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Paura del Servizio?

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Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti,
vi racconto la mia storia...
Ho giocato a tennis da "ragazzo" per 5/6 arrivando a giocare a livelli agonistici...poi ho abbandonato...rpeso da altri interessi e dal "maledetto" calcio a cui tutti i miei amici giocavano..
Adesso ho ripreso a giocare a tennis da circa 4 anni, i primi due in modo saltuario, diciamo 1 volta a settimana..
Da un paio di anni, complice la voglia e la passione, ho iniziato a giocare un pò di più e con più costanza...diciamo 3/4 volte a settimana.
Il mio problema principale è il servizio, mio autentico tallone d'achille...
Capita spesso che in partita regali interi game all'avversario di turno...prime e seconde...tutto!

Consapevole di questa mia difficoltà mi fermo spesso, sia prima sia conclusa la partita, a provare e riprovare servizi, prime, seconde, slice...
Durante le prove me la cavo discretamente, diciamo che su 10, ne sbaglio 3...direi accettabile...
Ieri un'ora di servizi in solitaria...più o meno la stessa media ho tenuto...
Preso dalla curiosità ho sistemato anche una gopro a bordocampo, per capire se e cosa sbagliavo...i movimenti sono giusti...un paio di lezioni con differenti maestri hanno portato lo stesso commento:
I movimenti sono giusti...devi esercitarti...

in partita le cose cambiano...forse le proporzioni si invertono...su dieci ne metto 3...
Non capisco cosa succede...

Forse prevale la "paura di sbagliare"...ma poi che paura? Non sto mica giocando la finale a wimbledon...voglio dire alla fine sono semplici partitelle tra amici...

Non so come uscirne...

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mmmm è molto interessante il tuo punto di vista.
In sostanza, affermi, che la curva dell'apprendimento cambia in base all'età e al livello tecnico "sedimentato" del singolo giocatore.
Mi spiego: un giocatore può migliorare fino a una certa età (mettiamo fino ai 25) e un Quarta fino a un livello 4.1 o 3.5...non di più.
Queste affermazioni sono esempi e non regole.
Per lo meno, per essere più precisi, la curva di apprendimento che prima era proporzionale, finisce per appiattirsi. Fino a un certo punto c'è una "proporzione", una ricompensa tra "sforzo fatto" e "risultato tecnico/agonistico".
Beh, Lenders, su questo punto nessuno potrà darti torto: è la dura realtà dell'agonismo: c'è chi ha una curva rettilinea che sembra non fermarsi mai e chi arriva alla "gobba", rallenta e poi...puff, si ferma.
A questo punto il maestro e l'allievo devono capire se "ce n'è ancora".
Il punto è tutto qui.
Vale per la Quarta, la Terza, la Seconda etc etc.
Questo vale per tutti.
Fa parte di quell'ambito che a volte si chiama "consapevolezza". Ma questa fa a cazzotti, ogni giorno, con quelle che sono altre caratteristiche, come "volontà", "energia", "passione". Come vedi sto elencando la sfera mentale...non quella tecnica.
Se il tuo problema è il servizio, prima di parlare di curva di apprendimento, devi considerare il problema "al netto" della parte mentale, altrimenti fai - A MIO AVVISO - un grosso, grosso errore...ovvero, devi fare un'analisi tecnica. Se con un maestro di livello normale non ne esci...beh, allora sei di fronte a un problema "caratteriale": vuoi o sei in grado di fare un salto di qualità?
La risposta la sai solo tu...perché è un problema "mentale" hahhahahahahahhaha

spero di essermi spiegato, è che il tema è davvero complesso.

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Non entro nel merito di cosa conti di più perchè non lo so, ma so per certo che la testa conta eccome nell'esecuzione del gesto tecnico, e chi dice il contrario è perchè, fortunatamente, non ha mai avuto problemi di quel tipo. 
Ovviamente la tecnica e la ripetizione/automatizzazione dei gesti è fondamentale, ma non è stand alone, la testa può rovinare tutto in qualsiasi momento. 
Certo, più il nostro gesto è solido/sicuro, meno componente emotiva ci sarà (paura di sbagliare), e qui concordo con l'esempio sull'esercizio che Veterano fa fare ai suoi allievi del palleggio parlato. 
Ma se il nostro gesto è insicuro, il nostro colpo debole, se siamo persone emotive rischiamo eccome che la testa lo faccia rendere a percentuali ben al di sotto di quelle "normali". 

Questo per dire che non penso che marcodipa sia un pazzo se dice che in allenamento ne mette 7/10 e in partita 3/10, quello è il suo colpo debole dove la testa influisce di più. 
Albs77 dice bene quando dice "non lo sai fare", ma io aggiungerei "come gli altri colpi", ossia con la sicurezza degli altri colpi, non escluderei la componente emotiva a prescindere.

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Concordo assolutamente con Veterano, l'insicurezza nel colpo. Personalmente quando colpisco di rovescio nella mia testa il "diavoletto del tennis" mi dice...Ora lo sbagli!!!
Quando sono palle veloci, ad esempio sulla risposta al servizio, dove non ho tempo di pensare mi escono dei rovesci da "circoletto rosso" Shocked
Saluti
F

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Frengo... Perfetto. Risposta di puro istinto = ok, rovescio pensato = ko.
Il maestro guarda e dice: "Hey, fringuello di mamma, mi giochi bene la volée chiamata risposta perché sei frontale e apri stretto e quando devi spingere non capisci una fava e perdi la testa della racchetta...". Ovvero, la testa (del bipede), qui, non c'entra una fava! È un problema di piani dello swing.
E così torniamo al punto di partenza: Veterano...

