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So che l'argomento è ampiamente dibattuto ma nello specifico non so davvero a che santo appellarmi per risolvere i soliti problemi di ansia da partita. Credo di essere un discreto giocatore amatoriale, gioco 4/6 ore a settimana, partitelle e palleggio, non ho grosse lacune se non la seconda di servizio, continuità e solidità. So far tutto o forse niente, come dice la canzone. Il vero problema è la testa. Mi son ritrovato a perdere in piccoli tornei contro persone decisamente meno capaci di me, giocando un tennis piú vicino al tamburello che al tennis. E non solo ho perso per paura di tirare lungo colpendo mozzarelle, ho perso proprio la fiducia tecnica nei colpi, quasi dimenticando tutte le dinamiche, con paranoie su come colpire mentre la palla rimbalza e si avvicina. Così è successo di aver smarrito il dritto (e la fiducia) per due mesi, e una volta averlo quasi ricostruito... ecco altro torneo e altra partita assolutamente ingiustificabile.Come risolvere ansie e paranoie? I libri sono utili come mental coach? Ditemi pure se vi siete trovati in situazioni simili, e come ne siete venuti a capo!

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10 regole per migliorare la capacità di concentrazione ("mental training")

Regola n. 1
Evitare pensieri e sentimenti negativi, in quanto sono inutili distrazioni che influenzano negativamente e limitano la capacità di concentrazione.

Regola n. 2
Rimanere focalizzati sul presente, considerando solo ciò che è immediatamente importante e bloccando le preoccupazioni passate e future. Dopo un errore, pensare brevemente ad eventuali modifiche necessarie e quindi spostare con decisione l’attenzione sul punto successivo.

Regola n. 3
Ripetere a se stessi parole chiave o frasi prima di giocare il punto per richiamare la concentrazione (ad esempio, "concentrato", "attento", "stai pronto").

Regola n. 4
Essere orientato al gioco piuttosto che al risultato: pensare al punteggio è una distrazione comune. Il risultato migliora solo quando lo si ignora e si pensa solo al gioco in corso.

Regola n. 5
Rilassarsi brevemente tra due punti evitando distrazioni esterne. Alcuni giocatori raggiungono questo obiettivo guardando un oggetto (ad esempio, le corde della racchetta) e visualizzando il punto successivo.

Regola n. 6
Tenere solo per se stessi il tempo del cambio campo ed evitare di parlare al vostro avversario o agli spettatori. Questo tempo deve essere usato per ricaricare le energie, per dissetarsi e, con calma, riguadagnare la concentrazione per il prossimo game.

Regola n. 7
Scegliere un rituale o una routine coerenti al proprio gioco, ad esempio, regolare il movimento dei piedi (footwork) o far rimbalzare la palla, per aiutare ad allontanare le distrazioni inutili ed evitare che la mente cominci a vagare, facendo perdere la concentrazione.

Regola n. 8
Essere particolarmente vigili quando si è stanchi. I giocatori spesso perdono la loro concentrazione quando sono stanchi.

Regola n. 9
I livelli di concentrazione ed energia sono strettamente correlati. Evitare di diventare sovraeccitati, rimanendo concentrati sull’esecuzione dei colpi ed attuare la propria strategia. Respirazione e/o esercizi di rilassamento possono aiutare a ridurre l'eccitazione.

Regola n. 10
Compito degli allenatori è quello di rendere divertente l’allenamento, permettendo frequentemente ai giocatori di scegliere quali abilità allenare e variando la routine. Questo aumenta la motivazione e migliora la capacità di concentrazione.

Buon tennis





Qualche consiglio dalla dalla rete Wink

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Ovviamente utilissimo, ma è molto generico e dispersivo... In situazioni normali faccio già gran parte di queste cose, e in situazioni normali il non farle non comporta cali netti del proprio gioco. Parlo proprio di ritrovarsi ad essere talmente confusi e in paranoia da dimenticarsi fisicamente il gesto tecnico, il tempo, la forza, il timing. Ok, non proprio, ma l'effetto è quello: nulla ti viene naturale come prima, cominci a riflettere su quanta forza mettere, quanto abbassare la racchetta nello swing, se colpire più piatto o altro, con il risultato di non giocare affatto. Insomma, una catastrofe.

