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Qual è il vostro obiettivo?

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Promemoria primo messaggio :

Prendo spunto da una partita appena persa in torneo (4-6, 6-4, 6-4).

Ho cominciato a fare tornei lo scorso anno, dopo i primi 4-5 mesi di lezione.
L'idea di base era che, non avendo molti compagni per giocare a tennis, i tornei mi avrebbero aiutato a confrontarmi con giocatori sempre diversi.

In realtà, questo obiettivo lo dimentico il giorno stesso del torneo, perchè comincia a salire l'emozione, le gambe tremano, lo stomaco in subbuglio...e così durante il match, non so neanche cosa sia il divertimento e gioco in maniera talmente contratta che difficilmente porto a casa una vittoria.
Eppure quando gioco in allenamento riesco a divertirmi..
Però quando mi diverto ed elimino tutti i pensieri dalla mia testa, mi sembra che il mio tennis non abbia alcun beneficio. In soldoni..non miglioro!

Quest'anno ho pensato di cambiare l'obiettivo "divertimento" nell'obiettivo "vittoria". Ma mi sono reso conto durante la prima partita che ad un certo punto non mi interessava neanche più della vittoria..non mi interessava nemmeno stare in campo in quel momento.
Chi me lo fa fare di diventar matto, sudare, stancarmi per 3 ore e poi non avere in mano niente?? Questo è quello che ho pensato..ed è forse quello che mi ha fatto perdere il match contro un avversario nettamente più debole.

Allora, quello che voglio chiedervi è: "qual è il vostro obiettivo quando entrate in campo"?
Giocate per divertirvi, per vincere, per fare esperienza, per migliorare o cosa?

Sono sicuro che le vostre esperienze mi aiuteranno a capire qualcosa in più del tennis e magari anche a vincere qualche partita in più.

Ciao!

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Sono contento che in questo forum ci siano giocatori saggi che danno ottimi consigli e sono altrettanto contento che il cattivissimo "Sonny" non sia ancora intervenuto! Laughing

Credo che si sia centrato il punto comunque.

Non sono d'accordo sul fatto che se lui ne butta in campo una più di me è più bravo, perchè altrimenti ragazzi, stiamo tutti a casa dai corsi di tennis, smettiamola di sudare sul campo perchè per tirare dei candelotti in mezzo al campo non c'è bisogno di imparare a giocare a tennis.
Date una racchetta in mano ad un bambino per la prima volta ed il gioco è fatto.

Sono invece d'accordissimo sul fatto che forse, l'unico vero obiettivo da perseguire è il miglioramento. Sotto tutti i punti di vista.

Al momento sento che la mia più grossa lacuna sia mentale. Capire come adattarsi al gioco dell'avversario sarà un punto su cui dovrò concentrarmi.
Poi naturalmente viene anche l'aspetto tecnico che è importantissimo. Quindi il miglioramento dei colpi e soprattutto dei movimenti. Ma a questo punto, credo che per questo avrò più tempo, almeno finche non si uscirà dalla quarta bassa.
Se uno arriva già a 4.4 o 4.3 credo che non si trovino più i "pallonettari"..

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che il cattivissimo "Sonny" non sia ancora intervenuto!


però ha anche ragione ahah alla fine nel tennis chi vince solitamente è il più forte Wink

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ops..ho sbagliato. Volevo mettere le virgolette a CATTIVISSIMO, così "cattivissimo". E non a Sonny "Sonny".. Shocked

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asattenoito se uno ti batte "solo" alzando candelotti ci sono due possibilità:


  1. è più forte di te perchè sulle tue palle riesce ad arrivare con buon anticipo e quindi a metterti un candelotto comodamente nei pressi della riga di fondo
  2. è più forte di te perchè anche se arriva in ritardo e ti accorcia il candelotto a metà campo tu non sei capace di chiuderlo
come puoi vedere, in ogni caso quel giocatore ti è superiore. Nella scala del tennis lui sta su e tu stai giù, lui vince e tu perdi.