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Quando si parla di parte mentale rispetto al tennis si fa un gran minestrone e purtroppo essendo un argomento molto complesso e difficilmente trattabile in quattro parole ,le cose possono essere poco chiare.
La testa e' molto imporante sempre in tutte le cose che si fanno,ma dipendendo da che attivita' si svolga avra' una certa funzione,che puo essere differente dipendendo appunto dall' attivita' svolta.
Ora nel tennis la testa va allenata come si allena un dritto ed un rovescio,perche' e' un aspetto fondamentale tale e quale saper tirare un bel colpo tecnicamente parlando.
Ci sono diverse filosofie e tipi di allenamento mentale,ma il punto e' che la testa non deve essere distratta da altri pensieri,insomma devo riuscire a mettere piu' o meno attenzione dove e quando e' necessario senza permettere alla testa di distrarmi con pensieri negativi.
Bene detto cosi sembra che sia solo una questione mentale,cioe' basta che riesco a distrarre la mente e a concentrarmi sulle cose che mi servono ed il gioco e' fatto...........magari fosse cosi....il livello mentale cresce in pari misura a quanto cresce il livello tecnico,cioe' piu' cresco tecnicamente e' piu forte mi sentiro mentalmente.Credo che questo sia il punto fondamentale che fa scaturire sempre discussioni.
IL discorso di Lenders dal mio punto di vista non e' valido,perche' se parliamo di tempo da dedicare alla tecnica e tempo di dedicare al lato mentale il tempo da spendere a livello di ore giocate non varia.Percio' non e' che credene di dover spendere meno ore per dedicarsi al cosidetto lato mentale sia poi la realta' dei fatti.
Cerco di spiegarmi meglio,il primo scopo ed allenamento mentale e' quello di concentrarsi a guardare la palla e' mettere piu' o meno attenzione a seconda del momento di gioco,il solo guardare la palla dietro le corde quando si impatta,o perlomeno di cercare di visualizzare l'impatto richiede una grande sforzo e una grande quantita di tempo speso a livello di ore di tennis giocate,prima che diventi una cosa automatica ,ma attenzione facendo tecnica nel modo corretto un buon maestro deve fare in modo che questo fattore,cioe' il guardare la palla sempre e il mettere il piu' o meno attenzione diventino una cosa del tutto naturale e formino parte di un semplice elemento del gioco tanto quanto dovete preparare il colpo per giocare un dritto.Io faccio fatica a considerare questo aspetto del gioco come lato mentale,perche' per me il guardare la palla e' per l'appunto un aspetto del gioco,alla fin fine si gioca con palla e racchetta e se non guardo dove colpisco la palla con la racchetta e' un po come dire vado a fare il tiro al bersaglio guardando i pini che ci sono dietro al posto del centro dove devo sparare.
Ma si effetivamnete allenandomi tecnicamente posso fare un allenamento mentale,anche se magari inconsciamente.Ora il die cosa sia megli fare arrivati ad un certo punto come nel caso che cita Lenders e' da valutare caso per caso,io cosa ne so da qua senza vedere cosa sia meglio fare......so solo per esperinza sul campo che se purtroppo non si passa un determinato tempo di ore a sparacchiare palle di qua e di la nel campo con un certo senso di causa, almeno di non essere dei vari talenti, mentalmente e tecnicamente non si migliora.I problema e le pippe mentali che si fa il giocatore amatoriale e che non sa fare una valutazione corretta dei suoi mezzi a disposizione,ripeto mi spiace ma non pensate di riuscire a giocare bene se non spendete ore di tennis sul campo fatto in un certo modo,che poi sia fatto con il maestro o meno poco importa,magari senza maestro il percorso puo essere piu' lungo o piu difficile ma non impossibile.
IL problema e che si attibuiscono poteri mentali in modi incorretti,tipo Nadal vince perche' mentalmente e' superiore agli altri,io dico balle.........Nadal non sarebbe tale senza le sue possibilta' fisiche,chiaro che la sua consapevolezza fiscia di poter stare in campo ad un altissimo livello per piu tempo rispetto ai suoi avversarsi fa si che mentalmente sia piu forte rispetto agli altri,ossia va bene o perso i prim due ma io so che al quinto ci arrivo bene vediamo come ci arrivi tu......Lo dice chiaramente anche lui in un intervista rilasciata poco tempo fa,forse stanco del continuo sentirsi dire che vince perche' e' piu forte mentalmente rispetto agli altri,dice che vince grazie al suo fisico e alla sua tecnica.La forza mentale e' da vedere fuori dal campo,perche' a quel livello li ci si fa il mazzo se si vuole rimanere o arrivare ad essereun top player.Li si che ci va forza mentale ad alzarsi presto tutte le mattine ed andare ad allenarsi trovando ogni volta le giuste motivazioni.IL tennis e' uno sport estremamente semplice da giocare e non bisogna per forza essere dei geni per capirlo, o avere tanta esperienza,se cosi non fosse non riuscirei a spiegarmi come Becker a 17 anni possa aver vinto Wimbledon e Nadal a piu o meno parita di eta' il Roland Garros.
Credo che il problema stia nel saper dare il giusto valore alle cose  e purtoppo non avendo idea di cosa si stia parlando o almeno non avendo le idee  molto chiare molte volte si fa un po di confusione.

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Infatti King! Spesso dico a me stesso, non pensare. Pensare troppo mi fa male e neanche mi rilassa!!

