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Mi rendo conto di andare contro la corrente della fiorente attività che c'è. Infatti, io penso che i bambini debbano iniziare la loro attività agonistica ufficiale solo dai dodici anni in su. Invece vedere questi tornei con i bambinini l'uno contro l'altro è uno spettacolo, come dire?,indecente, una sorta di pedofilia tennistica.
Questi bambini sono sottoposti a sforzi troppo intensi per la loro piccola età: ci può dare qui il proprio parere qualche Medico? Mentre, invece, non c'è più bisogno di altri pareri per poter condannare questi tornei, a riguardo delle conseguenze psicologiche su bambini di quell'età. Una serie di sconfitte, subisconoqui,potrebbe influire negativamente. Certo,di sconfitte, anche in tenera età, se ne subiscono tante altre, però, qua, le sconfitte sono peggiori, perchè sono "ufficializzate" fortemente dalla presenza dei Genitori, dei Maestri, dei compagni e poi c'è quel tabellone che le ricorda a tutti, per un'intera settimana.
Nè il bambino, tornato a casa, può dire, come in altri sport:"Abbiamo perso".

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Metterlo all'interno di un guscio di vetro, dirgli che è bravissimo, che tutto quello che potrà fare sarà sempre il migliore, gli gioverà a qualcosa .
Mica poi si costringono i bambini a partecipare a delle competizioni, forse sono i genitori che li iscrivono con l'orgoglio di vederli migliori degli altri ! No no no se non si pensa sia giusto non si fà ... neanchè a parlarne serve molto !
No

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E' un argomento molto interessante e perverso....ma il tennis è una delle tante condanne che possono subire i nostri figli...sopratutto se li rendiamo vittime delle nostre aspettative, dei nostri sogni infranti che riversiamo su di loro...di ciò che noi non siamo riusciti a fare....bambini/ragazzi che faranno qualcosa non perché piace a loro ma perché attraverso queste cose elemosinano la nostra attenzione...o l'attenzione della società che li circonda....ahimé solo il genitore di ogni figlio può coscientemente o incoscientemente decidere di essere spettatore o carnefice della sua piccola nuova vita...non è lo sport in questione a dover esser condannato....

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Secondo me hai un approccio troppo apprensivo.
I bambini sono competitivi. E' chiaro che si divertono di più a vincere, esattamente come gli adulti, ma è giusto che imparino che si può vincere e si può perdere e le sconfitte servono spesso più delle vittorie per crescere e maturare.
Sta ai genitori far capire loro che è un gioco e che, prima del vincere o perdere, soprattutto alla loro età (ma anche molto più avanti se non si è professionisti) è importante divertirsi.
Sono spesso i genitori a creare ansie e aspettative eccessive pretendendo che i figli siano dei fenomeni a tutti i costi e debbano sempre vincere, in qualsiasi modo.
Se poi un bambino non si diverte a fare i tornei non lo si deve forzare, come non lo si deve forzare a giocare a tennis se gli piace di più un altro sport. Ma se gli piace e si diverte non credo che la competizione gli faccia male, anche perchè sono loro stessi spesso a cercarla quando giocano.
Questa è ovviamente solo la mia opinione, non sono certo uno psicologo. Quello che vedo però è che se ci sono genitori che vorrebbero vedere i figli che azzannano gli altri bambini pur di vincere una stupida partita (forse perchè loro non sono mai riusciti a combinare niente) ce ne sono altri che li vorrebbero tenere nella bambagia e preservare all'infinito da qualsiasi delusione anche piccola. Secondo me sono sbagliati entrambi gli approcci.

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Quoto Alessandra e Max...il buonsenso è sempre apprezzabile e non sempre adeguatamente praticato...
Il pensiero mi va a una figura che tutti noi ai tornei abbiamo almeno una volta incontrato, una delle più deleterie del mondo tennistico (e di altri sport) : "il genitore a bordo campo"...In cuor mio però lo ringrazio...senza di lui avrei vinto molte meno partite!!!

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l'argomento è interessantisissimo e difficile.
intanto, leggiamo open di agassi. istruttivo in questo senso.
tralasciando tuttavia questi estremi, direi che mettere pressione ad un bimbo può essere da una parte deleterio, dall'altra è l'unico modo per fargli fare il salto di qualità, nello sport come nello studio. senza la pressione costante del genitore, la magigor parte dei bimbi andrebbe a giocare fuori a palla appena ha l'occasione, evitando i libri.
credo che bisogna trovare una via di mezzo tra il padre-madre aguzzino e quello troppo laissez faire.
un mio amico è stato "forzato" ad andare in piscina a nuotare da bimbo, ora ringrazia i suoi per questo. io ho la mia esperienza che è esattamente l'opposto.
idem per il tennis, avessi avuto dei genitori un poco più attenti, mi abvrebbero incoraggiato a continuare (pur avendo iniziato tardi, a 10 anni), invece che farmi smettere perchè "non ne ho più voglia".
in medio stat virtus.
sullo schock per la sconfitta del bimbo, direi che è formativo, invece che distruttivo. è bene che, seppur in forma giocosa, inizi a competere e a saper gestire tanto le vittorie quanto le sconfitte. un mondo di bambagia credo sia la cosa peggiore per la crescita.