Aggiungo: molte volte quelli che ti fanno i candelotti sanno anche tirare le mattonate ma se incontrano un avversario "sparatutto", la loro intelligenza tennistica gli suggerisce di mettere da parte i mattoni e prendere le candele. Se l'avversario "sparatutto" si rivela più bravo di quello che pensavano, ripongono le candele dove sai tu e riprendono in mano i mattoni.
Se quel giorno i mattoni non si rivelano necessari portano a casa il match con un 6-1 6-2 comodo comodo senza nemmeno aver sudato, e tutto questo, indovina perchè..? perchè sono più forti Smile

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secondo me qualche ora di allenamento specifico con il maestro e una volta che impari a chiudere i candelotti o comunque a non avere problemi a "rigiocarli"..rigiocaci e vediamo Wink

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Adolfo ha scritto:
Raffus da un neofita con 1 settimana di tennis ad un 2.1 ci sono milioni di piccoli gradini, ognuno dei quali ha bisogno del lavoro su tutti i fronti per essere scalato.
Dire che fino a 4.3 si è pippe e poi no, è quasi un non senso, se un 4.3 gioca con un 4.6 gli fa 6-1 6-1, se gioca con un 3.5 si becca un 6-0 6-0.

Questo per dire che non ha senso parlare di "pippe" in senso assoluto (perchè anche un 2.1 è "pippa" rispetto ad un topten, ma ha senso parlare di giocatori che stanno più in alto e giocatori che stanno più in basso nell'infinita gradinata chiamata Tennis....


hai perfettamente ragione...la come pippa intendo pippa in senso lato...cioè che non è ancora arrivato a quel gradino che in realtà gli dà regolarità, carattere e consapevolezza dei propri mezzi...
un 4.2 rispetto ad un 4.6/4.5 ha un gesto più completo, un timing corretto e via dicendo....
ovvio che poi un 4.1 le prende da un 3.5 (non sempre però sottolineo) e un 3.5 le prende da 2.1...però un anno dopo (tempo non pensato ma buttato lì) il vecchio 4.1
batte il 3.5 e se la gioca con avversari sulla carta più forti...

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si comunque si tende a considerare la 4 categoria come "amatoriale" solitamente..(ovviamente quarta veri eh non mascherati)

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Ho dimenticato di dirvi che non era la prima volta che lo incontravo e che l'altra volta lo avevo battuto.
I candelotti li rigioco tranquillamente ma è di testa che mi ha battuto.

Il non voler giocare il suo gioco mi ha indotto a cercare di fare dei colpi troppo rischiosi sui suoi candellotti perchè volevo accorciare lo scambio e muovere l'avversario.
Invece di stare li e farlo andare a destra e sinistra, ho cercato di chiudere presto gli scambi, forzando e commettendo più errori del dovuto.

Quindi si..mi ha battuto di testa.
Adolfo, ti assicuro che questo una "mattonata" non l'ha mai tirata in vita sua e probabilmente mai la tirerà

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asattenohito ha scritto:
Ho dimenticato di dirvi che non era la prima volta che lo incontravo e che l'altra volta lo avevo battuto.
I candelotti li rigioco tranquillamente ma è di testa che mi ha battuto.

Il non voler giocare il suo gioco mi ha indotto a cercare di fare dei colpi troppo rischiosi sui suoi candellotti perchè volevo accorciare lo scambio e muovere l'avversario.
Invece di stare li e farlo andare a destra e sinistra, ho cercato di chiudere presto gli scambi, forzando e commettendo più errori del dovuto.

Quindi si..mi ha battuto di testa.
Adolfo, ti assicuro che questo una "mattonata" non l'ha mai tirata in vita sua e probabilmente mai la tirerà


conosco il genere: sono giocatori che non hanno colpi sviluppati, ma se tengono la velocità dello scambio bassa non hanno problemi a rimandarti di tutto.
Il pallonetto o la palla smorta a metà campo servono appunto a tenere lo scambio su ritmi blandi, i ritmi alti non li sanno gestire.