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Veterano ha scritto:
Vorrei rispondere ma evito,oggi non voglio diventare cattivo......


a zì falla finita, la risposta piccata di Lenders ci stava tutta. La psiche nel tennis conta, soprattutto se dice che in allenamento il servizio lo fa alla grande. La testa è tutto nello sport, certo pure la tecnica ma senza la testa il movimento di "federeriana memoria" te lo sbatti ar petto

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Infatti la testa conta molto e bisogna usarla bene sopratutto prima di parlare a sproposito.
Bella ziiii

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Ma io ho capito il tuo punto di vista vet e sono anche d'accordo nel complesso, sulla memorizzazione dei movimenti fatta facendo lo stesso colpo migliaia di volte o parlando al telefono..tu dici di allenare la tecnica, io ci vedo un bell'allenamento per il cervello che "impara a stare zitto" quando il corpo deve fare un dritto in risposta a un back (esempio) invece che ripetersi "azzo le palle basse non le tiro su non le tiro su"..e palla in rete Smile penso che in effetti questi sono punti di vista che non cambiano il concetto Smile 
Sulla pippa mentale dell'amatore beh, a volte è vero se ne fanno troppe ma penso sia bellissimo per una persona che lavora, ha famiglia e fatica a ritagliarsi qualche ora per il suo sport preferito sentirsi un pó pro e farsi training mentale prima di scendere in campo in un torneo o con l'avversario che non riesce a battere, o dopo una sconfitta dire che sul killer point il doppio fallo è stata colpa della paura di vincere (testa)..del resto in campo torniamo tutti un pó bambini, no? cheers

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Mmm Lenders, la metti giù in maniera un po' inattaccabile.... Ma, quello che cercava di dire e di dirti Vet e' leggermente diverso e, concedimi il termine, più "raffinato". Devo dire che io e Vet, su questo terreno, ci siam trovati a discuterne (tanto e animatamente) partendo da posizioni "teoriche" fortemente contrapposte. La cosa divertente e' che appena siamo "scesi in campo", ovvero abbiamo guardato la realtà negli occhi....abbiam scoperto di vederla allo stesso modo: teoria, pratica e realtà.
Qual è allora il punto d'incontro, il Checkpoint Charlie a Berlino ai tempi della guerra fredda? Intendere la tecnica come "strumento mentale". Ovviamente ci vuole il maestro "giusto".
Mi spiego: fare uno scambio col maestro che parla o che ti fa fare le tabelline (mia mamma godeva come un opossum...) e' tecnica. Eppure è un allenamento mentale. I pro non si allenano con la tecno-dance a tutto volume...perché in partita non ce l'hanno. Ai maratoneti e' proibito l'uso dell'iPod perché considerato alla stregua del doping. Lo sapevi?
Il servizio, i maestri vecchio stile, lo insegnavano con una cantilena di parole o numeri che è quasi ipnotica. E io la ripetevo "ari ari" insieme agli altri. E la ripetevo in allenamento e la ripetevo in torneo e la risento ancora adesso. Perché in Tibet, dove giocano a Kung Fu tennis, insegnano che musica, parole e preghiera sono vibrazioni etc etc
Vuoi migliorare il servizio in partita? Allenati con la tua cantilena: preparazione, attimo della decisione, lancio della palla, trophy, carica, scarica, impatto, recuperi.
Dai Landers, fammi l'imitazione del suono del servizio, fammi sentire gli "effetti speciali"!!!! Faccio io? Ok: FFFFFFFFFF PAMMMMMMMM ssst. È la racchetta che taglia l'aria e poi l'impatto che rimbomba nel pallone e poi la palla vaaaaaa!
È una droga: lo potrei ripetere all'infinito.
È una "roba mentale"? Parecchio. È tecnica? Cavoli se è tecnica!

In sintesi, un'ora o 20 a settimana...pari sono: di lì devi passare: ti metti in fila con gli altri bambini e fai la campana: din don! E poiiiiii suuuuuuu eeeeee FFFFFFFF PAMMMMM. Sssssss la pallina diventa piccola.

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kingkongy ha scritto:
Mmm Lenders, la metti giù in maniera un po' inattaccabile.... Ma, quello che cercava di dire e di dirti Vet e' leggermente diverso e, concedimi il termine, più "raffinato". Devo dire che io e Vet, su questo terreno, ci siam trovati a discuterne (tanto e animatamente) partendo da posizioni "teoriche" fortemente contrapposte. La cosa divertente e' che appena siamo "scesi in campo", ovvero abbiamo guardato la realtà negli occhi....abbiam scoperto di vederla allo stesso modo: teoria, pratica e realtà.
Qual è allora il punto d'incontro, il Checkpoint Charlie a Berlino ai tempi della guerra fredda? Intendere la tecnica come "strumento mentale". Ovviamente ci vuole il maestro "giusto".
Mi spiego: fare uno scambio col maestro che parla o che ti fa fare le tabelline (mia mamma godeva come un opossum...) e' tecnica. Eppure è un allenamento mentale. I pro non si allenano con la tecno-dance a tutto volume...perché in partita non ce l'hanno. Ai maratoneti e' proibito l'uso dell'iPod perché considerato alla stregua del doping. Lo sapevi?
Il servizio, i maestri vecchio stile, lo insegnavano con una cantilena di parole o numeri che è quasi ipnotica. E io la ripetevo "ari ari" insieme agli altri. E la ripetevo in allenamento e la ripetevo in torneo e la risento ancora adesso. Perché in Tibet, dove giocano a Kung Fu tennis, insegnano che musica, parole e preghiera sono vibrazioni etc etc
Vuoi migliorare il servizio in partita? Allenati con la tua cantilena: preparazione, attimo della decisione, lancio della palla, trophy, carica, scarica, impatto, recuperi.
Dai Landers, fammi l'imitazione del suono del servizio, fammi sentire gli "effetti speciali"!!!! Faccio io? Ok: FFFFFFFFFF PAMMMMMMMM ssst. È la racchetta che taglia l'aria e poi l'impatto che rimbomba nel pallone e poi la palla vaaaaaa!
È una droga: lo potrei ripetere all'infinito.
È una "roba mentale"? Parecchio. È tecnica? Cavoli se è tecnica!

