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ATP 1000 Montecarlo (23)

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Promemoria primo messaggio :

ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Mc10 Monte-Carlo - Principato di Monaco

15 - 22 aprile 2012

Name: Monte-Carlo Rolex Masters
Category: ATP World Tour Masters 1000
Surface: Clay
Prize Money: € 2,427,975


Winner 2011: Rafael Nadal


ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Nadal_11
(photo by MCRM off site)

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Ehm..la domanda di riserva? Very Happy

Andrea, incordi (molto) meglio tu..e non lo dico per piaggeria...

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Eiffel59 ha scritto:
Ehm..la domanda di riserva?
Andrea, incordi (molto) meglio tu..e non lo dico per piaggeria...


grazie Mario troppo buono Embarassed , in effetti ho visto diversi errori (non parlo di lui ma in generale) e alcune lamentele da parte dei coach che ritiravano le racchette . vabbè ho curiosato un pò per passione e un pò per ripararmi dalla pioggia Laughing in attesa degli incontri , ciao

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Come al solito Nole in finale( non per niente è il N°1).
Dopo un primo set molto combattuto, con vari break e scambi lunghissimi, Novak sembrava in crisi (ha lanciato la racchetta in terra un paio di volte Laughing ) infatti ha perso un primo set a favore di un Berdych spettacolare. Nel secondo e terzo set... Beh non c'è stata storia, il ceco arrancava. Grazie a qualche ace e un gioco più risolutore il vecchio buon Djokovic vice in secondo e terzo set 6-3 6-2. Riuscirà a portare via il titolo a the king of clay?

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ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Mc10 Monte-Carlo - Principato di Monaco


ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Nole_r10
(foto da UBITennis)


Nole e Rafa: ancora loro


Djokovic e Nadal si affronteranno in finale per l’ottava volta in poco più di un anno. Ha sempre vinto il serbo, ma lo spagnolo non perde nel Principato dal lontano 2003.
Che sia giunta l’ora?


Novak Djokovic contro Rafael Nadal. Il numero uno contro il suo immediato successore. Come lo scorso anno in quattro Masters 1000, e negli ultimi tre tornei del Grande Slam, ad affrontarsi in finale saranno ancora loro, autori di un match epico ai recenti Australian Open di Melbourne, terminato a favore del serbo dopo cinque lunghi set e poco meno di sei ore di battaglia. Sarà il trentunesimo confronto diretto fra i due (il secondo nel Principato dopo la finale del 2009), con Djokovic in vantaggio nei successi per 16 a 14, e – cosa ancor più importante – che è andato a segno negli ultimi sette, minando una dopo l’altra tutte le certezze del rivale. Se invece consideriamo solo i precedenti giocati sulla terra battuta, scopriamo che il bilancio è un netto 9-2 in favore dello spagnolo, ma i dati non sono del tutto veritieri. O meglio, c’è comunque da tener presente che da quando Djokovic è all’apice del rendimento (inizio 2011), con Nadal non ha mai perso, aggiudicandosi pure entrambe le sfide sul rosso. E questo, forse, è il dato più significativo.

Cosa attenderci quindi dall’incontro? Difficile fare previsioni. Sicuramente molto dipenderà dalle condizioni fisiche di Nadal e da quelle mentali di Djokovic, che dovrà necessariamente lasciarsi alle spalle (almeno per un paio d’ore) pensieri esterni al campo, e concentrarsi a pieno su ogni singolo quindici. Cosa che è riuscito a fare solo a sprazzi negli ultimi tre match, alternando momenti di grande tennis a distrazioni figlie dei problemi personali. L’impressione è che con Nadal il livello di gioco ricco di alti e bassi mostrato negli ultimi giorni possa non bastare, anche perchè lo spagnolo, pur avendo ripetuto più volte di essersi allenato poco e di non essere perciò soddisfatto della propria forma, è comunque arrivato in finale senza perdere nemmeno un set, e subendo solamente due break in 37 game di servizio (e per lui non è cosa da poco). Certo, non va dimenticato che un tabellone favorevole gli ha permesso di giungere all’atto finale senza trovare sulla sua strada nemmeno un top 10, ma, fatta eccezione per il match di primo turno, l’iberico è parso centrato e prontissimo a ripetersi per l’ennesima volta.