Il paragone più azzeccato che mi viene è quello della bicicletta: come se dopo una caduta ci si dimenticasse come si pedala.

E l'ansia prende il sopravvento sulle cose più semplici: se non becco una palla da un 3.5 ci può stare, non mi deconcentro, non faccio errori grossolani e non penso troppo; se gioco con un principiante assoluto e perdo fiducia, come capitato, non solo è preoccupante, è anche avvilente.

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Gioca, gioca, gioca......il miglior allenamento in questo caso e fare sempre tornei e giocare con gente diversa....è il miglior allenamento. A volte io partivo predisposto alla sconfitta in modo che potessi giocare senza pensieri.....e vincevo.....poi l'ansia della partita piano piano scomparirá

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Dico la mia ,anche se puo' sembrare strana.....Potresti provare a non pensarci .
Mi spiego meglio.Se tu vai in paranoia perche' ti concentri su quello che DEVI fare , forse la soluzione ptrebbe essere pensare ad altro.
2 idee : o a cavolate ( tipo cosa farai la sera , oppure pensare a qualche episodio divertente passato ) ,e questo dovrebbe distrarti .
Oppure a cose serie , tipo cose tristi o preoccupazioni , e questo dovrebbe farti passare l'ansia perche' capisci che in fondo stai solo giocando a tennis.
La mente è un territorio inesplorato e tutti i consigli sono buoni e cattivi allo stesso tempo.Devi solo trovare la tua chiave. In bocca al lupo e buon tennis.

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A me quest'anno ha aiutato tanto il libro di Brad Gilbert.
Ci sono buoni consigli, ma alla fine devi essere tu a gestire i momenti di stress in campo e riuscire ad applicarli.
E' sempre teoria.

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Mi capita di avere le tue stesse sensazioni, sembravo io a scrivere e non pensavo che capitasse ad altri......anche tu sei andato in overdose da gesto tecnico...
quello che ho fatto io e' fermarmi un attimo con i tornei, continuare col maestro, e giocare con gente diversa a cui non devi dimostrare di essere bravo...pensando solo a guardare bene la palla e impattarla.. senza pensare alla meccanica del gesto..... cerca di tornare a divertirti.....e' comunque un gioco.

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Nylmiryn... mah, da quel che scrivi non capisco come tu abbia concluso che è un problema di testa... non vorrei essere frainteso, ma per esperienza diretta ci possono essere ANCHE altri fattori... uno di questi è la mobilità... spesso gli scarsi che giocano a tamburello hanno buone gambe e non fanno altro che ributtaterla... 
un'altra questione sono le chiusure... se non ci provi a chiudere, spesso ti ritrovi in posizioni che poi sono facili per l'avversario per chiudere, anche qui ci ho messo motlo a capirlo... poi c'è l'autovaluzione... un conto è se è riferita all'allenamento, un'altra se riferita ad una partita...

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Per prima cosa vi ringrazio per consigli e prospettive diverse... Pian pianino le cose si risolvono, lavorandoci su e dando il giusto peso a errori e approcci. Torno sul post proprio per precisare e per dovere di cronaca. Ho anche comprato il libro di Agam Bernardini e devo dire che è stata una buona lettura, ho usato alcuni suggerimenti. Peró principalmente la cosa che ho notato è stata proprio l'overdose da gesto tecnico, come suggerito genialmente sopra. Proprio una definizione azzeccata. In effetti ho smesso di angustiarmi con i tecnicismi e le cose vengono naturali, con piacere, e con migliorie varie. La questione è proprio mentale e non tecnica, tattica o fisica, per quanto nasca da una tecnica non consolidata, da cui la tendenza a mettersi costantemente alla prova e voler dimostrare qualcosa a se stessi. Quel che mi sento di dire in breve è che non è semplice trovare le giuste soluzioni a queste difficoltà, bisogna provarle tutte. Per il momento comunque mi sento sulla buona strada!!!