In sintesi, un'ora o 20 a settimana...pari sono: di lì devi passare: ti metti in fila con gli altri bambini e fai la campana: din don! E poiiiiii suuuuuuu eeeeee FFFFFFFF PAMMMMM. Sssssss la pallina diventa piccola.

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Lenders999 ha scritto:
Ma io ho capito il tuo punto di vista vet e sono anche d'accordo nel complesso, sulla memorizzazione dei movimenti fatta facendo lo stesso colpo migliaia di volte o parlando al telefono..tu dici di allenare la tecnica, io ci vedo un bell'allenamento per il cervello che "impara a stare zitto" quando il corpo deve fare un dritto in risposta a un back (esempio) invece che ripetersi "azzo le palle basse non le tiro su non le tiro su"..e palla in rete Smile penso che in effetti questi sono punti di vista che non cambiano il concetto Smile 
Sulla pippa mentale dell'amatore beh, a volte è vero se ne fanno troppe ma penso sia bellissimo per una persona che lavora, ha famiglia e fatica a ritagliarsi qualche ora per il suo sport preferito sentirsi un pó pro e farsi training mentale prima di scendere in campo in un torneo o con l'avversario che non riesce a battere, o dopo una sconfitta dire che sul killer point il doppio fallo è stata colpa della paura di vincere (testa)..del resto in campo torniamo tutti un pó bambini, no? cheers

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Mi sono permesso di sottolineare le frasi "chiave" perchè penso che entrambe diciate più o meno le stesse cose e abbiate centrato l'argomento. Non starò qui a dilungarmi sul tema dell'interazione corpo/mente perchè penso che sulla base di quanto detto sia da king che lenders siano più o meno d'accordo. Per ottenere lo stesso risultato poi arrivarci dalla via del corpo, dalla via della mente e meglio ancora da entrambe le vie. Qual'è la parola chiave secondo me ? Azione consapevole. Qualcuno potrebbe obbiettare che quando un gesto diventa automatizzato è inconsapevole. A mio avviso qualsiasi gesto prima di diventare automatizzato passa da livelli più o meno alti di consapevolezza. Per cui un gesto automatizzato non è inconsapevole ma ha solo raggiunto un livello diverso e se volete più alto di consapevolezza. Se bastasse solo automatizzare tramite la ripetizione avremo dei robot perfetti e infallibili. Peccato che così non è. E quando niente funziona è l'azione consapevole che ti permettere di recuperare tutto quello che hai automatizzato con il duro allenamento. Fatemi sapere se siete d'accordo e qual'è la vostra opinione

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Altro discorso : il mantra. Nulla è potente come il mantra giusto. Io mi ripeto "alto e fuori" quando servo e mi aiuta molto !

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Secondo me la forza mentale di un giocatore è direttamente proporzionale alla sua bravura tecnica.

Se padroneggio il servizio, e questo si può avere solo grazie un costante allenamento, quando sarò in partita non avrò certo paura del doppio fallo. Se invece ho allenato pochissimo il servizio e so che non lo eseguo bene, in partita servirò con timore e questo aggraverà ancora di più le mie difficoltà tecniche.

Insomma la forza mentale è secondo me innanzitutto consapevollezza del proprio valore

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g867500 ha scritto:
Secondo me la forza mentale di un giocatore è direttamente proporzionale alla sua bravura tecnica.

Se padroneggio il servizio, e questo si può avere solo grazie un costante allenamento, quando sarò in partita non avrò certo paura del doppio fallo. Se invece ho allenato pochissimo il servizio e so che non lo eseguo bene, in partita servirò con timore e questo aggraverà ancora di più le mie difficoltà tecniche.


Quoto tutto e quoto anche al 100% quello che scriveva albs.

E' indubbio che in partita il "carico mentale" è più alto che in allenamento, ed è proprio per questo per controbilanciarlo bisogna avere una preparazione tecnica su quel colpo più che adeguata. Se tecnicamente siamo li li in equilibrio su un piede sopra un filo, allora si spiega come in allenamento se ne mettano 7/10 ed in partita 3/10.
Concordo con albs anche quando parla del lancio palla. Visto che ti hanno visto tre maestri e tutti e tre ti hanno detto che il movimento è corretto, allora al 99% quello che sbagli è in lancio palla (purtroppo molti maestri non lo guardano).

Quasi tutti tendono a sottovalutare questo "fondamentale", ma alla fine è quello che quasi totalmente decide l'esito del servizio.
Per migliorarlo ci sono due fasi successive:

1) farsi spiegare da un maestro come va fatto (altezza e orientamento della palla sia per il servizio piatto che per quello in slice)

2) allenarsi ad eseguirlo correttamente tramite delle sessioni specifiche SOLO di lancio palla senza colpire.