Tuttavia anche Djokovic, ora che è a un passo dal titolo, probabilmente lo desidera più che mai, e per vari motivi. A partire dal desiderio di dedicare una vittoria significativa al nonno Vladimir, sino ad arrivare alla voglia di spodestare Nadal nell’unico torneo in cui il maiorchino domina incontrastato fin da quando era un teenager, e non ha mai fallito l’appuntamento con il titolo. Tanto che in caso di successo, Nadal, prontissimo a difendersi con tutte le forze dall’assalto del rivale, diventerebbe (insieme a Guillermo Vilas) l’unico giocatore dell’era Open ad aver vinto per otto volte lo stesso torneo. Ma attenzione: l’argentino ce la fece nella sua Buenos Aires tra 1973 e 1982, mentre ‘Rafa’ ha la possibilità di farcela consecutivamente, e pure in un appuntamento di caratura decisamente più elevata. Insomma, un motivo in più per difendere il titolo. Ma, il 2011 insegna, potrebbe non bastare.
T.it (n.d.r.)

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E adesso la domanda da un milione di euro è: Nadal perfetto o Djokovic irriconoscibile? Vestendo i panni dell'ignavo, direi entrambe le cose. Certo è che Nadal è stato una macchina da guerra, non ha sbagliato nulla, percentuali di prime e di realizzazioni stratosferiche, numero degli errori ridotto all'osso. Altrettanto certo è che questo Djokovic non è né carne e né pesce. A mio avviso, ancor più che la complicata situazione familiare del serbo, a favore di Rafa ha giocato l'estrema lentezza della terra di Monte-Carlo. Credo che già a Madrid vedremo un altro Djokovic.

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Quoto.
Un pò più Djokovic irriconoscibile, specie dopo che l'anno scorso l'abbiamo visto riprendere Murray con un crampo attaccato alla gamba, mentre oggi quando doveva spingere, non ci ha nemmeno provato.
Nadal un altro mondo oggi comunque.

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Nadal spazza via Djokovic: 6-3 6-1

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Rafa Nadal blocca la "maledizione" Djokovic e si conferma re sulla terra del Pricipato. In poco più di un'ora e venti minuti lo spagnolo ha liquidato un numero 1 al mondo troppo falloso per poter impensierire il terrificante dritto di Nadal. E' l'ottavo titolo consecutivo a Monte Carlo


Che cosa può succedere quando un giocatore ritrova i suoi miglior colpi e non sbaglia praticamente nulla mentre l'altro è la copia irriconoscibile di se stesso? Un 6-3 6-1 in meno di un'ora e mezza potrebbe essere la riposta. Possiamo pressoché riassumere in questa maniera la finale del Monte Carlo Masters 1000 di oggi che consegna a Rafa Nadal l'ottavo titolo consecutivo del Principato, il primo della stagione sulla terra rossa ma, soprattutto, la fine della "maledizione" Djokovic. Lo spagnolo infatti aveva perso tutte e sette le ultime partite con Djokovic (finali) ma oggi, ritrovando un dritto "old style", una prima di servizio molto vicino alla perfezione e una profondità di colpi chirurgica ha annichilito un Novak Djokovic troppo falloso per essere vero.