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Carissimo NY, hai fatto il pieno di ottimi consigli, ma, all'appello, manca una cosa molto molto importante: te stesso.
Manca lo stato d'animo con cui affronti il tennis. Mi spiego: non la partita bensì a cosa pensi quando prendi la borsa e infili le racchette nel tascone, cosa senti prendendo i calzini di spugna dal cassetto o infili nel sacchetto di nylon le scarpe ormai color mattone. Come le guardi?
Non è feticismo tennistico il mio, anche se la liturgia e' parte del divertimento. Vorrei capire quanto cuore metti, quanta adrenalina sale appena superi il cancelletto...
Sai, ho 49 anni, ma quando "origlio" da dietro una siepe o da fuori di un pallone...son sempre lì a imitare il suono del colpo: fffff-pammm! Fffff-pammm!
Magari sono un po' malato ma anche con la nebbia, la pioggia, l'allenamento più palloso del mondo, il torneo perso, il compito in classe, la tipa della III F che non ti caga...insomma, dentro il campo era tutto "puffff!". Spariva.
Insomma, NY, quanto Sturm und Drang hai dentro? Quanta voglia hai di "giocare"?
Perché se non giochi, non ti diverti... E, allora, il tennis diventa massacrante. Non vincerai mai, se non per legge statistica.
Ritrova un bel sorriso e ritroverai anche in partita il "tuo tennis".
Daiiiii!!!!

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kingkongy ha scritto:
Carissimo NY, hai fatto il pieno di ottimi consigli, ma, all'appello, manca una cosa molto molto importante: te stesso.
Manca lo stato d'animo con cui affronti il tennis. Mi spiego: non la partita bensì a cosa pensi quando prendi la borsa e infili le racchette nel tascone, cosa senti prendendo i calzini di spugna dal cassetto o infili nel sacchetto di nylon le scarpe ormai color mattone. Come le guardi?
Non è feticismo tennistico il mio, anche se la liturgia e' parte del divertimento. Vorrei capire quanto cuore metti, quanta adrenalina sale appena superi il cancelletto...
Sai, ho 49 anni, ma quando "origlio" da dietro una siepe o da fuori di un pallone...son sempre lì a imitare il suono del colpo: fffff-pammm! Fffff-pammm!
Magari sono un po' malato ma anche con la nebbia, la pioggia, l'allenamento più palloso del mondo, il torneo perso, il compito in classe, la tipa della III F che non ti caga...insomma, dentro il campo era tutto "puffff!". Spariva.
Insomma, NY, quanto Sturm und Drang hai dentro? Quanta voglia hai di "giocare"?
Perché se non giochi, non ti diverti... E, allora, il tennis diventa massacrante. Non vincerai mai, se non per legge statistica.
Ritrova un bel sorriso e ritroverai anche in partita il "tuo tennis".
Daiiiii!!!!


Che meraviglia, a me succedeva con un altro sport (che non pratico più, purtroppo) ma ho ben presente la sensazione.

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Nylmiryn ha scritto:
Per prima cosa vi ringrazio per consigli e prospettive diverse... Pian pianino le cose si risolvono, lavorandoci su e dando il giusto peso a errori e approcci. Torno sul post proprio per precisare e per dovere di cronaca. Ho anche comprato il libro di Agam Bernardini e devo dire che è stata una buona lettura, ho usato alcuni suggerimenti. Peró principalmente la cosa che ho notato è stata proprio l'overdose da gesto tecnico, come suggerito genialmente sopra. Proprio una definizione azzeccata. In effetti ho smesso di angustiarmi con i tecnicismi e le cose vengono naturali, con piacere, e con migliorie varie. La questione è proprio mentale e non tecnica, tattica o fisica, per quanto nasca da una tecnica non consolidata, da cui la tendenza a mettersi costantemente alla prova e voler dimostrare qualcosa a se stessi. Quel che mi sento di dire in breve è che non è semplice trovare le giuste soluzioni a queste difficoltà, bisogna provarle tutte. Per il momento comunque mi sento sulla buona strada!!!



Guarda, non più di settimane fa mi è successa la stessa cosa in torneo: non riuscivo nemmeno a fare un dritto decente, ero rigido come un pezzo di legno e mi sembrava di essere tornato principiante.

Per me era un problema d'ansia da prestazione: volevo fare bene da un lato ma dall'altro non avrei voluto essere li in campo.

Succede credo se , come me, sei sempre alla ricerca di migliorarti, quindi non ti dai mai il tempo di godere del tuo tennis, e continui a cercare di evolvere i tuoi colpi anche quando essi si possono considerare decenti.

