oggi ricorre il 3° anniversario dalla scomparsa di Federico Luzzi
lascio il campo all' articolo integrale pubblicato dalla Redazione di UBI Tennis
Martedì 25 ottobre ricorre il terzo anniversario della morte di Federico Luzzi. Su tutti i tabelloni dei necrologi ci sono due sue foto. “Non voleva passare inosservato”, spiega mamma Paola Cesaroni, anima dell’associazione Fede Lux. “Abbiamo cercato di ricordarlo come crediamo gli sarebbe piaciuto”. Dal nostro archivio i ricordi affettuosi di chi l’aveva conosciuto: per non dimenticare.
Tutti i tabelloni di necrologi del comune di Arezzo sono tappezzati da 2 diverse foto nelle quali come sempre Federico è bellissimo, scrive mamma Paola Cesaroni. “Lui non voleva passare inosservato, lo sapete e abbiamo cercato di ricordarlo come immaginiamo sarebbe piaciuto a lui”.
Un bambino prodigio, Federico, che come ricordava Gianni Clerici, “non solo vinceva, ma vinceva in bellezza. Era, per di più, un bel bambino, faccino accattivante ad un tempo dolce e furbetto, sommerso di affetti femminili, non ultimo quello della mamma Paola”.
Non stava bene, prima di entrare in campo, ricordava Ubaldo, in quell’ultimo maledetto giorno: “E’ qualche giorno che mi sento stranamente spossato” aveva confidato a Daniele. Ma figurarsi se “Chicco” era tipo da preoccuparsene. Così ha fatto il palleggio di riscaldamento contro l’italoargentino Tomas Tenconi e il match è cominciato. Perso il primo punto, 0-15, però si è sentito mancare. Solo allora si è arreso. “Scusa, non ce la faccio proprio”. E poi ai compagni: “Se vi servo dopo per il doppio, vi do una mano”.
La sera, rientrato ad Arezzo con Bracciali, aveva un po’ di febbre. All’ospedale San Donato hanno inizialmente creduto ad una broncopolmonite. Martedì, con una flebo al braccio, “Chicco” ha mandato una sua foto viamail al Parioli: “Sto guarendo, se ce la faccio torno in campo presto”.
I successivi accertamenti avrebbero però rivelato la tragica realtà: leucemia fulminante.
“Era un ragazzo simpatico e brillante e la sua improvvisa scomparsa ha lasciato increduli e sgomenti i suoi molti amici” concludeva Rino Tommasi il suo ricordo, il suo omaggio a Federico, il suo addio a una promessa.
Era “uno che sa di essere bello e non si fa problemi nel mostrarlo al prossimo” scriveva Stefano Meloccaro, di Sky. "Ma più di tutto possedeva una caratteristica che nella vita paga sempre: era simpatico. Simpatia ricambiata, mi parve.
Alla fine disse che gli era piaciuto il mio approccio “leggero”, in quell’incontro davanti alla telecamera. Si capiva che enorme passione avesse per il tennis. Raccontò che era orgoglioso di far parte di quel mondo. E che si rendeva conto che avrebbe potuto avere una carriera di maggiore successo, dato il suo talento. Ma anche che, tutto sommato, era comunque felice così”.
"Aveva già comprato le forbici e le aveva appoggiate sul comodino. Le aveva messe lì per tagliare i riccioli neri che avevano fatto innamorare le ragazze di mezzo mondo. Al suo aspetto ci teneva un bel po’ Federico, consapevole che sarebbe presto iniziata per lui la chemioterapia e avrebbe perso capelli a ciocche. Lui voleva anticipare la terapia e i suoi effetti, ma la malattia ha fatto prima." Nella tragedia è emersa con forza la figura di mamma Paola che ha dato vita alla Fondazione Fede Lux. Fede, come il soprannome con cui lo chiamava la famiglia e Lux, quello usato invece dalla fidanzata canadese-cubana. Il papà di Federico, Maurizio, è il presidente, Francesca, la sorella di Fede, la vice-presidente e Paola la factotum. La finalità è quella di raccogliere fondi per l’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie.
Daniele Azzolini, direttore di Matchpoint, voleva che a Luzzi fosse intitolata la serie A. L’anno scorso, nel secondo anniversario della scomparsa, il Consiglio Federale ha deciso di intitolare a Federico Luzzi i Campionati Nazionali Under 14, categoria in cui l'aretino era fortissimo, in cui aveva ottenuto alcuni dei suoi migliori successi. Iniziativa che ha alimenta la memoria di un ragazzo dal cuore immenso. Un ragazzo speciale, che nessuno ha dimenticato.
