Se non avete nulla (o di meglio) da fare... buona lettura!
Un giorno di ordinaria tennis-follia
Un giorno di ordinaria tennis-follia
Ieri, come ogni lunedì, mi reco al circolo per il consueto allenamento con Daniele, il maestro… un po’ preoccupato, a dir la verità, per via del fatto che un’ora dopo, alle 18, arriverà Giorgio, un simpatico ragazzo a cui spesso, ormai, faccio da sparring per fargli fare partita e che ha la metà degli anni miei. 4.4 in classifica… ma perché, dice, fa pochi tornei: in effetti tira discrete botte e forse qualche graduatoria più gratificante la meriterebbe. Preoccupato, dicevo, perché già ho problemi al braccio dopo un’ora di lezione o di partita, figuriamoci fare anche la partita dopo: rischio che mi cada per terra vicino alla riga di fondo dopo un servizio! Mi dispiacerebbe farlo venire a vuoto per poi dirgli: “scusa, Gio’, non ce la posso fa’…”.
Ma siamo in ballo e balliamo.
Confido nel nuovo, taumaturgico, attrezzo regalatomi: una fiammante Pro Kennex Ki5 dalle proprietà, dicono, terapeutiche al limite del miracoloso. Di sicuro è divertente da sentire: sembra di avere una maracas, se si avvicina l’orecchio al telaio e si scuote… dice che sono le “kinetic mass” che si ionizzano ecc ecc… a me pare un po’ de sabbia de Ostia messa lì… ma tant’è, ormai l’ho presa e quella volta che l’ho provata, il braccio ha retto. Oggi sarà la prova del nove, anzi del Ki5.
La lezione passa… e io passo indenne.
Arriva Giorgio: qualche palleggio per farlo scaldare, volée a rete, qualche smash, due servizi e via.
Il primo set passa liscio. Gioco benino, ma non troppo: 6-2 per lui… complice un po’ di braccetto stupido e qualche errore di troppo, soprattutto in servizio, senza nulla togliere a lui che, sicuramente, sta giocando meglio di altre volte. Oggi c’è anche la sua ragazza a vederlo.
Secondo set: provo a forzare… o la va o… mi si spacca… il braccio, chiaramente. Forzo il servizio ed entrano quasi tutte le prime palle: belle, potenti come mai sono uscite da quel braccio disastrato. Risultato: 6-7 ace imprendibili con la sua faccia che la dice lunga… “ma chi so’ oggi, mi dico da solo?”.
3-1 per me. E si prosegue.
Anche il dritto è un missile terra-aria che non lascia scampo alle sue pur reattive e giovani gambe: “piano, Andre’… se no, gli fai male!”. Provo quella meravigliosa sensazione che solo questo sport ti sa dare: quella in cui sei convinto di poter far tutto, che ti entra tutto, come, quando e quante ne vuoi… ma magari ce fosse Roger, dall’altra parte… ce ne sarebbe pure per lui… oggi sto in giornata. Stupidità allo stato puro, è chiaro, ma che il moderno erede della pallacorda, a volte, ti regala facendoti sentire un dio in terra. Sì, sono soddisfatto… soddisfatto di un tennis che sto giocando davvero bene, al di là del risultato.
Ma gioca bene anche lui, e poi, si sa… quella sensazione di onnipotenza dura poco e lascia spazio immediatemente alla depressione, così come ad una termica di aria calda che sale verso il cielo si accompagna sempre, accanto, una discendenza fredda che scende: per questo gli aerei ballano e si dice che c’è “turbolenza”. Sono turbolento anche io, oggi… e così… 3-2.
Sul 3-2 servo io, ma sul 30-0 sento una fitta a sinistra, sotto la costola fluttuante… come una coltellata. Ahia!! Che cavolo è? Chi è stato? Mah… un massaggio inutile e servo la seconda palla. Ahia! Ma porc… ma che è successo?... Proseguo… ma niente: il servizio è inutile, ormai… arrivano solo stilettate al fianco. Break suo al sesto gioco sul mio servizio.
Siamo 3-3.
Meno mal che mi aiuta con qualche doppio fallo di troppo. Si cambia campo col punteggio di 4-3 per me… “tutto ok, Andrea?” -mi vede dolorante- “sì, sì… tranquillo… forse un movimento sbagliato… ma va bene”. Ho nuovamente io il servizio. Lancio la palla in aria, preparo la rotazione del braccio, mi allungo per colpire… ahia! Ancora! Ma dove cavolo sta questo gnomo che esce dalla riga di fondo e mi da queste coltellate nel fianco… non lo vedo eppure deve esserci… se lo trovo lo prendo a calci!...
Servo piano piano, solo seconde palle… il dritto c’è ancora… BUUUM, BAAAM… entra preciso e puntuale, ma non basta: break all’ottavo gioco, 4-4. Come sopra.