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Se i genitori che lo accompagnano gli fanno capire che anche da una sconfitta si può uscire con molto di buono, che il tennis rimane il divertimento dello stare insieme, del giocare insieme, forse non c'è nessuno sforzo ne mentale ne fisico...
2 settimane fa ho sentito dire da un ragazzino di 8 anni al suo maestro alla fine di un match in cui ha perso malamente: "Giancarlo, quanto mi sono divertito!".

Sono i genitori la rovina di molti figli! Parola di papà di 2 bimbi...spero poco pasticcione... Smile

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Ma,insomma, non si possono aspettare i dodici anni,là dove, pur essendo ancora piccoli , sono pur sempre più formati , fisicamente e psicologicamente? Devono gareggiare a otto, nove e dieci anni? Ho letto molto di "gioco", di svago, di divertimento per i bambini, ma voi sapete cosa significa giocare in torneo ?

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sacchi paolo ha scritto:
Ma,insomma, non si possono aspettare i dodici anni,là dove, pur essendo ancora piccoli , sono pur sempre più formati , fisicamente e psicologicamente? Devono gareggiare a otto, nove e dieci anni? Ho letto molto di "gioco", di svago, di divertimento per i bambini, ma voi sapete cosa significa giocare in torneo ?

per rispondere alla tua domanda: sì.
per il resto, mi pare che ti abbiamo già dato diverse risposte e diversi spunti di dibattito. perchè aspettare i 12 (e perchè non 11 o 13?) anni? se tutti facessero così, l'italia non avrebbe più un solo campione di tennis e di nessun altro sport. a 10 anni i tennisti fanno già tranquillamente i tornei internazionali (ne conosco una nel mio club, ad esempio) e all'estero ancor più.
poi, ci mancherebbe, questo non significa che il bimbo debba andare sul campo spinto dalla scosse elettriche. sta alla sensibilità del genitore capire se c'è disagio del bimbo e allora piantare lì oppure no.
mi sembra un atteggiamento molto iperprotettivo e "pro mammoni" quello di tenerli nel nido, al riparo da tutto e da tutti, sino a dodici anni, quando in realtà dovrebbero già essere dei piccoli ometti e soprattutto dei piccoli tennisti già formati.
poi si capisce perchè in italia anche chi ha lavoro fisso ci pensa mille volte prima di prendere un appartamento in affitto e andare a vivere da solo, preferendo il comodo guscio della casa paterna alle possibili difficoltà della vita... ma questo è un altro discorso...

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dimenticavo, sacchi paolo, dovresti presentarti al forum come prassi. grazie. Proprio controcorrente 622327

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sacchi paolo ha scritto:
Ma,insomma, non si possono aspettare i dodici anni,là dove, pur essendo ancora piccoli , sono pur sempre più formati , fisicamente e psicologicamente? Devono gareggiare a otto, nove e dieci anni? Ho letto molto di "gioco", di svago, di divertimento per i bambini, ma voi sapete cosa significa giocare in torneo ?


Ripeto: se la competizione è gioco, non vedo quale sia il problema. Sta nell'allenatore/genitore essere in grado di gestire la situazione. Certo è, come casi letti sul giornale, che se i genitori si picchiano in tribuna: ma ancora il problema non sono i figli, sono le teste con lazzo in testa invece che il cervello!

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quoto in pieno Max, e penso sia importante aiutare i bambini a crescere con
interessi sani (senza costrizioni ovvio) soprattutto quando arrivano verso l'adolescenza per evitare che abbiano come unico hobby tv, computer facebook ecc....

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Io penso che lo sviluppo dei nostri bambini sia artificiosamente rallentato, e che a 13 anni si possa essere maggiorenni, se si realizzano le vere potenzialità dell'essere umano, e non lo si ingabbia in uno schema educativo al rallentatore (come il sistema attuale) che secondo me va bene per i primati evoluti, ma non certo per realizzare il potenziale degli uomini.