L'ultimo torneo ne ho incontrati due, uno dietro l'altro. Volevo spararmi.
L'ho battuto facendolo venire a rete, perchè se cercavo di spingere lui ci arrivava e mi ritornava il solito lob.
Fagli anche tu la palletta in mezzo al campo per tagliargli il fiato in centro campo(spesso non sanno correre in avanti), ti ritornerà una palletta morbida su cui fargli un comodo pallonetto oppure passalo con un passante facile facile a velocità bassa.

non ne vengono fuori.

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Dimenticate la componente fortuna che purtroppo esiste in questo gioco

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MARIO966 ha scritto:
Dimenticate la componente fortuna che purtroppo esiste in questo gioco


un po' riduttivo non credi? Wink poi se ci perdo una volta ogni 20 ok..ma se cominciano a essere di più altro che fortuna c'è da migliorare e pedalare Wink

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asattenohito ha scritto:

Se uno arriva già a 4.4 o 4.3 credo che non si trovino più i "pallonettari"..

Si trovano, si trovano... e anche in terza categoria affraid

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tornando all'argomento del thread e del post di apertura (perchè come sempre si ritorna sull'irrisolvibile questione del pallettaro bistrattato): qual'è l'obiettivo di chi gioca a tennis amatoriale?.
Io divido i tennisti amatoriali in due categorie: agonisti e non.
In altre parole, quelli che godono a vincere, a confrontarsi, ad affrontare i turni di torneo giocando con perfetti sconosciuti pur di sfidarsi e sfidare il mondo, al prezzo di tensione, stress, fatica, spese, a volte noia.
E quelli che non sono disposti a pagare il prezzo di cui sopra e giocano solo per il puro divertimento, cercando sì di vincere la partitella amichevole o del torneo della tagliatella, ma senza rodersi l'anima (forse perchè vincono poco?).
Io ho scoperto di appartenere alla seconda categoria. Nell'anno e mezzo di tornei FIT che ho fatto, ho scoperto che la soddisfazione delle (poche) vittorie ottenute non compensava lo stress (pur moderato) del prepartita, la noia di dover fare chilometri per giocare, il rapporto umano con l'avversario fatto solo di convenevoli prepartita senza il piacere dell'amicizia o quanto meno della conoscenza, il fastidio di DOVER giocare nel giorno e nell'ora che decide il giudice arbitro, quando magari non ne ho un caxxo voglia. Evidentemente non ho il fuoco sacro dell'agonismo, ma ho scoperto che il piacere di giocare quando, come e con chi voglio non sono comparabili, per me, alla modesta soddisfazione di vincere in torneo.
Sarà perchè faccio un lavoro così menoso e stressante dal punto di vista mentale che evito come la peste ogni forma di stress fuori.
Tutto ciò non toglie che ho voglia di migliorare più che posso, che prendo volentieri lezioni, che a volte alleno il servizio, ma per il piacere in sè di farlo e per divertirmi di più quando gioco con quelli più bravi.

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alain proust ha scritto:
tornando all'argomento del thread e del post di apertura (perchè come sempre si ritorna sull'irrisolvibile questione del pallettaro bistrattato): qual'è l'obiettivo di chi gioca a tennis amatoriale?.
Io divido i tennisti amatoriali in due categorie: agonisti e non.
In altre parole, quelli che godono a vincere, a confrontarsi, ad affrontare i turni di torneo giocando con perfetti sconosciuti pur di sfidarsi e sfidare il mondo, al prezzo di tensione, stress, fatica, spese, a volte noia.
E quelli che non sono disposti a pagare il prezzo di cui sopra e giocano solo per il puro divertimento, cercando sì di vincere la partitella amichevole o del torneo della tagliatella, ma senza rodersi l'anima (forse perchè vincono poco?).
Io ho scoperto di appartenere alla seconda categoria. Nell'anno e mezzo di tornei FIT che ho fatto, ho scoperto che la soddisfazione delle (poche) vittorie ottenute non compensava lo stress (pur moderato) del prepartita, la noia di dover fare chilometri per giocare, il rapporto umano con l'avversario fatto solo di convenevoli prepartita senza il piacere dell'amicizia o quanto meno della conoscenza, il fastidio di DOVER giocare nel giorno e nell'ora che decide il giudice arbitro, quando magari non ne ho un caxxo voglia. Evidentemente non ho il fuoco sacro dell'agonismo, ma ho scoperto che il piacere di giocare quando, come e con chi voglio non sono comparabili, per me, alla modesta soddisfazione di vincere in torneo.
Sarà perchè faccio un lavoro così menoso e stressante dal punto di vista mentale che evito come la peste ogni forma di stress fuori.
Tutto ciò non toglie che ho voglia di migliorare più che posso, che prendo volentieri lezioni, che a volte alleno il servizio, ma per il piacere in sè di farlo e per divertirmi di più quando gioco con quelli più bravi.


