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Come da oggetto: distanza e tempo sulla palla. Al netto dell'evoluzione costante del nostro Sport questi due fattori erano e restano la chiave universale del Tennis. Personalmente ho un problema che ritengo abbastanza singolare. Per spiegarlo devo descrivere l'arco della palla dopo il rimbalzo come un arco di parabola (ad essere pignoli pensiamo all'arco di Y=X-X2 nel quadrante 1 del piano cartesiano) che dividiamo in quattro parti (o quarti): i primi due descrivono l'arco fino all'apice mentre i secondi due lo descrivono fino al secondo rimbalzo. Primo quarto->palla che ha appena rimbalzato, secondo quarto->palla che sta per raggiungere l'apice, terzo quarto->palla che inizia a scendere, quarto quarto->palla che si avvia verso il secondo rimbalzo.
Partiamo dalle cose facili ossia lato rovescio (quindi, essendo destrorso, alla mia sinistra): che colpisca col colpo bimane o con lo slice non ho alcun problema per tutta la durata della traiettoria della palla. Anzi, spesso colpisco di controbalzo per levar tempo all'avversario seguendo il colpo a rete se centro un buon angolo che lo metta in difficoltà. Morale della favola dal lato rovescio "faccio un pò quello che mi pare" già che posso aspettare o anticipare etc (teniamo sempre a mente che parliamo di quarta alta/terza bassa come livello dei miei avversari, roba giocabile insomma). Sul lato destro, ossia quello del dritto, casca invece l'asino. La mia striking zone è tutta nel "quarto quarto" dell'arco della palla dopo il rimbalzo ossia sono più o meno costretto a farla scendere quasi del tutto per avere un impatto pulito ed un colpo pesante. Basta che provi a colpirla nel quarto precedente (quello immediatamente dopo l'apice della palla) che mi vien fuori un dritto osceno, quasi sempre steccato se lo gioco incrociato.
Potete immaginare le problematiche connesse a questa cosa: una su tutte non rubo mai il tempo all'avversario consentendogli di riposizionarsi. E' vero che poi gioco un colpo potente e molto spesso angolato che riesce altrettanto spesso a metterlo in difficoltà ma tant'è, avete presente quando arriva una palla loffia da uccidere? Ecco, io devo comunque aspettare che scenda parecchio sennò combino un casino col dritto. Altro problema quando l'avversario accorcia e devo colpire entro la linea del servizio: è talmente problematico aspettare che la palla scenda che spesso gioco un chop di dritto molto angolato (in questo caso non ho problemi di "altitudine" della palla) sapendo che dovrò giocare un altro colpo per far punto quando invece tutto quello che vorrei è giocare un "sitter" e far punto direttamente. 
Sono un occhio destro dominante quindi qualche problematica dal lato destro me l'aspettavo ma vivaddio questo è un bel macello già che di solito il colpo "sul quale non si deve pensare" è il dritto mentre per me è il rovescio. Nota ilare: se mi preparo per un dritto "moderno" ossia col braccio sinistro che indica il paletto della rete alla mia destra di fatto combino quasi esclusivamente dei disastri. E' vero che preparandomi così l'occhio destro (dominante) finisce parecchio più indietro rispetto alla linea di quello sinistro (non dominante) ma Santo Cielo chi si aspettava un guazzabuglio simile. Mettiamoci pure che l'unico swing che faccio bene è quello senza interruzioni tra preparazione e colpo (avete presente (prendetelo con le pinze visto che sto per menzionare una supercampionessa mentre io son quello che sono) quello che aveva la Graf? Tirava la sua sassata facendo tutto dopo il rimbalzo della palla) ed il piatto è servito.
Mi farebbe piacere sapere se qualcuno (come penso) ha avuto la stessa problematica e se, cosa ancora più importante, ha risolto e come. Grazie a tutti per l'attenzione!