In questo modo non ti senti mai realmente a tuo agio, perchè stati sempre giocando con dei colpi che non "conosci", dove la vecchia tecnica è superata e la nuova non ancora consolidata.

Non so se anche per te è lo stesso, ma dalle tue parole mi sembra di aver trovato cose in comune.

Il mio consiglio è consolida i tuoi fondamentali fino al punto in cui ti sentirai abbastanza sereno, e giocherai senza pensare troppo al gesto tecnico, quindi dritto rovescio e servizio devono venirti abbastanza naturali.

Poi dopo migliora un pezzo alla volta, senza stravolgere tutto.

Insomma un pò di sana autoaccettazione è quello che ti serve  Come giocare senza farsi giocare 622327

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Io e il tennis: cerco di rispondere in sintesi. Io (e non solo nello sport) sono e sono sempre stato una persona che pensa troppo, buone capacità e premesse, troppo autocritica, con una certa tendenza a chiedere troppo a me stesso. Non perché non sia obiettivo nel valutare le mie capacità quanto perché metto l'asticella in alto se so che prima o poi ci arriverò. Questo vale soprattutto nelle cose in cui sono capace. Nel tennis è leggermente diverso ma chiaramente mi porto appresso il mio carattere. Non ho alcun obiettivo concreto nel tennis, non ho in mente di raggiungere risultati. Ho ripreso a giocare perché mi mancava lo sport, l'ho messo via troppo presto e scioccamente pensando di riuscire a compensare con altro. Gioco (oltre che  per la passione viscerale per il tennis) per migliorare il mio saper giocare a tennis, per arrivare a fare un bel punto e congratularmi con me stesso, per riuscire a fare ogni giorno qualcosa più del precedente, per esprimere il meglio delle mie capacità.

La discussione è nata proprio dal chiedere a voi come riuscite ad esprimervi al meglio, come riuscite magari a non farvi legare il braccio dalle aspettative o dalla frustrazione di saper fare qualcosa e non riuscirci al momento giusto. Ho scritto che sono sulla buona strada perché sto trovando equilibrio e ultimamente mi sto piacendo, mi sto piacendo nell'errore e nel fare la cosa giusta. Qualche mese fa mi stavo attorcigliando intorno alle motivazioni e soluzioni tecniche, come un capro espiatorio facile e ovvio, in realtà mi creavo problemi anche dove non c'erano. Come se arrivare alla perfezione dello swing consentisse di superare i problemi di approccio mentale... purtroppo non è così, anzi, smettendo di preoccuparmi morbosamente del gesto tecnico ci ho guadagnato.

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Ti consiglio di leggere Il Gioco Interiore del Tennis, io sto trovando spunti interessanti

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gio2012 ha scritto:
Nylmiryn... mah, da quel che scrivi non capisco come tu abbia concluso che è un problema di testa... non vorrei essere frainteso, ma per esperienza diretta ci possono essere ANCHE altri fattori... uno di questi è la mobilità... spesso gli scarsi che giocano a tamburello hanno buone gambe e non fanno altro che ributtaterla... 
un'altra questione sono le chiusure... se non ci provi a chiudere, spesso ti ritrovi in posizioni che poi sono facili per l'avversario per chiudere, anche qui ci ho messo motlo a capirlo... poi c'è l'autovaluzione... un conto è se è riferita all'allenamento, un'altra se riferita ad una partita...


Concordo in pieno, io mi ritrovo nella stessa situazione e mi rendo conto che mi manca la mobilita', i riflessi...
mi concentro troppo su quello che faccio io e non guardo quello che fa l'avversario, quindi puntualmente non capisco quando stanno per farmi una palla corta.
ieri sera al tennis stavo parlando con un signore il quale mi ha fatto notare che spesso l'ansia fa tirare il vicente che nella maggior parte dei casi va in rete o fuori, io gli ho fatto notare anche che delle volte mi sopravvaluto perchè penso di essere in grado di tirare dei vincenti difficili e non ho la pazienza di fare un colpo in piu'

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Aggiungo anche che mi carico da sola di troppe aspettative, perchè cavolo io gioco bene in palleggio anche a detta di altre persone, ma ho un crollo quando devo fare una partita di torneo
devo imparare ad entrare in campo, giocare serena ed avere pazienza
a me sale parecchio l'adrenalina quando preparo la borsa, pero' anche se perdo mi diverto tantissimo

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Gioca rilassato e sciolto non contratto e poi pensa a divertirti ... lascia andare la racchetta.
Io se non adotto quello che ho detto sopra perdo, specie se mi arrabbio e impreco.