Condivido in toto!!! sembrava leggendoti, un mio autoritratto... Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 97171

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ho scoperto che la soddisfazione delle (poche) vittorie ottenute non
compensava lo stress (pur moderato) del prepartita, la noia di dover
fare chilometri per giocare, il rapporto umano con l'avversario fatto
solo di convenevoli prepartita senza il piacere dell'amicizia o quanto
meno della conoscenza, il fastidio di DOVER giocare nel giorno e
nell'ora che decide il giudice arbitro, quando magari non ne ho un caxxo
voglia.


come condivido questo pensiero!
E credo che questo sia uno dei motivi principali per i quali perdo/perdiamo. Cioè che in torneo manca la componente "divertimento". C'è solo lo stress del "dover dimostrare", del vincere a tutti i costi.
Ma quando ho vinto penso subito al prossimo turno e non mi godo niente. Invece quando perdo mi sento da schifo per giorni..tanto che sono ancora qui a parlarne!
Meno male che ho letto anche il libro di Agam Bernardini (e tanti altri sull'aspetto mentale a dire il vero)..ma mi sa che non ci ho capito niente! Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 939115

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asattenohito ha scritto:

Meno male che ho letto anche il libro di Agam Bernardini (e tanti altri sull'aspetto mentale a dire il vero)..ma mi sa che non ci ho capito niente! Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 939115


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se dovessi passare da queste parti potresti prendere le ripetizioni Smile

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Frank Ottobre ha scritto:
alain proust ha scritto:
tornando all'argomento del thread e del post di apertura (perchè come sempre si ritorna sull'irrisolvibile questione del pallettaro bistrattato): qual'è l'obiettivo di chi gioca a tennis amatoriale?.
Io divido i tennisti amatoriali in due categorie: agonisti e non.
In altre parole, quelli che godono a vincere, a confrontarsi, ad affrontare i turni di torneo giocando con perfetti sconosciuti pur di sfidarsi e sfidare il mondo, al prezzo di tensione, stress, fatica, spese, a volte noia.
E quelli che non sono disposti a pagare il prezzo di cui sopra e giocano solo per il puro divertimento, cercando sì di vincere la partitella amichevole o del torneo della tagliatella, ma senza rodersi l'anima (forse perchè vincono poco?).
Io ho scoperto di appartenere alla seconda categoria. Nell'anno e mezzo di tornei FIT che ho fatto, ho scoperto che la soddisfazione delle (poche) vittorie ottenute non compensava lo stress (pur moderato) del prepartita, la noia di dover fare chilometri per giocare, il rapporto umano con l'avversario fatto solo di convenevoli prepartita senza il piacere dell'amicizia o quanto meno della conoscenza, il fastidio di DOVER giocare nel giorno e nell'ora che decide il giudice arbitro, quando magari non ne ho un caxxo voglia. Evidentemente non ho il fuoco sacro dell'agonismo, ma ho scoperto che il piacere di giocare quando, come e con chi voglio non sono comparabili, per me, alla modesta soddisfazione di vincere in torneo.
Sarà perchè faccio un lavoro così menoso e stressante dal punto di vista mentale che evito come la peste ogni forma di stress fuori.
Tutto ciò non toglie che ho voglia di migliorare più che posso, che prendo volentieri lezioni, che a volte alleno il servizio, ma per il piacere in sè di farlo e per divertirmi di più quando gioco con quelli più bravi.