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Andras, io ho esattamente il tuo stesso problema.
Con il rovescio faccio quello che mi pare, sia in back, che in top; con il diritto vado a giornate, ma sono più quelle no, che quelle sì.
Il mio diritto va assolutamente bene quando faccio la scendere la palla e la prendo dopo l'apice del rimbalzo; mi incarto se cerco l'apice del rimbalzo.
E' tutto un problema di ritardo nella preparazione; da quello che tu dici circa il tuo swing, mi sa che ce l'hai anche tu...

La preparazione dovrebbe iniziare prima che la palla rimbalzi sul campo e al momento che rimbalza dovresti essere già pronto per colpire.
I giocatori amatoriali al rimbalzo dovrebbero già aver fatto tutta l'apertura; i pro, invece, al rimbalzo dovrebbero aver fatto la unit turn (cioè solo girato le spalle) e poi al momento del rimbalzo completano l'apertura e colpiscono (questo per avere più slancio, facendo un movimento continuo, senza interruzioni, ma non è assolutamente facile, guarda Monfils).

Soluzioni: può essere un problema di concetrazione e di ritmo; quindi dovresti dire 1 al momento che la palla rimbalza, 2 al momento in cui la colpisci, una sorta di trance mentale.

Oppure dovresti concentrarti nel prendere la palla all'apice del rimbalzo; questo doverbbe portarti a essere concentrato sulla palla.

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Fatico a visualizzare la situazione:
Se il tuo avversario ti gioca in top profondo sul dritto tu come fai ad aspettare che scenda? o esci dal campo o stai giocando sul centrale del roland garros (credo 12 metri di out di fondo).
Quindi contro un palla profonda in top si gioca sempre con la palla in salita all'altezza più congeniale al nostro swing. 
In generale sono le palle alte e lente quelle  che, indipendentemente dalla rotazione tendono a rendere più difficile la "selezione" del punto di impatto. Il principale motivo è legato al "quanto si guarda la palla" più che al tipo di occhio dominante. 
I giocatori PRO e direi fino alla seconda alta riescono sempre a guardare il punto di impatto.
In terza e quarta categoria la palla la si perde di vista attorno ai 2-3 metri dal punto di impatto.

Io insegnando per tanti anni, purtroppo la perdo di vista a circa 8 metri dal punto di impatto. 
Ovviamente questo non vuol dire chiudere gli occhi ma semplicemente smettere di tenere a fuoco solamente la palla, che, invece, è quello che va fatto e che fa la vera differenza. 
Personalmente ti consiglio di esercitarti nello sforzarti ad osservare la palla che arriva fino al punto di impatto: è difficile e faticosissimo ma vedrai che le stecche diminuiranno notevolmente e la precisione salirà di conseguenza.

buon tennis

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Taglia, approfitto della tua gentilezza e della tua sapienza per porti una domanda; uno dei problemi del mio diritto è che lo eseguo in tre tempi, cioè preparo, impatto e faccio il finale; invece il rovescio, che gioco in modo molto naturale, lo colpisco in 2 tempi, cioè apro e poi colpisco e faccio il finale senza interruzioni.

Insomma nel diritto la mia concentrazione sul punto di impatto, dovuta alla paura di sbagliare, mi fanno rallentare il braccio che non fa una corsa continua dalla fine dell'apertura al finale; insomma, solo dopo che ho colpito e mi sono rilassato, faccio il finale, ma i maestri mi hanno sempre detto che è un finale "finto", quasi posticcio, perchè il mio finale è già avvenuto ben prima di aver portato la racchetta sopra la spalla.

