.I.P.

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Grazie Cesare per l'iniziativa.
Mi unisco a voi con l'animo in tempesta, tra sentimenti di tristezza, cordoglio, rabbia e tanta, tanta angoscia per il domani.

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quoto tutti

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Spesso il silenzio è la miglior cosa da dire, e non sempre è opportuno interromperlo.

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MAS CELLI ha scritto:
Spesso il silenzio è la miglior cosa da dire, e non sempre è opportuno interromperlo.

??

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ci sono 
la tragedia della bestialità umana
Cesare grazie

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Meglio il silenzio. ..
R.I.P.

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significa che i terroristi sono alla frutta se se la prendono con chi fa satira. significa che il terrorismo non sa più che pesci pigliare.

sono molto triste per le vittime e per le loro famiglie

odio tutto ciò

R.I.P.

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RIP

Spero solo che gli attentatori vengano presi e rinchiusi a vita, non meritano altro.

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aggiungo anche il mio cordoglio al vostro ...

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Rompo il silenzio per postare un articolo che mi è piaciuto molto

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Uno che faceva il mio lavoro
7 gennaio 2015
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Dato che non scrivo sul blog da qualche mese, mi sentivo in colpa (sono fatto così).
Per cui mi ero preparato qualche idea di post, e ieri volevo scrivere una cosa senza dubbio utilissima e pertinentissima sul fatto che sui forum di fumetti non si può più discutere che c’è sempre qualcuno che si arrabbia, protesta e magari ti insulta. In uno status altrettanto fondamentale, utile e pertinente su Facebook, qualche giorno fa, dicevo anche che arrabbiarsi così per delle storie a fumetti è assurdo, “manco fossero guerre di religione”.

Poi sono arrivate le notizie di oggi, e mi sono sentito un idiota perso nel suo giardinetto mediatico mentre il mondo cambia il suo asse. Ora i pensieri, le reazioni di pancia, gli insulti, la paura si contendono spazio nella mia testa e in queste righe. Provo a mettere tutto in ordine.

Da quando scrivo fumetti e non solo, il mio scopo è sempre stato far ridere la gente. È una cosa che ho sempre voluto fare, fin da piccolo. Negli anni ho invidiato chi lo fa in prima persona. Ho lavorato con tanti amici e colleghi, tra fumettisti e comici, per aiutarli a far ridere (o almeno, così spero). Ho studiato chi fa ridere, e come ci riesce (risposta: non lo so. È questo il bello). E ho provato, nel mio piccolo, a far ridere anch’io. Non c’è nulla di più emozionante di essere in un cinema, o in un teatro, e sentire qualcuno che ride per una stupidaggine che hai scritto tu. Mi sembra un buon modo di passare la propria vita.

Di conseguenza, ho sempre pensato che il mio fosse un lavoro win-­win: io mi diverto, gli altri si divertono, nella maggior parte dei casi si parla di questioni che non saranno mai di vita o di morte. Se una gag di Paperino non vi fa ridere, a me un po’ dispiace, ma nel grande schema delle cose non è un grosso problema.

Oggi, invece, due terroristi hanno ammazzato, tra gli altri, Wolinski, che avevo scoperto su un libro di francese alle medie e che aveva quasi ottant’anni.
Hanno ammazzato uno che faceva il mio lavoro.
Uno che si alzava e si metteva a disegnare. Che inventava gag. Che probabilmente rideva per primo delle cose che inventava. Uno che di lavoro faceva ridere la gente, e quindi la faceva anche pensare. Un fumettista.

(Mentre scrivo, cerco disperatamente di evitare le reazioni di pancia e le banalità. Mi verranno lo stesso. Abbiate pazienza: sto cercando di gestire una cosa che non riesco a capire, ad accettare, a processare nel mio cervello ingenuo.)


L’hanno ammazzato perché ha passato la vita a far ridere chi lo leggeva.
L’hanno ammazzato perché a lui, e ai suoi colleghi, la religione faceva ridere.

Io ho le mie opinioni e il mio credo, ma ho sempre fatto battute e battutacce sulla religione. Delle religioni in generale, mi ha sempre colpito la loro scarsa capacità di piegarsi all’umorismo.
Perché, poi?
Negli anni, mi sono fatto la mia opinione al proposito.
Per far ridere, devi essere cattivo. Almeno un po’. Per far ridere devi vedere tutto da più punti di vista, trovare la miseria umana che c’è in ognuno, anche se ammantata di sacralità: vedere il lato patetico di ogni cosa.
Per far ridere, non devi prenderti sul serio tu per primo.