Vedrai che una volta che dominerai totalmente il lancio palla, durante una partita questo diventerà un'ancora a cui aggrapparti nei momenti difficili, restituendoti pian piano la sicurezza di tutto il colpo. Wink

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Lenders999 ha scritto:
Ma io ho capito il tuo punto di vista vet e sono anche d'accordo nel complesso, sulla memorizzazione dei movimenti fatta facendo lo stesso colpo migliaia di volte o parlando al telefono..tu dici di allenare la tecnica, io ci vedo un bell'allenamento per il cervello che "impara a stare zitto" quando il corpo deve fare un dritto in risposta a un back (esempio) invece che ripetersi "azzo le palle basse non le tiro su non le tiro su"..e palla in rete Smile penso che in effetti questi sono punti di vista che non cambiano il concetto Smile 
Sulla pippa mentale dell'amatore beh, a volte è vero se ne fanno troppe ma penso sia bellissimo per una persona che lavora, ha famiglia e fatica a ritagliarsi qualche ora per il suo sport preferito sentirsi un pó pro e farsi training mentale prima di scendere in campo in un torneo o con l'avversario che non riesce a battere, o dopo una sconfitta dire che sul killer point il doppio fallo è stata colpa della paura di vincere (testa)..del resto in campo torniamo tutti un pó bambini, no? cheers

Ma vedi l'importante e' che si raggiunga lo scopo.
Il mio punto di vista e' relativo alla percentuale (alta) a livello tecnico basso di chi trova scuse mentali che non hanno ragione di esistere.Perche' tu puoi anche essere forte mentalmente ed avere una grandissima capacita' di concentrazione per quello che e' inerente al tennis,ossia fai tutto bene,prendi il tempo con l'avversario e ti focalizzi a guardare la palla e a pensare a giocare,poi pero' se la tecnica e scarsa,non sai muoverti nel campo,sei in condizioni fiscihe che lasciano il tempo che trovano,hai voglia a fare tutto bene mentalmente ma alla fine non credo che per vincere le partite questa tua capacita' mentale ti serva piu' di tanto.Per carita' sei sulla strada giusta,perche' la mente e' ben indirizzata,ma tutto il resto lascia il tempo che trova.Che poi semplicemente dico,al posto di farsi tante pippe mentali che non esistono,vai a correre e mettiti in forma,impara a muoverti sul campo,e cerca di tenere la palla in campo.
Dico questo perche' conosco bene questo tipo di giocatore,e credimi da quello che vedo nei campi da circa 40 anni a quei livelli di mentale,almeno per come la vedo io ce ben poco,o anzi ce tanto,nel senso che se al posto di trovare scuse ci si mettesse in buona condizione fisica e si spendesse piu' tempo ad allenarsi come si deve,al posto di tirare le solite pallette senza molto senso di causa,forse i problemi mentali sarebbero molto minori.
Calcola poi che in generale la gente che parla di queste cose e' poi quella che cambia racchetta come bere un bicchier d'acqua,che cerca il custom migliore,che cerca la tensione e le corde migliori..........all'infinito,che per carita' ci stanno anche,ma non sono sicuramente la cura ai miei problemi di gioco.Che poi basta fare quattro chiacchere con qualcuno che gioca bene,si ognuno ha le sue manie e preferenze a livello racchetta,corde e custom,ma in genere sapendo giocare sa benissimo che non e' la racchetta che ti fa giocare meglio.........la racchetta ti puo dare quel qualcosa in piu' a livello sensazioni,ma se non sai fare bene un gesto tecnicamente,non ti muovi bene in campo etc etc etc mi sa che puoi passare tutta la vita a cercare la racchetta perfetta che mai la troverai,con il sommo ringraziamento delle case produttrici.

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Adolfo ha scritto:
g867500 ha scritto:
Secondo me la forza mentale di un giocatore è direttamente proporzionale alla sua bravura tecnica.

Se padroneggio il servizio, e questo si può avere solo grazie un costante allenamento, quando sarò in partita non avrò certo paura del doppio fallo. Se invece ho allenato pochissimo il servizio e so che non lo eseguo bene, in partita servirò con timore e questo aggraverà ancora di più le mie difficoltà tecniche.


Quoto tutto e quoto anche al 100% quello che scriveva albs.

E' indubbio che in partita il "carico mentale" è più alto che in allenamento, ed è proprio per questo per controbilanciarlo bisogna avere una preparazione tecnica su quel colpo più che adeguata. Se tecnicamente siamo li li in equilibrio su un piede sopra un filo, allora si spiega come in allenamento se ne mettano 7/10 ed in partita 3/10.
Concordo con albs anche quando parla del lancio palla. Visto che ti hanno visto tre maestri e tutti e tre ti hanno detto che il movimento è corretto, allora al 99% quello che sbagli è in lancio palla (purtroppo molti maestri non lo guardano).

Quasi tutti tendono a sottovalutare questo "fondamentale", ma alla fine è quello che quasi totalmente decide l'esito del servizio.
Per migliorarlo ci sono due fasi successive:

1) farsi spiegare da un maestro come va fatto (altezza e orientamento della palla sia per il servizio piatto che per quello in slice)

2) allenarsi ad eseguirlo correttamente tramite delle sessioni specifiche SOLO di lancio palla senza colpire.

Vedrai che una volta che dominerai totalmente il lancio palla, durante una partita questo diventerà un'ancora a cui aggrapparti nei momenti difficili, restituendoti pian piano la sicurezza di tutto il colpo. Wink

Il dire lanciare la palla e' gia' un errore........la palla non si lancia si accompagna,immagina di avere un bel bicchiere d'acqua nella mano e di dover simulare il lancio palla senza dover versare una goccia d'acqua,noteresti che la velocita' di movimento sarebbe molto lenta per arrivare al punto di lancio palla,poi arrivati al punto si aprono le dita e si lascia andare la palla,e' la racchetta che deve viaggiare veloce.

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Quando giocavo a tennistavolo, tra noi agonisti era una continua gara a chi montava la gomma più strabiliante che ci fosse sul mercato, cinesi, giapponesi, made in taiwan etc. incolla e scolla con colle costosissime e telai in carbonio, legno e kevlar, multistrato, monostrato etc etc. una vera fissa (peraltro nel nostro gruppo c'erano due under 16 nazionali, quindi spocchiosi si ma con merito) Wink

Il mio allenatore, uno dei più titolati a livello giovanile italiano un giorno ci fa: vi batto anche un pezzo di compensato e detto fatto, da una vecchia bacheca di compensato ne stacca un pezzo con le mani e lo modella a foggia di racchetta da tennistavolo.