che ne pensi? Grazie

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Andras ha scritto:
Come da oggetto: distanza e tempo sulla palla. Al netto dell'evoluzione costante del nostro Sport questi due fattori erano e restano la chiave universale del Tennis. Personalmente ho un problema che ritengo abbastanza singolare. Per spiegarlo devo descrivere l'arco della palla dopo il rimbalzo come un arco di parabola (ad essere pignoli pensiamo all'arco di Y=X-X2 nel quadrante 1 del piano cartesiano) che dividiamo in quattro parti (o quarti): i primi due descrivono l'arco fino all'apice mentre i secondi due lo descrivono fino al secondo rimbalzo. Primo quarto->palla che ha appena rimbalzato, secondo quarto->palla che sta per raggiungere l'apice, terzo quarto->palla che inizia a scendere, quarto quarto->palla che si avvia verso il secondo rimbalzo.
Partiamo dalle cose facili ossia lato rovescio (quindi, essendo destrorso, alla mia sinistra): che colpisca col colpo bimane o con lo slice non ho alcun problema per tutta la durata della traiettoria della palla. Anzi, spesso colpisco di controbalzo per levar tempo all'avversario seguendo il colpo a rete se centro un buon angolo che lo metta in difficoltà. Morale della favola dal lato rovescio "faccio un pò quello che mi pare" già che posso aspettare o anticipare etc (teniamo sempre a mente che parliamo di quarta alta/terza bassa come livello dei miei avversari, roba giocabile insomma). Sul lato destro, ossia quello del dritto, casca invece l'asino. La mia striking zone è tutta nel "quarto quarto" dell'arco della palla dopo il rimbalzo ossia sono più o meno costretto a farla scendere quasi del tutto per avere un impatto pulito ed un colpo pesante. Basta che provi a colpirla nel quarto precedente (quello immediatamente dopo l'apice della palla) che mi vien fuori un dritto osceno, quasi sempre steccato se lo gioco incrociato.
Potete immaginare le problematiche connesse a questa cosa: una su tutte non rubo mai il tempo all'avversario consentendogli di riposizionarsi. E' vero che poi gioco un colpo potente e molto spesso angolato che riesce altrettanto spesso a metterlo in difficoltà ma tant'è, avete presente quando arriva una palla loffia da uccidere? Ecco, io devo comunque aspettare che scenda parecchio sennò combino un casino col dritto. Altro problema quando l'avversario accorcia e devo colpire entro la linea del servizio: è talmente problematico aspettare che la palla scenda che spesso gioco un chop di dritto molto angolato (in questo caso non ho problemi di "altitudine" della palla) sapendo che dovrò giocare un altro colpo per far punto quando invece tutto quello che vorrei è giocare un "sitter" e far punto direttamente. 
Sono un occhio destro dominante quindi qualche problematica dal lato destro me l'aspettavo ma vivaddio questo è un bel macello già che di solito il colpo "sul quale non si deve pensare" è il dritto mentre per me è il rovescio. Nota ilare: se mi preparo per un dritto "moderno" ossia col braccio sinistro che indica il paletto della rete alla mia destra di fatto combino quasi esclusivamente dei disastri. E' vero che preparandomi così l'occhio destro (dominante) finisce parecchio più indietro rispetto alla linea di quello sinistro (non dominante) ma Santo Cielo chi si aspettava un guazzabuglio simile. Mettiamoci pure che l'unico swing che faccio bene è quello senza interruzioni tra preparazione e colpo (avete presente (prendetelo con le pinze visto che sto per menzionare una supercampionessa mentre io son quello che sono) quello che aveva la Graf? Tirava la sua sassata facendo tutto dopo il rimbalzo della palla) ed il piatto è servito.
Mi farebbe piacere sapere se qualcuno (come penso) ha avuto la stessa problematica e se, cosa ancora più importante, ha risolto e come. Grazie a tutti per l'attenzione!


ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] dopo questo tuo messaggio mi rendo conto che io non sono normale Distanza e tempo sulla palla 810504 
occhio dominante il destro però ho il tuo stesso problema sul rovescio che faccio ad una mano...
ma il mio problema non è tanto colpire a varie altezze, io mi ritrovo spesso di rovescio a colpire come si suol dire "in pancia" ovvero ad una distanza molto ravvicinata, e per questo mi sta anche venendo la fissa di provare ad imparare il rovescio a due mani...
la cosa poi assurda è che quando faccio cesti col maestro va tutto bene, se palleggiamo a ritmo blando pure, se però alziamo il ritmo o sono in partita non riesco più a trovare la giusta distanza dalla palla

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malconcio ha scritto:
Taglia, approfitto della tua gentilezza e della tua sapienza per porti una domanda; uno dei problemi del mio diritto è che lo eseguo in tre tempi, cioè preparo, impatto e faccio il finale; invece il rovescio, che gioco in modo molto naturale, lo colpisco in 2 tempi, cioè apro e poi colpisco e faccio il finale senza interruzioni.