NADAL "OLD STYLE" - Il primo set è emblematico. Nadal dovrebbe trovare profondità di colpi rispetto alla giornate precedenti mentre Djokovic dovrebbe concedere molti meno errori gratuiti. La chiave è questa ma a trovarla è solo Nadal che, oltre a una grande precisione, si affida oggi a una prima di servizio tirata con percentuali vicine alla perfezione: alla fine del primo tempo saranno 16 su 20 le prime messe in campo. Djokovic invece, dal canto suo, non riesce a elevarsi rispetto al resto della settimana continuando la serie di errori non forzati, gran parte con il rovescio, che avevano concesso di fatto anche a Berdych il primo set della semifinale. Due game su tutti: il terzo, dove il serbo tira lunghi due dritti e sbaglia di mezzo metro un rovescio dal centro del campo, e il nono, dove dopo essere chiamato agli straordinari per annullare la prima palla set, sbaglia nuovamente un cross di rovescio regalando a Nadal un primo set più facile del previsto.

MALEDIZIONE SFATATA - Ci si aspetterebbe la naturale reazione del numero 1 al mondo che come contro Berdych e Dolgopolov aveva faticato a trovare i suoi colpi ma, invece, è paradossalmente ancora Nadal a salire e il tennis del serbo a scendere. Nadal continua a portarsi a casa turni di servizio "a zero" contro quello che dovrebbe essere il miglior risponditore del circuito mentre Djokovic, insieme a una prima di servizio al limite dell'imbarazzo, continua a concedere errori gratuiti sia con il dritto cge con l'accelerazione in rovescio bimane. Ne consegue che nel giro di 20 minuti Nadal conquista un doppio break e va avanti 4-0. Il serbo prova ad affidarsi alla reazione d'orgoglio breakkando Nadal a zero ma è il classico game della disperazione. Nel game successivo infatti Nadal strappa - per la quinta volta! - il servizio del serbo prima di chiudere con un emblematico ace la partita del riscatto.

MERITI E DEMERITI - Fin dove arriva il merito di Nadal e il demerito di Djokovic è difficile capirlo. Certo, il lutto in famiglia ha indubbiamente segnato la settimana del serbo ma, è indubbio che, le accelerazioni di dritto di Nadal, oggi avrebbero fatto male a prescindere dalla condizione psicologica del ragazzo di Belgrado che per altro per tutta la settimana ha mostrato un livello di tennis ben lontano dai suoi standard. Nel regno di Nadal resta quindi ben salda la roccaforte di Monte Carlo. Adesso Barcellona, Madrid, Roma e Parigi. Djokovic avrà sicuramente chance per provare a vendicarsi.

Foto e articolo da Eurosport (n.d.r)

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Già onore a Rafa. Era segnato che dovesse vincere lui, cavoli ogni steccata gli rimaneva in campo. Very Happy
Onore al merito, veramente insuperabile oggi.

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E' vero!
Vogliamo parlare delle steccate di Nadal che sono veramente irritanti? Very Happy

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ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Mc10 Monte-Carlo - Principato di Monaco


ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Interv33


Nadal: ´ Il servizio e´ stato fondamentale´
Djokovic: ´ Oggi non c´ero con la testa´

Lo spagnolo felicissimo della vittoria: ´ Credo che la cattiva giornata di Nole non dipenda dalla morte del nonno´

Novak Djokovic: " La prima cosa che voglio dire è che Rafa merita totalmente la vittoria e io non voglio in alcun modo togliere qualcosa a lui e alla sua prestazione. Oggi per me non è stata una buona giornata. Il tennis è soprattutto uno sport mentale e quando non sei con la testa sul campo, improvvisamente tutto diventa più difficile. Rafa ha giocato bene ed è stato sufficiente per battermi. Ma voglio dire, io oggi non c'ero proprio. Ho avuto una settimana difficilissima e considerate le circostanze ero già molto sollevato di aver raggiunto la finale. Ora ho bisogno di riposo, di digerire bene quello che mi è successo e ricaricare le batterie per il prosieguo della stagione."