Ora serve lui. Io ricevo. E’ la mia specialità: più mi tira forte e più godo nel rispondere ancora più forte. Voglio avere la soddisfazione di spaccare una corda, questa volta! BUUUM, BAAAM… entrano tutte ad una velocità e profondità meravigliosa…. colpi belli da vedere e da sentire sul braccio. Quel braccio che non mi sta dando nessun fastidio, inaspettatamente, pur con tutti i servizi fatti e la potenza con cui ho colpito le prime palle, cosa che normalmente era la fonte principale del dolore. Niente di niente. Ho trovato la soluzione, penso… ma c’è altro in agguato: se qualcosa si è riparato, qualcos’altro sta per rompersi.
0-30. Questo gioco lo fai tu e vai 5-4 sul tuo servizio… dai che andiamo al terzo set sicuramente! Bravo Andrea… ancora ci sei… ogni tanto, almeno.
Sbaglia la prima. Bene. Seconda palla… adesso la spacco sta corda finalmente… preparo il dritto, con tutto il peso sopra, come ho re-imparato a fare… gambe larghe e ben piazzate… a tutto braccio… BUUUM!!!… AHIAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!......................................................................... game over.
Sono bloccato e non riesco a respirare. Mi accascio in terra. Mi rimetto in piedi. Provo a fare allungamenti del fianco sinistro. Niente: fa solo più male. Mi siedo… “ora passa, Giorgio… solo un minuto e ricominciamo…”… ma che ricominciamo!
Grazie, Gio’… scusami… mi sono divertito molto. Mi dice che si è divertito anche lui, che se non mi bloccavo io, sarebbe successo al suo polpaccio. Ma forse è solo molto caruccio e gentile con colui al quale, la prima volta che abbiamo giocato, dava addirittura del “lei”. Mi sento vecchio, cavolo! Daniele, il nostro maestro scherza e mi dice che alla mia età, ma che voglio di più… sono più di due ore che gioco… può succedere. A me non era mai successo, però… e anche se ci rido su pure io, sto rosicando come una bestia e niente mi toglie dalla testa che mi sento vecchio, cavolo! Certo che quei colpi, però… BUUUM, BAAAM… quando entravano era una vera goduria!
La sera ci metto 15 minuti ad alzarmi dal divano. Se dura 40 giorni è uno strappo, mi diceva un ortopedico che mi ha dato un’occhiata al volo nello spogliatoio, dopo che vedeva che non riuscivo nemmeno a togliermi la maglietta sudata. Se dura 6-7 è una contrattura o uno stiramento… dipende poi, dall’entità del danno al muscolo. Bene.
Stamattina ricca colazione: caffè, pane e nutella, gel pseudo-miracoloso tedesco che, se non altro, mi ha fatto dormire e rialzare anche dal letto, iniezione di Muscoril. Attendo che i suoceri mi portino il Volfast e poi la prima colazione sarà completa.
BUUUM… BAAAM… ahia che botta pazzesca questo starnuto appena fatto!
Ma siamo in ballo e balliamo.
Confido nel nuovo, taumaturgico, attrezzo regalatomi: una fiammante Pro Kennex Ki5 dalle proprietà, dicono, terapeutiche al limite del miracoloso. Di sicuro è divertente da sentire: sembra di avere una maracas, se si avvicina l’orecchio al telaio e si scuote… dice che sono le “kinetic mass” che si ionizzano ecc ecc… a me pare un po’ de sabbia de Ostia messa lì… ma tant’è, ormai l’ho presa e quella volta che l’ho provata, il braccio ha retto. Oggi sarà la prova del nove, anzi del Ki5.
La lezione passa… e io passo indenne.
Arriva Giorgio: qualche palleggio per farlo scaldare, volée a rete, qualche smash, due servizi e via.
Il primo set passa liscio. Gioco benino, ma non troppo: 6-2 per lui… complice un po’ di braccetto stupido e qualche errore di troppo, soprattutto in servizio, senza nulla togliere a lui che, sicuramente, sta giocando meglio di altre volte. Oggi c’è anche la sua ragazza a vederlo.
Secondo set: provo a forzare… o la va o… mi si spacca… il braccio, chiaramente. Forzo il servizio ed entrano quasi tutte le prime palle: belle, potenti come mai sono uscite da quel braccio disastrato. Risultato: 6-7 ace imprendibili con la sua faccia che la dice lunga… “ma chi so’ oggi, mi dico da solo?”.
3-1 per me. E si prosegue.
Anche il dritto è un missile terra-aria che non lascia scampo alle sue pur reattive e giovani gambe: “piano, Andre’… se no, gli fai male!”. Provo quella meravigliosa sensazione che solo questo sport ti sa dare: quella in cui sei convinto di poter far tutto, che ti entra tutto, come, quando e quante ne vuoi… ma magari ce fosse Roger, dall’altra parte… ce ne sarebbe pure per lui… oggi sto in giornata. Stupidità allo stato puro, è chiaro, ma che il moderno erede della pallacorda, a volte, ti regala facendoti sentire un dio in terra. Sì, sono soddisfatto… soddisfatto di un tennis che sto giocando davvero bene, al di là del risultato.