Insomma nel diritto la mia concentrazione sul punto di impatto, dovuta alla paura di sbagliare, mi fanno rallentare il braccio che non fa una corsa continua dalla fine dell'apertura al finale; insomma, solo dopo che ho colpito e mi sono rilassato, faccio il finale, ma i maestri mi hanno sempre detto che è un finale "finto", quasi posticcio, perchè il mio finale è già avvenuto ben prima di aver portato la racchetta sopra la spalla.

che ne pensi? Grazie


E' davvero difficile senza poter osservare, effettuare una disamina.
Quello che è comunque certo è che lo swing di chiusura deve essere fatto in un unico movimento, tant'è che il finale deve essere una mera conseguenza del movimento a colpire. Imparare a giocare decontratti aiuta molto nell'esecuzione più naturale dei gesti.

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innanzitutto grazie Taglia; sto lavorando impugnando a tre dita per essere più fluido e direi che ci siamo (anche se sto perdendo solidità sull'impatto); prossimamente lavorerò passando la racchetta dalla mano destra alla mano sx per non perdere lo slancio.

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Come dicevo nel primo messaggio la Signora fa tutto dopo che la palla abbia rimbalzato. Il suo swing non ha soluzione di continuità tra apertura/impatto/finale, è un tutt'uno che descrive un ellissi dalla ready position al finale. Repetita iuvant: questo è (molto ma molto ma molto alla lontana) come faccio il dritto io: un unico movimento dalla ready position al finale fatto tutto dopo che la palla ha rimbalzato. Al netto del mio problema di dover giocare con palla (molto) discendente devo lavorare come una bestia con le gambe per esser nella posizione adatta a far tutto dopo il rimbalzo
Favorisco supporto visivo:

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ma la signora intanto colpisce in fase ascendente, impugna continental e, come quasi tutti i pro, inizia apertura in modo da non interrompere "l'ovale". 

Non vedo quale attinenza ci possa essere con un dritto colpito in fase discendente anche se il 4° quarto che dichiari mi sembra esagerato. 

In uno scambio con un overnet di 1 metro ed una palla che viaggia a 60 Km/h con medio top spin e che rimbalza 1 metro oltre la metà campo  si colpisce nel secondo o nel terzo quarto. il quarto quarto è sotto la vita ed è almeno 2-3 metri dietro la baseline

mah... fatico davvero a visualizzare

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taglia1964 ha scritto:
ma la signora intanto colpisce in fase ascendente, impugna continental e, come quasi tutti i pro, inizia apertura in modo da non interrompere "l'ovale". 

Non vedo quale attinenza ci possa essere con un dritto colpito in fase discendente anche se il 4° quarto che dichiari mi sembra esagerato. 

In uno scambio con un overnet di 1 metro ed una palla che viaggia a 60 Km/h con medio top spin e che rimbalza 1 metro oltre la metà campo  si colpisce nel secondo o nel terzo quarto. il quarto quarto è sotto la vita ed è almeno 2-3 metri dietro la baseline

mah... fatico davvero a visualizzare


Intanto grazie per essere intervenuto a più riprese.
Per quanto riguarda me se non è il quarto quarto è il punto di separazione dal terzo ma non più su di lì.
Per quanto riguarda lo swing confermo che faccio tutto dopo il rimbalzo ovalizzando con un movimento unico dall'inizio alla fine (per quello ho messo il video di SG, per l'analogia del non separare il braccio non dominante dalla racchetta né in fase di ricerca di palla né in fase di preparazione colpo. Di fatto è il braccio dominante a separarsi dal non dominante quando inizia quello swing ovale altra analogia (non lo ripeterò mai abbastanza, molto alla lontana) con quanto faccio io).
Mi sa che l'unica è iniziare a provare a colpire la palla nel terzo quarto quando c'è da chiudere su una rimessa corta dell'avversario, in fin dei conti ci sono ancora su i palloni quindi le palle da Tennis non le farò finire sul green del Golf 😂