E inizia a pestarci tutti uno dietro l'altro, una vera macchina da guerra, un killer, un tiratore scelto, con questo pezzo di compensato che rimandava indietro ogni pallina colpita con queste super racchette ipertecnologiche. E vinceva. Stravinceva. E alla fine della mazzolata, tutti a testa bassa, moggi moggi, me compreso ovvio.

Rido ancora al pensiero, dopo trent'anni.

Da questa lezione con la ELLE maiuscola ho capito che senza la tecnica non c'è attrezzo che ti salvi da una bella mazzolata, se non padroneggi la tecnica dalla A alla Z.

Wink

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SuperGeo ha scritto:
Quando giocavo a tennistavolo, tra noi agonisti era una continua gara a chi montava la gomma più strabiliante che ci fosse sul mercato, cinesi, giapponesi, made in taiwan etc. incolla e scolla con colle costosissime e telai in carbonio, legno e kevlar, multistrato, monostrato etc etc. una vera fissa (peraltro nel nostro gruppo c'erano due under 16 nazionali, quindi spocchiosi si ma con merito) Wink

Il mio allenatore, uno dei più titolati a livello giovanile italiano un giorno ci fa: vi batto anche un pezzo di compensato e detto fatto, da una vecchia bacheca di compensato ne stacca un pezzo con le mani e lo modella a foggia di racchetta da tennistavolo.

E inizia a pestarci tutti uno dietro l'altro, una vera macchina da guerra, un killer, un tiratore scelto, con questo pezzo di compensato che rimandava indietro ogni pallina colpita con queste super racchette ipertecnologiche. E vinceva. Stravinceva. E alla fine della mazzolata, tutti a testa bassa, moggi moggi, me compreso ovvio.

Rido ancora al pensiero, dopo trent'anni.

Da questa lezione con la ELLE maiuscola ho capito che senza la tecnica non c'è attrezzo che ti salvi da una bella mazzolata, se non padroneggi la tecnica dalla A alla Z.

Wink


possiamo metterlo come manifesto della sezione corde e racchette? Very Happy

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Adolfo ha scritto:
SuperGeo ha scritto:
Quando giocavo a tennistavolo, tra noi agonisti era una continua gara a chi montava la gomma più strabiliante che ci fosse sul mercato, cinesi, giapponesi, made in taiwan etc. incolla e scolla con colle costosissime e telai in carbonio, legno e kevlar, multistrato, monostrato etc etc. una vera fissa (peraltro nel nostro gruppo c'erano due under 16 nazionali, quindi spocchiosi si ma con merito) Wink

Il mio allenatore, uno dei più titolati a livello giovanile italiano un giorno ci fa: vi batto anche un pezzo di compensato e detto fatto, da una vecchia bacheca di compensato ne stacca un pezzo con le mani e lo modella a foggia di racchetta da tennistavolo.

E inizia a pestarci tutti uno dietro l'altro, una vera macchina da guerra, un killer, un tiratore scelto, con questo pezzo di compensato che rimandava indietro ogni pallina colpita con queste super racchette ipertecnologiche. E vinceva. Stravinceva. E alla fine della mazzolata, tutti a testa bassa, moggi moggi, me compreso ovvio.

Rido ancora al pensiero, dopo trent'anni.

Da questa lezione con la ELLE maiuscola ho capito che senza la tecnica non c'è attrezzo che ti salvi da una bella mazzolata, se non padroneggi la tecnica dalla A alla Z.

Wink


possiamo metterlo come manifesto della sezione corde e racchette? Very Happy


Ti farai tanti amici, se lo fai. Very Happy

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Veterano ha scritto:
Lenders999 ha scritto:
Ma io ho capito il tuo punto di vista vet e sono anche d'accordo nel complesso, sulla memorizzazione dei movimenti fatta facendo lo stesso colpo migliaia di volte o parlando al telefono..tu dici di allenare la tecnica, io ci vedo un bell'allenamento per il cervello che "impara a stare zitto" quando il corpo deve fare un dritto in risposta a un back (esempio) invece che ripetersi "azzo le palle basse non le tiro su non le tiro su"..e palla in rete Smile penso che in effetti questi sono punti di vista che non cambiano il concetto Smile 
Sulla pippa mentale dell'amatore beh, a volte è vero se ne fanno troppe ma penso sia bellissimo per una persona che lavora, ha famiglia e fatica a ritagliarsi qualche ora per il suo sport preferito sentirsi un pó pro e farsi training mentale prima di scendere in campo in un torneo o con l'avversario che non riesce a battere, o dopo una sconfitta dire che sul killer point il doppio fallo è stata colpa della paura di vincere (testa)..del resto in campo torniamo tutti un pó bambini, no? cheers