Ma gioca bene anche lui, e poi, si sa… quella sensazione di onnipotenza dura poco e lascia spazio immediatemente alla depressione, così come ad una termica di aria calda che sale verso il cielo si accompagna sempre, accanto, una discendenza fredda che scende: per questo gli aerei ballano e si dice che c’è “turbolenza”. Sono turbolento anche io, oggi… e così… 3-2.
Sul 3-2 servo io, ma sul 30-0 sento una fitta a sinistra, sotto la costola fluttuante… come una coltellata. Ahia!! Che cavolo è? Chi è stato? Mah… un massaggio inutile e servo la seconda palla. Ahia! Ma porc… ma che è successo?... Proseguo… ma niente: il servizio è inutile, ormai… arrivano solo stilettate al fianco. Break suo al sesto gioco sul mio servizio.
Siamo 3-3.
Meno mal che mi aiuta con qualche doppio fallo di troppo. Si cambia campo col punteggio di 4-3 per me… “tutto ok, Andrea?” -mi vede dolorante- “sì, sì… tranquillo… forse un movimento sbagliato… ma va bene”. Ho nuovamente io il servizio. Lancio la palla in aria, preparo la rotazione del braccio, mi allungo per colpire… ahia! Ancora! Ma dove cavolo sta questo gnomo che esce dalla riga di fondo e mi da queste coltellate nel fianco… non lo vedo eppure deve esserci… se lo trovo lo prendo a calci!...
Servo piano piano, solo seconde palle… il dritto c’è ancora… BUUUM, BAAAM… entra preciso e puntuale, ma non basta: break all’ottavo gioco, 4-4. Come sopra.
Ora serve lui. Io ricevo. E’ la mia specialità: più mi tira forte e più godo nel rispondere ancora più forte. Voglio avere la soddisfazione di spaccare una corda, questa volta! BUUUM, BAAAM… entrano tutte ad una velocità e profondità meravigliosa…. colpi belli da vedere e da sentire sul braccio. Quel braccio che non mi sta dando nessun fastidio, inaspettatamente, pur con tutti i servizi fatti e la potenza con cui ho colpito le prime palle, cosa che normalmente era la fonte principale del dolore. Niente di niente. Ho trovato la soluzione, penso… ma c’è altro in agguato: se qualcosa si è riparato, qualcos’altro sta per rompersi.
0-30. Questo gioco lo fai tu e vai 5-4 sul tuo servizio… dai che andiamo al terzo set sicuramente! Bravo Andrea… ancora ci sei… ogni tanto, almeno.
Sbaglia la prima. Bene. Seconda palla… adesso la spacco sta corda finalmente… preparo il dritto, con tutto il peso sopra, come ho re-imparato a fare… gambe larghe e ben piazzate… a tutto braccio… BUUUM!!!… AHIAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!......................................................................... game over.
Sono bloccato e non riesco a respirare. Mi accascio in terra. Mi rimetto in piedi. Provo a fare allungamenti del fianco sinistro. Niente: fa solo più male. Mi siedo… “ora passa, Giorgio… solo un minuto e ricominciamo…”… ma che ricominciamo!
Grazie, Gio’… scusami… mi sono divertito molto. Mi dice che si è divertito anche lui, che se non mi bloccavo io, sarebbe successo al suo polpaccio. Ma forse è solo molto caruccio e gentile con colui al quale, la prima volta che abbiamo giocato, dava addirittura del “lei”. Mi sento vecchio, cavolo! Daniele, il nostro maestro scherza e mi dice che alla mia età, ma che voglio di più… sono più di due ore che gioco… può succedere. A me non era mai successo, però… e anche se ci rido su pure io, sto rosicando come una bestia e niente mi toglie dalla testa che mi sento vecchio, cavolo! Certo che quei colpi, però… BUUUM, BAAAM… quando entravano era una vera goduria!
La sera ci metto 15 minuti ad alzarmi dal divano. Se dura 40 giorni è uno strappo, mi diceva un ortopedico che mi ha dato un’occhiata al volo nello spogliatoio, dopo che vedeva che non riuscivo nemmeno a togliermi la maglietta sudata. Se dura 6-7 è una contrattura o uno stiramento… dipende poi, dall’entità del danno al muscolo. Bene.
Stamattina ricca colazione: caffè, pane e nutella, gel pseudo-miracoloso tedesco che, se non altro, mi ha fatto dormire e rialzare anche dal letto, iniezione di Muscoril. Attendo che i suoceri mi portino il Volfast e poi la prima colazione sarà completa.
BUUUM… BAAAM… ahia che botta pazzesca questo starnuto appena fatto!