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taglia1964 ha scritto:
Fatico a visualizzare la situazione:
Se il tuo avversario ti gioca in top profondo sul dritto tu come fai ad aspettare che scenda? o esci dal campo o stai giocando sul centrale del roland garros (credo 12 metri di out di fondo).
Quindi contro un palla profonda in top si gioca sempre con la palla in salita all'altezza più congeniale al nostro swing. 
In generale sono le palle alte e lente quelle  che, indipendentemente dalla rotazione tendono a rendere più difficile la "selezione" del punto di impatto. Il principale motivo è legato al "quanto si guarda la palla" più che al tipo di occhio dominante. 
I giocatori PRO e direi fino alla seconda alta riescono sempre a guardare il punto di impatto.
In terza e quarta categoria la palla la si perde di vista attorno ai 2-3 metri dal punto di impatto.

Io insegnando per tanti anni, purtroppo la perdo di vista a circa 8 metri dal punto di impatto. 
Ovviamente questo non vuol dire chiudere gli occhi ma semplicemente smettere di tenere a fuoco solamente la palla, che, invece, è quello che va fatto e che fa la vera differenza. 
Personalmente ti consiglio di esercitarti nello sforzarti ad osservare la palla che arriva fino al punto di impatto: è difficile e faticosissimo ma vedrai che le stecche diminuiranno notevolmente e la precisione salirà di conseguenza.

buon tennis

Ottimo punto di Taglia, as usual.
Ho recentemento iniziato a fare esercizi di tracking per gli occhi, ci sono video per questo. Lo fanno i gamers ma funziona anche nel tennis. Continuare a seguire la palla fino all'impatto e' la cosa piu difficile per me

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Andras, in tutta franchezza, la penso così. Tu prendi la palla quasi al secondo rimbalzo e questo perché apri solo dopo il rimbalzo. Ora lascia perdere la graf, perché i pro sono estraterrestri. Noi comuni mortali dobbiamo avere già aperto quando la palla rimbalza. Se riesci a risolvere questo problema, vedrai che colpirai la palla bene anche senza aspettarla troppo. Altre soluzioni non esistono a meno di inventarsi qualche soluzione estemporanea di volta in volta, come quel tale che anziché curarsi le carie dal dentista prendeva l'aspirina quanto aveva mal di denti..

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malconcio ha scritto:
Andras, in tutta franchezza, la penso così. Tu prendi la palla quasi al secondo rimbalzo e questo perché apri solo dopo il rimbalzo. Ora lascia perdere la graf, perché i pro sono estraterrestri. Noi comuni mortali dobbiamo avere già aperto quando la palla rimbalza. Se riesci a risolvere questo problema, vedrai che colpirai la palla bene anche senza aspettarla troppo. Altre soluzioni non esistono a meno di inventarsi qualche soluzione estemporanea di volta in volta, come quel tale che anziché curarsi le carie dal dentista prendeva l'aspirina quanto aveva mal di denti..


Concordo sull'amazzone teutonica ovviamente 😸
Il fatto è che non apro proprio, è questo che sto cercando di dire. Non nel senso classico: per me apertura/swing/finale sono un gesto unico (anziché apro/aspetto/colpisco) che per essere efficiente devo effettuare con la palla calante perché solo così riesco ad avere un timing che produca un colpo potente. Da qui nasce il problema sul "sitter" quando l'avversario accorcia perché non ho abbastanza braccio/talento/etc da effettuare il mio swing "ellittico senza interruzioni" con la palla al top della parabola men che meno in fase crescente. Pensare che di rovescio mi diverto a giocare di controbalzo invece, ho passato settimane a rispondere un metro abbondante dentro al campo con quelli che sapevo servivano esclusivamente sul rovescio. E con ottimi risultati quanto a consistenza/piazzamento/potenza del colpo, tutto fatto senza pensare, una meraviglia! Stessi messo così dall'altra parte mi riderebbe anche il c**o 😉

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Forse non ho capito esattamente, ma il vostro swing, parte dallo split step o no?
Perché mi manca un pezzo per visualizzare e poi capire come vi muovete verso la palla.
Perché se non "splittate"...capisco i problemi, ma se "splittate", allora c'è qualcosa che non va nella preparazione, non nel colpo & impatto palla.