Rafa Nadal: " Novak ha trascorso una settimana durissima. Non si può essere sempre perfetti in ogni partita. Anche io a volte mi sono trovato a subire delle sconfitte pesanti contro di lui. Non so se la perdita del nonno abbia influito sulla sua prestazione di oggi perchè la spiacevole notizia gli è stata comunicata ad inizio settimana ( la notizia è arrivata Giovedì pomeriggio) e lui ha comunque raggiunto la finale." Lo spagnolo prosegue: " Lui ha avuto molti alti e bassi mentre io sono stato molto solido. Oggi avevo molta fiducia nel servizio e questo ha fatto la differenza. Vincere questo torneo che forse è il mio preferito mi da tantissima fiducia e per me è qualcosa di incredibile." Nadal è poi tornato sull'importanza del servizio: " Con questo colpo ho fatto tanti punti diretti e ho avuto modo di andare più spesso a rete."

Rafa e' in partenza per per Barcellona ma il suo ultimo pensiero va al calcio e al suo Real: " Ieri sera ho visto la partita e sono stato molto felice. Mercoledì ci sarà il match contro il Bayern e spero che siano le due spagnole a passare il turno per avere una finale spettacolare."
Immagine e articolo da TWI (n.d.r.)

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ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Rafael15


Una rondine non fa primavera


Rafael Nadal ha vinto a Montecarlo per l’ottavo anno di fila, riuscendo finalmente a battere Novak Djokovic dopo sette sconfitte consecutive. Ma il serbo era in pessime condizioni e con la testa altrove, e l’impressione è che il successo di ‘Rafa’ conti fino a un certo punto

Rafael Nadal ha vinto nel Principato per l’ottavo anno consecutivo, diventando il primo tennista a riuscirci in un torneo dell’era Open, e balzando al comando, con venti successi, nella classifica dei più titolati nei Masters 1000. Traguardi che non sono in discussione, ma la finale del torneo monegasco, complice un Novak Djokovic lontanissimo dai suoi standard, ha lasciato qualche perplessità. Parliamoci chiaro: nessuno vuole togliere nulla al torneo del maiorchino, a segno con una facilità disarmante malgrado una condizione fisica (a suo dire) non ottimale, ma è probabilmente lui stesso il primo a sapere che aver battuto il Djokovic di oggi conta fino a un certo punto. Infatti, pur essendo importante a livello psicologico essere finalmente tornato a superare il serbo (dopo sette sconfitte consecutive in altrettante finali), la vittoria odierna non sposta di nuovo l’equilibrio dalla parte di ‘Rafa’, né tantomeno andrà a creare dei dubbi nella mente di Djokovic.

Semplicemente perché il serbo non è praticamente mai sceso in campo. Apparso scarico mentalmente e piuttosto provato dal punto di vista fisico, ‘Nole’ ha commesso la bellezza di venticinque errori non forzati, mostrandosi poco reattivo con i piedi e non traendo dal servizio l’aiuto necessario per tener testa al rivale. Si è limitato a ‘buttarla di là’, rischiando il meno possibile e lasciando allo spagnolo la possibilità di comandare. Segno che qualcosa – ed è facile intuire cosa – lo limitava a livello mentale, non permettendogli di giocare il suo miglior tennis. È risaputo che per avere speranze di battere il tennista di Manacor non ci si può permettere pause, ed è necessario giocare al 100% per tutto l’incontro. Oggi Djokovic non è mai riuscito a farlo, e i quattro miseri giochi racimolati (col rivale che ha vinto ventidue punti in più) sono la naturale conseguenza del suo rendimento.