Condivido in toto!!! sembrava leggendoti, un mio autoritratto... Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 97171


Anche il mio, copione! Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 97171 Qual è il vostro obiettivo? - Pagina 2 97171

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alain proust ha scritto:
tornando all'argomento del thread e del post di apertura (perchè come sempre si ritorna sull'irrisolvibile questione del pallettaro bistrattato): qual'è l'obiettivo di chi gioca a tennis amatoriale?.
Io divido i tennisti amatoriali in due categorie: agonisti e non.
In altre parole, quelli che godono a vincere, a confrontarsi, ad affrontare i turni di torneo giocando con perfetti sconosciuti pur di sfidarsi e sfidare il mondo, al prezzo di tensione, stress, fatica, spese, a volte noia.
E quelli che non sono disposti a pagare il prezzo di cui sopra e giocano solo per il puro divertimento, cercando sì di vincere la partitella amichevole o del torneo della tagliatella, ma senza rodersi l'anima (forse perchè vincono poco?).
Io ho scoperto di appartenere alla seconda categoria. Nell'anno e mezzo di tornei FIT che ho fatto, ho scoperto che la soddisfazione delle (poche) vittorie ottenute non compensava lo stress (pur moderato) del prepartita, la noia di dover fare chilometri per giocare, il rapporto umano con l'avversario fatto solo di convenevoli prepartita senza il piacere dell'amicizia o quanto meno della conoscenza, il fastidio di DOVER giocare nel giorno e nell'ora che decide il giudice arbitro, quando magari non ne ho un caxxo voglia. Evidentemente non ho il fuoco sacro dell'agonismo, ma ho scoperto che il piacere di giocare quando, come e con chi voglio non sono comparabili, per me, alla modesta soddisfazione di vincere in torneo.
Sarà perchè faccio un lavoro così menoso e stressante dal punto di vista mentale che evito come la peste ogni forma di stress fuori.
Tutto ciò non toglie che ho voglia di migliorare più che posso, che prendo volentieri lezioni, che a volte alleno il servizio, ma per il piacere in sè di farlo e per divertirmi di più quando gioco con quelli più bravi.

Penso che hai azzeccato in pieno il mio obbiettivo

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A me invece stimola la sfida, se non avessi da giocare sempre con gente più forte e non avessi un obiettivo a lungo termine avrei già smesso di giocare a tennis. Se devo solo sudare un pò faccio qualcosa di meno stressante, tipo andare a correre.
Non trovo il senso di spendere una marea di soldi in attrezzatura, leggere forum, frequentare corsi per poi giocare col collega il venerdì pomeriggio.
Ma chi ve lo fa fare? tanto più che il tennis non è uno sport che ti tiene in forma, è asimmetrico e spesso ci si fa male, perchè si salta apiù pari il riscaldamento.

Poi non mi interessa nulla del rapporto umano con gli avversari, se trovo gente simpatica si ride e si scherza, se trovo la faccia di bronzo ci si batte e fine.
Il fine del torneo è solo mettere alla prova se stessi,non battere l'avversario.

Io lo vedo come fosse un esame: quando mi alleno studio e poi al torneo c'è la prova pratica.

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albs77 ha scritto:
A me invece stimola la sfida, se non avessi da giocare sempre con gente più forte e non avessi un obiettivo a lungo termine avrei già smesso di giocare a tennis.
Parlo per me, ma ognuno dica la sua. L'obiettivo io ce l'ho, ed è quello di perseguire un miglioramento costante per giocarmela anche con quelli più forti. Per questo prendo lezioni a volte, per questo mi danno l'anima sulla parte tecnica.
Se devo solo sudare un pò faccio qualcosa di meno stressante, tipo andare a correre.
de gustibus. Il tennis è lo sport del diavolo, ma è divertente sia che si facciano tornei fit, sia che ti giochi la birretta. Son cose diverse, ma a livello amatoriale uno non è meglio dell'altro. Sono scelte.
Non trovo il senso di spendere una marea di soldi in attrezzatura, leggere forum, frequentare corsi per poi giocare col collega il venerdì pomeriggio.
Permetti che il senso molti lo trovano, magari come ho spiegato per me? Smile C'è gente che spende migliaia di euro in bici da corsa eppure non ha mai fatto una corsa, solo sgambatine. Ma va bene così. E perchè dovrei togliermi il piacere di migliorare e vedermi giocare sempre meglio, anche se solo per il mio piacere personale, anche se solo per giocare con l'amico del venerdì? D'altronde, ragionando così, chi fa tornei FIT, che ci guadagna? Solo soddisfazione e piacere, ma di un altro tipo.
Ma chi ve lo fa fare? tanto più che il tennis non è uno sport che ti tiene in forma, è asimmetrico e spesso ci si fa male, perchè si salta apiù pari il riscaldamento.