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Ok lo split step ma quello che io intendo effettivamente per swing è il movimento del braccio destro che effettua il colpo, KK. Che parta dallo shoulder turn o dalla separazione del braccio sinistro dalla racchetta o sia un tutt'uno (come faccio io) per swing personalmente intendo il pattern del braccio destro nel colpo

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Andras ha scritto:
Ok lo split step ma quello che io intendo effettivamente per swing è il movimento del braccio destro che effettua il colpo, KK. Che parta dallo shoulder turn o dalla separazione del braccio sinistro dalla racchetta o sia un tutt'uno (come faccio io) per swing personalmente intendo il pattern del braccio destro nel colpo


Alt. Quando esci dallo split, sei in apertura. Non credo che tu colpisca closed sul dritto, ma dall'open al semi-open.
E qui c'è la chiave di lettura. 
Quando splitti, o esci a a gambe pari, o incroci. Puoi incrociare con la gamba di spinta che si sovrappone alla gamba di appoggio o viceversa. In genere, chi "incrocia dietro" è un discreto manico e lo fa per il rovescio.
Pertanto, se incroci per il dritto (movimento laterale verso destra per destrimane), hai bisogno di arrivare sulla palla a falcate pari. Se arrivi dispari, devi pareggiare.
In questo, completi la preparazione con i "baby step" e cerchi la distanza. Se metti assieme tutto questo...hai bisogno di tempo. Se sei uno che ha digerito gli automatismi...arrivi carico sul colpo, con il giusto timing e la giusta distanza.
Ma se ci arrivi col fiatone...rimani chiuso e "strappi". Il problema, mi vien da pensare, non sia di DISTANZA (parabola ascendente, apice, discendente) ma di TIMING. Anzi, di timing e di tempo, soprattutto di tempo. Che sono due cose ben distinte.
Fissare la palla e "attraversarla" guardandola, va strabene. Giustissimo! Ma l'incipit era leggermente diverso. Se uno colpisce in fase discendente, non ha problemi di geometrie di swing, bensì di tempo.

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kingkongy ha scritto:
Andras ha scritto:
Ok lo split step ma quello che io intendo effettivamente per swing è il movimento del braccio destro che effettua il colpo, KK. Che parta dallo shoulder turn o dalla separazione del braccio sinistro dalla racchetta o sia un tutt'uno (come faccio io) per swing personalmente intendo il pattern del braccio destro nel colpo


Alt. Quando esci dallo split, sei in apertura. Non credo che tu colpisca closed sul dritto, ma dall'open al semi-open.
E qui c'è la chiave di lettura. 
Quando splitti, o esci a a gambe pari, o incroci. Puoi incrociare con la gamba di spinta che si sovrappone alla gamba di appoggio o viceversa. In genere, chi "incrocia dietro" è un discreto manico e lo fa per il rovescio.
Pertanto, se incroci per il dritto (movimento laterale verso destra per destrimane), hai bisogno di arrivare sulla palla a falcate pari. Se arrivi dispari, devi pareggiare.
In questo, completi la preparazione con i "baby step" e cerchi la distanza. Se metti assieme tutto questo...hai bisogno di tempo. Se sei uno che ha digerito gli automatismi...arrivi carico sul colpo, con il giusto timing e la giusta distanza.
Ma se ci arrivi col fiatone...rimani chiuso e "strappi". Il problema, mi vien da pensare, non sia di DISTANZA (parabola ascendente, apice, discendente) ma di TIMING. Anzi, di timing e di tempo, soprattutto di tempo. Che sono due cose ben distinte.
Fissare la palla e "attraversarla" guardandola, va strabene. Giustissimo! Ma l'incipit era leggermente diverso. Se uno colpisce in fase discendente, non ha problemi di geometrie di swing, bensì di tempo.