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jagui ha scritto:
Io penso che lo sviluppo dei nostri bambini sia artificiosamente rallentato, e che a 13 anni si possa essere maggiorenni, se si realizzano le vere potenzialità dell'essere umano, e non lo si ingabbia in uno schema educativo al rallentatore (come il sistema attuale) che secondo me va bene per i primati evoluti, ma non certo per realizzare il potenziale degli uomini.

straquoto di brutto il giaguarino.
la nostra 8quella italiana) è una società che fa sviluppare i bimbi e poi i ragazzi al rallentatore. da noi un trentenne è considerato un giovane e come tale non fa effetto vedere che vive ancora con la mamma e il papà, pur lavorando, e si fa stirare le camicie e rifare il letto. all'estero e in particolare nei paesi nordici e slavi , che conosco, il sistema di istruzione è più accelerato, a 23-24 anni il giovane ha già la laurea in mano ed è pronto ad inserirsi nel mondo del lavoro e a mettere su famiglia appena le condizioni oeconomiche lo permettono. qui un 23enne è considerato come un adolescente e lui stesso si considera tale, lungi da lui l'idea di spiccare il volo dal nido anche avendone le possibilità economiche.

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Non riesco a farmi capire.Io non volevo parlare ai genitori che si dovrebbero saper "regolare" come hanno detto molti di voi.Io, siccome qua si parla di regolamenti, è come se mi fossi rivolto alla Federazione:portate l'attività agonistica ufficiale ai dodici anni.

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sacchi paolo ha scritto:
Non riesco a farmi capire.Io non volevo parlare ai genitori che si dovrebbero saper "regolare" come hanno detto molti di voi.Io, siccome qua si parla di regolamenti, è come se mi fossi rivolto alla Federazione:portate l'attività agonistica ufficiale ai dodici anni.


Chiedo scusa per non aver capito questo aspetto, ma la tua proposta è davvero troppo protezionista.
Io ho davanti agli occhi un amico, classificato 2.5 come best ranking. Quest'anno potrebbe fare la seria A, se non fosse che ormai è over30 e si è un po' stufato... Inoltre avendo la doppia laurea pensa giustamente ad altro...
Questo ragazzo era un piacere da vedere già all'età di 7 anni; un fenomeno davvero. Ma è rimasto a Piacenza, sempre legato al suo circolo, con il risultato che non è salito. E' una sua scelta, solo sua; nessuno sa se avrebbe potuto diventare un campione fuori dal circolo di Piacenza, ma rimane un fatto.
Se vogliamo vedere giocatori pro italiani nei primi 50, dobbiamo uscire subito dal guscio. Per anni, i giocatori forti (non parlo del mio amico nello specifico), sono nati e marciti nella logica del circolo, il quale ha ammazzato davvero molti talenti! Il tennis deve far giocare i ragazzi fin da subito, mettendoli di fronte al gioco del tennis: non alla vittoria o alla sconfitta, poco conta. Anzi, meglio una sconfitta piuttosto che vittorie su vittorie...

Ebbene: lo sport agonistico ha secondo me un effetto straodinario sulla personalità dei ragazzi. Tre le mie conoscenze personali che hanno effettuato sport ad altissimi livelli: il tennista di cui sopra, ragazzo straordinario, Davide Dallospedale, mio compagno di squadra a baseball da ragazzini, altro carattere ben saldo fin da ragazzino, Corinna Mondani, altra ragazza a livello alto di canotaggio, caratterialmente molto ben predisposta ad ottenere molto. Non sto parlando di simpatia, ma di impegno nelle cose! Questi sanno stare in un gruppo, sanno comportarsi e impegnarsi, sanno cosa vuol dire soffrire e perdere, sanno cosa vuol dire avere di fronte uno più forte...e fisicamente, beh 1000 volte più preparati di me!

Lo sport agonistico ha solo benefici per i bambini.

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ripeto: limitare l'attività agonistica dai 12 in su significa mettere i nostri giovani sportivi già in condizioni di netta inferiorità nell'ambito internazionale rispetto ai ragazzini stranieri. nello sport, come nel lavoro e, spesso, nella vita (non immagini le differenze di comportamento e di saper vivere e di saper fare fra un nostro adolescente vissuto in bambagia e un coetaneo di tanti altri paesi). ma sono tutte opinioni, condivisibili o meno.

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limitare l'attività agonistica dai 12 in su significa mettere i nostri giovani sportivi già in condizioni di netta inferiorità nell'ambito internazionale rispetto ai ragazzini stranieri


E ti dirò di più: vedere bambini di 6/7 anni che portano la 40 di taglia, non è certo piacevole. La compezione permette di far innamorare i bambini dello sport...