Quindi, onore comunque ai meriti di Nadal, che, per quanto inferiori ai demeriti del rivale, ci sono stati eccome (il numero due del mondo ha impresso un ritmo elevatissimo alla sfida, giocando in maniera molto aggressiva e ricavando parecchi punti dal servizio), ma per avere dei dati più attendibili dovremo aspettare i prossimi tornei. Prima Madrid e Roma, poi il Roland Garros, unico torneo del Grande Slam che ancora manca nel palmares di Djokovic e suo obiettivo dichiarato per la stagione corrente. Tutti e tre gli eventi presentano condizioni di gioco più rapide rispetto a quelle offerte dai campi del Country Club, e quindi (sulla carta) più adatte agli avversari di ‘Rafa’. Fra loro anche Roger Federer, che si è preso (saggiamente) qualche settimana di pausa tra vacanze e allenamenti, e si presenterà probabilmente tirato a lucido ai prossimi appuntamenti. La stagione sulla terra battuta europea è solo all’inizio, ed è scattata come quella dello scorso anno. Proseguirà in quel verso, e magari con un titolo molto significativo in più per il numero uno del mondo, o quest’anno Nadal tornerà l’assoluto dominatore della terra battuta che tutti conoscevamo? La risposta nei prossimi mesi.
immagine e articolo da T.it (n.d.r.)

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Il punto della finale


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MONTE CARLO: TOP & FLOP

ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Simon3Gilles Simon ha riportato la Francia in semifinale dopo 7 anni

Ripercorriamo in 10 scatti (anzi, in 12) quel che ci ha lasciato il Masters 1000 di Monte Carlo. Non è stato un grande torneo, ma il fascino del Principato è sempre il solito. E le storie da raccontare non mancano mai.



TOP


RAFAEL NADAL
Per lui parlano le cifre. Ottavo titolo consecutivo, frutto di 42 vittorie, come mai nessuno nell’Era Open. E’ stata una settimana perfetta, anche se il tabellone era un'autostrada. Nieminen, Kukushkin, Wawrinka e Simon se li mangia a colazione. In finale ha pescato un Djokovic a mezzo servizio, ma è stato bravo a soffocarlo. Provateci voi, a dare 6-3 6-1 al numero 1 del mondo dopo averci perso sette volte di fila. Rafa ha servito bene e ha alzato la traiettoria dei suoi colpi: due piccole migliorie che hanno fatto la differenza e che lo aiuteranno a Roma e Parigi (Madrid farà storia a sé). Nadal è stato bravo a trovare la condizione durante il torneo, come accade ai grandi campioni. Si era presentato a Monte Carlo pieno di incertezze, le ha spazzate via a suon di vittorie. Salvo imprevisti, vincerà a Barcellona e si presenterà gonfio di fiducia alla fase caldissima della stagione. E poi il suo Real Madrid ha espugnato il Camp Nou di Barcellona…

GILLES SIMON
Troppo simpatico. Lo vedi e capisci che è francese, il che di solito ispira antipatia. Lui è l’esatto contrario. In tutta la carriera, non aveva mai sconfitto un top 10 dopo l’altro. Ci è riuscito a Monte Carlo, battendo Tipsarevic e Tsonga. I francesi non avevano un semifinalista al Country Club dal 2005, e per una notte hanno sperato che potesse ripetere l’impresa del 2008, quando strozzò in gola l’urlo a 12.000 madrileni battendo Nadal 7-6 al terzo dopo oltre 3 ore. Sulla terra di Casa Nadal non c’è stato niente da fare, ma ha evitato di essere travolto. Si è fatto perdonare per la sconfitta contro Isner in Coppa Davis. Al Roland Garros il miglior francese potrebbe essere lui.

KEI NISHIKORI
Finisce tra i top grazie alla menzione di Massimo Garlando, che ha notato la sua grande disponibilità con i fans. Ma i giapponesi sono così, lo sappiamo. Però l’umanità di Nishikori vale doppio, perché quando è a casa non può addentare un po’ di sushi senza essere assaltato da media e tifosi. In Europa potrebbe starsene tranquillo, invece si dedica amabilmente ai bambini. Sul campo mostra che gli insegnamenti dell’argentino Dante Bottini sono serviti a qualcosa. Muscoli, testa e topspin. Vince un paio di buone partite e lotta bene contro Tomas Berdych. Fosse più alto sarebbe già tra i primi 10, ma in qualche modo ci arriverà. Per ora è difficile immaginarlo ancora più in alto.