Ma vedi l'importante e' che si raggiunga lo scopo.
Il mio punto di vista e' relativo alla percentuale (alta) a livello tecnico basso di chi trova scuse mentali che non hanno ragione di esistere.Perche' tu puoi anche essere forte mentalmente ed avere una grandissima capacita' di concentrazione per quello che e' inerente al tennis,ossia fai tutto bene,prendi il tempo con l'avversario e ti focalizzi a guardare la palla e a pensare a giocare,poi pero' se la tecnica e scarsa,non sai muoverti nel campo,sei in condizioni fiscihe che lasciano il tempo che trovano,hai voglia a fare tutto bene mentalmente ma alla fine non credo che per vincere le partite questa tua capacita' mentale ti serva piu' di tanto.Per carita' sei sulla strada giusta,perche' la mente e' ben indirizzata,ma tutto il resto lascia il tempo che trova.Che poi semplicemente dico,al posto di farsi tante pippe mentali che non esistono,vai a correre e mettiti in forma,impara a muoverti sul campo,e cerca di tenere la palla in campo.
Dico questo perche' conosco bene questo tipo di giocatore,e credimi da quello che vedo nei campi da circa 40 anni a quei livelli di mentale,almeno per come la vedo io ce ben poco,o anzi ce tanto,nel senso che se al posto di trovare scuse ci si mettesse in buona condizione fisica e si spendesse piu' tempo ad allenarsi come si deve,al posto di tirare le solite pallette senza molto senso di causa,forse i problemi mentali sarebbero molto minori.
Calcola poi che in generale la gente che parla di queste cose e' poi quella che cambia racchetta come bere un bicchier d'acqua,che cerca il custom migliore,che cerca la tensione e le corde migliori..........all'infinito,che per carita' ci stanno anche,ma non sono sicuramente la cura ai miei problemi di gioco.Che poi basta fare quattro chiacchere con qualcuno che gioca bene,si ognuno ha le sue manie e preferenze a livello racchetta,corde e custom,ma in genere sapendo giocare sa benissimo che non e' la racchetta che ti fa giocare meglio.........la racchetta ti puo dare quel qualcosa in piu' a livello sensazioni,ma se non sai fare bene un gesto tecnicamente,non ti muovi bene in campo etc etc etc mi sa che puoi passare tutta la vita a cercare la racchetta perfetta che mai la troverai,con il sommo ringraziamento delle case produttrici.

Su questo sono d'accordissimo (in 4 anni ho cambiato 3 racchette e quasi solo per il peso -da 275 a 330 attuali) ma praticamente hai distrutto 3/4 del forum Very Happy penso che peró si perde di vista il fatto che per quasi tutti è un hobby e in quanto tale a ognuno piace giocare con i suoi giocattoli (bambini dentro..) cioè si vede quando parli che per te è un lavoro (e lo è davvero) e giustamente questo ti porta agli antipodi del tennista per svago..anche in termini di ragionamento. Come dicevo prima, il discorso che fai sulla progressione tecnica e fisica è irreprensibile per chi HA TEMPO di farlo, ma chi non puó andare a correre o fare ripetizioni ogni due giorni ed ha 2 ore a settimana semplicemente NON PUÓ mettere in pratica il percorso di crescita (giusto, ripeto) che tu proponi, e allora ritorno a dire: se ho raggiunto il massimo del progresso TECNICO che posso permettermi, mi resta da pensare solo ad acquisire (giocando e non) freddezza, lucidità, tenacia, capacità di analisi..e in questo senso c'entra la testa ma ripeto sono due vie che portano dalla stessa parte..

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Adolfo ha scritto:
g867500 ha scritto:
Secondo me la forza mentale di un giocatore è direttamente proporzionale alla sua bravura tecnica.


E' indubbio che in partita il "carico mentale" è più alto che in allenamento, ed è proprio per questo per controbilanciarlo bisogna avere una preparazione tecnica su quel colpo più che adeguata. Se tecnicamente siamo li li in equilibrio su un piede sopra un filo, allora si spiega come in allenamento se ne mettano 7/10 ed in partita 3/10.


Scusate ma l'argomento mi appassiona. Se posso dire la mia penso che l'affermazione di g867500 sia vera nel senso che più un giocatore è solido tecnicamente più scende sicuro in campo ma non è vero che la forza mentale e il livello tecnico vanno di pari passo così in modo automatico. Mi spiego meglio, la forza mentale e la concentrazione così come il killer instinct (che è la quintessenza dell'agonismo) sono doti innate. Nella vita come nello sport. Non tutti ne nascono dotati allo stesso modo. Vorrei prendere spunto da questo assunto perchè se abbiamo dei dubbi allora lasciamo perdere. Tanto è vero che alcune scienze come la PNL tramite il processo "di modelling" hanno studiato esattamente come questi individui (i campioni) in ogni attività sia dello sport che del mondo "professionale" , pensano, agiscono e cosa molto importante cosa si dicono (inner game). Ora queste caratteristiche (doti) possono essere allenate (e questa è la novità). Ai miei tempi nessuno almeno in Italia lo sapeva. O le avevi o non le avevi. Ora si sa che si possono anche allenare e ci sono molti metodi e tecniche mentali per aiutare i campioni a crescere. Se no non esiterebbero i mental coach e gli psicologi dello sport. Poi sul fatto che molte pippe mentali di noi amatori siano in realtà pippe tecniche sono altrettanto d'accordo. Ha perfettamente ragione vet. Se vuoi giocare meglio allenati con un gruppo con un maestro e cura la parte atletica: vai a correre, allenati un po in palestra, fai degli esercizi specifici ed impara ad usare le gambe. Tutto questo rende più solidi più lucidi e più efficaci. Basta ricordarsi che quando sei in debito di ossigeno automaticamente perdi lucidità e vai nel pallone....mente e corpo...sono un tuttuno..n

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@ Super Geo. Questo secondo me accadeva perchè tra voi e lui c'era un'abisso dal punto di vista tecnico, tattico, mentale e di esperienza. Se avesse giocato con un pari livello col compensato in mano avrebbe preso una sonora lezione.

