Punti persi? Che rabbiaaaaa

Promemoria primo messaggio :

Ora che abbiamo anche il nostro amato Sergio, posso finalmente liberarmi di questo dubbio pressante che ho ormai da più di un'anno.

Quando gioco, spesso tendo ad arrabbiarmi con me stesso per le palle perse, inizio a non capire più niente e faccio passare punti, game e addirittura set persi senza che io me ne accorga. Molti dicono che ciò dipende dalla concentrazione ma altrettanti mi dicono che è rabbia, ed essendo quella non penso positivo, penso a tutte le palle perse invece di pensare a magari un bel servizio che potrei fare.

Quello che ti chiedo insomma, quando sbagliamo palle "facili" possiamo dire con più "frequenza" cosa consigli di fare per non perdere la concentrazione/dipendere dalla rabbia?


PS: 3/4 delle partite che ho perso questo era il motivo.

Scrivo qui perchè dei thread di questa sezione mi sembra il più pertinente per fare un po' di sano outing...

Martedì sera mi sono trovato a giocare la semifinale di un torneo di doppio di circolo, ben consapevole che io e il mio socio partivamo con gli sfavori del pronostico (per una semplice questione di livello di gioco, non avevo mai incrociato nessuno dei due avversari, ma mi era stato riferito che erano bravi). Io sono andato in campo piuttosto tranquillo, avevo voglia di giocare e di solito quando mi trovo di fronte un avversario superiore riesco sempre a fare del mio meglio e a divertirmi, pur sapendo che probabilmente la perderò.
Stavolta non è andata affatto così... già durante il riscaldamento mi sentivo più rigido del solito e mi dava un po' fastidio il fatto che il ragazzo con cui palleggiavo mi restituisse delle pallette "da maestro", lente e senza peso, mentre io cercavo di scaldare bene il braccio e tiravo abbastanza forte, forse anche per comunicargli: "se tu in partita mi dai delle pallette di questo tipo ti posso prendere a pallate".
Comincia la partita e servono loro. Quello che batte è il più forte dei due, tiene agevolmente il servizio ed il game, ma io ancora ho una tensione "controllata" e mi avvicino alla linea del servizio fiducioso di potergli dar fastidio (considerato il mio livello, ho una bella prima). Peccato che di prima non ne metto neanche una ed inevitabilmente perdo il servizio, cacciando un urlo quando stecco completamente un dritto interlocutorio.
Insomma, pian piano cresce il nervosismo e la rabbia sui famigerati "errori non forzati". Riesco a calmarmi un po' a inizio secondo set (tanto che tengo il mio servizio nel gioco d'apertura), ma poi continua l'escalation, urlo sempre più forte quando sbaglio ed il mio compagno, pur facendo di tutto per tranquillizzarmi e tenermi "in partita" non riesce a calmarmi, tanto che, all'ultimo passante sbagliato sul match point, dopo l'ennesimo urlo, lancio la racchetta in aria. Mi ci sono voluti 20 minuti (il tempo di farmi la doccia e rivestirmi) per riuscire a placarmi del tutto, però mi sono sentito un emerito imbecille, più che per gli errori ed il risultato finale (non penso che l'avremmo potuta vincere in ogni caso e qualche bel colpo, nonostante il nervosismo, mi è comunque riuscito), per aver "sprecato" così le mie energie ed essermi rovinato completamente la serata (contando anche il fatto che la brutta figura l'ho fatta anche di fronte a mia morosa, che era a bordo campo).
Purtroppo non è la prima volta che mi succede un episodio simile, ma, almeno da quando ho cominciato a giocare a tennis, è stato sicuramente il più eclatante.

urla , lancio di racchetta , ma chi ti ha dato la patente di moderatore ??












scherzo ne'

Faccio concorrenza DrJekyll/MrHyde, altro che!

