i invidiamo i tennisti professionisti, perlomeno io sì e tanto ! Non solo, ma quando sento parlare di "sacrifici", di una giovinezza spesa a sudare, ad allenarsi, ad andare a letto presto a volte mi arrabbio e penso: " Mio Dio, hanno la fortuna ed i mezzi per fare ciò che amano, guadagnano bene, sono tenuti in grande considerazione, girano il mondo ed hanno pure la faccia tosta di lamentarsi ".
I sacrifici sono di coloro che non arrivano a fine mese col salario e di chi il salario manco ce l'ha ma se riflettiamo un attimo sulla vita di un tennista, da ragazzino fino al ritiro, effettivamente l'esasperata professionalità qualcosa la toglie.
Il tennis, non essendo uno sport di squadra, ti permette di autogestirti. Se il tuo allenatore non ti piace lo licenzi, ti puoi allenare come e quando vuoi, mangiare come un porcello, fare baldoria a donne e champagne e nessuno te lo impedisce, ma di sicuro non farai molta strada nell'ambito dei professionisti.
Il professionista serio si allena tante ore al giorno, tra campo e preparazione atletica, viaggia da un continente e l'altro spesso e volentieri, conosce i campi da tennis di tutte le città ma non ne ha mai visitata una se non gli alberghi.
Leggevo un'intervista ad un ottimo tennista che effettivamente affermava che la vita se la godrà quando si ritirerà mentre per ora non c'è spazio a null'altro che non sia il tennis perché questo è il suo lavoro.
Non so se sia così ma se vedo giocare il campione Nadal , o Ferrer, o Berdych effettivamente ho l'impressione di persone che stiano lavorando, mentre se vedo giocare Federer mi sembra uno che si stia divertendo.
Quello che per noi è un divertimento per un professionista (non tutti), ad un certo punto si trasforma in lavoro che, probabilmente, alla fine ti stressa, cosicché si giustificano ritiri come quello di Borg a soli 26 anni, o che ti fa prendere momenti di pausa, anche di mesi, per ricaricarti.
Un mio amico dopo anni ed anni di calcio professionistico non ha più toccato un pallone manco tra noi amici, una repulsione totale e incondizionata (ora gioca solo a tennis).
Probabilmente il tennis è diverso e a fine carriera, male che vada, potranno sempre fare i maestri di tennis e tutti faranno a gara a palleggiare con un ex pro .
Insomma il tennis da, il tennis toglie. Non parliamo di sacrifici ma certo, praticando uno sport a livelli altissimi, qualcosa della tua giovinezza la metti da parte, anzi la perdi proprio. Fare i matti a 20 anni non è lo stesso che farli a 35 e, anche se il gioco vale (eccome) la candela un pochino di ragione 'sti ragazzi tutto allenamento e diete l'hanno .
Ca...volo, hanno macchinoni, pupe che si prostrano ai loro piedi, visibilità mediatica ma non mangeranno mai la parmigiana con le melanzane fritte come la fa mia mamma, perché essere atleti significa anche questo !!!
I sacrifici sono di coloro che non arrivano a fine mese col salario e di chi il salario manco ce l'ha ma se riflettiamo un attimo sulla vita di un tennista, da ragazzino fino al ritiro, effettivamente l'esasperata professionalità qualcosa la toglie.
Il tennis, non essendo uno sport di squadra, ti permette di autogestirti. Se il tuo allenatore non ti piace lo licenzi, ti puoi allenare come e quando vuoi, mangiare come un porcello, fare baldoria a donne e champagne e nessuno te lo impedisce, ma di sicuro non farai molta strada nell'ambito dei professionisti.
Il professionista serio si allena tante ore al giorno, tra campo e preparazione atletica, viaggia da un continente e l'altro spesso e volentieri, conosce i campi da tennis di tutte le città ma non ne ha mai visitata una se non gli alberghi.
Leggevo un'intervista ad un ottimo tennista che effettivamente affermava che la vita se la godrà quando si ritirerà mentre per ora non c'è spazio a null'altro che non sia il tennis perché questo è il suo lavoro.
Non so se sia così ma se vedo giocare il campione Nadal , o Ferrer, o Berdych effettivamente ho l'impressione di persone che stiano lavorando, mentre se vedo giocare Federer mi sembra uno che si stia divertendo.
Quello che per noi è un divertimento per un professionista (non tutti), ad un certo punto si trasforma in lavoro che, probabilmente, alla fine ti stressa, cosicché si giustificano ritiri come quello di Borg a soli 26 anni, o che ti fa prendere momenti di pausa, anche di mesi, per ricaricarti.
Un mio amico dopo anni ed anni di calcio professionistico non ha più toccato un pallone manco tra noi amici, una repulsione totale e incondizionata (ora gioca solo a tennis).
Probabilmente il tennis è diverso e a fine carriera, male che vada, potranno sempre fare i maestri di tennis e tutti faranno a gara a palleggiare con un ex pro .
Insomma il tennis da, il tennis toglie. Non parliamo di sacrifici ma certo, praticando uno sport a livelli altissimi, qualcosa della tua giovinezza la metti da parte, anzi la perdi proprio. Fare i matti a 20 anni non è lo stesso che farli a 35 e, anche se il gioco vale (eccome) la candela un pochino di ragione 'sti ragazzi tutto allenamento e diete l'hanno .
Ca...volo, hanno macchinoni, pupe che si prostrano ai loro piedi, visibilità mediatica ma non mangeranno mai la parmigiana con le melanzane fritte come la fa mia mamma, perché essere atleti significa anche questo !!!