Concordo, KK. È sicuramente un problema di tempo.
Dopo lo split resto con le mani in avanti in ready position anche in caso di shuffle o, se son proprio in vena, di crossover. Mi posiziono in linea con la traiettoria della palla e parto con quello che chiamo swing dopo il rimbalzo della palla

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Premetto che  senza vedere e' molto difficile capire ma vedendo il video di  Super Steffi qualcosa in mente mi viene.
Il dritto della Graff e' difficilmente imitabile per diverse ragioni,per primo una velocità e movimento di piedi incredibile,a prescindere dalla preparazione e dall' esecuzione del colpo.
Senza scendere troppo in dettagli, diciamo che lei poteva permettersi questo tipo di colpo perche' sopperiva al ritardo in preparazione del colpo con la sua velocita' di piedi e posizionamento in campo incredibile.
Al giorno d'oggi un dritto del genere sarebbe quanto meno improponibile ( lo era già' allora) ma funzionava per diverse ragioni,solo esclusivamente per lei.
Detto questo come ben dice King il problema e' il tempo e non il timing.
Cioè' non preparando in uscita dallo split step per forza di cose dovrai colpire la palla in fase discendente,perche' non hai tempo e spazio per andare in avanti a colpire la palla in fase ascendente.
Perciò' se non prepari a tempo e' molto difficile che tu riesca a trovare il tempo e lo spazio per riuscire ad andare incontro alla palla e colpire in fase ascendente.
A prescindere dallo swing e dall' impugnatura che utilizzi.
Un altro errore comune, che si commette, anche preparando a tempo, e' quello di alzare troppo il gomito per voler diciamo schiacciare la palla dall 'alto verso il basso,specialmente su una palla con un bel top spin carico,e limitando il movimento a livello swing.
Anche  se la palla e' alta il movimento deve essere fatto dal basso verso l'alto.
Un altro errore comune può' essere la distanza in fase di attesa dalla linea di fondo.
Ossia gioco troppo con i piedi vicino alla linea e per forza di cose quando mi giocano profondo devo andare in dietro essendo obbligato a giocare facendo scendere la palla oppure giocare di controbalzo,cosa che non e' affatto facile.
Perciò' come diceva King devi per forza di cose preparare a tempo, ed avere una distanza di almeno un metro e mezzo dietro la linea di fondo che di permetta di avanzare sul colpo e colpire la palla in fase ascendente.
E poi vediamo cosa combini con lo swing......

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Grazie anche a te, Vet. Pensare che nacqui mancino ma mi corressero in prima (in primina a dirla tutta) perché scrivevo da destra verso sinistra. Fossi rimasto tale avrei un dritto naturale da favola 😉
Ma mai disperare!