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lascio il campo all' articolo integrale pubblicato dalla Redazione di UBI Tennis
In ricordo di Fede Lux
Martedì 25 ottobre ricorre il terzo anniversario della morte di Federico Luzzi. Su tutti i tabelloni dei necrologi ci sono due sue foto. “Non voleva passare inosservato”, spiega mamma Paola Cesaroni, anima dell’associazione Fede Lux. “Abbiamo cercato di ricordarlo come crediamo gli sarebbe piaciuto”. Dal nostro archivio i ricordi affettuosi di chi l’aveva conosciuto: per non dimenticare.
Tutti i tabelloni di necrologi del comune di Arezzo sono tappezzati da 2 diverse foto nelle quali come sempre Federico è bellissimo, scrive mamma Paola Cesaroni. “Lui non voleva passare inosservato, lo sapete e abbiamo cercato di ricordarlo come immaginiamo sarebbe piaciuto a lui”.
Un bambino prodigio, Federico, che come ricordava Gianni Clerici, “non solo vinceva, ma vinceva in bellezza. Era, per di più, un bel bambino, faccino accattivante ad un tempo dolce e furbetto, sommerso di affetti femminili, non ultimo quello della mamma Paola”.
Non stava bene, prima di entrare in campo, ricordava Ubaldo, in quell’ultimo maledetto giorno: “E’ qualche giorno che mi sento stranamente spossato” aveva confidato a Daniele. Ma figurarsi se “Chicco” era tipo da preoccuparsene. Così ha fatto il palleggio di riscaldamento contro l’italoargentino Tomas Tenconi e il match è cominciato. Perso il primo punto, 0-15, però si è sentito mancare. Solo allora si è arreso. “Scusa, non ce la faccio proprio”. E poi ai compagni: “Se vi servo dopo per il doppio, vi do una mano”.
La sera, rientrato ad Arezzo con Bracciali, aveva un po’ di febbre. All’ospedale San Donato hanno inizialmente creduto ad una broncopolmonite. Martedì, con una flebo al braccio, “Chicco” ha mandato una sua foto viamail al Parioli: “Sto guarendo, se ce la faccio torno in campo presto”.
I successivi accertamenti avrebbero però rivelato la tragica realtà: leucemia fulminante.
“Era un ragazzo simpatico e brillante e la sua improvvisa scomparsa ha lasciato increduli e sgomenti i suoi molti amici” concludeva Rino Tommasi il suo ricordo, il suo omaggio a Federico, il suo addio a una promessa.
Era “uno che sa di essere bello e non si fa problemi nel mostrarlo al prossimo” scriveva Stefano Meloccaro, di Sky. "Ma più di tutto possedeva una caratteristica che nella vita paga sempre: era simpatico. Simpatia ricambiata, mi parve.
Alla fine disse che gli era piaciuto il mio approccio “leggero”, in quell’incontro davanti alla telecamera. Si capiva che enorme passione avesse per il tennis. Raccontò che era orgoglioso di far parte di quel mondo. E che si rendeva conto che avrebbe potuto avere una carriera di maggiore successo, dato il suo talento. Ma anche che, tutto sommato, era comunque felice così”.
"Aveva già comprato le forbici e le aveva appoggiate sul comodino. Le aveva messe lì per tagliare i riccioli neri che avevano fatto innamorare le ragazze di mezzo mondo. Al suo aspetto ci teneva un bel po’ Federico, consapevole che sarebbe presto iniziata per lui la chemioterapia e avrebbe perso capelli a ciocche. Lui voleva anticipare la terapia e i suoi effetti, ma la malattia ha fatto prima." Nella tragedia è emersa con forza la figura di mamma Paola che ha dato vita alla Fondazione Fede Lux. Fede, come il soprannome con cui lo chiamava la famiglia e Lux, quello usato invece dalla fidanzata canadese-cubana. Il papà di Federico, Maurizio, è il presidente, Francesca, la sorella di Fede, la vice-presidente e Paola la factotum. La finalità è quella di raccogliere fondi per l’Ail, l’associazione italiana contro le leucemie.
Daniele Azzolini, direttore di Matchpoint, voleva che a Luzzi fosse intitolata la serie A. L’anno scorso, nel secondo anniversario della scomparsa, il Consiglio Federale ha deciso di intitolare a Federico Luzzi i Campionati Nazionali Under 14, categoria in cui l'aretino era fortissimo, in cui aveva ottenuto alcuni dei suoi migliori successi. Iniziativa che ha alimenta la memoria di un ragazzo dal cuore immenso. Un ragazzo speciale, che nessuno ha dimenticato.
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Ciao Fede