Il kevlar, o per meglio dire gli arammidi in generale, quando impiegati puri nella costruzione di corde da tennis, hanno una spread (ahò, so'figo, uso pure i vocaboli trendy
) di rigidità piuttosto vasto: si va dai circa 380 SI dei più "elastici" come Technora e Twaron, fino agli oltre 900 delle versioni più rigide normalmente in kevlar duPont.
Ergo le differenze -sotto tutti punti di vista- sono abbastanza significative, ma in tutti i casi si parla di fibre considerate inerti, in cui la spinta propria è relativa se non assente. Per le stesse ragioni, qualunque sia la costruzione scelta (treccia o cavo coassiale) risulta essere una base estremamente stabile, indifferentemente dalla perdita di tensione (più elevata nella treccia, meno nel cavo).
La stessa perdita di tensione c'è, ed è pure mediamente elevata appunto, cosa di cui va tenuto debito conto in fase di scelta della tensione da applicare. Scelte come quella di Roman Prokes, che ad Agassi montava il kevlar alla stessa tensione del budello (oltre 30 kg!) sono comunque da evitare, ed abbastanza incomprensibili visto che all'epoca già esistevano i primi armeggi in poliestere che sicuramente avrebbero fatto meno danni al fisico di "Andreino"...
La velocità è influenzata quasi esclusivamente dalla corda di supporto (proprio per quello bisogna scegliere tipo di kevlar e tensione appropriata caso per caso), mentre la stabilità all'impatto degli aramidi permette pesi di palla notevoli e soprattutto pressochè costanti nel tempo indifferentemente dalla perdita di tensione (cosa che non avviene negli altri materiali).
Per la presa di spin, ovviamente le trecce tipo Ashaway (quella usata da Agassi) o Forten ne danno di più, ma essendo prodotte da un inerte devono essere "prodotte" dal braccio di chi le usa...le liscie invece, sono preferibili nei piattoni.
Comunque, oggi come oggi è un tipo di materiale meno diffuso..dall'anno scorso, sette tipi di corda fabbricati con esso sono andati fuori produzione, che diventano dodici se partiamo dal 2010....