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Io a prescindere mi diverto sempre, pero' fosse cosi' facile giocare rilassata......
Ci sto lavorando

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Ciao Nylmirin
Allora siccome al circolo abbiamo modo (una volta finito di allenarci) di bere qualcosa a bordo campo e guardare quelli che si allenano
Molto spesso vediamo giocatori sulla 50ina un pò rozzi ma molto potenti fisicamente, battere alcuni ragazzi 20enni molto impostati tecnicamente ma ....perdenti alla fine.In realtà... non c'è molto da stupirsei (certe volte) e ti spiego perchè.
 ... Se devo dire la verità, il tuo problema secondo me è solo apparentemente mentale, ma in realtà ...è tattico, nel senso che tu alla fine pur colpendo bene tecnicamente , non ottieni risultati,infatti tu specifichi di aver perso la fiducia dopo aver perso contro un tipo di tennista approssimativo...Personalmente la lettura di un libro in particolare, mi ha dato una "svegliata" (quello di Gilbert)
Se decidi di acquistarlo bada bene alla fine di estrapolarti un tuo tacquino personale riassuntivo di tutte le nozioni per dargli una lettura veloce almeno una decina di minuti al giorno, pure quando non vai a a giocare
Questo libro mi ha fatto capire che la protagonista assoluta del gioco alla fine ... è la pallina... o meglio... dove va a finire... Puoi piegarti, cambiare corde ,telai, toppare alto o basso, questo libro ti fa capire che per quanto sia importante l'esecuzione tecnica, perde di valore se la palla non va nel lato giusto del campo.
.Il fatto che oggi si studino le pronazioni del polso, la curva da far eseguire alla testa della racchetta, le corde prestazionali etc, è un GIUSTISSIMO tentativo di migliorare il MODO in cui la pallina andrà ad attaccare la metà campo avversaria, ma se la tua esecuzione tecnicamente impeccabile manda la palla sul diritto dell'avversario quando lui si trova a centro campo e noi siamo in copertura sul rovescio, gli hai aperto l'angolo di diritto permettendogli pure di tirare l'incrociato... per contro, se il "tamburellista da spiaggia", colpisce rozzo e piatto senza piegarsi, ma alla sua altezza giusta e ti martella angolato sul rovescio , poi appena si apre l'angolo ti fulmina sul diritto scoperto, lui ti posso assicurare che ha giocato IL tennis MEGLIO DI TE.Ti ho fatto questi esempi perchè hai parlato di paranoie che ti fai quando ti devi avvicinare o allontanare dalla palla, giocare lungo ,corto etc... Questa lettura secondo me ti può insegnare molto su quello che davvero è un certo modo di giocare a tennis, fidati , secondo me il titolo "Vincere sporco" è un pò forzato, di Sporco " non c'è niente, anzi è un tennis mentale e di tattica...
Ti porto solo un esempio, non ricordo la frase esatta ma pressapoco fa così- "Una palla aggressiva non è una palla forte ma a metà campo, una palla aggressiva è una palla profonda nella metà campo avversaria".
Di questi consigli ce ne sono molti, anche su come devi gestire certi punti, cosa che certe volte da quello che ho capito, fai male, perdi punti a catena, perdi il set ... perdi...
Io ho integrato con molta pazienza (ci vorrà tempo fidati, all'inizio farai molta confusione perchè si accavallerano tutte le cose che hai studiato) il mio tennis ,i miei colpi sono rimasti gli stessi, il piazzamento della pallina.. NO, sono cambiati però ..i risultati in partita.
Non ti cambia i copi , di tecnico non ti insegna niente, ma ti spiega DOVE e PERCHE' in certi casi...si gioca in un modo
Scusa se mi sono dilungato.
Ciao  Wink 
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