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IL MITO SI RINNOVA
IL MITO SI RINNOVA
Di Lorenzo Cazzaniga - 9 Aprile 2009 Non è facile modificare qualcosa che ritieni sostanzialmente perfetto. Il rischio è che toccando un ingranaggio, blocchi l’intera macchina. Però l’evoluzione nei materiali porta a dover intervenire sui prodotti precedenti per renderli sempre più performanti. E’ quel che è accaduto in casa Babolat, mettendo le mani sulla mitica Pure Drive, telaio che ha fatto la fortuna del marchio francese: un milione e mezzo di pezzi venduti in quindici anni di vita, tanto da diventare la racchetta numero uno nei negozi specializzati americani, così come nel mercato nostrano. I dati di laboratorio La nuova versione presenta l’aggiunta delle fibre di tungsteno, intrecciate a quelle di carbonio, soprattutto sulla testa della racchetta, con l’intenzione di renderla più rigida, quindi stabile all’impatto e precisa nell’esecuzione. Lunghezza tradizionale e ovale tipico da 100 pollici quadrati, il peso resta abbastanza contenuto per un giocatore agonista, ma con un’inerzia (quindi attitudine alla spinta) notevole. La palla esce facile, grazie anche allo schema da 16 corde e un profilo allargato a 25 millimetri. Il test in campo C’era grande curiosità, soprattutto per capire se erano intervenuti dei cambiamenti rispetto alla versione precedente. Pur mantenendo un assetto di base uguale, sin dai primi scambi si avverte che è più consistente. Saranno i nuovi intrecci di grafite e tungsteno sulla testa, ma l’impatto è più cattivo, più “agonistico”. Resta un’arma letale perché la palla esce rapida e pesante. Nonostante il profilo allargato, il top spin è una sicurezza e si riesce a tirar forte e “toppato”, pur con gran controllo. Per questo motivo invita al pestaggio puro da fondo campo. Insomma, è la classica Pure Drive che si adatta ai giocatori moderni che amano spingere con buona rotazione. Sulla terra battuta in particolare, è un aspetto fondamentale. Bene anche nei colpi di tocco Quel che sorprende, su questa tipologia di telaio, è la sensibilità. Generalmente si sente poco il colpo; in questo caso, il comfort è certamente ad alti livelli, ma escono bene anche i colpi di tocco, dal back di rovescio alla smorzata. Manca qualcosina nei colpi al volo, dove l’estrema maneggevolezza lascia preferire le esecuzioni secche e decise, piuttosto che i ricami. Col servizio, non avendo una massa suprema da muovere, bisogna puntare più sulla velocità di esecuzione, puntando sulla manovrabilità. Ottima la rotazione e il controllo sulla seconda palla. Il nuovo batte il vecchio Siamo poi scesi in campo anche la versione Pure Drive Team precedente. Mettendole debitamente a confronto sul campo, le differenze sono chiaramente nei dettagli. Tuttavia, ripresa la “vecchia”, la minor consistenza all’impatto si riflette in un minor controllo. Piccoli cambiamenti che possono fare la differenza. A chi si adatta? E’ la grande forza della Pure Drive: la usano dai professionisti agli amatori, uomini e donne, adulti e ragazzi. Con la nuova versione non cambia nulla; l’unica differenza è che, in particolare agli agonisti, piacerà avvertire quell’impatto più secco e la maggior stabilità all’impatto. La corda giusta Si può spaziare: l’agonista puro può utilizzare anche un monofilamento (basta cambiarlo spesso) o un ibrido (sia con budello+monoflio, sia multifilo + monofilo), mentre un giocatore amatoriale può optare direttamente per un multifilamento, con una tensione medio-alta.. Un buon test per un agonista è provarla con la nuova corda rossa, la Revenge. Il look Cambia la tonalità, ma l’azzurro resta il colore sovrano, tipico della Pure Drive. L’inserto rosso al cuore la identifica rispetto alla “Roddick”, mentre il colore accesso la rende moderna e accattivante. A differenza di quanto accade con certe soubrette, è ancor più bella dal vivo che vista in televisione. La scheda BABOLAT Pure Drive GT Prezzo: 213 euro Lunghezza: 68,5 cm Ovale: 100 pollici Schema di incordatura: 16 x 19 Profilo: 25 mm costante Peso: 322 Bilanciamento: 32,7 Inerzia: 318 |