QUEENS & HALLE
Tit (n.d.r.)
QUEENS:
LLEYTON ESULTA, ROGER ABDICAHewitt si aggiudica il titolo ad Halle, dove Federer era imbattuto dal 2002. Si interrompe anche una serie di 15 vittorie dello svizzero nei confronti direttiDa diversi anni commentare il torneo di Halle si riduceva a registrare le vittorie in serie di Roger Federer, re del torneo di Gerry Weber dal 2003.
Se l’ultima sconfitta di Roger nel torneo tedesco risaliva infatti al 2002, per mano di Nicolas Kiefer, l’ultima vittoria di Lleyton Hewitt contro lo svizzero è datata 2003 (in una sfida di coppa davis).
Da allora, quindici vittorie consecutive per Federer in una sfida tra coetanei che pure sembrano apparire a generazioni diverse, guardando ai risultati.
Oggi
Hewitt, alla prima partecipazione ad Halle dopo tanti anni di fedele partecipazione al Queen’s, è riuscito ad interrompere entrambe le serie.
Anche se meno importanti della prima posizione mondiale persa a Parigi, cadono altri due baluardi nella corazza dello svizzero.
Non il miglior viatico per Wimbledon, anche se il circuito non sembra proporre a Roger sfidanti particolarmente minacciosi.
Anche il punteggio, 3-6 7-6 6-4, colpisce.
Non è così frequente vedere Roger rimontato come un giocatore inesperto.
Chi ben comincia. Le prime battute del match non lasciavano presagire l’esito finale. Nel primo set Hewitt è parso troppo teso, in particolare nei game di servizio, in cui ha servito un misero 46% di prime palle, percentuale che scende intorno al 30% considerando i primi tre turni di servizio. Dopo alcune occasioni per parte nei primi game, il break decisivo viene nel sesto gioco, grazie ad uno zampino della dea bendata. Un dritto in recupero di Federer riesce infatti ad arrampicarsi sul nastro e ricadere dall’altra parte beffando l’australiano incredulo e ignaro del fatto che la fortuna gli avrebbe restituito presto il favore. Da lì poche emozioni fino al 6-3 finale che sembra avviare il match verso l’esito più prevedibile.
La svolta. Il secondo set si apre con un cambio di direzione: è Hewitt a cogliere il suo primo break nel secondo game. La svolta sembra effimera, visto che un pessimo game dell’australiano restituisce il favore, e che due occasioni per un nuovo break nel quarto game vengono annullate con bravura da Federer. Seguono quattro game senza particolari emozioni, ma il nono game regala emozioni contraddittorie. Grazie ad un paio di sciocchezze di Lleyton, arrivano tre palle break per lo svizzero. Verrebbe voglia di iniziare a raccontare l’ennesima vittoria di Roger, ma il destino ha in serbo un’altra storia. Due palle break vengono salvate dal servizio, ma la terza è cancellata ancora una volta dalla dea bendata che sospinge un dritto dell’australiano oltre il nastro, quasi a compensare il break del primo set. Dopo l’intervento divino il set riprende il suo corso, e si conclude al tie-break. Qui Hewitt sale 6-1 grazie ad una buona risposta e ad alcuni errori di Federer, che annulla tre dei cinque set point, ma capitola con un ennesimo errore.
Fine del regno. Dopo la svolta del terzo set, Hewitt sembra ritrovare il meglio di se’ e prende il controllo del gioco. Strappa immediatamente il servizio di uno scosso Federer, guadagnando il break che decide il set. Da lì la partita è quasi chiusa, Lleyton sembra padrone del campo, ma tutti sappiamo che Roger ha sette e più vite. Nell’ultimo game Hewitt regala infatti una chance di ritornare in partita con un doppio fallo sul 30-30. Un film già visto con il re dell’erba che sfrutta l’unica occasione e rovescia un match gia perso? Niente da fare, oggi non è proprio giornata, l’australiano è bravo a comandare il gioco e chiudere con il dritto. Giusto per ribadire la sua presenza in campo, la dea bendata decide che l’ultmo a toccare la palla deve essere ancora una volta il nastro, nuovamente a favore di Hewitt, che conquista così il suo ventottesimo titolo nel circuito maggiore. Tra questi titoli, uno è la coppa di Wimbledon, alzata proprio nel 2002, quando Roger perdeva per l’ultima volta ad Halle, prima del primo turno patito per mano di Ancic nei Championships. Chissà che non sia stata proprio questa ricorrenza a spingere l’australiano a giocare il torneo tedesco.