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Beh biologicamente i "bambini" diventano grandi, "maschi" e "femmine" proprio intorno a questa età, non è un caso che in civiltà (qualcuno pensa inciviltà) o in comunità diverse le bambine a 13/14 anni sono già sposate e in dolce attesa, penso al medio oriente e alle comunità nomadi, la natura ci fa in un modo, poi noi umani ci caliamo sopra la nostra cultura, la nostra religione ecc. ecc.
sono d'accordo con te jagui, i ragazzi hanno delle capacità notevoli sin dall'infanzia, poi che per ragioni di opportunità, di scelte, di leggi, norme ecc. non le mettano a frutto ok, ma che sappiano cavarsela è certo...
Se pensiamo allo sfruttamento del lavoro minorile, ai bambini guerrieri ed altre nefandezze del genere non possiamo che condannare, ma è fuor di dubbio che un bambino di cinque anni abbia la capacità e la destrezza per cucire un pallone, poi da noi la cultura e la legge impongono (per fortuna!) la scuola dell'obbligo fino ai 16 anni e se sfrutti un ragazzino te ne vai al gabbio (forse).
Per contro vedo ragazzi di terza media che non sanno allacciarsi le scarpe! mi è capitato decine di volte al PIA di vedere under 14 interrompere la partita per farsi allacciare le scarpe da mammina....
Poi se sei il padre delle Williams sei malato....

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CorriCorrado ha scritto:
limitare l'attività agonistica dai 12 in su significa mettere i nostri giovani sportivi già in condizioni di netta inferiorità nell'ambito internazionale rispetto ai ragazzini stranieri


E ti dirò di più: vedere bambini di 6/7 anni che portano la 40 di taglia, non è certo piacevole. La compezione permette di far innamorare i bambini dello sport...

ma certo, lo sport è un bene sia per il fisico che per la psiche (per il carattere, in particolare, la capacità di socializzare, di vincere come di perdere). fare decollare un bimbo che ha voglia e capacità in campo agonistico da un'età così avanzata è un delitto e di sicuro un danno gravissimo per il nostro sport.
e per lo stesso ragazzino, che inizia a varcare i confini a dodici anni, a fare tornei agonistici solo da quell'età, dopo aver fatto torneini in cui magari si credeva un dio e magari glielo dicevano anche, e poi arrivare al primo torneo intern. e trovarsi sbattuto fuori come un fuscello da uno magari anche più giovane di lui o comunque da uno di pari età che però ha esperienza da vendere.

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Frantz ha scritto:
Poi se sei il padre delle Williams sei malato....


Vogliamo metterci il papà di Agassi? della Bartoli? Ma ti dico anche che senza questi genitori non avremmo le Williams, Agassi o la Bartoli ( e almeno in questo ultimo caso forse...) Very Happy

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Non sono riuscito a farmi capire.Io non volevo rivolgermi ai genitori che dovrebbero"regolarsi" con i propri figli scegliendo cosa fare. Invece, siccome qua si parla di regolamenti,voglio rivolgermi alla Federazione, alle Federazioni:cambiate la regola, tornate a prima quando i bambini piccoli facevano le loro partitine solo all'interno dei loro Circoli, senza la deleteria ufficialità di oggi.

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sacchi paolo ha scritto:
Non sono riuscito a farmi capire.Io non volevo rivolgermi ai genitori che dovrebbero"regolarsi" con i propri figli scegliendo cosa fare. Invece, siccome qua si parla di regolamenti,voglio rivolgermi alla Federazione, alle Federazioni:cambiate la regola, tornate a prima quando i bambini piccoli facevano le loro partitine solo all'interno dei loro Circoli, senza la deleteria ufficialità di oggi.


Forse ti sei perso dei messaggi sopra... Le partitine all'interno dei circoli lasciamoli alla preistoria; se volgiamo vivere il tennis come sport, facciamoli uscire dai circoli che lo hanno ucciso per troppi anni!

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sacchi paolo ha scritto:
Non sono riuscito a farmi capire.Io non volevo rivolgermi ai genitori che dovrebbero"regolarsi" con i propri figli scegliendo cosa fare. Invece, siccome qua si parla di regolamenti,voglio rivolgermi alla Federazione, alle Federazioni:cambiate la regola, tornate a prima quando i bambini piccoli facevano le loro partitine solo all'interno dei loro Circoli, senza la deleteria ufficialità di oggi.

Shocked evidentemente, ho (abbiamo) scritto per niente.

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Vorrei fare una precisazione : a 12 anni il bambino nello sport comincia con l'agonismo,prima pratica semplicemente sport con relative partitelle/allenamenti ,mini tornei ,mini campionati e così via; logicamente sarà compito degli istruttori e dei genitori trasmettere i valori dello sport SANO: agonismo,divertimento e spirito di sacrificio aldilà dei risultati che ne varranno: Se nascerà un campioncino tanto meglio ma non è essenziale.
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