Poi non mi interessa nulla del rapporto umano con gli avversari, se trovo gente simpatica si ride e si scherza, se trovo la faccia di bronzo ci si batte e fine.
Il fine del torneo è solo mettere alla prova se stessi,non battere l'avversario.
Veramente il fine della partita di torneo è battere l'avversario. Meglio vincere e giocare male che perdere e aver giocato bene, a parità di avversario. Il rapporto umano è vero che non lo si cerca in uno sconosciuto incontrato in torneo, ma per me è fondamentale nelle due orette passate fuori. Importante il cazzeggio pre e post partita. E infatti non gioco mai con amici o conoscenti con cui non uscirei mai a bere una birra. Ma è chiaro che l'atteggiamento del torneista deve essere completamente diverso.

Io lo vedo come fosse un esame: quando mi alleno studio e poi al torneo c'è la prova pratica.


Tutto senza polemica e col sorriso sulle labbra eh! Sì fa per cazzeggiare. Smile

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alain proust ha scritto:
albs77 ha scritto:
A me invece stimola la sfida, se non avessi da giocare sempre con gente più forte e non avessi un obiettivo a lungo termine avrei già smesso di giocare a tennis.
Parlo per me, ma ognuno dica la sua. L'obiettivo io ce l'ho, ed è quello di perseguire un miglioramento costante per giocarmela anche con quelli più forti. Per questo prendo lezioni a volte, per questo mi danno l'anima sulla parte tecnica.
Se devo solo sudare un pò faccio qualcosa di meno stressante, tipo andare a correre.
de gustibus. Il tennis è lo sport del diavolo, ma è divertente sia che si facciano tornei fit, sia che ti giochi la birretta. Son cose diverse, ma a livello amatoriale uno non è meglio dell'altro. Sono scelte.
Non trovo il senso di spendere una marea di soldi in attrezzatura, leggere forum, frequentare corsi per poi giocare col collega il venerdì pomeriggio.
Permetti che il senso molti lo trovano, magari come ho spiegato per me? Smile C'è gente che spende migliaia di euro in bici da corsa eppure non ha mai fatto una corsa, solo sgambatine. Ma va bene così. E perchè dovrei togliermi il piacere di migliorare e vedermi giocare sempre meglio, anche se solo per il mio piacere personale, anche se solo per giocare con l'amico del venerdì? D'altronde, ragionando così, chi fa tornei FIT, che ci guadagna? Solo soddisfazione e piacere, ma di un altro tipo.
Ma chi ve lo fa fare? tanto più che il tennis non è uno sport che ti tiene in forma, è asimmetrico e spesso ci si fa male, perchè si salta apiù pari il riscaldamento.

Poi non mi interessa nulla del rapporto umano con gli avversari, se trovo gente simpatica si ride e si scherza, se trovo la faccia di bronzo ci si batte e fine.
Il fine del torneo è solo mettere alla prova se stessi,non battere l'avversario.
Veramente il fine della partita di torneo è battere l'avversario. Meglio vincere e giocare male che perdere e aver giocato bene, a parità di avversario. Il rapporto umano è vero che non lo si cerca in uno sconosciuto incontrato in torneo, ma per me è fondamentale nelle due orette passate fuori. Importante il cazzeggio pre e post partita. E infatti non gioco mai con amici o conoscenti con cui non uscirei mai a bere una birra. Ma è chiaro che l'atteggiamento del torneista deve essere completamente diverso.