IL PUBBLICO
Ancora una volta, Monte Carlo fa registrare il record. 127.000 spettatori (2.000 in più rispetto al 2011) sono un’enormità, anche perché il circolo è un po’ piccolo per un torneo di questo livello. E poi le tribune sul campo centrale non garantiscono una visione ottimale. Però la gente continua ad andarci, soprattutto dall’Italia. Pullman, auto private, scuole tennis in gita…i vialetti del Country Club si colorano di vita e mandano una gioiosa risposta a chi pensa che il tennis sia in crisi. I 270 palchi erano esauriti già a febbraio. Ci si domanda quanta gente ci sarebbe se ci fosse più spazio. Zeljko Franulovic mette le mani avanti: “Se il torneo crescesse troppo perderebbe le sue peculiarità”. Traduzione: Monte Carlo ve lo dovete prendere così com’è anche per i prossimi anni. Tra prendere e lasciare, ci teniamo volentieri la prima.


ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Montecarlo3

ROBIN HAASE
A inizio settimana si era parlato di lui per le lamentele sul torneo di Casablanca. Aveva descritto gli spogliatoi come una discarica abusiva, scatenando un incidente diplomatico in seno all’ATP. A Monte Carlo non ci sono certo problemi di igiene, e lui si è esaltato. Ha avuto un pizzico di fortuna contro Juan Monaco, ma poi ha battuto Fognini e Bellucci prima di giocare un buon primo set contro Djokovic. Coetaneo di “Nole” e Murray, sembrava in grado di diventare un giocatore importante, ma un grave infortunio lo ha bloccato per oltre un anno. E’ ancora in tempo per costruirsi una bella carriera. Intanto è già numero 45 ATP, a un tiro di schioppo dal suo best ranking (40).


FLOP


DONALD YOUNG
Apprezzabile il tentativo di giocarsela sulla terra europea anziché restare negli Stati Uniti, ma i risultati sono da buttare. A Casablanca aveva perso contro Benoit Paire, a Monte Carlo ha raccolto appena un game contro Paul Henri Mathieu. Doveva essere il salvatore della patria americana, ma la pelle nera e le lenti a contatto colorate avevano creato un personaggio ben oltre le reali capacità. Che sono buone, per carità, ma non sufficienti a diventare un campione. E’ ancora giovane, ma è difficile non associare il suo nome alla parola “bluff”. Però è stato numero 38 ATP appena due mesi fa e può togliersi qualche soddisfazione. Di certo non sulla terra battuta. I forfait di Ljubicic e Soderling gli hanno permesso di entrare in tabellone a Roma. Al Foro Italico saranno in tanti ad augurarsi di trovarlo al primo turno.

DODIG-LJUBICIC
Il flop non è per il match, che comunque è stato un triste commiato per “Ljubo”, battuto 6-0 6-3 dal connazionale. Spiace che sia stato collocato di domenica, con poco pubblico e quando non c'erano ancora le telecamere. Un tennista (e un uomo) della caratura di Ljubicic avrebbe meritato di più, ma hanno preferito togliersi subito il “bubbone”. L’addio dell’ex numero 3 ATP sarebbe stato benissimo lunedì, quando il programma faceva pietà. Ma Ivan è troppo intelligente per prendersela, ha fatto buon viso a cattivo gioco, si è goduto la piccola cerimonia in suo onore (c’era anche Brad Drewett, CEO ATP) e durante la settimana si è anche concesso una scampagnata in cabina di commento Sky.