Da come hai scritto hai fatto tutto da solo . ti aspettavi un coppia forte e poi nel riscaldamento hai capito che potevi batterli e hai alzato il rischio andando in loop !
Benvenuto nel club dei migliori amici degli avversari
comunque le dinamiche psicologiche del doppio sono molto diverse dal singolo in quanto ti senti la responsabilita' anche per il tuo compagno e questo influenza specie se inizi con tre quattro errori gratuiti.
Comunque per come ti ho visto giocare hai tutti i colpi , servizio e volee, per fare bene in doppio , ti manca solo un po di pazienza

Alessandro, credo che il fatto di giocare in doppio non sia stato la determinante del mio nervosismo: già la settimana prima, giocando un singolo con Diego, ho dato brutti segnali...
A mente fredda, non credo neanche di aver interpretato male la partita dal punto di vista tattico (non ci hanno "uccellato" a rete). Sicuramente averle prese in un altro torneo di doppio giocato qualche mese fa mi ha fatto maturare in questo senso (più o meno ho un'idea di cosa devo fare in campo ed ho imparato anche ad accettare gli scambi a "candelotti"). Per esempio, pur mettendo poche prime, sono riuscito a non farmi attaccare troppo sulle seconde (perchè gliele tiravo prevalentemente sul rovescio ).
Quello che rimprovero a me stesso è il non saper aver saputo accettare la serata no, l'errore gratuito nel mio fondamentale più sicuro e la figuraccia di essermi comportato in maniera un po' infantile...

(contando anche il fatto che la brutta figura l'ho fatta anche di fronte a mia morosa, che era a bordo campo).

sparo una cazzata magari perchè non ti conosco ma ti porto l'esempio di un mio amico se vuoi il mio umile parare
Un mio amico giocava a calcetto da mezzo fenomeno..molto bravo e non lezioso..tutte le volte che veniva la sua donna a guardarlo...BAM o non gli riusciva niente o voleva strafare..ma in tutti e due i casi ho sempre notato l'estremo nervosismo ahah

magari con te non centra niente eh però ho provato a darti una chiave di lettura diversa...

Cherchez la femme...

Comunque la sua presenza non c'entrava nulla col mio nervosismo (ho già giocato - bene e male - con lei fra il pubblico)...

Intervengo nell'argomento che è assolutamente mio.
Giorno dopo giorno, partita dopo partita, anno dopo anno,
per me è stato un vero incubo il connubio tennis - agonismo.
Oggi, dopo tanti anni e tante racchette a rischio disintegrazione, sto migliornado tantissimo con qualche banalissimo trucchetto: che ci crediate o no funzionano.
Eccone alcuni:
1- se sento montare l'ansia e mi accorgo di trattenere, involontariamente, il respiro, comincio a espirare forte e rumorosamente un paio di volte, l'importante è buttare fuori l'aria e ripristinare una regolare respirazione; funziona, in pochi secondi riduco la tensione.
2 - se il mio cervello inizia a viaggare per lidi poco consigliabili (farò doppio fallo, sto aprendo troppo l'impugnatura ecc.) inizio a canticchiare tra me e me qualche motivetto e mi sforzo di fissare la pallina svuotando la mente; continuo a fissare con grande concentrazione la pallina fintanto che non arriva dalla mia parte e non è sotto i miei occhi, pronta per essere colpita.
3 - se sono al servizio e mi accorgo di essere troppo nervoso per servire, mi fermo! non servo mai in queste condizioni, applico la regola 1- e quando sono pronto mi concentro sul rimbalzo della palla (solo uno per me), poi servo cercando di mettere una buona prima liftata in sicurezza.

Saranno banalità, forse, ma mi stanno aiutando davvero molto.

nel mitico libriccino dello zen, si suggeriva un eserecizietto carino:
quando la palla rimbalza pensa 1, quando la colpisci pensa 2!
al posto di 1 e 2 puoi usare qualsiasi cosa, anche "nano" e "ace"...
questo a volte mi ha aiutato a tenere la mente concentrata su qualcosa e a non divagare e a prendere ritmo...
altro giochino che faccio sul servizio per evitare di pensare al doppio fallo: io faccio 4 rimbalzi e li conto, contarli mi occupa la mente... se sbaglio la prima penso sempre, ma proprio sempre, ho una gran seconda in kick, meglio della prima... so che non è vero, ma funziona...
sono tutti giochini che vanno un po' personalizzati... prova a rileggere, se l'hai già letto, lo zen, a me ha aiutato molto da questo punto di vista (io però non ho mai tirato la racchetta per terra in vita mia, ma una pallata sulla rete si!)
PS quando hai la tesi?