Io lo vedo come fosse un esame: quando mi alleno studio e poi al torneo c'è la prova pratica.


Tutto senza polemica e col sorriso sulle labbra eh! Sì fa per cazzeggiare. Smile


non ti bastava il " a me" ad inizio post? Smile
E' oltremodo ovvio che quanto scritto corrisponde al mio pensiero, non vedo perchè tu ti senta in diritto di correggere quanto scritto, visto che si tratta del mio punto di vista.

Quello in rosso è il tuo pensiero.

sempre con il sorriso ,sia chiaro Smile

Ultima modifica di albs77 il Gio 9 Mag 2013 - 14:48 - modificato 2 volte.

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Very Happy
Ma sì, hai ragione... ma è tanto per schiacciare un po' la tastiera... jocolor

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alain proust ha scritto:
albs77 ha scritto:
...
Veramente il fine della partita di torneo è battere l'avversario. Meglio vincere e giocare male che perdere e aver giocato bene, a parità di avversario. Il rapporto umano è vero che non lo si cerca in uno sconosciuto incontrato in torneo, ma per me è fondamentale nelle due orette passate fuori. Importante il cazzeggio pre e post partita. E infatti non gioco mai con amici o conoscenti con cui non uscirei mai a bere una birra. Ma è chiaro che l'atteggiamento del torneista deve essere completamente diverso.

Io lo vedo come fosse un esame: quando mi alleno studio e poi al torneo c'è la prova pratica.


Tutto senza polemica e col sorriso sulle labbra eh! Sì fa per cazzeggiare. Smile


ecco questo punto mi pare da approfondire.

A te pare che il punto fondamentale del torneo sia la vittoria.
Ma non tutti la pensano come te, anzi.

Perchè vedi, l'avversario non è quello che ti sta davanti, ma tu stesso, tu sei l'avversario che devi battere. Quello che ti sta davanti è il mezzo che ti permette di farlo.
Tanto, meglio di quello che sai fare non puoi fare (sembra un discorso assurdo ma non lo è) quindi l'unica cosa che puoi realmente fare è cercare di dare il tuo massimo.
Se questo è sufficiente a battere il tuo avversario vinci , altrimenti perdi.

Ma se tu miri a fare del tuo meglio, che tu vinca o perda non fa alcuna differenza,qualunque sia il risultato tu hai vinto.

La vittoria è solo la differenza aritmetica tra bravura tua e bravura dell'avversario.



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doppio

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Aggiungo: i nostri limiti sono li che ci aspettano.
Possiamo arrivarci e fermarci li, o arrivarci ed essere pronti a superarli.






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albs77 ha scritto:
A me invece stimola la sfida, se non avessi da giocare sempre con gente più forte e non avessi un obiettivo a lungo termine avrei già smesso di giocare a tennis. Se devo solo sudare un pò faccio qualcosa di meno stressante, tipo andare a correre.
Non trovo il senso di spendere una marea di soldi in attrezzatura, leggere forum, frequentare corsi per poi giocare col collega il venerdì pomeriggio.

Io sono più o meno sulla stessa lunghezza d'onda.
Mi piace tantissimo fare cesti, drill, guardare video e quant'altro faccia parte dell'allenamento, così come la partita estemporanea, o il doppio che non conta nulla insieme a gente capace, però ad un certo punto sento sempre la necessità di misurarmi con il torneo.

Anche se costa un po' di fatica, un po' di stress e in generale sono uno a cui la sconfitta resta indigesta (specie perchè, in gran percentuale, sono io che le perdo piuttosto che gli altri che le vincono... e lo dico in maniera abbastanza oggettiva, non da rosicone) mi sembra l'unico banco di prova veramente accurato per vedere se e quanto sono migliorato in questo sport: sottolineato proprio perchè non parlo solo della tecnica, ma dello sport nella sua interezza, inclusa la gestione emotiva della cosa.
Che se non andrò mai da nessuna parte era chiaro da sempre, ciononostante, senza questo, tutta la parte descritta all'inizio mi sembra un po' una pugnetta fine a se stessa
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