@ Lander & Adolfo : costa molto meno fatica cambiare racchetta che allenarsi di più seriamente. E poi così ci si deresponsabilizza un po. La colpa non è della scarsa tecnica o del poco allenamento ma della racchetta o delle corde "sbagliate". Ed in parte è anche vero. C'è chi gioca con degli attrezzi talmente sbagliati per il proprio livello e caratteristiche di gioco che l'attrezzo anzi che essere di aiuto o almeno neutrale gioca a sfavore... Ma questo è un'altro discorso e cambiare di continuo attrezzo non è certo di aiuto per migliorare la tecnica.

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Paolo070 ha scritto:
@ Super Geo. Questo secondo me accadeva perchè tra voi e lui c'era un'abisso dal punto di vista tecnico, tattico, mentale e di esperienza. Se avesse giocato con un pari livello col compensato in mano avrebbe preso una sonora lezione.


@Paolo070: non lo so e credo non lo saprò mai. Però ripeto, due dei nostri erano dei talenti cristallini all'epoca, uno fece addirittura gli europei U16 in Belgio (se ricordo bene) piazzandosi benissimo. Seguitissimo dalle federazione italiana, un piccolo Squinzi, per usare un paragone tennistico.

Però nonostante fosse fortissimo, si prese anche lui la sua bella randellata.  Nel TT poi l'aspetto mentale è enormemente amplificato, non fosse altro per la velocità con cui devi ragionare, forse 1000 volte più velocemente del tennis.

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E' un cocktail di cose che deve funzionare in contemporanea.
Come diceva il vecchio detto mente sana in corpo sano.
Visto che parliamo di tennis nello specifico, ci mettiamo anche tecnica solida.
Se una di queste componenti non gira come deve girare la macchina tennista non gira come dovrebbe.
Io so che di base al mio livello se non sono ben preparato fisicamente,prendo legnate da tutti,eppure mentalmente sono fortissimo.e anche tecnicamente non me la cavo male.Nel mio caso o in quello di un tennista solido,  due basi fondamentali sono sempre presenti,la tecnica e la mentalita',se mi manca la condizione fisica,con tutta la mia volonta' e forza mentale che ci posso mettere e' difficile che riesca a vincere delle partite.Percio' dato di fatto che senza essere ben preparato fisicamente prendo legnate mi metto sotto per raggiungere un condizione fisica per poter reggere al mio livello.
Ora vediamo quanto peso hanno questi fattori per il tennista veterano che ha ricominciato ad allenarsi.
Se la mia condizione e' buona ho gia una base che mi da sicurezza e un conseguente rilassamento mentale,non mi trascino per il campo ma sono ben presente fisicamente e mentalmente.Ora il mio problema potrebbe essere tecnico,visto che sono lustri che non gioco seriamente non ho piu' la continuita' ad un certo livello di gioco,ma li mi basta mettermi sotto e sono sicuro che dopo un po il mio tennis e la continuita' o almeno parte di essa che avevo un tempo ritorneranno fuori.Mentalmente sono forte,ma non perche' sono dotato di determinati poteri mentali,faccio semplicemente le cose che bisogna fare a livello mentale per riuscire a giocare un tennis decente.Pensare poco,e concentrarmi a guardare la palla,almeno quando sto giocando punti,Poi nei brek si analizza la partita o semplicemente ci si rilassa.
La mia idea e' che la mente non puo condizionare negativamente il mio gioco,cioe' l'errore per me fa parte del gioco niente di piu' e niente di meno ed e' sempre stato cosi fin da quando ho incominciato a fare i primi tornei,ed e' quello che cerco di insegnare ai miei ragazzi.Purtoppo la mente viene distratta inevitabilmente quando la tecnica non e' solida,perche' anche con la piu' grande capacita' di distrazione del mondo,il problema ce l'ho li davanti agli occhi,si posso riuscire a fregarmene e a non pensarci piu' di tanto,ma il problema resta e inevitabilmente va incidere sulla testa e sulla prestazione in generale.
Ma io so qual e' il mio livello o almeno quale era e quali siano le mie possibilta' tecniche e fisiche,percio' so cosa devo fare per mettermi a posto.Ora il problema e che come si e' gia detto molte volte per la naggior parte dei giocatori di livello basso e' difficile fare una seria valutazione delle proprie condizioni,in questo caso le condizioni son piu tecniche che mentali,perche' in quarta  e a livello amatoriale,per la maggior parte delle volte non ci sono proprio le condizioni per parlare di mentalita'.Quando Sonny chiama queste categorie pippe,non lo fa mica per prendere per i fondelli tutti quanti o per sentirsi superiore,lo fa perche' conosce il tennis e sa che senza essere ben preparati fisicamente  e solidi tecnicamente non si va da nessuna parte,tecnicamente parlando non e' solo il gesto in se stesso che fa il giocatore solido,ma lo stare bassi,fare lo split step,avere un buon footwork,guardare la palla.........io in quarta che sanno fare bene queste cose ne vedo pochi,e non parlo di muoversi come un pro,ma fare le cose basilari fatte bene,accompagnate da una buona preparazione fisica.
Ma scusate se il tennis fosse veramente cosi mentale e ci volesse tanta esperienza ma mi spiegate come Becker a 17 anni abbia potuto vincere Wimbledon,e Nadal a piu' o meno tal eta' il RG.Ma che cappero di esperienza avevano.......forse si facevano meno pippe mentali e si allenavano di piu',il problema e che mentalmente riusciamo ad attibuire al tennis dei valori mentali al quale solo pochi superman possono arrivare,mentre nella realta' delle cose il tennis e' molto piu' semplice di come lo vogliamo fare apparire.
Non confondiamo la motivazione con l'aspetto mentale relativo al tennis,o la tigna,si sono componenti che fanno la differenza,ma non solo a livello tennistico e percio' vanno trattati fuori dal campo.
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