Le religioni, invece, vogliono che tu sia buono. Che certe cose non debbano essere toccate. Che tu stesso prenda la cosa sul serio. O meglio, certe parti di certe religioni vogliono che tu sia buono, eccetera. Cosa che a me ha sempre fatto ridere. Come tutti, ho le mie idee su cosa fa ridere e cosa no. Ho anche dei limiti: ma sono i miei limiti, e non ho mai cercato di impedire ad altri di ridere di cose che a me non fanno ridere per niente. Criticarle, sì; ma i miei limiti valgono per me, non per gli altri. Se una cosa non ti fa ridere, pace. Ma se iniziamo a decidere su cosa si può ridere e su cosa no, è la fine.

Potrei fare una tonnellata di discorsi triti, ritriti, stratriti sulla libertà di espressione. Potrei lanciarmi in utilissime analisi del fondamentalismo religioso. Ma il punto è che bisogna difendere chi ci fa ridere, soprattutto quando non ci piace, perché il diritto di ridere di TUTTO è importante. Si può essere religiosi e riderne, pensa un po’. La nostra società ce lo permette.
Ecco: l’unica cosa da difendere è quel permette. È da quel permette che dipende tutto. È quel permette che dobbiamo difendere da chi spara a un fumettista di ottant’anni. Come?

Pubblichiamo cose che ci fanno ridere; o cose che non ci fanno ridere e con le quali non siamo d’accordo, ma che fanno ridere altri. Difendiamo il diritto a pubblicare cose che fanno ridere, anche se possono offendere una qualunque religione. E se una qualunque religione ha un problema con tutto questo, andiamo avanti lo stesso. Continuiamo a credere a quello che vogliamo (o a non credere), ma dentro di noi: se il nostro credo vale qualcosa, non si farà certo spaventare da uno sfottò, da una pernacchia, da una battuta feroce.

Continuiamo a difendere la libertà di ridere di quello che ci pare. Ma anche la libertà di amare chi ci pare, come ci pare. Di scrivere cose agitate e impulsive come questo post e stupidaggini terribili (come probabilmente questo post). Di parlarne quanto ci pare, nei termini che preferiamo. Di morire come e quando ci pare, tra le altre cose. E di pensare che dopo quella morte ci sia quello che preferiamo. Quel permette copre anche tutto questo, ed è intrinsecamente legato a quella libertà di ridere.

Difendiamo la nostra imperfezione, la nostra distanza da ideali più o meno divini, la nostra capacità di ridere e quindi di dubitare ­ di tutto.
Difendiamo noi stessi.
Ridendo.
Ad esempio, guardando il finale di un film che è un feroce atto di accusa verso tutti i fondamentalismi.
È una commedia, scritta e interpretata da gente che sa far ridere tantissimo.



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(dal film "Brian di Nazareth")

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dove andremo a finire?....

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MAS CELLI ha scritto:
Spesso il silenzio è la miglior cosa da dire, e non sempre è opportuno interromperlo.


Il topic inizia con " minuto di raccoglimeto tra noi sportivi".Inutile aggiungere altro.

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Fenomenale quanto successo domenica nella capitale francese, che come ha giustamente detto Hollande, era in quest'occasione davvero la capitale del mondo

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Si fenomenale, ma non credo sposti assolutamente nulla sul fronte terrorismo. E' un discorso un pò complesso dalle mille sfaccettature, ma sicuramente chi si alza la mattina per portare a termine una strage in un asilo, non penso si faccia commuovere da una marcia per la pace Rolling Eyes

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Sposta noi, non i terrosti.
Magari è l'ora di prendere coscienza di un problema che non è solo americano.
Magari può nascere una autorità dedicata al dialogo con l'Islam. Non seguo molto la cosa ma mi sembra che, a parte il Papa, questa figura manchi.
Ho apprezzato molto quanto successo in Australia, dove le autorità musulmane hanno preso nettamente le distanze dagli ultimi avvenimenti accaduti in casa loro.

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Adolfo ha scritto:
Si fenomenale, ma non credo sposti assolutamente nulla sul fronte terrorismo. E' un discorso un pò complesso dalle mille sfaccettature, ma sicuramente chi si alza la mattina per portare a termine una strage in un asilo, non penso si faccia commuovere da una marcia per la pace Rolling Eyes


Il discorso sarebbe lungo e complicato, non credo sia questa la sede giusta per poterlo affronare, anche per le notevoli implicazioni politiche che comporta. Di certo anche noi occidentali non siamo esenti da colpe, con l'imperialismo che ha da sempre contraddistinto le nostre azioni, legate a doppio filo  agli interessi statunitensi. Detto cio' purtroppo ora la frattura appare piu insanabile che mai, e credo che indietro non si torni. Sperando di non vedere in futuro una quarta crociata , come qualcono ahime' auspica. Sarebbe l'ultima cosa che questo mondo disastrato si meriterebbe.
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