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Zeus ha scritto:
Andras ha scritto:
Come da oggetto: distanza e tempo sulla palla. Al netto dell'evoluzione costante del nostro Sport questi due fattori erano e restano la chiave universale del Tennis. Personalmente ho un problema che ritengo abbastanza singolare. Per spiegarlo devo descrivere l'arco della palla dopo il rimbalzo come un arco di parabola (ad essere pignoli pensiamo all'arco di Y=X-X2 nel quadrante 1 del piano cartesiano) che dividiamo in quattro parti (o quarti): i primi due descrivono l'arco fino all'apice mentre i secondi due lo descrivono fino al secondo rimbalzo. Primo quarto->palla che ha appena rimbalzato, secondo quarto->palla che sta per raggiungere l'apice, terzo quarto->palla che inizia a scendere, quarto quarto->palla che si avvia verso il secondo rimbalzo.
Partiamo dalle cose facili ossia lato rovescio (quindi, essendo destrorso, alla mia sinistra): che colpisca col colpo bimane o con lo slice non ho alcun problema per tutta la durata della traiettoria della palla. Anzi, spesso colpisco di controbalzo per levar tempo all'avversario seguendo il colpo a rete se centro un buon angolo che lo metta in difficoltà. Morale della favola dal lato rovescio "faccio un pò quello che mi pare" già che posso aspettare o anticipare etc (teniamo sempre a mente che parliamo di quarta alta/terza bassa come livello dei miei avversari, roba giocabile insomma). Sul lato destro, ossia quello del dritto, casca invece l'asino. La mia striking zone è tutta nel "quarto quarto" dell'arco della palla dopo il rimbalzo ossia sono più o meno costretto a farla scendere quasi del tutto per avere un impatto pulito ed un colpo pesante. Basta che provi a colpirla nel quarto precedente (quello immediatamente dopo l'apice della palla) che mi vien fuori un dritto osceno, quasi sempre steccato se lo gioco incrociato.
Potete immaginare le problematiche connesse a questa cosa: una su tutte non rubo mai il tempo all'avversario consentendogli di riposizionarsi. E' vero che poi gioco un colpo potente e molto spesso angolato che riesce altrettanto spesso a metterlo in difficoltà ma tant'è, avete presente quando arriva una palla loffia da uccidere? Ecco, io devo comunque aspettare che scenda parecchio sennò combino un casino col dritto. Altro problema quando l'avversario accorcia e devo colpire entro la linea del servizio: è talmente problematico aspettare che la palla scenda che spesso gioco un chop di dritto molto angolato (in questo caso non ho problemi di "altitudine" della palla) sapendo che dovrò giocare un altro colpo per far punto quando invece tutto quello che vorrei è giocare un "sitter" e far punto direttamente. 
Sono un occhio destro dominante quindi qualche problematica dal lato destro me l'aspettavo ma vivaddio questo è un bel macello già che di solito il colpo "sul quale non si deve pensare" è il dritto mentre per me è il rovescio. Nota ilare: se mi preparo per un dritto "moderno" ossia col braccio sinistro che indica il paletto della rete alla mia destra di fatto combino quasi esclusivamente dei disastri. E' vero che preparandomi così l'occhio destro (dominante) finisce parecchio più indietro rispetto alla linea di quello sinistro (non dominante) ma Santo Cielo chi si aspettava un guazzabuglio simile. Mettiamoci pure che l'unico swing che faccio bene è quello senza interruzioni tra preparazione e colpo (avete presente (prendetelo con le pinze visto che sto per menzionare una supercampionessa mentre io son quello che sono) quello che aveva la Graf? Tirava la sua sassata facendo tutto dopo il rimbalzo della palla) ed il piatto è servito.
Mi farebbe piacere sapere se qualcuno (come penso) ha avuto la stessa problematica e se, cosa ancora più importante, ha risolto e come. Grazie a tutti per l'attenzione!


ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] dopo questo tuo messaggio mi rendo conto che io non sono normale Distanza e tempo sulla palla 810504 
occhio dominante il destro però ho il tuo stesso problema sul rovescio che faccio ad una mano...
ma il mio problema non è tanto colpire a varie altezze, io mi ritrovo spesso di rovescio a colpire come si suol dire "in pancia" ovvero ad una distanza molto ravvicinata, e per questo mi sta anche venendo la fissa di provare ad imparare il rovescio a due mani...
la cosa poi assurda è che quando faccio cesti col maestro va tutto bene, se palleggiamo a ritmo blando pure, se però alziamo il ritmo o sono in partita non riesco più a trovare la giusta distanza dalla palla

Ciao Zeus ,a prescindere dal tuo swing e dalla preparazione il discorso di colpire in pancia e' dovuto al movimento.
Cioe' chiaramente non arrivi bene sulla palla.
Ora ovviamente le cause possono essere molteplici e senza vedere come  capisci e' complicato dare consigli.
Ma generalizzando il problema puo' essere di posizionamento e di movimento.
Cioe' stai troppo vicino alla riga e non hai spazio per muoverti come si deve,oppure anche  avendo spazio ti muovi parallelo alla linea di fondo in ricerca palla e di conseguenza ti ritrovi la palla in pancia.
Magari quando ti alleni fai piu' attenzione  ad attaccare la palla diagonalmente e quando giochi invece sei troppo preso dal gioco, che ti dimentichi della  distanza dalla linea di fondo ed il movimento di ricerca palla in diagonale.
Oppure che non ti fermi per colpire....
Difficile capire senza vedere....
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