Josefa Idem è da leggenda
La guardi e dici non può essere. Questa volta non ce la può fare. Invece Josefa Idem ha nelle braccia la forza della leggenda: stravince in rimonta la sua semifinale nel k1 ed accede alla finale nella sua ottava Olimpiade.
In fondo lei ai Giochi non ha mai fallito l'accesso alla finale: nel 1984 a Los Angeles, con la maglia della Germania, si piazzò terza nel K2 500, nell'88 a Seul quinta (K4 500); a Barcellona, passata con la nazionale italiana, chiuse quarta (K1 500). Sempre a medaglia da Atlanta '96: bronzo nei Giochi in America, oro a Sydney 2000 e la doppietta d'argento ad Atene 2004 e Pechino 2008.
Roba da non credere: 48 anni portati come una ragazzina, con avversarie che potrebbero essere sue figlie e che finiscono dietro. Una forza incredibile alla sua ottava Olimpiade per lei che ha già vinto cinque medaglie, di cui la più bella a Sidney 2000. Vince in 1'52''32, davanti alla britannica Cawthorn e alla portoghese Portela.
"Sono andata oltre ogni limite personale: sono un animale da Olimpiadi", ha detto appena terminata la gara ai microfoni di Sky.
"Mi sono lasciata trasportare dall’entusiasmo della folla. Per tutta la stagione ho fatto 'ridere i polli'. Oggi, invece, sono stata 'spinta' dal meraviglioso pubblico ed ho interpretato bene la gara: una sorta di match race. Volevo centrare a tutti i costi la finale. Sono onorata di aver vinto un argento a Pechino: adesso proverò un altro miracolo in quest'altra medal race", ha concluso la canoista azzurra.
Appuntamento a giovedì mattina per la finale, c'è da scrivere un'altra pagina di storia.
Foto Il Fatto - articolo QN (n.d.r.)