LE CAVIGLIE DI MONACO E BENNETEAU
Incredibile: due giocatori in gran forma si sono autoeliminati con due incidenti pressochè identici, nella stessa zona del campo. L’argentino era reduce dalla vittoria a Houston e puntava forte ai top 10 prima di impuntarsi sulla terra monegasca. Spera di farcela per il Roland Garros. E’ andata peggio a Benneteau, che stava lottando alla pari contro Murray. Dopo la storta, si è fatto male anche al polso nel tentativo di attutire la caduta. Rischia di saltare le Olimpiadi, uno dei suoi obiettivi. Forse gli dei del tennis l’hanno punito perché il giorno prima aveva fatto piangere un ragazzino che aspettava un suo auografo. Fosse vero, sarebbero stati proprio cattivelli…

ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Benneteau1

LA COLLOCAZIONE IN CALENDARIO
Monte Carlo conserva lo status di Masters 1000, ma di fatto è un 500. Vuoi perché l’iscrizione dei migliori non è obbligatoria, ma anche per una collocazione “ibrida”. Troppo a ridosso della Davis, troppo lontano dal Roland Garros, difficilmente accoglie i giocatori al top della condizione. Qualità e spettacolo ne risentono. In verità la storia recente dice che chi vince nel Principato lo fa anche a Parigi, ma Nadal è un caso a parte. Il calendario è intasato: impossibile aspettarsi una rivoluzione, ma un’inversione con Barcellona sarebbe auspicabile. I giocatori arriverebbero più in condizione e ci sarebbe minor rischio di pioggia, anche se quest’anno è andata abbastanza bene.

ANDY MURRAY
Che disastro. Il concetto di Fab Four si sta sgretolando per colpa dello scozzese, che dopo il promettente avvio di stagione ha perso terreno dai migliori. Malissimo a Indian Wells, umiliato in finale a Miami, a Monte Carlo rischiava di perdere contro Benneteau e poi è caduto contro Berdych. E’ parso quasi rassegnato, eppure aveva lanciato propositi bellicosi in vista della stagione sul rosso, superficie dove coach Ivan Lendl ha realizzato alcune delle sue più grandi imprese. Magari ci stupirà (e ce lo auguriamo), ma per adesso è una delusione.

ATP  1000  Montecarlo  (23) - Pagina 3 Murray7


SENZA CATEGORIA


NOVAK DJOKOVIC
Né top né flop. E’ giunto in finale, quindi la sua scampagnata monegasca non è stata un fallimento. Anzi, sul piano del ranking gli farà bene: la finale a Monte Carlo vale più del doppio della vittoria a Belgrado (che non dovrebbe difendere). Ma contro Nadal non è sceso in campo, e l’alibi psicologico per la morte del nonno regge fino a un certo punto perché aveva appreso la notizia 3 giorni prima. Insomma, rimandato a Madrid. Però a Parigi lo troveremo al 100%, di questo ne siamo certi.

GLI ITALIANI
Bravi al primo turno, molto meno bravi al secondo. Assoluzione piena per Seppi, battuto da un Djokovic ancora vergine mentalmente. Poco da dire a Starace, che però non rispondeva mai contro Almagro. Volandri doveva battere Kukushkin, ma sta attraversando un pericoloso scadimento di forma dopo il picco raggiunto a febbraio. Le due sconfitte contro Bachinger preoccupano un po’. Fognini sta crescendo torneo dopo torneo, anche se contro Haase ci si aspettava una vittoria. Bolelli ha passato le qualificazioni ma poteva fare qualcosa di più contro Cilic. Giannessi ha avuto la sua domenica di gloria passando le qualificazioni, poi si è arreso a Volandri. Ma i top 100 sono sempre più vicini. Insomma, niente infamia e niente lode. Però gli azzurri meritano che venga spezzata una lancia a loro favore: con il ritorno di Bolelli, adesso ci sono sette italiani tra i top 100. Le ragazze sono cinque, con la Brianti a rischio. Manca la qualità assoluta, ma la quantità è tornata.
Foto e articolo da TennisBest (n.d.r)
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